Hai capito ora
come ci si sente?
Capitolo 1:
Sparita
Ataru aprì gli occhi
di scatto. Quella maledetta sveglia l’aveva svegliato... Erano le sette e mezza
del mattino. Doveva prepararsi per andare a scuola.
Si fece una doccia e
si vestì. Prese una fetta di pane con la marmellata, ricevette un bacio dalla
madre e scappò fuori. Era in ritardo, come al solito.
Ma quella mattina,
sentiva che c’era qualcosa di diverso... cosa mancava? Sentiva che mancava
qualcosa, ma non capiva cosa.
Poi a lezione, quando
il professore fece l’appello, un nome gli fece capire cosa mancava quel
mattino.
“LAMU’!!!” gridò
Ataru.
Il professore lo
guardò perplesso.
“Moroboshi, sai dov’è
Lamù? Non è mai stata assente da quando frequenta questa
scuola!”
“E perchè dovrei
saperlo?”
“Beh, perchè
pensavo.... state sempre insieme... non è la tua ragazza?”
“NOOOO, non lo è, e
non mi importa dov’è in questo momento!!”
“Va bene, va bene,
Moroboshi, non ti scaldare... Ora iniziamo la lezione. La nostra
letteratura....”
Bla, bla,
bla.
Ataru aveva chiuso
l’audio.
Ma dove cavolo era
andata a cacciarsi quella scema di Lamù?
Stava forse male?
Forse aveva bisogno d’aiuto...
Scosse la
testa.
“Meglio” pensò
“almeno alla ricreazione potrò provarci con qualche bella ragazza... anzi andrò
a cercare Shinobu!!! Senza aver paura di ricevere una scossa da un momento
all’altro!!!!”
Rideva da
solo.
“MOROBOSHI SE LA
LETTERATURA TI FA TANTO RIDERE, ALLORA PUOI ACCOMODARTI FUORI!!!! E RIMANICI
FINO ALLA FINE DELLE LEZIONI!!!”
Ataru uscì dalla
classe a testa bassa.
Ma che cavolo voleva
quel professore?? NON AVEVA FATTO NULLA DI MALE!
Uffa... ce l’avevano
tutti con lui.
Cominciò a
passeggiare per i corridoi, non sarebbe sicuramente rimasto fino alla fine delle
lezioni fuori dalla classe.
Girato un angolo, si
scontrò con una ragazza. Alta, mora, con gli occhi verdi e le labbra carnose.
Era bellissima. L’aveva conosciuta pochi giorni prima e lei sembrava pure
interessata a lui, solo che era arrivata Lamù e con una doppia scossa aveva
raffreddato i bollenti spiriti.
“Ataru!”
“Rea!”
“Scusami devo
andareeeee!!!”
“No aspetta, Lamù non
c’è!!!!”
Rea si
girò.
“Davvero?”
“Davvero davvero... è
da ieri sera che non la vedo... pare che abbia deciso di lasciarmi in
pace!”
“Oh Ataru ma è
fantastico! Senti, io sono stata buttata fuori, che ne dici se andiamo a farci
un giro?”
“Un giro?”
“Sulla
mia moto...” sussurrò Rea.
“Sììììììììììììììììììììì!!!!
CERTO CHE SI’!!!”
“Allora
muoviamoci!”
Rea lo prese per mano
e cominciò a correre per i corridoi.
Arrivarono a
un’uscita secondaria della scuola e la forzarono.
In pochi secondi
erano fuori.
“Dov’è la tua moto,
Rea?”
“Qui vicino...
vieni....”
Ataru non poteva
credere di essere seduto su una moto, abbracciato a una ragazza, con i suoi
lunghi capelli che lo schiaffeggiavano dolcemente....
Sorrise.
“REA!”
“Sì, Ataru?” rispose
la ragazza che stava guidando.
“Dove mi
porti?”
“In un posto
speciale....”
Ataru sorrise di
nuovo... Era la volta buona!!!! Wow non ci poteva credere!!! E tutto merito di
Lamù che era sparita!!!
Ma a quel pensiero il
suo sorriso si spense.
Lamù... dov’era?
Perchè non era andata
a prenderlo a casa come tutte le mattine? Lamù non si sarebbe mai persa una
mattinata col suo amore... almeno non volontariamente. Doveva esserle successo
qualcosa. Ataru scoprì di essere preoccupato. Senza volerlo, senza pensarci. Ma
il suo cuore batteva forte e aveva un’espressione preoccupata sul
viso.
Che cosa era
successo?
Era stretto a una
bellissima ragazza, eppure pensava a Lamù!
Scosse la testa.
Quella strega stava riuscendo a rovinargli l’appuntamento pure da
assente!!!!
“Ataru che
succede?”
“Niente Rea, tutto
benissimo!” Ataru le sorrise dallo specchietto.
Intanto i due stavano
salendo su per una strada in collina.
Dopo pochi minuti, la
moto si fermò in un belvedere, una specie di enorme terrazza sul fianco della
collina, dove andava la gente per rilassarsi e le coppiette per
amoreggiare.
“Rea... ma che bel
posto! Guarda si vede l’orizzonte!”
Rea sorrise
maliziosa, poi si avvicinò a lui accarezzandogli la
guancia.
Ataru stava per
baciarla.
Chissà cosa avrebbe
detto Lamù se fosse stata lì... O che avrebbe fatto....
Rea sporse le labbra,
aspettando il bacio.
Ma Ataru pensava a
tutt’altro.
Chissà dov’era
Lamù... Forse lo stava spiando da dietro un albero...
O forse le era
davvero successo qualcosa di brutto...
Ataru, a un
centimetro dal viso di Rea, si girò, ricevendo un bacio sulla
guancia.
“Ataru! Ma che
diavolo fai??!?”
“Scusami, Rea... Io
non posso. Sono.... timido”
Rea sorrise e gli mise le mani intorno al
collo.
“Te la faccio passare
io, la timidezza...”
E cominciò a baciarlo sul collo.
“No... no... Rea...
io non posso...”
Non sapeva nemmeno
quello che stava facendo.
Ma si ritrovò a
scostare le sue labbra e dirle di smetterla.
E in meno di un
minuto, si ritrovò solo sul belvedere.
Senza un mezzo di
trasporto con il quale tornare a casa.
Sospirò.
“MA QUANTO SONO SCEMO
DA UNO A DIECI?? L’HO LASCIATA ANDARE!!! SONO UN POVERO DEFICIENTEEEEEEE
DEFICIENTEDEFICIENTEDEFICIENTE.....”
Smise di gridare e
sospirò di nuovo.
Va bene, Lamù era
riuscita a rovinare tutto.
Ataru capì che finchè
non avrebbe saputo se Lamù stava bene, non sarebbe riuscito a farsi nessuna
ragazza.
E sospirò di
nuovo.
“Andiamo a cercare
Lamù, allora....”
Al tramonto, Ataru
arrivò a casa.
“BRUTTO IDIOTA DI UN
FIGLIO! TI SEMBRA L’ORA DI TORNARE A CASA? STAVO PER CHIAMARE LA
POLIZIA!!!”
“Scusa mamma... non
puoi immaginare che mi è successo”
“MI SONO PREOCCUPATA
TANTISSIMO!! BRUTTO DEFICIENTE!!!”
Ataru andò a testa
bassa in camera sua.
Quella era
decisamente una giornata no.
Ma dove cavolo era
finita Lamù?
Provò a chiamarla sul
cellulare che le aveva regalato per Natale, ma non rispose
nessuno.
Allora scrutò il
cielo alla ricerca della sua astronave.
E.... eccola là!
L’aveva trovata!!!
Beh, se c’era
l’astronave, allora Lamù era ancora sulla Terra. Per lo meno non era ripartita
senza salutarlo, quella maleducata!!!
Andò in garage,
rispolverò il mono-elicottero che aveva usato molto tempo prima e ci
salì.
“ATARU DOVE PENSI DI
ANDARE ANCORAAAAA!!”
“Mamma.. ascoltami...
Lamù è sparita, devo andare a vedere la sua astronave... magari è là che sta
male!”
Il viso della donna
si addolcì in un tenero sorriso: “Oh ma che carino che seeeeei!! Ti preoccupi
per lei!!!! Sei un amore!!! Vai, caro, vai....”
Ataru roteò gli
occhi. Sua madre era veramente lunatica.
Si allacciò la
cintura e si alzò in volo.
In pochi minuti era
arrivato all’astronave.
Quando arrivò, sperò
con tutto il cuore di sentire un “tesorucciooo” gridato come al solito da Lamù,
ma.... non fu così.
Allora, vale la
pena continuarla?
E il titolo? Devo
cambiarlo vero? Fa un po’ schifo....Ditemelo in un commentino
pliiiiiiis!!!!
Fede