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Autore: Lady Nobody e Pankun    19/06/2013    4 recensioni
Questa storia è il parto della mia mente malata. E' il finale che ho immaginato per una role che ho in corso con una mia amica, quindi scusate se i personaggi non sono proprio descritti...e le chiedo infinitamente perdono, sperando che non la legga mai! sono una persona orribile lo so D: ma spero vi possa piacere lo stesso...
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dopo quella telefonata non aveva più chiuso occhio.
A lavoro era distratto e svogliato, cercava di evitare il più possibile Rouge e nel letto si rigirava in continuazione.
Non potevano restare così le cose, doveva fare qualcosa!
 
“Non vuoi certo gli accada qualcosa di brutto no?”
 
quella frase continuava a riecheggiare nella sua testa, pronunciata con tono beffardo e andava a colpire proprio il suo punto debole…
non poteva permettere in alcun modo che gli venisse fatto del male!
 
Quindi che fare?
Non c’erano molte alternative, doveva accontentare quella persona altrimenti…altrimenti…
Un brivido gli percorse la schiena e il silenzio della stanza buia fu rotto da un singhiozzo.
Si asciugò le lacrime che avevano iniziato a bagnargli le guance e piano si alzò, scivolando fuori dalle coperte. I piedi nudi incontrarono il freddo pavimento che scricchiolò leggermente .
Sentì un fruscio e si girò di scatto, temendo di averlo svegliato. Per fortuna invece dormiva ancora, si era solo girato e in questo modo un raggio di luna gli illuminava il volto tranquillo e riposato.
 
Some sapeva dell’inizio del sospetto di Rouge verso i suoi comportamenti strani, i suoi modi più scostanti e distaccati del solito. Sapeva che lo aveva visto quella volta nel bagno, seduto sul bordo della vasca, la testa fra le mani e i singhiozzi stretti fra le labbra. Sapeva che stava guardando mentre gettava all’aria i modellini sulla sua grande scrivania, in preda al panico e all’ira. Sapeva che era preoccupato per lui e la cosa non faceva altro che dilaniarlo più velocemente di quanto già non facesse la sola idea di dover prendere un decisione…e di doverla prendere in fretta.
 
Il termine della scadenza era infatti vicino,
troppo vicino.
 
“Avanti, qual è il problema? Non hai sempre detto che voi non state insieme? E allora visto che non siete niente perché dovresti provare dolore?!”
 
Tremava tutto, quasi come in preda ad una febbre altissima.
Non era mai stato così spaventato in vita sua…
E quella maledetta voce dall’altro capo del telefono aveva ragione, lui si era sempre testardamente rifiutato di definire in quel modo la loro relazione anche dopo un anno…
 
Si era vestito con quei vecchi abiti aderenti che aveva lasciato a marcire in un cassetto e cercando di camminare dritto si avviò verso l’uscita.
Doveva fare tutto quella notte stessa per poter consegnare i risultati a mezzo giorno del giorno seguente.
Rise flebilmente, quasi con isteria, una volta fuori di casa.
Era proprio una persona cattiva ed egoista…
Lo voleva tutto per sé, non lo voleva dare a nessun altro e adesso…adesso gli toccava smettere di essere avido verso l’unica cosa che aveva sempre voluto e bramato…
Com’era crudele il destino alle volte…
Ma forse era quella la punizione per i suoi peccati?
 
Salì in macchina sapendo esattamente dove andare.
 
 
“Puoi cambiare le date di questi video?”
“Mmm…certo, potrei, ma non credi sia un tantino prest-“
“NON HO TEMPO, MUOVITI!”
 
l'amico lo guardò sbalordito.
E certo, si era visto piombare nel proprio appartamento (alle cinque del mattino) un Some praticamente irriconoscibile: i capelli sciolti un disastro, il volto cereo, le labbra gonfie, quelli che certo non erano lividi sparsi per tutto il corpo, morsi, la canotta bianca strappata…
Gli aveva chiesto spiegazioni ma non ne aveva avute e lo aveva subito accontentato quando gli aveva chiesto di usare la doccia e prendersi dei vestiti puliti.
E poi…quelli!
Non sapeva se essere più spaventato o disgustato da quello che aveva visto seppur per pochi secondi.
Comunque piano si mise a modificare le date sotto le indicazioni di Some.
Andavano in un arco di tempo di due anni…
Dovette anche modificare le date di alcune mail ed era sempre più confuso.
 
“Fatto…”
“Bene, grazie e ora…scusa, ma devi proprio dimenticare…”
“Cos-“
 
non poté terminare la frase che Some schioccò le dita e tutto intorno a lui si fece buio.
 
 
Era tutto pronto, Rouge ancora dormiva e così lui ebbe il tempo di sistemare i file in bella vista sullo schermo del suo computer. Mise la sveglia in modo tale che suonasse di lì a cinque minuti e se ne uscì di nuovo.
Rimase fuori per un bel po’, la schiena appoggiata alla porta e lo sguardo rivolto al soffitto.
Non doveva…non doveva piangere, assolutamente no…
 
Era passata un ora ed il silenzio echeggiava dietro l’uscio, solo dei lontani rumori di voci gli fecero capire che le cose stavano andando bene.
Si sbottonò la camicia fino a metà petto, cercò di darsi un’aria il più trasandata possibile, esponendo tutti i propri marchi di quella notte d’inferno.
Avvicinò la mano alla maniglia per entrare e…si accorse di star tremando.
Rimase ad osservare quella che sembrava una foglia al vento per via dei fremiti continui.
Se apriva quella porta…era davvero tutto finito, non ci sarebbero state possibilità di perdono prossimo o futuro, solo il…niente, la fine, un punto.
 
Respirò a fondo, non doveva per alcun motivo smascherarsi!
Prese la maniglia con decisione ed entrò.
 
Più si avvicinava alla camera da letto e più il suo cuore sembrava volersi fermare.
Gettò la borsa per terra, facendo rumore.
“Sono tornatoooo! Scusa ma…ero andato a fare un giro per…comprare il latte…”
non saper mentire in quel frangente era particolarmente utile per la sua recita.
 
Dovette davvero trattenersi per non spezzarsi in due vedendo quella scena.
Sulla scrivania stava il computer, uno dei tanti video di lui che veniva scopato per benino ancora attivo e seduto sul letto, la testa fra le mani ed il corpo scosso da quello che doveva essere un pianto silenzioso…c’era lui.
Alzò piano la testa e lo guardò con occhi vuoti di chi sente di aver perso tutto per davvero, di chi si sente tradito e ferito da una persona troppo importante.
 
“E tu…conciato in quel modo…ti aspetti che io ti creda…?”
aveva la voce stanca, vuota e Some non sapeva proprio come diavolo faceva a non scoppiare in lacrime!
Ma doveva recitare.
 
“Uuuupss!”
si coprì la bocca con la mano, gli occhi ridenti di chi non prova rimpianti.
Lanciò un’occhiata al video e si costrinse a sorridere.
“E così mi hai scoperto eh?”
passò una sola frazione di secondo e si sentì scuotere per le spalle, il viso rigato di lacrime asciutte di Rouge troppo vicino perché lui rimanesse mentalmente stabile.
 
“Perché?!”
 
una sola parola gli si rovesciò addosso come una cascata di milioni, schiacciandogli il cuore e chiudendogli la gola.
Resistere, doveva…resistere…
 
“Ma dai, pensavi sul serio che in quell’anno passato da solo non avessi fatto niente??”
chiese ridendo e staccandosi da quella presa che a contatto con la sua pelle, seppur sopra i vestiti, risultava incandescente.
 
“Tu…tu mi avevi detto…tu…”
“Ah! Ti riferisci a quella frase…aveva paura di amarti troppo…non farmi ridere, era ovviamente un metodo per rabbonirti! Sai com’è, volevo aggiungere il tuo nome alla lista…davvero non ti sei mai chiesto perché in un anno io non mi sia mai deciso a portare la nostra relazione ad altri livelli? Perché non ti abbia mai definito il mio ragazzo?? Sei solo un nome ed un corpo caldo…”
“NO! No non è vero…!”
“Non fare il bambino, hai visto i video no? Sono circa cinquanta, cos’è, credi forse che io li abbia fatti in una notte?”
 
Scoppiò a ridere mentre dentro di sé piangeva disperato, non voleva continuare a parlare, perché stava mentendo così bene??
Forse perché sapeva quello che sarebbe successo se non lo avesse fatto…
Ed era arrivato alla convinzione che non poteva vivere sapendo che lui non era là fuori, nel mondo, anche se con al proprio fianco un’altra persona!
 
“Io non ti amo e non ti ho mai amato, è questa la verità, fattene una ragione!”
 
Detto questo finalmente girò sui tacchi e se ne andò, sbattendo la porta dietro di sé, lasciandolo solo, solo come non lo era mai stato in vita sua.
Una volta per le scale compose un numero sul cellulare, trattenendo le lacrime.
“Vai da lui, ne ha bisogno…”
 

***


 
Non ce la faceva, credeva di poter sopravvivere ma si sbagliava!
Erano passati tre anni da quel giorno ed erano stati un vero inferno interiore.
Il lavoro andava male, non riusciva a concentrarsi, la vita sociale non esisteva e anche i rapporti con suo fratello erano quasi pari allo zero. L’amico al quale aveva magicamente cancellato la memoria era partito e così era rimasto veramente solo.
Ma chi voleva prendere in giro?
Nel momento esatto in cui aveva visto il volto spento e disperato di Rouge era stato l’inizio della sua solitudine, se non aveva lui non aveva nessuno!
Sapeva di aver fatto la scelta giusta, ma…ma saperlo…con lei…
Avrebbe dovuto saperlo però, lei era pericolosa e gli aveva fatto quella promessa “Io ti toglierò tutto!”
E ci stava riuscendo perfettamente.
Prima il declino al lavoro, adesso questo…
 
Quando si dice il destino è crudele!
 
Qualche giorno prima era stranamente uscito di casa per andare a fare un giro, passare per quel parco che tanto gli piaceva e soffermarsi sul ponte per osservare i riflessi del tramonto sull’acqua placida. Bene, quello stesso giorno anche qualcun altro aveva deciso di fare una passeggiata però.
Quando lo vide arrivare ebbe un fremito di paura e sorpresa.
Lui anche lo notò e…non fece niente, continuò a camminare e si appoggiò al ponte esattamente accanto a lui.
 
Si sentiva male, gli mancava l’aria, perché…perché non se ne andava?
Perché gli doveva offrire quel supplizio?
Stava per andarsene quando…
 
“Ne è passato di tempo eh?”
 
Sospirò tremante.
Cosa si aspettava?
Sorrise debolmente.
 
“Eh si…”
“Come ti vanno le cose?”
“Bene, bene grazie e te?”
“Uhm, non c’è male”
 
Basta, basta!
Non lo voleva ascoltare, non voleva parlargli, quella conversazione lo stava uccidendo!
Tutta quella sua tranquillità, quella…quella sua indifferenza gli procuravano ferite mortali al cuore, perché tutto avrebbe preferito, TUTTO, anche la rabbia e l’odio, avrebbe accettato qualunque cosa senza muovere un dito o reagire…!
Ma in fondo erano passati tre anni, per forza le cose dovevano andare in quel modo, lui era sicuramente andato avanti.
E finalmente quel nuovo opprimente silenzio venne rotto…ma forse sarebbe stato meglio non farlo.
 
“Tra tre giorni mi sposo”
 
ok, adesso davvero gli veniva da ridere…dalla disperazione.
Il suo mondo gli crollò letteralmente addosso, niente sembrava avere più senso.
Rouge gli era indifferente e si sposava!
Se l’era meritato vero?
Gli aveva salvato la vita rovinando la propria e lui non lo avrebbe mai saputo, lo avrebbe sempre visto come una stronza puttana che lo aveva raggirato e tradito per puro divertimento…
Gli venne un moto di rabbia che seppe ben reprimere.
Non c’era nessuno sulla faccia della Terra che lo amava quanto lui, nessuno!
 
“Sei…sei felice?”
 
questa volta Rouge ci mise un po’ a rispondere alla domanda.
Fece sorvolare lo sguardo tutt’intorno, soffermandolo alle nuvole tinte d’arancio proprio sopra le loro teste. Poi ritornò a guardare l’acqua mossa da un alito di vento.
 
“Si…certo…!”
“Bene! Allora…tieni, spero vada bene come regalo di nozze…”
 
Tolse dalla borsa il suo libro preferito e glielo porse.
Era un libro di autori giapponesi, varie storie, racconti e informazioni interessanti.
S’intitolava The moon is beautiful.
Rouge se lo rigirò fra le mani e lo sfogliò distrattamente alzando un sopracciglio.
“Non fare quella faccia, è molto bello e ci sono anche spunti per frasi romantiche! Prendi il titolo ad esempio, quella è la traduzione di Natume Soseki per la frase I love you, non è bello e interessante? Per me ti piacerà! Oh bhe, è meglio che vada, si fa buio, fai attenzione”
E scappò via camminando lentamente e pregando che non gli dicesse nulla.
 
Ma non c’era niente da dire…
 
Suo fratello in quanto amico di Rouge era stato invitato e anche lui a dire la verità…ma il suo invito era rimasto posato sul comodino, tutto pieno di macchie di bagnato ormai asciutte.
 
***



Tirava vento quel giorno e da lì poteva sentirlo benissimo.
Respirava a pieni polmoni quell’aria fredda e pungente del mattino.
Ecco, stava per succedere, lei gli stava per potar via l’unica cosa rimastagli, ma che tanto non aveva molto senso avere date le circostanze.
Aveva letto di tanta gente che nelle storie faceva azioni folli e straordinarie per amore.
La sua non rientrava in nessuna delle due categorie, non era un gesto folle dal suo punto di vista e certamente non era straordinario!
 
Arrivato a quel punto gli sembrava tutto così…giusto, normale…
 
Lui aveva ormai trent’anni, mentre Rouge ancora ventidue e qualcuno gli avrebbe potuto dire che trent’anni non erano affatto molto, che aveva ancora tempo di crescere, innamorarsi…
E qui si sarebbero sbagliati!
Il suo tempo era finito tre anni prima, anzi no, quattro anni prima, quando aveva deciso per la prima volta di abbandonarlo per seguire i sogni di gloria…ma prevalentemente per paura e terrore dei propri sentimenti così grandi ed opprimenti.
Non sarebbe mai dovuto partire, in quel modo non avrebbe mai fatto successo e…e si sarebbe potuto dedicare ad altro…come al suo amore per Rouge…e nessuno avrebbe cominciato a detestarlo a tal punto da volerlo annientare in tutti i sensi!
 
Semplicemente la sua vita non gli apparteneva più, gli era stata portata via in un attimo quando il suo cuore si era legato a Rouge e adesso finiva perché tra qualche minuto lui si sarebbe sposato, legandosi a qualcun altro che lo aveva sostenuto dopo lo shock delle sue così dette bugie e lo aveva fatto affezionare di nuovo dopo un po’.
 
Perché un cuore incurante della verità può essere curato anche solo parzialmente, ma uno che sa tutto no, ha una ferita sempre aperta e sanguinante.
 
Le campane suonarono le otto e visto che lì la vita del suo cuore finiva…
Prese un profondo respiro e sorrise tristemente, il suo ultimo pensiero al fatto che forse Rouge era riuscito a trovare la felicità.
 
***

“Rouge! Some…Some…si è buttato!”
 
Alle parole del fratello di Some seguì un lungo silenzio.
Poi il tintinnio di una fede nuziale che cadeva giù per gli scalini e rotolava chissà dove nell’ombra.
Il quasi sposo era rimasto pietrificato mentre nella sala cominciavano a levarsi mormorii e anche grida di chi lo conosceva, una vecchietta svenne sul colpo.
 
“Dov’è…?”
mormorò, ma la chiesa fece rimbombare la sua voce così che si potesse sentire il tremolio dettato dal terrore.
“L’hanno portato all’ospedale qui vicino…non sanno se…”
non fece neanche in tempo a finire che Rouge era già corso via, seguito dai richiami della sua dolce metà.
 
***

era in una barella, tutto insanguinato, ma poco gli importava.
Il mondo intorno a lui si muoveva al rallentatore, i medici che gli dicevano di non avvicinarsi, che ormai era inutile, persino il pianto del fratello di Some…
Prese quel corpo esile fra le braccia e se lo portò al petto, piangeva, piangeva come mai aveva fatto in vita sua e chiamava il suo nome.
 
E forse la vita alle volte concede un piccolo e flebile miracolo…
 
Senza aprire gli occhi, troppo pesanti come tutto il resto del corpo dopo tutto, socchiuse di pochissimo le labbra e fece uscire un bisbiglio.
Disse il nome della persona che amava e della quale la voce lo aveva per un attimo strappato all’oscurità.
 
Gli occhi di Rouge si spalancarono dalla sorpresa ed il cuore perse un altro battito per quella vana speranza.
 
“O Dio Some, perché, perché lo hai fatto? Io…io…io ti amo capito? Ti amo! The moon…The moon is beautiful!! Non mi lasciare, non lo fare…!”
 
Some accennò quello che forse, se ne avesse avuto la forza, sarebbe stato un sorriso triste, malinconico, ma anche felice. Sentire certe parole…credeva di essere già dall’altra parte…
Con un ultimo sforzo immane riuscì a sfiorargli il volto vicino al suo con una mano sporca di sangue e gli occhi lo fissarono per un istante.
 
I…I..am…happy to die…now…”
 
***

Vagava senza meta sotto la pioggia e i suoi passi lo portarono al parco dove erano soliti andare durante i loro giorni felici.
Si riparò sotto un albero e tirò fuori il suo ultimo regalo.
Sfogliò le pagine una ad una, non riuscendo a trattenere le lacrime.
Come aveva potuto anche solo pensare di sposarsi? Lui quella donna non l’amava, lo aveva sempre saputo, i suoi sentimenti erano stati solo per Some, aveva cercato di nasconderli, di dimenticarli perché facevano male, ma era sempre stati lì.
 
Poi, dopo aver scoperto tutta la verità…si sentiva pure stupido!
Come, come aveva fatto a non accorgersi delle sue bugie, del suo corpo tremante e delle lacrime represse? Li che si vantava di poterlo sempre smascherare!
 
L’occhio cadde su una sottolineatura con l’evidenziatore e cominciò a leggere.
 
Il traduttore dal russo Futabatei Shimei ha impiegato molto tempo a pensare su come rendere in giapponese la dichiarazione d’amore di una donna alla quale questo era appena stato confessato. Alla fine scelse la frase:I’m happy to die now…”
 
Si tappò la mano con la bocca per la sorpresa, non…non ci poteva credere, allora anche lui…dopo anni…
Si appoggiò alla corteccia dell’albero, il corpo scosso dai singhiozzi.
Non voleva più, non voleva più vivere in quel mondo se lui non c’era, poteva sopravvivere anche se lo sapeva con qualcuno che non era lui, ma non altrimenti…!
 
Sentì un fruscio e vide comparire la sua mancata moglie.
Teneva una pistola in mano.
“Non dovevi lasciarmi per lui…tu sai vero? Gli volevo togliere tutto, il lavoro, la vita…te…ma se anche solo una di queste tre cose non può essere mia…meglio eliminarla no?”
 
Stranamente non aveva paura.
Strinse forte il libro e chiuse gli occhi, pensando al suo sorriso, la cosa più bella che avesse mai visto.
 
 
 
 
 
 
***






“Finalmente ti sei svegliato”
 
una voce riecheggiò in quel nulla bianco senza che riuscisse ad individuarne l’origine.
 
“Non ti sforzare, non ho ancora un corpo…come te dopo tutto…se non l’hai capito ci troviamo nel luogo della rinascita o più precisamente, solo la nostra mente di partenza si trova qui”
 
si sentiva strano e…assente, nel vero senso della parola. Non…non c’era e basta!
Se quelle voce aveva ragione, allora il suo corpo doveva ancora arrivare e così anche la voce per parlare…
 
“Bene, visto che non ho niente di meglio da fare, ti aiuterò io. Dunque, la prima domanda è: se ti dicessi di poter scegliere tra vedere il tuo passato o il tuo futuro, cosa sceglieresti?”
 
rimase silenzioso per un bel pò di tempo, non sapeva cosa scegliere…
poter vedere il futuro sembrava proprio una gran bella cosa, ma c’era come una vocina dentro di lui che gli stava suggerendo l’altra scelta, così da poter diventare una persona gentile basandosi sul proprio passato invece di una forte conoscendo il futuro…
 
“Va bene, hai scelto il passato eh? Strana decisione, in questo modo saprai solo cosa sono i ricordi…oh bhe, avrai avuto i tuoi motivi…ma ora continuiamo. Ti darò braccia, gambe, bocche, orecchie, occhi, cuori, petti e narici.
Ti darò due di ciascuno, così è più funzionale.”
 
Gli andava tutto bene però…due bocche proprio no, gli dava una strana sensazione quell’idea, come se avesse potuto litigare con sé stesso per quel motivo, come se avendo due bocche avrebbe potuto baciare due persone diverse…”
 
“Cosa? Vuoi una bocca sola? Che strane argomentazioni…”
 
In quel momento apparve ai suoi occhi la sagoma luminosa di una persona che piano piano prendeva forma dal bianco. Per curiosità vide che anche lui si stava formando dalla sagoma nera che evidentemente era…
Improvvisamente una strana sensazione lo colpì allo stomaco e gli trafisse la mente.
Era davvero strana, non la capiva, ma era talmente intensa che non poteva appartenergli ora come ora, forse…era della sua vita precedente…?
 
“Pare che stia funzionando…ok, andiamo avanti! La cosa più importante di un essere umano è il proprio cuore no? Allora io te ne metterò due, uno in ogni parte del petto”
Mentre era distratto quello che poteva definire ormai un ragazzo dai capelli corvini gli si avvicinò, puntandogli il dito contro il petto, pronto a fare il proprio dovere.
“No aspetta!”
Oh…aveva parlato…
“Mi…mi dispiace molto ma…io non…non ho bisogno del cuore…nella parte destra…”
“Ah no? E perché?”
 
Suonava deluso e perplesso mentre si ritraeva e lo squadrava con quegli occhi che ancora non riusciva  bene a distinguere.
 
“Uhm…ecco…ho come la sensazione che facendo così…quando stringerò la persona davvero importante per me la prima volta…riuscirò a sentire anche il cuore mancante battere nel mio petto. Come se il cuore sinistro fosse il mio ed il destro il suo e…se per questa persona il sinistro fosse il suo e il destro il mio. Così che, sentendomi con questa completo, io non riesca più a vivere da solo, perché sentirei sempre la mancanza di qualcosa…
non so se sono stato chiaro…”
 
Il ragazzo lo squadrò per alcuni lunghi istanti per poi scrollare le spalle.
 
“Come ti pare, ecco a te un solo cuore”
 
Subito si sentì opprimere da una sensazione ancora più forte e tante immagini più o meno sfocate gli passarono davanti in rapida successione. Non le vedeva bene, però…riusciva a catturarne le emozioni ed erano tante, tantissime, quasi soffocanti. Ma solo una sembrava ora dominare dentro di lui, era così nostalgica…cosa poteva essere…?
 
“Qui abbiamo quasi finito, devi dirmi giusto un’ultima piccola cosa: le vuoi le lacrime? Sai, molta gente le ritiene fastidiose e quindi non le vuole…tu cosa sceglierai, ragazzo dalle idee strane?”
 
Non ci dovette pensare molto, aveva deciso di diventare una persona buona e riteneva le lacrime indispensabili, perché così avrebbe pianto quando una cosa sarebbe stata per lui importante. Quindi si, accettò le lacrime.
 
“Sei davvero strano…e sentiamo, potendo scegliere, come le vorresti? Avide, salate, piccanti, dolci…quale vuoi?”
 
Ecco, fece la sua ultima scelta e cominciò a sentirsi strano, come se tutto quello che c’era in lui cominciasse ad unirsi, a legarsi, a renderlo vero ed un grido misto di dolore e liberazione uscì dalla sua bocca mentre piangeva.
Adesso tutti quanti i ricordi della sua vita precedente si misero in fila, ma c’era una cosa che non capiva…la figura di un ragazzo…era indistinta, eppure quella doveva essere la persona più importante per lui…
 
"È stato messo tutto come richiesto? Allora pulisci quelle lacrime amare e fammi vedere il tuo viso…e portalo con orgoglio."
 
Gli disse posandogli una mano sulla guancia per esaminarlo meglio, per asciugargli le lacrime e poter così finalmente vedere i suoi occhi.
Perché…aveva fatto le sue stesse scelte…una bocca, un cuore e delle lacrime amare…ma soprattutto, aveva scelto di vedere il proprio passato e…e mancava la figura di una persona…che sapeva essere la più importante in assoluto…
 
Lasciò piano il suo volto ed indietreggiò, girando sui tacchi per andarsene, ma non poteva rimanere con quel dubbio per tutta la sua vita futura…
 
"Davvero, grazie tante, mi spiace di averti dato tanti problemi.
Posso chiederti un'ultima cosa?

Ci siamo già incontrati prima?"
 
In quel momento fu come se anche l’ultimo pezzo di un puzzle avesse trovato la sua collocazione.
Si slanciò in avanti prima che se ne potesse andare di nuovo.
 
 
 
“Some…?”
 
 
 
 
 
 
 
**************

Angolino piccolo piccolo dell’autrice:
quest’ultimo pezzo di storia, il finale insomma, devo ammettere che è mooooooolto ispirato al video più bello che io abbia mai visto, così bello che mi fa morire dai feels tutte le sacrosante volte D’:
L’unico appunto che vi faccio (se volete vederlo) è che ho cambiato i colori delle sagome, quello che nel video è bianco io l’ho reso nero e vice versa.
P.s: non è il video originale del gruppo ovviamente, è stato fatto da qualche genio con i personaggi Shizuo ed Izaya di Durarara!! Se non vi piace la coppia…non me ne frega niente, è la mia OTP!!



http://youtu.be/LiUHTg84D1Q 
 
  
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