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Autore: _Francy93_    14/06/2013    2 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
Avevo sette anni quando mi innamorai, per la prima volta, del nuovo compagno di classe.
Beh, forse innamorata non era la parola giusta. Chiamiamola semplice cotta da bambina.
Allora non conoscevo il vero significato celato sotto quella parola tanto piccola che a solo pronunciarla diventava grande come il mare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 3
 

Il giorno seguente, chiamai la mia amica Imma e la informai dell'incontro fatto il giorno prima.
<< Cioè, fammi capire: tu hai visto quel figo da paura non hai fatto niente?>> mi chiese per vedere se aveva capito bene.
<< Cosa volevi che facessi? Che mi mettessi a parlare con uno sconosciuto?>>
<< Ma così non conoscerai mai un altro!>> insistette.
Io sbuffai sonoramente. Era mai possibile che Imma avesse in mente solo il desiderio di vedermi a tutti i costi accanto ad un ragazzo? Non pensava minimamente a se stessa? Era chiaro che lo facesse per il mio bene, ma a volte era proprio pesante!
<< Imma, per favore, potresti pensare a te per una volta? Alla mia vita ci penso io! Grazie!>> e riattaccai senza darle il tempo di rispondere.
<< Che cosa credi? Che io non voglia più innamorarmi? Ti sbagli, cara!>> mi dissi a voce alta.
"Voglio innamorarmi nuovamente. Ma ho paura di non riuscire a farlo. 
Ho paura di non poter più aprire le porte del mio cuore ad un nuovo, futuro amore. Ma devo provarci perchè altrimenti non mi innamorerò più di nessun ragazzo. Io invece voglio farlo: voglio incontrare qualcuno che per me sarà l'unico vero amore, l'uomo della mia vita".
Era questo quello che pensavo e provavo nel profondo della mia anima.
Volevo incontrare qualcuno che per me sarà speciale e con cui condividerò tutto. Ogni cosa. Bella o brutta che sia.
Decisi di andare a fare una passeggiata, in modo che potessi sbollire un pò la tensione e la rabbia.
Mi fermai in un bar e decisi di fare colazione lì, ordinando un bicchiere di caffellatte e un cornetto alla crema.
<< Grazie>> dissi al ragazzo che mi servì l'ordinazione e non appena alzai il viso mi resi conto di chi fosse.
Era il ragazzo sexy dell'altro giorno.
<< Ma allora è una persecuzione!>> dissi a voce bassa per non farmi sentire.
<< Come, scusa?>> chiese lui.
<< No, niente. Lascia stare>> risposi io cambiando discorso.
Il ragazzo mi guardò per un attimo.
<< Io ti ho già visto da qualche parte>> disse ad un tratto rimuginandoci su.
<< Se per questo anch'io>> dissi un pò indifferentemente.
<< Ma certo! Tu sei la ragazza che ballava qualche sera fa!>>
<< E tu sei quello che non la smetteva un attimo di fissarmi>> gli risposi guardandolo finalmente negli occhi. Era meglio se non l'avessi fatto.
Gli occhi verdi del ragazzo mi fissavano come se volessero ipnotizzarmi ed io non riuscivo a distogliere lo sguardo da lui.
<< Quando vedo una cosa bellissima, difficilmente riesco a toglierle gli occhi di dosso>> disse lui continuando a guardarmi. Io arrossii di botto e distolsi lo sguardo per un attimo.
<< Comunque piacere, Andrea>> si presentò.
<< Piacere, Francesca>> risposi stringendogli la mano. A quel contatto, sentii una leggera scossa e allontanai subito la mano.
Alzai lo sguardo per vedere la sua espressione e mi accorsi che era la stessa che avevo assunto io qualche istante prima.
Possibile che avesse sentito anche lui quella scossa?
Scossi la testa come per scacciare quel pensiero secondo me ridicolo.
Finito di mangiare, decisi di andare a casa e salutai Andrea.
<< Arrivederci e piacere di averti conosciuto, Andrea>> lo salutai.
<< Piacere mio. A presto, bellissima!>>
Io arrossii ancora una volta e uscii dal bar.
Non appena entrai in casa, il telefono cominciò a squillare.
<< Francesca, rispondi tu!>> disse mia madre.
<< E non sono nemmeno entrata>> dissi un pò infastidita.
<< Pronto?>> dissi una volta alzata la cornetta.
<< Ti sembrava quello il modo di reagire? Attaccandomi il telefono in faccia?>> mi rispose la mia interlocutrice dall'altra parte.
<< Ciao, Francy! Come stai? Ciao, Imma! Tutto bene, e tu? Tutto bene, grazie!>> risposi ironicamente. << Hai forse dimenticato le buone maniere, per caso?>> continuai.
<< E' vero, scusami tanto! Stai bene?>> disse lei.
Sospirai. << Si, certo. E tu?>> chiesi.
<< Idem, grazie. Ma mi spieghi che ti è preso stamattina?>>
Imma aveva ragione. Mi ero comportata davvero male rispondendole in quel modo e riattaccandole il telefono in faccia.
<< Hai ragione, ti chiedo scusa. Non avrei dovuto aggredirti in quel modo. Mi perdoni?>> mi scusai.
<< Si, io ti perdono perchè non riesco ad essere arrabbiata con te, ma tu dimmi cos'è che ti ha fatto scattare in quella maniera>> mi disse la mi amica chiedendo delle spiegazioni.
Io volevo spiegarle il motivo del mio atteggiamento nei suoi confronti, ma non sapevo come iniziare il discorso.
<< Beh, in pratica mi ha fatto scattare il fatto che tu voglia vedermi per forza con qualcuno>> le risposi dopo un pò.
<< Hai ragione... Ti chiedo scusa. Prometto che d'ora in avanti cercherò di non intromettermi nella tua vita>> mi disse Imma in tono solenne.
<< Lo spero>> risposi solamente.
<< La sai la novità? Raffaele mi ha lasciata>> disse come se niente fosse.
<< Cosa? E quando, scusa?>> le domandai stupita.
<< Qualche settimana fa>> rispose.
<< E me lo dici solo adesso? Scusa, ma non ci stai male?>> continuai.
Imma e Raffaele stavano insieme da mesi e il fatto che l'avesse lasciata mi sembrava un pò strano.
<< Ha solamente detto "Non ti amo più" e mi ha scaricata. Comunque è logico che ci sono rimasta male, ma ho pianto così tanto per lui che adesso parlarne non mi fa alcun effetto>> dichiarò poi.
<< Bene, sono contenta di sapere che non ci soffri più ma adesso basta discorsi tristi! La vuoi sapere la mia di novità?>> dissi stendendomi sul letto.
<< E me lo chiedi? Certo che sì! Avanti, spara!>> mi incitò.
<< Poco fa sono andata a fare colazione in un bar e indovina un pò chi era uno dei ragazzi che lavorano lì?>> la incuriosii.
<< Chi?>> disse lei confusa.
<< Il ragazzo sexy>> risposi in un soffio.
<< Oh mio Dio!>> urlò dall'altro lato della cornetta.
<< Ma sei impazzita? Vuoi farmi diventare sorda?>> la rimproverai.
<< Scusa, scusa, scusa! Allora, cosa è successo?>>
<< Niente di particolare. Mi ha riconosciuta e si è presentato... Dio, è così bello!>> mi lasciai scappare.
<< Ah però! Non ti eri mai lasciata andare a commenti del genere nemmeno quando pensavi a quell'imbecille>> mi disse sorpresa.
<< Non voglio parlare di lui, d'accordo?>> le dissi con tono grave.
<< D'accordo! Beh, come si chiama?>>
<< Andrea>> dissi soltanto.
<< E' un bel nome, non trovi?>> disse ed io annuii.
<< E non sai altro di lui?>> domandò poi.
<< Imma, io sono andata a fare colazione e non un'intervista!>> scherzai. << Comunque no, non so altro. Ma se vuoi qualche altro dettaglio, posso dirti che forse ha 20 o 21 anni, non di più>> finii.
<< Meglio di niente>> sorrise. << Adesso ti saluto, mia sorella mi chiama. Vuole che l'aiuti con i compiti>> continuò.
<< Va bene. Ciao e salutami anche tua sorella>> la salutai. Imma ricambiò e riattaccammo in contemporanea.
Non riuscivo a dimenticare l'incontro fatto prima e gli occhi magnetici del ragazzo che mi fissavano. Un sorriso spontaneo nacque sul mio viso, poi decisi di cambiarmi e dedicarmi alla casa per dare una mano a mia madre, cercando di non distrarmi pensando a quel ragazzo che molto probabilmente avrei incontrato molte altre volte.

 

  
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