Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Ricorda la storia  |      
Autore: Setsuka    28/12/2007    10 recensioni
Cinguetta nuovamente e si poggia su di te.
Stupore.
E' sulla mano d'acciaio che tiene il pomello della finestra che si è poggiato.
I tuoi occhi, dilatati, guardano l'uccellino che cinguetta allegro e sbatte ripetutamente le sue piccole ali.
Se non fossi al Quartier Generale, probabilmente una lacrima solitaria sarebbe scesa lungo la tua guancia.

[ Edward centric ]
Genere: Generale, Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
PIccolo idillio


Piccolo idillio




Dedicato a Dimea
Per il messaggio intrinseco che la fanfiction contiene




Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli,
Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi;  

Canti, e così trapassi
Dell'anno e di tua vita il più bel fiore.

[ Il passero solitario, Giacomo Leopardi]






Il cinguettare di un piccolo passero, sul ramo della grande quercia davanti alla finestra dell'ufficio, distoglie il tuo sguardo dal rapporto che stai scrivendo per il tuo diretto superiore.
Sembra cinguettare proprio per te.
Che capisca che hai bisogno di una pausa?
Gli animali hanno questa particolare sensibilità empatica, che agli uomini manca, se non a pochi.
Rari.

O forse ha semplicemente fame.
 
Ti alzi dalla poltrona, lasciando i documenti.
Non hai nessuno che ti controlla: nè tuo fratello, nè Mustang.
Una piccola pausa puoi anche permettertela, non farai danno a nessuno.

Ti fermi quando sei davanti alla vetrata, a studiar il comportamento del passero.

Vola di ramo in ramo, ogni volta che si poggia su uno di essi, con il beccuccio lo vedi pulirsi il piumaggio, e poi vola, su di un altro ramo, sempre cinguettando.
Sembra averti notato, ma non interrompe quella specie di rituale.
Sembra piacergli intrattenerti.
E poi lo vedi guardarti, sembra fissarti nelle tue profonde iridi di oro colato e si avvicina, sul davanzale della finestra.
I tuoi occhi di dilatano, poi chiudi e apri le palpebre un paio di volte: sta cinguettando verso di te, si, non erano impressioni.

Le tue labbra si piegano in un sorriso disteso.
Caldo.
Un dolce tepore ha avvolto il tuo spirito d'acciaio, proprio come il tuo nome d'alchimista.

Altri passeri li vedi volar assieme, cinguettare; sembrano felici, sembrano un gruppo di bambini che giocano a rincorrersi. Si fermano sul ramo poco distante dal davanzale della finestra, giocano tra di loro.
E il piccolo passero, che non fa parte di quel gruppo si volta a guardarli.
Quasi invidioso.
Quasi triste.
Sembra volersi unire ai giochi degli altri uccellini, ma c' è qualcosa che lo ferma. Non capisci cosa.
Lo vedi zampettar sul davanzale e dopo lo noti: ha una zampetta ferita e sembra proprio non guarirà viste le condizioni.
Il tuo sguardo si adombra.
Vorrebbe giocare, vorrebbe stare con gli altri: ma non può.
Causa: la sua menomazione.

Il gruppo degli altri passeri, sani, vola di nuovo via; volano nel plumbeo cielo a rincorrersi, incuranti dell' amarezza che deve provar il passerotto ferito.

Si volti, in direzione della scrivania, puntando al primo cassetto.
Non un fiato da parte tua, solo tanta tristezza nel cuore.
In quell' uccellino hai visto te.
Te, senza arti.
Te, ragazzo che non vivi come i tuoi coetanei.
Te, spesso guardato con una certa curiosità e fastidiosa compassione per via dei tuoi automail.
Te, alchimista di Stato che lavori per l'esercito per riavere il tuo corpo e, soprattutto, per riavere il corpo di Al.
Te, che anneghi in un abisso di silenzio e solitudine.

Solo.
Si.
Perché la solitudine non è sempre non avere nessuno vicino.
La solitudine è anche esser imprigionato dal proprio essere, il proprio io. Sentire la colpa che bruciano nei filamenti della tua anima e vedere il tuo peccato davanti a te e non poter far nulla.
Essere causa del dolore altrui.



Essere incompreso.



Al è tutto.
Al è la tua forza.
Al ti sta vicino.
Ma mai potrà sapere cosa c' è nella tua anima a turbarti e ferirti costantemente.
Non potrà mai capire i tuoi sentimenti e le tue emozioni che pulsano vive, feroci, nel tuo spirito.

Però, almeno, questa è la prova che è umano.


Ti avvicini nuovamente alla finestra, con un biscotto sbriciolato della tua mano di carne.
Apri la finestra e il passerotto cinguetta acuto, quasi felice. Non puoi saperlo.
Gli tendi la mano e lui piega la testa prima sul lato destro, poi sul lato sinistro: sembra studiarti.

< E'... un biscotto >

Cerchi di incoraggiarlo, con un sorriso.
Peccato sia amaro.
Triste.

Cinguetta nuovamente e si poggia su di te.
Stupore.
E' sulla mano d'acciaio che tiene il pomello della finestra che si è poggiato.
I tuoi occhi, dilatati, guardano l'uccellino che cinguetta allegro e sbatte ripetutamente le sue piccole ali.
Se non fossi al Quartier Generale, probabilmente una lacrima solitaria sarebbe scesa lungo la tua guancia.

< Ehi... >

Lo rimproveri con tono mesto.

< Guarda che le briciole sono su questa mano >

E così dicendo avvicini il tuo automail all'altra mano.
E lui invece? Becca il metallo di cui è costituito l'automail.
Sembra che gli piaccia il suono metallico che produce.

< Vedi di non rovinarlo, altrimenti Winry mi uccide a colpi di chiave inglese, tu non puoi immaginare quanto male facciano... >

E decidi di abbandonare le briciole nella mano destra, per la felicità del passero che può mangiare e sentire quel suono che tanto sembra piacergli.
Studi come si nutre, rimani a fissare interessato come becca l'acciaio e inghiotte le briciole.
A lui basta poco esser felice.

< Certo che sei strano... >

< Stai parlando da solo Fullmetal? >

Sussulti, spaventato e ti volti.
Il tuo movimento brusco fa volar via l'uccellino e cadere il suo spuntino.
Non ti sei proprio accorto della sua entrata.

< Taisa! >

Urli contro colui che ha rotto quel momento quasi magico.

< L'ha fatto scappare! >

< Stavi parlando con quel passero? >

Ti chiede avanzando verso di te, con aria scettica.
Ti volti, dandogli le spalle, mettendo il broncio.

Quanto sa essere fastidioso quell'uomo...

Il tuo sguardo va alla ricerca dell' uccellino, che si è posato sul ramo più vicino.

< Come hai fatto a prenderlo? >

< E' lui che è venuto da me >

Rispondi un po' scocciato, come se con quella frase avesse voluto insinuare qualcosa.

Tendi l'automail verso il ramo e mostri al passero il tuo miglior sorriso gentile.
Lui ti capisce, sai che verrà.
Intimorito si avvicina saltellando all'estremità del ramo.
Mustang intanto si affianca a te, alla tua destra. Non puoi vederlo, ma è catturato dai movimenti  del piccolo animale.

< Non aver paura, non ti farà nulla >

Guarda Mustang ancora una volta e poi vola sul tuo automail, sotto lo sguardo incredulo del colonnello.

< Vedi? Non ti fa nulla >

Rassicuri il passerotto nuovamente.

< Come hai fatto? >

< Gli animali hanno una sensibilità particolare. Capiscono se hai delle buone intenzioni nei loro confronti >

Lo dici sorridente guardando l'oggetto del vostro interesse sul palmo della ma mano d'acciaio.

< Non sono come gli uomini... >

Continui, approfittandone del silenzio del tuo superiore.

< ...loro sono empatici, si sintonizzano con le emozioni degli altri esseri viventi. Per questo non sono malvagi >

< Noi esseri umani siamo così... >

< ...sbagliati >

< Beh... non posso dire che hai torto, ma ognuno ha una propria sensibilità. C' è chi è più sensibile, chi meno >

< Quando si diventa adulti si diventa quasi insensibili, non mi parli di sensibilità... >

Dici con sguardo cupo.

< Tu credi di essere molto più sensibile, Fullmetal? >

< Si... >

< Davvero? >

Ti volti e lo guardi negli occhi quasi con rabbia.

< Se avresti questa sensibilità di cui tanto ti vanti a quest' ora avresti capito molte cose >

< Riguardo cosa? >

La rabbia viene sbollita dalla curiosità.

<  Beh... credo di esser incompreso da te. Credo che se fossi così sensibile come dici, avresti capito diverse cose su di me. Ma forse, in fondo, non ti interessa >

Non puoi dire che non ci sia verità in quelle parole.
Ma rispondi, quasi offeso nell' orgoglio.

< Perché lei capisce tutto di me? >

< Posso toccarlo? >

< Eh? >

Poi ti volti verso l'uccellino, capendo a cosa si stava riferendo.

< S-si >

Avvicino l'automail.

Il colonnello si sfila un guanto e tende la mano verso il passero, si avvicina cautamente, sfiorando la tua mano insensibile.

< Faccia attenzione a non spaventarlo >

E vedi che guarda il passerotto quasi con dolcezza, uno sguardo che non hai mai visto a Mustang.

Noti come senza timore, ne ripugnanza sfiora casualmente l'automail, le sue dita poi toccano il tuo palmo per accogliere l'uccellino.
Non puoi sentire il calore di quella mano, ma ti colpisce che non provi nè ribrezzo nè alcuna emozione negativa, lo noteresti se fosse così.

E vedi il colonnello Roy Mustang sorridere a quel passero, contento di averlo tra le mani.
Una tenera ingenuità, forse un po' infantile, è viva in quegli occhi.

A volte il taisa sa stupire Edward Elric...

Forse aveva ragione.
Forse è vero che non l'hai mai compreso.
Forse è vero che non ti è mai interessato capirlo, eppure...




...non ti dispiacerebbe,  ha stuzzicato la tua curiosità.






***


Salve!
Eccomi  con una shottina vagamente romantica, incentrata su Ed.
Un senso preciso non ce l'ha, solo che volevo fare qualcosa ispirandomi a Leopardi e... l'ho fatto, non a caso il titolo è "Piccolo idillio", i "Piccoli Idilli" sono una raccolta di poesie di Leopardi (che io chiamo Giacomo XD ) in  cui vi è "il passero solitario" del quale qui trovare solo una strofa; ma "piccolo idillio" può anche indicare un momento di assoluta pace e benessere.
Anche se non è nulla di eclatante ed è piuttosto semplice  non mi dispiace, mi piace vedere Ed che parla con gli animali, è molto tenero ^-^ e poi i passeri sono così teneri... io ricordo ancora un'episodio curioso che mi è successo l'anno scorso. Ero in piazza e c'era un passerotto che stava cercando di mangiare poco distante da me, non c'era nessuno e improvvisamente questo passerotto si avvicina un po', mi guarda e cinguetta, poi guarda un grande pezzo di pane. Io non capivo, ma rimasi a guardarlo, cinguettava guardando prima me e poi si voltava ad indicare col beccuccio il pane: vcoleva che glielo sbriciolassi perchè era troppo grande per lui. Ricorderò per sempre questo tenero episodio, è proprio vero: agli animali manca solo la parola e hanno una sensibilità unica, che gli uomini non hanno.
Buon anno e grazie mille a chi leggerà e in particolare chi recensirà.


Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.



 




  




















   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Setsuka