Fanfic su attori > Alex Pettyfer
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Autore: nuvole_e_popcorn    17/06/2013    2 recensioni
Dal terzo capitolo
“Io...” non sapevo come cavolo tirare fuori tutto quello che avevo in testa “Io.. TI STRONCO LA CARRIERA Pettafer o come diavolo ti chiami!” lui inarcò un sopracciglio, ma ero troppo arrabbiata per veramente fare caso alla sua dannatissima, bellissima faccia. “è Pettyfer Gin” mi corresse. E sai quanto me ne frega. Okay forse un pochino.
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Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Quando quella mattina mi svegliai, seppi, no, mi correggo, non seppi, ebbi la sensazione che tutto sarebbe andato per il meglio. I miei pensieri volarono a una certa testa bionda che sembrava aver preso il volo nel mondo dello spettacolo, erano passati cinque anni da quando lo avevo conosciuto; cinque anni da quel fatidico giorno. Mi stropicciai gli occhi. Non dovevo pensarci. Fu allora che qualcuno cominciò a saltare sul mio letto: «Sveglia! Sveglia! E' Natale!!» scoppiai a ridere tirandomi su e cominciando a fare il solletico alla piccola peste che aveva deciso di svegliarmi a quell'ora improponibile di mattina. Ci rotolammo tra le risate nelle lenzuola, finché, stanchi e col fiatone non rimanemmo sdraiati l'uno di fianco all'altra. «Buongiorno» mi disse strascicando le parole, la piccola peste bionda che avevo nel letto. «Buongiorno ometto» lui scoppiò a ridere: «Zia Gin, quando arrivano mamma e papà?» esattamente. In quei cinque anni, Max e Paloma si erano sposati e avevano avuto questa piccola peste che rispondeva al nome di James. Suonò il campanello e lui esclamò di eccitazione saltando giù dal mio letto. Ghignai e lo seguii: Max e Paloma erano lì, sorridenti. Mi avevano lasciato una settimana James a casa mentre loro facevano gli straordinari e dalla faccia di Paloma la mia amica aveva qualche notizia da condividere, mi sorrise e ricambiai il sorriso. La abbracciai e poi abbracciai mio fratello. Perché, dopo quello che ti ha fatto? Vi starete chiedendo? Beh ma è mio fratello e gli voglio bene, non avrei potuto non perdonarlo sapendo che tutta la vita sarei stata sola al mondo e qualsiasi cosa abbia detto ad Alex per convincerlo ad abbandonarmi non è colpa sua che lui abbia ceduto, era evidente che la cosa non era forte a sufficienza per farlo restare a combattere, quindi non era colpa di nessuno sennon di Alex. «Buon natale, Gin» mi sussurrò in un orecchio. «Buon Natale, Max». La giornata di Natale fu stupenda, ma il giorno di Santo Stefano fu qualcosa di ancora più meraviglioso. Quando mi alzai trovai alla porta un pacco di quindici lettere, tutte dalla stessa persona Alex.

Mi sedetti sulla poltrona in salotto e dopo averne parlato con Jake, le osservai a lungo incapace di aprirle, poi suonò il campanello, era Paloma. Le notò immediatamente. «Non le apri?» mi domandò. «Non ne ho il coraggio... -gliene porsi una -le leggeresti tu a me?» domandai, lei mi sorrise, si tolse il giaccone e cominciò.

25 dicembre 2008

Cara Gin,

mi machi. Non sai quanto. Mi manca tutto di te, perfino il modo stupido in cui ti rigiri la forchetta tra le mani, o il tuo sclero continuo quando pensi che i tuoi capelli non siano apposto e lo sono sempre... mi mancano i nostri bisticci affettuosi, i tuoi baci a sorpresa, le tue linguacce.

Mi manca “noi”. Ti amo, Gin.

 

18 Febbraio 2009

Auguri Gin...

vorrei scriverti tante cose, di come il lavoro sia una noia senza te che lo rendi un po' più piccante con la tua insensata gelosia, e le tue espressioni tenere. Ti auguro ancora tutto l'amore che meriti e che non sono stato in grado di darti.

Ti amo.

 

 

25 dicembre 2013

Buonatale Gin, mi manchi amore.

Mi manchi tanto che a volte spero che questa neve mi ricopra finché non sento più niente tranne il tuo ricordo. Mi spiace, ho avuto paura per tutta la mia vita. Paura non di te. Ma di quel che provavo per te. Vedi, non sono mai stato tipo da relazioni serie, eppure tu... tu senza neanche chiedere il permesso sei diventata la mia relazione seria. Sono scappato perché ho paura.

Avrei voglia di chiamarti e chiederti: Ciao. Come stai? Ti amo, Gin, sempre e comunque. Sei importante e spero che un giorno riuscirai a perdonarmi per tutto il male che ti ho fatto. Ti amo. Alex

quando Paloma se ne fu andata uscii di casa, sotto la neve e cominciai a passeggiare e fu così che, guardando il lago ghiacciato sentii la presenza di qualcuno di fianco a me. Sapevo chi era, non ebbi neanche il bisogno di guardarlo per saperlo. «Ciao -mi disse -come stai?» sorrisi tra me, trattenendo le lacrime di gioia: «Bene» dissi «Tu?» sorrise anche lui: «Ora meglio» rimanemmo zitti per un bel po', poi feci per andarmene e mentre ero quasi uscita dal parco mi chiamò: «Gin! -mi voltai -ti rivedrò?» domandò, gli sorrisi: «Dipende, Ciuffosempreperfetto. Mi vuoi rivedere? -lui annuì -allora arrivederci» e me ne andai con un sorriso sulle labbra. L'avrei rivisto. Lo sapevo, e questa volta, questa volta non gli avrei permesso di scappare.  

Pare che Gin continui a sapere con estrema certezza cosa vuole; che ne dite? Ho paura che il prossimo sia l'epilogo :( mi dispiace perché nonostante tutte le pause mi sono divertita un sacco a scrivere questa storia :< sniff sniff, mi mancherà ^^

  
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