Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |       
Autore: Bloody Alice    15/06/2013    5 recensioni
[raccolta di flashfic] [Pairing varie]
Ci sono cose nella vita che sembrano accadere puramente a caso.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, Nonsense, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: randomness ♦
Genere: sentimentale, slice of life.
Avvertimenti: OOC, nonsense, missing moments.
Rating: giallo.
Pairing: shonen-ai, het.
Dedica: A Ursy ~
Note: non sono un asso con i prompt, perciò ne cannerò minimo 6 su 7 ♥

 



 





 

randomness
[ci sono cose nella vita che sembrano accadere puramente a caso]


 
  #  1 ruota
Zanark/Gamma – 262 parole
 
Zanark Avalonic non era una persona romantica, non lo era mai stata, e Gamma lo sapeva perfettamente. Eppure non riusciva a darsi per vinto, ed effettivamente ogni tanto il ragazzo riusciva a sorprenderlo con qualcosa di vagamente –ma vagamente, eh- dolce. Solo che le occasioni erano più uniche che rare.
La sua relazione con Zanark era come una ruota: a volte girava, a volte no. Secondo persone a caso come Alpha o Saru, poi, la ruota era sempre stata ferma, nonostante Chisaku non fosse d’accordo. Quando salirono sulla ruota panoramica, Gamma dovette ricredersi per l’ennesima volta, infatti non passò molto tempo che Zanark si addormentò, annoiato.
Gamma sbuffò, incrociando le braccia al petto: il suo fidanzato era qualcosa di impossibile. Si mise a sedere più comodo, voltandosi a osservare il panorama innevato.
Dopo alcuni istanti, sbuffò di nuovo, per poi sentire Zanark svegliarsi, una volta giunti in cima alla ruota per la seconda volta Zanark –finalmente …!- si svegliò.
« Che bel panorama … » mormorò il maggiore all’improvviso e Gamma lo guardò « Ti piace la neve? » chiese, tanto per dire qualcosa.
Zanark si avvicinò a lui e fece intrecciare le dita delle loro mani « Non intendevo quel panorama. » disse fissando il finestrino della cabina. Gamma allora pensò si riferisse a lui –e come non poteva, era sicuramente mille volte più bello di un banalissimo panorama- e trattenne un sorriso.
« A cosa ti riferisci allora? »
« Ma al mio riflesso nel vetro, ovviamente ».
Sì, la ruota non si era decisamente mossa.
 
 

#2 pappagallo
Hiroto/Midorikawa – 341 parole

 
A Midorikawa piacevano i pappagalli: non si sapeva da quanto o perché, si sapeva solo che gli piacevano, e che quando Suzuno e Hiroto gliene avevano regalato uno per il suo compleanno aveva quasi fatto i salti di gioia. Il pappagallo si chiamava Jun e aveva l’abitudine di ripetere praticamente ogni frase che veniva pronunciata davanti a lui, tanto che una volta dopo aver sentito un litigio tra Suzuno e Haruya aveva continuato a ripetere insulti tutto il giorno.
« Sarebbe meglio se sapesse cosa significano le parole che dice. » rifletté Ryuuji un giorno, sdraiato sull’erba, con accanto Hiroto.
Il rosso sorrise « Beh, lui si limita a ripetere, se sente insulti non li dice certo con cattiveria. » mormorò, e Midorikawa borbottò un « Lo so. » pensieroso.
« I pappagalli sono simbolo di innocenza e purezza. » disse Hiroto all’improvviso.
Midorikawa guardò l’amico « Sarebbe bello se ogni tanto dicesse qualcosa di dolce o per lo meno gentile, invece ogni volta che provo a fargli ripetere qualcosa subito viene distratto da altri suoni … » rifletté senza pensarci, mentre si alzava « Ah, Hiroto, senti … io oggi esco con Miura, puoi dare tu da mangiare a Jun? » domandò.
« Okay. » rispose lui e fece per avvicinarsi, come per voler fare qualcosa, ma scosse impercettibilmente la testa e salutando Midorikawa –che lo guardò un attimo confuso- se ne andò.
 
Ryuuji tornò in camera sua solo nel tardo pomeriggio e appena entrò si avvicinò al pappagallo, per salutarlo, ma Jun lo anticipò « Ti amo. » disse l’animale, sbattendo le ali colorate.
Midorikawa fissò attonito il pappagallo « Jun …? » mormorò confuso, mentre quello ripeteva la frase senza sosta « Ti amo ti amo ti amo ti amo » gracchiò, sbattendo di nuovo le ali, fino a quando non parve stancarsi e smise di parlare.
Ryuuji osservò l’animale chiedendosi che gli fosse preso, poi sentì qualcuno entrare nella stanza e abbracciarlo da dietro « Ti amo, Ryuuji. » sussurrò piano, e Midorikawa chiuse gli occhi, arrossendo.

 

#3 brezza
Gouenji/Fubuki – 186 parole

 
La brezza proveniente dal mare era tiepida e piacevole, molto di più rispetto al clima rigido dell’Hokkaido.
Shirou si sedette sulla sabbia osservando il tramonto e il mare limpido: la spiaggia era deserta, nessun rumore intorno, i negozi con le saracinesche abbassate e gli ombrelloni chiusi. Respirò a pieni polmoni l’aria fresca della sera, chiuse gli occhi e all’improvviso sentì qualcosa di ghiacciato toccargli la fronte.
Aprì gli occhi e vide una bottiglia di Bacardi davanti a sé « Pensavo ti fossi addormentato. » disse Gouenji, sedendosi accanto a lui e bevendone un po’.
Shirou ridacchiò e fece per prendere la bottiglia di vetro, ma Shuuya la allontanò, per poi bere anche l’ultimo goccio. L’albino sbuffò, mormorando qualcosa sul fatto che aveva sete e subito dopo allacciò le braccia al collo del fidanzato, baciandolo. Shuuya lo fece sdraiare sulla sabbia e affondò il viso nei suoi capelli, sentendo l’odore del ragazzo mischiato a quello del mare. Risero mentre si rotolavano sulla sabbia, come due adolescenti –anche se ormai avevano quasi vent’anni.
Stare con Gouenji era come sentire la brezza leggera del mare.
Piacevole.

 

#4 calzino
Genda/Fudou – 264 parole

 
Genda frugò prima tra le lenzuola del letto, poi nel bagno del dormitorio e subito dopo in qualsiasi altro posto gli venisse in mente. Quando il suo compagno di stanza tornò dal centro città e vide la loro camera messa sotto sopra rimase attonito.
« Ma che cazz— » borbottò Fudou, fissando il pavimento –o almeno, quello che di logica doveva essere il pavimento, perché sembrava che il disordine se lo fosse mangiato.
L’altro ragazzo sbucò dietro di lui, facendolo sobbalzare « Akio! » esclamò « Tu l’hai visto? » domandò.
Fudou lo guardò stranito « Visto che? » rispose confuso, mentre cercava di farsi strada tra i libri e i vestiti sparsi a terra, con Genda che lo seguiva « Mi dai una mano a cercarlo? » chiese il portiere. Akio sbuffò « Se mi dicessi almeno che cosa stai cercando … » brontolò, anche se di aiutarlo non ne aveva la minima voglia, infatti non passò nemmeno mezzo secondo che buttò Genda sul letto con la mancanza di grazia che lo contraddistingueva e si mise a cavalcioni su di lui.
« A-Akio » balbettò il ragazzo « n-non adesso …! » disse, ma Fudou soffocò le sue proteste in un bacio. Fece per infilargli una mano sotto la t-shirt, ma Genda si spostò all’improvviso « Eccolo! » esclamò felice.
Il fidanzato alzò lo sguardo seccato e lo puntò sull’oggetto che l’altro stringeva.
« Koujirou … tu … hai messo a soqquadro la camera per … una calza con stampato un pinguino? » mormorò, e Genda arrossì borbottando qualcosa, mentre stringeva il calzino.  
 


#5 mandorla
Edgar/Rika – 282 parole

 
La casa di Edgar era grande e bella, con un bellissimo giardino e stanza degne di un palazzo regale. A Rika Urabe però piaceva una stanza in particolare: la cucina, nonostante sapesse perfettamente di non essere un asso a cucinare, anzi, tutto quello che preparava di solito sua madre lo buttava gridando che avrebbe intossicato qualcuno o peggio, che non aveva speranze di preparare qualcosa di decente.
Quel giorno d’estate però sarebbe riuscita a preparare qualcosa di, come minimo, commestibile, così armata di autostima –che a lei non mancava mai- prese gli ingredienti e iniziò a seguire la ricetta passo per passo. Quanto poteva essere difficile preparare dei comunissimi amaretti? Insomma, il suo odio verso le mandorle non poteva impedirle di fare un buon lavoro, giusto?
Ci mise tutta la mattinata e il risultato finale, a vederlo bene, non era granché. Dovevano essere amaretti morbidi, no? E allora perché sono duri come cemento?
Pensò, mentre si faceva coraggio tentando di assaggiarne uno.
Edgar entrò nella stanza in quel momento « Rika, ciao. » salutò, avvicinandosi « Hai fatto tu questi biscotti? » chiese indicando la teglia accanto alla ragazza.
Lei ci si parò davanti « Lascia perdere. » borbottò in imbarazzo « Fanno schifo ».
Edgar la osservò « Tu li hai assaggiati? » domandò e Rika sussurrò un debole « No, ma … »
« Allora non puoi sapere se fanno “schifo” o meno. » decretò il ragazzo, allungando un braccio e prendendo un amaretto. Lo assaggiò e Rika trattenne il fiato.
Edgar rimase in silenzio, poi si chinò verso di lei « Deliziosi. » mormorò al suo orecchio, facendola arrossire.
Okay, magari le mandorle non sono poi così male …
 
 

#6 follia
Yuukoku/Narukami – 340 parole

 
Yuukoku amava il silenzio più di qualsiasi altra cosa. Amava la pace, perché il rumore lo faceva impazzire.
A prima vista quindi Narukami Kenya gli parve il compagno di stanza ideale, durante la sua permanenza nella Neo Japan – non avevano vinto contro Mamoru e gli altri, ma Hitomiko aveva deciso comunque di premiarli con una vacanza.
Inizialmente la loro “convivenza” nella medesima camera era cominciata nel migliore dei modi. Narukami era un tipo silenzioso, che amava stare per conto suo. Era un po’ strano, ma Yuukoku stesso lo era, quindi non se ne preoccupò troppo, nemmeno quando Genda disse che di fatto Kenya era un po’ matto, anche se non dava troppo a vederlo.
Dopo svariato tempo capì che Narukami era silenzioso semplicemente perché era isolato dalla realtà, perché il volume delle sue cuffie era indecente.
Quando Yuukoku lo sentì, la prima volta, rabbrividì. Eppure Narukami amava quel volume da pazzi sparato nelle orecchie. Eppure a Yuukoku quel ragazzo piaceva, e anche tanto, e pensò fosse qualcosa di passeggero, qualcosa nato puramente a caso, che sarebbe svanito al termine dell’estate.
E invece no. Invece, Yuukoku continuò a frequentare Narukami –il che a detta di molti era una vera e propria follia- anche dopo, e il loro rapporto divenne più … complesso.
« Narukami Kenya, spegni quella musica o ti uccido. » sibilò Yuukoku, cercando di concentrarsi sulla lettura del suo libro, senza badare all’insopportabile rumore che proveniva dalle cuffie del compagno. Sarebbe impazzito se non avesse abbassato il volume.
E avvenne. La canzone di sottofondo che sentiva cessò all’improvviso, e lui si voltò, sorridendo soddisfatto « Finalmente, bravo …! » esclamò, ma non fece nemmeno tempo a rimettersi a leggere che si trovò Narukami sopra di lui, che gli baciava il collo mentre con le mani gli toglieva la fascia dagli occhi.
Hiroyuki sentì una scarica di piacere attraversargli la schiena e lasciò cadere il libro sul pavimento. Passò le mani sulla maglietta dell’altro e accidentalmente riaccese la musica.
Il rumore ripartì, più forte di prima.
Sarebbe di certo impazzito.


 
#7 giocattolo
Masaki/Hikaru – 457 parole

 
Masaki non aveva mai ricevuto un giocattolo, i suoi genitori non potevano permetterselo e all’orfanotrofio non ne aveva mai avuto uno del tutto suo –inoltre quando ci era arrivato era già troppo grande per poter reclamare un peluche solo per sé.
Così era arrivato a quindici anni senza aver mai ricevuto un giocattolo e ora che Natale si avvicinava il suo desiderio di averne uno era aumentato a dismisura.
Era qualcosa di decisamente troppo infantile per un adolescente, ma a lui sarebbe piaciuto.
« Eeeehhh? » sbottò Hikaru sorpreso, un giorno, mentre passeggiava per il centro città addobbato in compagnia di Kariya « Non ti hanno mai regalato un giocattolo?! »
Masaki sbuffò seccato « Ti prego Hikaru, urlalo più forte, credo che a Kyoto non ti abbiano ancora sentito bene. » sbottò « E comunque non è nulla di troppo sconvolgente. » brontolò, passando lo sguardo da una vetrina di giochi all’altra, pensieroso.
Hikaru gli prese la mano, facendolo voltare « Andiamo a bere una cioccolata! » esclamò allegro. Kariya gli lasciò la mano e gli lanciò dietro qualche insulto, che Kageyama non ascoltò, o fece finta di non sentire. Avere un giocattolo come regalo non era qualcosa di eclatante, tutti i bambini  ne avevano uno, perché avere un gioco era normale, perché i genitori compravano quelle cose per far sentire i figli amati e felici.
Masaki pensò che in fondo il punto era proprio questo. Non gli mancava un giocattolo, gli mancava sentirsi amato. Ricevere qualcosa che era senza prezzo, senza scadenza, e che tutti potevano dare ma che, paradossalmente, lui non aveva mai ricevuto dai suoi genitori.
Mai davvero.
 
La mattina di Natale si svegliò già annoiato, scese le scale annoiato ed entrò in cucina con fare annoiato. Natale era noioso per lui, e pensò che tutto il Sun Garden, visto il suo comportamento annoiato, l’avesse capito.
Entrò in salotto solo parecchio tempo dopo essersi svegliato, quando tutti i ragazzi dell’orfanotrofio ormai erano usciti dalla stanza. Si avvicinò all’albero e notò, tra la carta colorata, quattro pacchetti ancora tutti interi, che erano indirizzati a lui.
Scartò prima quello di Hitomiko, Maki e Miura, poi quello da parte di Hiroto e Ryuuji e anche quello di Ranmaru –e si sentì un po’ in colpa, perché al suo senpai non aveva fatto alcun regalo. Alla fine arrivò ad una scatola ricoperta da carta viola e turchese, con un grande fiocco argento.
Non aprì il biglietto, ma scartò direttamente il pacco e si rigirò il contenuto tra le mani. Era una tigre. Una tigre bianca di peluche, dal pelo morbido.
Era un giocattolo abbastanza piccolo, era nulla di che, ma era comunque bellissimo. Afferrò il biglietto e lo lesse.
“Buon Natale, Masaki-kun! Spero che il regalo ti piaccia. Hikaru K.”


 


 





 
/Angolo del Girallo Lallo/
Buondì.
Uhm. Non ho nulla da fare non so cosa dire quindi riempirò le note d’autore con i miei commenti sulle flash perché oddio mi diverto troppo a scrivere roba che a voi non interessa minimamente (?).
-non ho messo la punteggiatura apposta, flusso di pensiero powaH, scriverò una fic così prima o poi (?)-
ZanGamma: bleah. Uh. Ma cos— non l’ho scritta io. Scherzavo. Zanark muori. Scriverla è stato più divertente del previsto, è stato un modo per mettersi alla prova (?). All’inizio ho fissato la pagina di word con aria assente perché ero partita con l’idea di voler scrivere qualcosa di dolce, in cui ci scappasse anche il bacio, ma— ragazze che shippano la ZanGamma, santo Terumi, ditemi come fate ad immaginare loro due che si baciano perché io non ci riesco porca pu— mhn.
In ogni caso per me Zanark è uno che manca totalmente di tatto/romanticismo, perciò la flash che è uscita non è il massimo del fluff, ecco. Chiedo perdono *inchin* *sedia*
HiroMido: Oddio, non scrivevo una fic su di loro da un sacco e— io— mi sono sentita felice a scriverla perché sono stati i primi che ho shippato insieme, quando sono entrata sul fandom e sono la dolcezza e- *la impalano* Ah, Jun significa "puro" (?).
GouFubu: ah, su questa non c’è molto da dire, sono la mia seconda OTP e anche la seconda –e ultima, immagino- coppia che io ed Ursy condividiamo –manco fossero un post su facebook (?). Loro mi ispirano fluff almeno quanto la HiroMido, anche se in quanto a fluff la HiroMido batte tutti (?).
GenFudou: uh, su questa non so che dire, solo che stavo per sforare nell’arancione, perché con Fudou per me è sempre così. Lui e Minamisawa non riesco a immaginarli in una fic con un rating sotto l’arancione. Mi dichiaro colpevole *fugge*
EdRika: li shippo, ma non sono la mia OTP. Diciamo che non mi dispiacciono, ma se non esistessero starei bene comunque. Lui mi sta sulle ovaie, lei idem. Eppure insieme li sopporto. Oh ma che persona coerente che sono (?). In ogni caso, per me Rika è negata ai fornelli, pace.
YuuNaru: skjdhfg ma tipo io Narukami lo shippo con quel membro della squadra di Tsunami di cui non ricordo mai il nome, ma anche con Yuukoku non mi spiace, lo ammetto.
Ah, qui sono sicura al 100% di aver cannato il prompt in pieno, lo so, me lo sento
MasaHika: Hikaru mi sa di orsetto tenerello cucci cucci tutto coccolo e quando è con Masaki non so però se vederlo uke o seme o che ne so perché per me Masaki sarebbe uke anche con una ragazza [cit]. In pratica questa coppia mi mette in difficoltà perciò niente baci per loro (?). Ma il peluche di tigre lo vorrei anche io.
Donate l’8 per mille per regalare ad Alicchan un peluche di tigre che lo vuole tanto tant- *viene picchiata*
E con questo abbiamo finito. *gente a random esulta*
Questa fic è puramente casuale. Le idee usate per la fic idem. I prompt anche. E pure il titolo è casuale, infatti randomness significa a caso –oh ma un gioco di parole quanto siamo spiritose *divano*
Ringrazio Ursy che mi ha dato coppie e prompt, ringrazio chi ha letto la fic e chi ha raggiunto la fine di queste note anche se era meglio di no (?) e ringrazio chiunque recensirà/metterà tra i preferiti/ricordate/seguite/quello che volete questa fic.
E ringrazio me stessa, ovviamente, che ha resistito alla tentazione di uccidere Zanark dopo due righe di flashfic.
Detto questo, vi lascio.
Au revoir
Peace, love and lots of ship (?),
Alicchan ~


ps:
i colori sono messi a caso ma non troppo a caso (?). -le andava di dire questa cosa giusto per (?).

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Bloody Alice