Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Hina93    16/06/2013    4 recensioni
Dal testo:
“Lo so che son un…”.
Un altro ancora, dalla parte opposta di prima.
Senti le guancie in fiamme, ma non gli importava, non gli importava nulla.
Fissò di nuovo Hinata, mentre cercava di trattenere le lacrime che scendevano lungo il viso adulto.
Osservandole, a Naruto sembrò di poterci affogare in quel piccolo mare.
“Fammi spiegar…”.
Un terzo ancora, più forte dei primi che rimbombò nella casa, nella sua testa.
Sospirò, sorridendo amaro.
“Ti prego Hinata ascoltami, io devo spiegart…”.
Prontamente prese il polso della ragazza che, voleva dargli un quarto schiaffo sul viso: quella era troppo anche per lui.
Hinata lo fissò stupita e alzò anche il secondo braccio, che fu bloccato di nuovo da Naruto.
“Lasciami..” disse Hinata, divincolandosi come una serpe.
Per Naruto non era difficile tenerla ferma, ma sapeva che Hinata era un’abile kunochi.
Le sue mani sembravano di fuoco a contatto con la pelle della Hyuga.
“Lascia che ti spieghi, almeno! Databeyo!” disse Naruto.
Hinata continuava a divincolarsi dalla sua presa, indietreggiando contro il muro della sala.
Quando il biondo si accorse che la schiena di Hinata era contro la parete, immobilizzò il corpo della corvina tra il muro e il suo, mentre
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ggg

Senza fiato…

Sono riva di un fiume in piena,
Senza fine mi copri e scopri,
Come fossi un'altalena...
Dondolando sui miei fianchi,
Bianchi e stanchi, come te,
- che insegui me...
Scivolando tra i miei passi,
Sono sassi dentro te...
– dentro me...
Se non sei tu a muoverli,
Come fossi niente,
Come fossi acqua dentro acqua...


Naruto si guardò allo specchio, pensieroso come non mai, mentre lente gocce cadevano, sul corpo bronzeo.
Sospirò e, si mise un asciugamano sulla testa bionda, strofinandosi energicamente.
Il giorno della sua partenza era arrivato, finalmente.
Si sarebbe allenato, ancora e ancora: voleva superare i suoi limiti.
Jiraya gli aveva lasciato tanto, persino il suo bisogno di assentarsi dal villaggio.
Sorrise amaro mentre pensava al suo padrino: gli aveva lasciato proprio una bella eredità quell’eremita porcello!
Si mise un asciugamano intorno alla vita e sbadigliò annoiato.
Uscì dal bagno, mentre nuvole di vapore si mescolavano con l’aria fredda del corridoio.
Entrò in camera e fissò l’occorrente messo sul letto: era la terza volta che lo guardava in quella sera.
Gli sembrava che avesse tutto eppure, qualcosa gli diceva che gli mancava qualcosa, qualcosa d’importante.
Sospirò e si grattò la testa, alzando le spalle si avviò verso il comò, in cerca di boxer puliti.
Aprì i cassetti, guardando truce il disordine che vi regnava all’interno.
“Dove cavolo sono?” disse esasperato, buttando vestiti su vestiti sul pavimento.
Continuò a rovistare e, inconsapevolmente si ritrovò tra le mani una maglietta arancione e nera che, gli fecero tornare in mente ricordi piacevoli. Ricordi che erano durati per cinque lunghi anni.
Si porto la maglia al naso e, era sicuro, che ancora profumava di lei.
Sorrise amaro, lasciando che l’indumento scivolasse dalle dita.
“Accidenti!” urlò, mentre diede un vigoroso pugno al mobile.
Qualcosa cadde e, catturò l’attenzione di Naruto.
Il biondo prese il quadro e lo fissò, sorridendo.
I suoi amici.
Li fissò tutti, uno dopo l’altro, soffermandosi sui visi e le espressioni di ognuno.
Sakura, Sai, Kiba, Shikamaru, Tenten, Shino… Hinata.
Sospirò e mise la cornice sul comò.
Non aveva avuto il coraggio di dirle che sarebbe partito, l’indomani.
Sapeva che ne era a conoscenza ma, dopo la missione che aveva svolto con lei, la settimana prima, non l’aveva più vista.
Non sapeva nemmeno lui perché non gliel’aveva detto: forse per paura della sua reazione? Forse perché si sentiva in colpa? Perché?
Le cose con Hinata, dopo la guerra, erano diventate sempre più profonde, più intime.
Era entrata come un caos calmo nella sua vita.
E quel caos era piacevole, molto più piacevole di quanto pensasse.
Avevano passato momenti bellissimi, indimenticabili.
Ma lui non era il ragazzo per lei, lo credeva ciecamente, non lo sarebbe mai stato: aveva lasciato perdere, aveva lasciato che lei lo lasciasse perdere.
Lei era troppo perfetta, troppo per uno come lui che non era capace a tenersi vicino le persone che amava, troppo per una persona che aveva imparato ad amare da solo.
Era uno spirito libero.
Lui non la voleva fare soffrire, semplicemente: perciò aveva lasciato che le cose procedessero secondo una nota che, ancora Naruto rimpiangeva.
Perciò un giorno le disse che non provava le stesse cose che provava lei, che la voleva nella sua vita ma come amica.
Hinata non aveva pianto quel giorno, ma aveva sorriso.
“Se è la tua scelta io, la accetterò…”.
Ancora gli tornavano in mente le parole pronunciate dalla Hyuga.
Ancora gli tornava in mente il tono amaro e deluso.
Ancora gli tornava in mente l’espressione dura e fredda dei suoi occhi.
Le cose non erano più state come prima, persino lui se ne era accorto.
Per quanto provasse a stare con lei, a chiacchierare come semplici amici: non ci riusciva.
Non riusciva a stare da solo con lei: troppi pensieri per la testa.
Non riusciva a non fissarla: troppa voglia di sapere cosa pensasse.
Non riusciva a non pensarla: troppa voglia di averla ancora con sé.
Ogni volta che la sentiva nominare: provava un tuffo al cuore.
Sentiva quell’organo muoversi in modo spastico, si sentiva strano, quasi vulnerabile.
Kurama rideva di lui continuamente mentre provava quegli strani sentimenti.
“Aaaah basta pensare!” urlò.
Si mise un paio di boxer che trovò per terra, consapevole che fossero sporchi ma poco gli importava: almeno era vestito, no?
Qualcuno suonò alla porta.
Naruto guardò l’orologio: erano le dieci e un quarto, chi poteva essere a quell’ora?
Alzò le spalle e si avviò verso la porta d’ingresso.
Sicuramente era Sakura, o uno dei suoi amici.
Quando la aprì, sentì il cuore accelerare improvvisamente.
Fissò Hinata in silenzio, beandosi della sua figura alta e slanciata.
I capelli, quei fili d’ebano che aveva stretto tra le dita, si muovevano in sintonia con il vento primaverile.
Gli occhi erano tristi, arrabbiati, delusi, sembravano trafiggerlo.
Naruto sapeva quanto potevano essere pericolosi quegli occhi, sapevano quanto potevano ferirti. Ma anche così, anche se delusi, erano belli comunque: perché erano i suoi, erano i suoi specchi.
Guardò il corpo formoso, adulto e giovane: era bellissima, come sempre.
“Vuoi entrare?”
Lei annuì arrossendo, superandolo.
Naruto chiuse la porta e si girò, sospirando: sapeva perché era lì, il momento era arrivato.
Fissò in silenzio la schiena della ragazza, ferma a pochi passi da lui.


Senza peso, senza fiato,
senza affanno…
Mi travolge e mi sconvolgi,
Poi mi asciughi e scappi via…
Tu ritorni poi mi bagni,
E mi riasciughi e torni mia…
Senza peso e senza fiato,
Non son riva senza te…


“Hinata io credo che dev…”.
Il rumore di uno schiaffo riecheggiò per tutta la stanza.
L’Uzumaki rimase in silenzio, sentendo la guancia pulsare come se fosse stata viva.
Alzò lo sguardo fissando Hinata negli occhi candidi, mentre le lacrime scendevano lente lungo il viso.
L’unica volta che gli aveva dato uno schiaffo era durante la guerra, per farlo ritornare in se stesso. Ma ora le cose erano diverse, quello schiaffo sentiva di meritarselo.
“Lo so che son un…”.
Un altro ancora, dalla parte opposta di prima.
Senti le guancie in fiamme, ma non gli importava, non gli importava nulla.
Fissò di nuovo Hinata, mentre cercava di trattenere le lacrime che scendevano lungo il viso adulto.
Osservandole, a Naruto sembrò di poterci affogare in quel piccolo mare.
“Fammi spiegar…”.
Un terzo ancora, più forte dei primi che rimbombò nella casa, nella sua testa.
Sospirò, sorridendo amaro.
“Ti prego Hinata ascoltami, io devo spiegart…”.
Prontamente prese il polso della ragazza che, voleva dargli un quarto schiaffo sul viso: quella era troppo anche per lui.
Hinata lo fissò stupita e alzò anche il secondo braccio, che fu bloccato di nuovo da Naruto.
“Lasciami..” disse Hinata, divincolandosi come una serpe.
Per Naruto non era difficile tenerla ferma, ma sapeva che Hinata era un’abile kunochi.
Le sue mani sembravano di fuoco a contatto con la pelle della Hyuga.
“Lascia che ti spieghi, almeno! Databeyo!” disse Naruto.
Hinata continuava a divincolarsi dalla sua presa, indietreggiando contro il muro della sala.
Quando il biondo si accorse che la schiena di Hinata era contro la parete, immobilizzò il corpo della corvina tra il muro e il suo, mentre continuava a tenerle i polsi gracili.
“No! Non voglio ascoltarti! Io… Io ti odio! Ti odio!” urlò lei, continuando a muoversi.
Quel colpo fu duro da sopportare: ma la fissò negli occhi, quegli occhi in cui si era specchiato tante volte.
Hinata era semplice da capire, era facile amarla: la conosceva meglio di sé.
“Non mi odi. Tu mi ami!” le rispose.
“N-no non ti a-amo… Io ti odio!” disse lei, arrossendo.
Sorrise debolmente, la sua Hinata, la sua Hinata che balbettava e arrossiva davanti a lui.
Quanto gli era mancata? Quanto la desiderava in quel momento?
“Tu mi ami! Dimmelo che mi ami..”
Vide i suoi occhi vacillare, il suo respiro farsi irregolare ma, la giovane Hyuga continuò a divincolarsi dalla sua presa, dandogli leggeri calci.
“Mi fai male” disse Naruto.
“Lo so…”
“Dillo che mi ami ancora, lo so che mi ami ancora!” fece Naruto prendendole la testa tra le mani.
Hinata la scosse violentemente, cercando di togliersi di dosso le sue mani dal viso.
“Ti odio, ti odio… T-ti odio…”.
Cercò di spingerlo via, di liberarsi di lui ma, tutto fu inutile, Naruto continuò a tenere il suo viso nelle mani.
“Vattene,spostati… lasciami andare!” urlò Hinata, mentre grosse lacrime le cadevano sul viso.
“Smettila!” urlò Naruto.

Tell me now,
Tell me how am I supposed to live without you?
Want you please tell me now,
Tell me how am I supposed to live without you?


La baciò.
La baciò semplicemente.
Lo desiderava ardentemente, più di quelle che avrebbe mai immaginato.
Lei oppose resistenza, divincolandosi, serrando la sua bocca con forza. Incominciò a dargli forti pugni sul petto.
Naruto chiese accesso alla sua bocca, mentre sentiva il sapore delle lacrime mischiarsi con quello della saliva, sentiva il sapore della sua tristezza mischiarsi con il suo amore. Continuava a chiedere accesso alla bocca di lei, con morsi, leccate sulle labbra.
I pugni sul petto si affievolirono, finché, la Hyuga mise le mani sul collo avvicinandolo a lei, rispondendo al bacio.
Fu uno dei baci più belli che Naruto aveva avuto con Hinata, era carico di passione, amore, tristezza, amarezza: una bomba di emozioni che non riusciva a controllore.
Poi lei si distaccò improvvisamente e, Naruto la lasciò andare.
Fissò la schiena austera di Hinata che lentamente, quasi come un’ombra delle tenebre si dirigeva nel salotto.
La seguì, osservando ogni suo movimento fino a che non si sedette sul divano, mentre grosse lacrime le cadevano sul viso.
Naruto sorrise amaro, e si avvicinò a lei, sedendosi accanto.
Rimase in silenzio per tutto il tempo, ascoltando Hinata che tirava sù con il naso.
“M-mi è s-sempre piaciuta c-casa tua…” disse lei, girandosi leggermente con il capo.
“Non è mai stata niente di speciale..”
“Ogni volta che entri, sa di buono, d-di amore…”.
Naruto la fissò, alzò la mano per toccarle un braccio ma lei si discostò.
Ritrasse la mano, lasciando che cadesse lungo il fianco.
“Non volevo farti soffrire…”
“Lo hai già fatto” rispose Hinata, dura.
“Ho avuto paura, volevo solo proteggerti…”
“Non sono più una bambina”.
Naruto la fissò: era vero, non era più una bambina, era una donna. Una donna che aveva combattuto una guerra senza riportare ferite gravi. Una donna che era riuscita a vincere la sua insicurezza. Una donna che era diventata capo del suo clan. Una donna che lo aveva fatto innamorare di lei.
Ma anche se era una donna, una donna forte, in quel momento la vedeva unicamente come la sua bambina, che per sempre avrebbe protetto.
Rimasero in silenzio, di nuovo, mentre calde lacrime scendevano dal viso della Hyuga.
Poi, improvvisamente Naruto si alzò, la prese in braccio.
Lei non oppose resistenza, quasi come se fosse stato un oggetto, come se qualcuno l’avesse svuotata.
Le mise le braccia intorno al suo collo e la strinse a sé, cullandola come una bambina.
S’incamminò portandola nel bagno e, aprì l’acqua calda.
“Perché?” sussurrava continuamente lei, stringendosi contro il corpo di Naruto.
Lui la lasciò fare, beandosi del suo profumo.
“Odio amarti…” continuava a dirgli.
Lui la strinse ancora, dandole leggeri baci sul collo.
“Mi odio, perché non riesco a non odiarti. Perché non riesco a non amarti…”
“Lo so..” sussurrò lui, leccandole il collo.
“Ti amo… Ti amo… Ti amo…” disse lei alzando la testa, baciandolo di impulso.
Sta volta fu Naruto a trattenere il fiato, rispondendo al suo bacio.
“Come posso pensare di vivere senza di te?” gli sussurrò, appoggiando la sua fronte contro quella di Naruto.
Furono parole amare, che Naruto stesso pensava.
Come avrebbe fatto? Come avrebbe potuto vivere senza di lei? Come?
Hinata lo faceva bruciare, bruciare come mai gli era successo in vita sua.
Era amore? Era piacevole?

Se brillando in silenzio resti accesa dentro me,
Se bruciando e non morendo tu rivampi ,
e accendi me…
Stop burning me!
Dentro esplodi e fuori bruci,
E ti consumi e scappi via…
Stop burning me!


Tappò la vasca e la lasciò riempire, continuando a cullare Hinata.
Appena vide che la vasca era riempita, s’immerse, sistemandosi Hinata in mezzo alle gambe lasciando che, appoggiasse il capo sul suo petto.
I vestiti di lei si inzupparono in poco tempo ma, nemmeno quella volta oppose resistenza.
Naruto rimase fermo, in contemplazione della ragazza, lasciando che le dita scorressero dolcemente sul braccio scoperto di lei.
Non rifiutava le sue carezze, ma rimaneva ferma, immobile come una statua di cera.
Aveva imparato ad apprezzare i silenzi di Hinata, aveva imparato che il suo amore era fatto di silenzio.
Loro erano gli opposti.
Poi si girò verso di lui, e si fissarono.
“Ho paura..” sussurrò Hinata, sorridendo debolmente.
“Di cosa?” chiese Naruto, spostandole un ciuffo appiccicato al suo viso.
Lei chiuse gli occhi a quel tocco, arrossendo e trattenendo il fiato.
“Di domani. Domani andrai via e non saprò quando ritornerai. Ho paura di non rivederti mai più, e so che così sarà ancora tutto più difficile. Sarebbe più facile se andassi via, se lasciassi perdere tutto..”
Naruto sorrise, avvicinandosi a pochi centimetri dal suo viso.
“Sì, sarebbe tutto più facile…” la baciò di nuovo.

Mi annerisci e ti rilassi,
e mi consumi e torni mia…
Stop burning me!
(Get out
Of my head
Get out
Of my head
Get out
Of my head
Get out
Of my head! Aaahhh)


Naruto aprì lentamente gli occhi e fissò Hinata dormire placidamente sul suo petto.
Sorrise e giocò con i suoi capelli, intrecciandoli tra le dita.
Era sempre bello fare l’amore con lei, era passionale e dolce allo stesso tempo.
Aveva goduto dei suoi gemiti, dei suoi ansimi. Conosceva a memoria il corpo di Hinata, sapeva i punti che doveva stimolare.
Aveva assaporato l’odore della sua donna, perché era solo sua, e di nessun’altro.
La stessa sera l’aveva fatta sua più volte.
Le aveva detto che l’amava, che gli dispiaceva, che non l’avrebbe mai dimenticata e che sarebbe tornato, per lei.
E lui le promesse le manteneva tutte.
Quella bocca aveva sussurrato il suo nome più volte, gli aveva ripetuto più volte che lo amava, lo amava terribilmente.
E anche lui la amava, tantissimo.
Passò la mano lungo la schiena bianca di lei: una distesa di latte.
Voleva ancora bearsi del suo amore, la voleva per sempre.
La scostò e lei, timidamente di fece da parte.
La baciò a fior di labbra.
Si vestì e la fissò un ultima volta, prima di partire.
Sorrise e socchiuse la porta.
Hinata aprì gli occhi e si alzò, coprendosi con il lenzuolo il corpo.
Senza pensare, continuava a fissare quella porta socchiusa…

Want you please tell me now…
Tell me how am I supposed to live without you?
No, please, don't tell me now (touch me),
Tell me how am I supposed to live without you?
No…
Please…
Don't…



Nota dell’autrice

Eccomi quiiiiiiiiiiiii!!!
Che dire? Nulla mentre ascoltavo la canzone “Senza fiato” dei Negramaro insieme a Dolores O’Riordan ho pensato di scrivere questa storia.
Non so perché ma scrivendola mi sono lasciata trasportare e, avevo in mente di dirvi molte cose ma ora non mi vengono in mente. Quindi, questo sarà un commentino, ino, ino.
Il finale ho voluto che fosse ambiguo, non so perché, ma non voglio che sia scontato. Spero che lo capiate!
Bhé un bacione…
Hina93

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Hina93