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Autore: Laica    31/12/2007    5 recensioni
Si sa, Sirius è pesante normalmente, ma cosa succederebbe se si puntasse per non farti sposare sua sorella?? Piccola (non so fino a che punto, dato che non ho un numero fisso di capitoli) AU su aquarion a tratti demenziale.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Apollo, Silvia de Alisia, Sirius de Alisia
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Siano lodate le vacanze! Sarà l’aria natalizia, sarà che non si fa niente dalla mattina alla sera. Fatto sta che il mio cervello ha incominciato a sfornare fic a manetta. In tre giorni ho scritto altre tre fiction, oltre quelle che ho pubblicato.
Questa nasce principalmente con l’idea di sfottere Sirius in un modo subdolo. Mwahahaha ne vedrete delle belle. Cmq nonostante il titolo.. la fic avrà ben poco a che fare con il film quel mostro di suocera. Ho preso solo l’idea.. il resto continuerò io.. più che quel film questo somiglierà di più a mi presenti i tuoi… in ogni caso Siry apparirà solo tra qualche capitolo, quindi potete tirare un sospiro di sollievo!
buona lettura.

Cap1: quel pezzo di direttore

Nella stanza si respirava un clima di tensione.
Silvia, una ragazza bionda e di solito tranquilla, camminava avanti e indietro, agitata.
Dalla poltrona, la sue coinquiline Tsugumi e Reika, la osservavano spazientite…
- su Silvia, stai un po’ ferma! Mi fai venire il mal di testa…- sentenziò Tsugumi massaggiandosi le tempie.
- si, scusate ragazze!- sospirò la bionda sedendosi accanto a loro – è solo che sono agitata! A quest’ora avrebbe già dovuto chiamare…-
- vedrai che chiamerà presto!- la incoraggiò Reika
- speriamo!-
proprio in quel momento il telefono squillò facendole sobbalzare.
Tsugumi si affrettò a rispondere – si??… si, può dire a me! Ah.. ah.. ok, glielo riferirò! Grazie, arrivederci!-
La ragazza si girò verso le altre con un espressione drammatica in viso…
- Allora?- Domandò Silvia impaziente
- ecco…- mormorò Tsugumi mesta – TI HANNO ASSUNTO!- urlò poi eccitata.
- mi hanno presa? AH MI HANNO PRESA!- urlò di rimando Silvia andando ad abbracciare le amiche.
- ma ti rendi conto? Sei diventata l’assistente di Cloe Klik… lo sai che è ritenuta una delle più brave pubblicitarie dello stato??- le domandò Reika felice.
- non c’è bisogno che me lo ripeti! Ah.. finalmente farò vedere ai miei di cosa sono capace!- esclamò giuliva.
Già, i suoi. Geltrude e Arnold (scusate i nomi.. non sapevo proprio come chiamarli! ^^”””) De Alisia, membri di una delle famiglie più influenti dello stato e capi di una grande azienda vinicola, avevano sempre visto di mal occhio l’idea che la loro figlia lavorasse. Entrambi avevano sperato che lei, appena uscita da una prestigiosa accademia, trovasse un buon partito e si dedicasse a quello che una signora dell’alta società deve fare, cioè organizzare party e frequentare salotti.
Invece Silvia aveva ben altre idee per la testa. A diciotto anni scappò di casa e si iscrisse all’università. Grafica pubblicitaria. Per mantenersi gli studi cominciò a lavorare come cameriera in un locale, è qui conobbe quelle che diventarono le sue coinquiline, Reika e Tsugumi.
A ventidue anni si era laureata e ora finalmente aveva trovato lavoro in un importante ditta di pubblicità.
- Allora, cosa ti metterai domani, per il tuo primo giorno di lavoro?- le chiese Tsugumi.
- veramente non so… non ho niente di adeguato! Oh no… già me lo immagino, la Clik mi vedrà vestita come una barbona e mi licenzierà…- esclamò mettendosi le mani ai capelli.
- stai tranquilla…- rise Reika – a che serve lo shopping sennò??-

???????????????????????????

-mmh nh… capisco…d’accordo..mh…va bene, grazie dell’informazione…arrivederci!-
- Allora?-
- l’hanno presa!- sospirò.
- oh no..Arnold… se continua così Silvia diventerà una di quelle donne sciatte che pensano solo alla carriera…e non si è mai vista una De Alisia sciatta.. cosa diranno le mie amiche…- mormorò la donna camminando avanti e indietro per lo studio con il viso coperto dalle mani…
- tranquilla Geltrude… lasciamola fare. Vedrai che si stancherà presto….- rispose il marito assumendo la tipica posa alla Mongomery Burns.
- l’hai detto anche quattro anni fa… quando scappò di casa! =.=”””””””-
- eh eh eh…- rise nervoso – vedrai che sta volta sarà diverso…intanto dedichiamoci a quello che facciamo ogni sera…-
- perché, cosa facciamo ogni sera?- domandò la donna confusa…
- tentare di conquistare il mondo…- rispose Arnold, poi vedendo la faccia sconvolta della moglie aggiunse – con i nostri vini, cara..aha ah ah…-
- (che deficiente! =.=””””)-


- accidenti, ma quanto è grande sto edificio!- mormorò Silvia osservando l’immenso grattacielo che gli si stagliava davanti.- (ok, fai un bel respiro ed entra)- si ripeté a mente mentre saliva gli scaloni di marmo che portavano all’edificio stando attenta che la gonna non le si alzasse troppo. Ma non appena varcò la soglia sentì mancarle le forze.
Dal grande salone affollato, si snodavano una quindicina di scale, e tutte andavano in direzioni diverse. E ora dove doveva andare?
Si guardò intorno spaesata. In un angolo c’era una ragazza che parlava al telefono. Decise di chiedere a lei e si avvicinò – scusi mi sa dire dove posso trovare lo studio della..- ma non poté finire la frase che la ragazza alzò una mano, come a bloccarla e continuò a parlare al telefono – no..no signore…non è ancora arrivato! N-no signore.. non le sto dicendo una bugia….signore come le devo dire che…-
Silvia lasciò perdere e tentò di rivolgersi alle persone presenti nel salone, ma queste sembravano non vederla, troppo impegnati a rispondere ai cellulari o a parlare tra loro.
La ragazza, sempre più spaesata cominciò ad indietreggiare. In quel momento voleva solo scappare, le persone camminavano, la urtavano e sembravano non accorgersi di lei.
Girò i tacchi, convinta più che mai a filarsela, ma nel girarsi andò a scontrarsi con una persona che veniva dalla parte opposta, finendo rovinosamente a terra, mentre le carte dell’altro si sparsero a terra…
- auch.. accidenti a Tsugumi.. lo sapevo che non dovevo mettermi i tacchi..- biascicò dolorante. Intanto anche l’altro si era alzato e aveva cominciato a raccogliere le carte, senza proferirle parola.
- o mio Dio, scusa!- disse Silvia aiutandolo a raccoglierle – e che non l’avevo vista e…-
- non preoccuparti! Non sai quante volte è successo…- disse questo.
- lo so.. ma questa volta è stata colpa mia e…- alzò la testa e gli occhi azzurri di Silvia si incontrarono con quelli dorati dello sconosciuto.
- °////////°-
- ti senti bene?- domandò il ragazzo, vedendola arrossire.
- eh?? Si si.. non preoccuparti.. ^^””” eh eh – rise nervosa, poi gli tornò alla mente una cosa – senti, so che ti ho già fatto perdere molto tempo ma non è che sapresti indicarmi l’ufficio di Cloe Clik? Sai sono la nuova assistente…-
- e ti sei persa, vero? È successo anche a me il primo giorno…- rise questo – vieni che ti accompagno…- disse afferrandola per un braccio.
- grazie, sei molto gentile….??- fece una pausa, come a voler sapere qualcosa.
Il ragazzo capì al volo – ah, non mi sono ancora presentato… il mio nome è Apollo, Apollo Fudo…- rispose porgendogli la mano – e tu? C’è l’hai un nome?-
- io? Sono Silvia, Silvia De Alisia…-
- quei De Alisia??- domandò stupito Apollo.
- che? No no.. è solo una omonimia…- mentì la ragazza. Non voleva che si sapesse chi era la sua famiglia.
- Ah….è così sei la nuova assistente della Clik, eh?-
- perché? è un tipo difficile?- domandò preoccupata…
- bhe, diciamo che non è un tipo semplice…tu sei la terza assistente in una settimana…- disse tranquillo. Ma appena vide il viso spaventato della ragazza si maledì mentalmente. – ma vedrai che non sarà così per te…-
- dici sul serio? No, perché so che i dirigenti sono tutti stronzi…credimi, non mi aspetto una simpatica manager che mi accoglie a braccia aperte… però non credevo fosse COSÌ difficile…-
- davvero credi che i dirigenti sono stronzi?- domandò il ragazzo divertito..
- certo! Tutti impostati…che ti guardano dall’alto in basso…. Sono sempre al telefono e anche se ci sono e hai preso appuntamento si fanno negare… e poi la maggior parte è pelata e viscida…senza contare che spesso sono circondati di ragazze che sbavano per i loro soldi…. Mio padre..- ma si bloccò. Accidenti, si stava per tradire…
- tuo padre…??-
- mio padre dice sempre….si che sono una brutta razza…- balbettò imbarazzata. Si stava letteralmente arrampicando sugli specchi.
-mmm… quindi tu proprio non li sopporti….- affermò pensieroso…
- no… ma tanto non credo ne incontrerò così tanti… per esempio tu…-
- io cosa?-
- tu ne hai mai incontrato uno?? Cioè in realtà non so neanche che lavoro fai…sei anche tu assistente? O forse sei un segretario…-
- ecco io sono…oh siamo arrivati!- si interruppe indicandogli una porta con su scritto Cloe Clik…- questo è il suo ufficio…-
- bene!- disse Silvia esitando davanti ad essa – bhe.. credo che ora dobbiamo salutarci… è stato un piacere, Apollo!- sorrise lanciando uno sguardo alla porta e porgendogli di nuovo la mano.
Apollo la afferrò - piacere mio! Se hai bisogno di qualcosa basta che chiedi di Apollo…saprai dove trovarmi!-
- ok.. grazie!- rispose Silvia arrossendo…
- ok..- continuò lui – non è che mi lasceresti la mano? Sai, non posso andarmene sennò e sono già in ritardo…-
Silvia la lasciò andare di scatto – scusami!-
- e di che.. ci si vede!- la saluto allontanandosi.
- però… la giornata è iniziata bene…- pensò Silvia entrando nello stanza.
Non sapeva quanto si sbagliava.
Appena entrò, infatti, una donna dai lunghi capelli azzurri le si scagliò contro – e tu chi sei? Chi ti ha fatto entrare? Qualunque cosa vuoi, non posso.. devo andare…-
- veramente io sarei la nuova assistente…piacere sono Silvia de…- tentò di presentarsi la ragazza.
- Silvia, eh? Bene seguimi! Ho una riunione con i dirigenti dei settori…-
- ma è sicura…-
- Silvia…prima regola con me.. mai mettere in discussione quello che faccio, chiaro?- le interruppe Cloe puntandole un dito contro.
- o-ok….-
- ah, un'altra cosa… non balbettare!-


- scusate il ritardo… avevo un cliente particolarmente fastidioso…- disse Cloe irrompendo in sala riunioni seguita da una affaticata Silvia.
- non preoccuparti..- le fece un ometto tarchiato alla sua destra – il direttore non è ancora arrivato!-
- bene…- disse accomodandosi su una poltroncina – su Silvia, siediti! Non avrai per caso intenzione di stare in piedi tutto il tempo?- la intimò questa indicandole una sedia accanto a lei.
Silvia si sedette e si guardò in giro. La sala riunioni era molto grande. Al centro, circondato dalle poltroncine, stava un enorme tavola di legno scuro.. intorno ad essa stavano molti uomini di mezz’età che discorrevano tra loro.
Improvvisamente tutti si voltarono verso la porta e si alzarono in piedi…
- no no.. state…scusate il ritardo.. ho avuto da fare! In ogni caso il vostro direttore è qui! possiamo cominciare…-
Silvia avrebbe voluto sprofondare. Ora era sicura che aveva perso il posto. Infatti quello che in questo momento stava discorrendo con gli altri di bilanci e altro non era altri che Apollo.
Non riusciva a crederci, aveva offeso i dirigenti davanti ad un dirigente stesso. Ma come aveva potuto essere così scema? Dannazione alla sua linguaccia.
Per tutta la riunione non fece che lanciargli occhiate che lui ricambiò sempre.
Quella fu probabilmente la riunione più lunga della sua vita. Ogni minuto che passava era per lei una sofferenza. In quel momento avrebbe voluto solamente sotterrarsi sotto il pavimento.
Era coccata oramai la pausa pranzo quando finalmente la riunione si sciolse. Fece per fondarsi fuori dalla stanza ma un braccio la bloccò.
- ti posso parlare un attimo?- domandò Apollo serio. Ecco, la stava per licenziare. Annuì con la testa e aspettò che tutti uscissero.
Appena l’ultimo signore pelato uscì, Apollo assunse la sua solita aria scherzosa – hai visto? In un giorno hai visto addirittura dodici dirigenti.. e anche un direttore…-
- senti.. volevo dire senta.. mi dispiace per quello che ho detto..io non sapevo che…- balbettò al limite della vergogna
- prima di tutto dammi del tu…io per te sono Apollo e basta…- disse lui serio appoggiandosi con una spalla allo stipite della porta – secondo…. Hai ragione…i dirigenti sono tutti così, pelati viscidi… ma c’è sempre l’eccezione alla regola…-
- cioè?- domandò speranzosa Silvia..
- bhe…io sono un dirigente.. non sono pelato e soprattutto ho molto tempo libero… e te lo voglio dimostrare…-
- come?- domandò sempre più preoccupata.
- bhe, potresti uscire con me, stasera!-




Allora, che ne pensate?? So che dal primo capitolo si capisce ben poco. Ma se vi è piaciuto fatemelo sapere.. così se è una schifezza non lo continuo!^^ cmq buon capodanno!
   
 
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