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Autore: pgio98    19/06/2013    0 recensioni
Nel terzo capitolo (non ancora pubblicato):
"Ti fidi di me?"
Mi rivolse uno dei suoi soliti sguardi innocenti, gli occhi azzurri brillavano di luce blu.
"Dovrei?!"
Oh, se sapesse che il mio cuore era ridotto a brandelli a causa sua...
Forse non ignorerebbe il fatto che mi ero dichiarata.
"Dai, su, fa' la seria! E non guardarmi con quella faccia!"
La luce lunare mi mostrava un Niall così tanto dolce da lasciarmi stupefatta.
"Ehy, senti, è la mia faccia questa, non so se hai intenzione di capirlo...!"
"Volevo mostrarti una cosa..."
Perchè ti ostini a guardarmi con quegli occhi così teneri e affettuosi?!
"Okay..."
Boom.
Sciolta.
Per un suo sorriso sghembo.
"Prima devi dirmi una cosa però"
"Spara!"
"Davvero ti piaccio?!"
Boom.
Credeva lo stessi prendendo in giro?!
Questa era la seconda volta!
"No, ti detesto cavolo!"
Niall James Horan, ora ci posso mettere la firma.
Più ottuso di te non c'è neanche Tom.
Come avrei solo potuto pensare di essermi innamorata di te?!
Con me hai chiuso.
"Jean aspetta un attimo!"
"MI CHIAMO JOHANNA!"
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jealous








 
Chiudo la porta sbattendola con forza per poi accasciarmi su di essa strisciandovi con la schiena.
E’ finita.
E’ tutto finito.
Ho perso.
“Jane! Jane! Jane! Va tutto bene? Jane, dove sei?”
Una voce roca mi chiama da poco lontano, eppure a me sembra provenire da un posto infinitamente distante e irraggiungibile.
Lui.
Lei.
“Ma cosa c’è, perché ti sei chiusa qui dentro?”
Bussa con insistenza alla porta di legno su cui sono appoggiata e le vibrazioni mi fanno ripercuotere.
Loro.
“Senti… Hai… Ehm… Hai bisogno di una ragazza, non è così? C…Chiamo Sam?”
Dal cambiamento del suo tono di voce deduco si sia accorto dei miei singhiozzi.
Io e lui non siamo mai stati in ottimi rapporti, ma di certo non desideriamo la morte dell’altro. Diciamo che stiamo bene prendendoci spesso in giro.
Ma in momenti come questi, credo non si pensi più al proprio tornaconto personale.
Quella porta.
Insomma, sto soffrendo, anzi sto morendo dentro e lui è riuscito a vedermi un secondo prima che aprissi la porta e il mio viso venisse costellato da mille lacrime.
“Mi apri, per favore?”
Sbiascica silenziosamente sulla porta una voce a me molto familiare.
Quella stanza.
Scoppio in un altro pianto esasperato, contorcendomi e tirando le ciocche chiare dei miei lisci capelli verso l’alto, dove la cute è più sensibile e dolorosa.
“No”
Pronuncio in maniera abbastanza dura.
Sei la sua migliore amica, non potrei mai.
Sento la porta produrre strani cigolii che infine si riducono ad un nitido rumore che subito collego all’apertura di una serratura.
Le loro mani.
Il movimento della porta sposta anche me di pochi centimetri, quelli che bastano per far passare un corpo fin troppo simile al mio.
Preferisco non sollevare lo sguardo, il dolore sarebbe troppo, non posso parlarle.
“Ehy, non fare così, ti prego”
La sua calda mano scivola sulle mie, facendo sì che la mia dura presa si smorzi, riducendola e facendola sparire.
I loro sorrisi.
“Vorrei morire! Sono una stupida! Stupida, ecco cosa sono! Credere che tra loro non sarebbe mai nato nulla! Credere persino che fosse una delle mie più care amiche…! Che stupida….”
“Oddio, non vorrai mica dire che…?!”
Si accascia anche lei al pavimento, cerca in tutte le maniere il mio viso, ma continuo ad evitarla.
No, non deve vedermi così.
“N..ne sei…sicura?”
Non lo dice con cattiveria, ma me lo chiede con sincera ingenuità.
Le loro labbra.
“LI HO VISTI!”
Esplodo in un secondo boato di emozioni scalpitanti e irrequiete.
Butta le sue braccia al mio collo e mi stringe frotte in uno dei suoi più caldi abbracci.
Piango, e tra un sussurro e una lacrima versata sento una rumorosa richiesta di entrare all’interno della stanza.
“Posso spiegarti tutto! Fatemi entrare!”
Lei.
“Per me hai già fatto fin troppo, Kylie”
Pronuncio a denti stretti.
Sam mi guarda negli occhi, come se cercasse una parte di me che è solita conoscere e che ora non le si manifesta.
E certo, dov’è finita la mia parte gentile e sempre pronta ad abbatersi e a deprimersi, quella ragazza dolce ed ingenua, fin troppo?
“Va bene! Fate quello che vi pare!”
“TROIA, finiscila di fare la moralista! L’unica che ora ha il diritto di fare l’incazzata sono io!”
“STRONZA, lascia allora che la MIA migliore amica mi aiuti!”
“BASTARDA! Sam non è un fottutissimo oggetto! Lo vuoi capire, diamine?!”
Mi sollevo da terra e scaravento la porta.
“Che c’è, non parli più?! Volevi la tua amica mi pare! Beh prenditela! Ne hai più bisogno tu, non è così?! SEI TU QUELLA FERITA, non è così?! Fai quello che ti pare, ma ora lascia che lei mi stia vicina! LEI IN QUESTO MOMENTO E’ L’UNICA CHE PUO’ COMPRENDERMI!”
Con la manica destra del maglione asciugo tempestivamente le calde scie di liquido salato e la guardo con odio e ribrezzo.
“Come, come siamo potute arrivare a detestarci così tanto?! Ti ho dato fin troppa fiducia, a te , te che neppure ti vergogni o ti penti di ciò che hai fatto! Ci stai godendo?! BEH, SAPPI CHE SEI RIUSCITA A FARTI DETESTARE DA ME! Ottimo lavoro… !”
“Jane, non dire così!”
La voce di Sam mi arriva soffocata alle orecchie.
“No, no, falla parlare! Tanto sono sempre io ad avere torto, no? Tanto avete sempre voi ragione! Io sono quella più sbagliata, giusto?! Sai bene perché io l’ho baciato! Avevo programmato ogni cosa! Anche la tua entrata in scena! Perché io sono stronza! Perché mi piace vedere la gente soffrire! PERCHE’ MI STAI FIN TROPPO SUL CAZZO, sempre, perennemente attaccata a Sam, ALLA MIA SAM! Non potevo potarti via io qualcosa?!”
Un pianto esasperato minaccia di mostrarsi, il corridoio ora è pieno di spettatori che assistono allo spettacolino.
“Proprio non ci arrivi, eh?! NON CAPISCI UN CAZZO KYLIE! FOTTITI TROIA, SEI UNA MERDA, NON SPERARE CHE IO POSSA PERDONARTI! Hai giocato con me, ma perché anche con lui?!”
Le lancio un’ultima occhiata schifata, mi volto a prendere le mie cose, ed esco da quella casa che questa sera non ha fatto altro che procurarmi dispiaceri.
“Aspetta Jean!”
Lui.
Cosa ci fa qui?!
Perché deve chiamarmi proprio così?!
“Mi chiamo Johanna.”
Quel nomignolo mi fa riaffiorare alla mente troppi ricordi..





   
 
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