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Autore: Elwerien    03/01/2008    7 recensioni
"Ad un estraneo questo sembrerebbe un luogo immobile, appartenente ad un’altra epoca. In realtà questo posto si muove, vive, respira. Non è solo la polvere che regna, sono le memorie di un antico passato che sussurrano, che fanno scricchiolare le assi, che lasciano trapelare un raggio di luce dalla fessura del tetto.
Troverete la passione nelle tinte più inaspettate, spazierà dal verde smeraldo al cupo grigio, lambirà le scatole rigidamente squadrate come quelle dagli angoli rotondi e dolci. Il rosso non è per le fiamme dell’amore, la sua tinta gocciola sangue, è la morte che lo inonda."
[Prima classificata al concorso ShikaIno di Coco Lee.]
Genere: Malinconico, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Nient’altro che polvere-


Capitolo 1


Childhood in a flower [checked and white box]




Ad un estraneo questo sembrerebbe un posto immobile, appartenente ad un’altra epoca e chissà come sopravvissuto fin qui, in giorni sconosciuti, dove l’aria e il sole e la luna sembrano avere un altro sapore, dove il tempo passa sul ritmo dei ricordi che impregnano le pareti. Come un cimelio che, tratto in salvo dall’incendio di un antico castello, sia stato posto nell’aria asettica di una bacheca.

In realtà questo posto si muove, vive, respira. Non è solo la polvere che regna, sono le memorie di un antico passato che sussurrano, che fanno scricchiolare le assi, che lasciano trapelare un raggio di luce dalla fessura del tetto.
Se provaste ad afferrare una scatola, quella in alto a destra, rotonda e a quadri rossi e verdi, sentirete che non è vuota come sembra. Sareste costretti, col braccio pesante, ad appoggiarla al suolo, e presi dalla curiosità alzerete il coperchio.
Forse, chissà, in mezzo alle vecchie foto di due bambini, ormai ingiallite dal tempo, noterete un piccolo fiore, ora secco e dai petali quasi privi di colore. Tenterete di afferrarlo, e forse il vostro tocco goffo e insicuro –vi sentite degli estranei, vero?- lo sgretolerà, e mille spore cadranno sulle istantanee, sulla polvere non più intatta. Potrebbero cadervi sui vestiti, e quando uscirete porterete nel vostro nuovo mondo i suoi frammenti di vita.
Forse non sapete che quel fiore è in realtà l’ultimo testimone di un momento che non esiste più, se non fra i suoi petali frantumati. Quel fiore canta, nella sua fragilità, di un pomeriggio d’estate. Si ricorda di quando un bambino l’ha colto; allora il fiore era pieno di bellezza, e veniva inondato dal sole, tanto che in quel momento non si era reso conto che –strappandolo- quel bambino l’aveva condannato.
Non si era ancora reso conto che sarebbe stato rinchiuso fra le pagine di un libro, che sarebbe soffocato nell’inchiostro, che i suoi petali avrebbero perso lo splendore e sarebbero appassiti, mantenendo una forma arida e secca.
Non se ne era reso conto.
Esisteva ancora, custodito in una soffitta.
Ma quanto può vivere un fiore lontano dal sole, dall’aria, dal profumo dei campi?
Non se ne era reso conto.
Eppure, in quel momento era stato felice che quella bambina l’avesse accolto con gioia.


[“Oh, Shikamaru, è bellissimo!”
“Sì, sì”
“Come sei noioso, Shika!”
“Scusa, Ino…”]


Lasciate andare il fiore, ora. Se avete un minimo di pietà, rimettetelo al suo posto, fra le fotografie di quel giorno. È in mezzo a loro che riesce a sentire ancora il calore del sole su di sé. E state attenti a non farlo sgretolare. Se così fosse, prendetene i frammenti e gettateli dentro alla scatola, come polvere fatata. E chiudete il coperchio, fate tornare quelle immagini alla loro quotidianità, alla loro illusione di vivere un qualcosa che non esiste.

Prendete un’altra scatola, quella nera foderata di velluto. Vedete? È nel centro esatto della scaffalatura. Ha gli angoli ben delineati, dritti; la stoffa, incredibilmente, è ancora morbida. Provate, provate a passarci sopra la mano. Sentite?
Non vi trasmette eternità?
Ora forse vorrete alzare anche questo coperchio. Vi aspetterete un altro fiore, magari una rosa rossa, simbolo dell’amore, o un candido giglio, la purezza di due amanti che ancora non si conoscono. Poggiati sulla fodera di raso nero né rose né gigli, né fiori né gioielli, ma due oggetti metallici. Vorrete sollevarli, rimirarli fra le vostre inesperte mani. Non lo meritate. Fra i vostri palmi delicati, che mai hanno impugnato armi o conosciuto il sapore della guerra, del dolore e della fatica, questi oggetti parranno pesanti. Per voi, questi oggetti sono pesanti.
Eppure, erano fatti per essere indossati, per legarli intorno alla fronte.
Li lascerete cadere, interdetti.
E li potrete rimirare meglio, abbandonati sul fondo della scatola. Dove si soffermano i vostri sguardi? Sulla striscia di seta di un blu scolorito, dai bordi sfilacciati? Oppure sulla placca metallica, segnata dal simbolo di Konoha e da molti graffi –ricordi di battaglia?
Per voi, che vivete in un’era di pace, è impossibile sollevare un coprifronte ninja senza avvertire un grosso peso. Che ne sapete voi delle battaglie, delle sofferenze, delle gesta?
Chiudete il coperchio velocemente, turbati.
Ignorerete i loro suoni, metterete al suo posto la scatola, cercherete febbrilmente qualcos’altro da guardare e trovatolo vi concentrerete su quello.
Ma davvero non sentite le loro voci? Siete dunque sordi ai suoni della memoria?


[“Team 10: Chouji Akimichi, Shikamaru Nara, Ino Yamanaka”
“Oh, no!”
“Che c’è, Ino? Non sei contenta?”]


Se non siete capaci di udirle, se avete escluso il suono dalle vostre menti, non comprenderete mai la magia di quel momento. Tre persone che incrociano le proprie vite. Due anime destinate ad unirsi.
Quand’è che inizia l’amore?
Nel momento in cui un bambino coglie un fiore per donarlo, nella pura innocenza, all’amica del cuore? Così ha condannato il fiore e il suo cuore alla prigionia.
Quando le strade diventano una sola, ma l’inizio è incorniciato dalle voce altere e beffarde di due ragazzini?
Dategli tempo. Cresceranno, e le loro voci saranno più delicate. Danzeranno sulla loro giovinezza con passi eleganti. Conosceranno il rispetto, la fiducia. Vedranno il loro corpo trasformarsi, le membra gracili e sproporzionate diventare robuste e scattanti, l’espressione farsi più dura. Di una diversa luce splenderanno i loro occhi, la luce di chi si lascia alle spalle i giorni della spensieratezza.
Un giorno, diventeranno un uomo e una donna. Saranno una sola anima in due corpi diversi. Ma per ora, solo il coprifronte li accomuna.

Il pavimento non è più intatto, la polvere di mezzo secolo ha delle profonde ferite. I vostri passi strascicati hanno lasciato la loro traccia, attraverso i grigi granuli si intravede la profondità del mogano.
Che cosa avete trovato nel vostro errare per gli scaffali? Vi vedo girare ancora, incerti. I vostri occhi si soffermano sulle varie scatole, pare non sappiano decidersi. Ce ne sono molte, vero? Di tutte le forme, di ogni materiale, di molti colori o intrise di una sola tonalità. Formano un pittoresco quadro. I colori tenui mormorano di un’infanzia pura e felice, quelli accesi paiono urlare molte battaglie. Il rosso non è per le fiamme dell’amore, la sua tinta gocciola sangue, è la morte che lo inonda. Troverete la passione nelle tinte più inaspettate, spazierà dal verde smeraldo al cupo grigio, lambirà le scatole rigidamente squadrate come quelle dagli angoli rotondi e dolci. Non in un attimo preciso è nato l’amore, il desiderio è stato il frutto di un’intera vita, sarà nascosto tra le pieghe dei giochi infantili e ancora acerbo camminerà fra i momenti dell’adolescenza, si ergerà con l’arrivo della maturità nel suo splendore ardente, e quando morirà –dopo essere stato bruciato- verrà sepolto fra i ricordi chiusi in una soffitta.
Fra tutta questa varietà non sapete cosa scegliere. Se volete accettare un mio consiglio, prendete quella scatolina di velluto bianca. È piccola, forse per questo non l’avevate ancora notata. È affiancata da due scrigni di un rosso fiammante e di un grigio spento.
Non abbiate paura.
Non temete di veder sgorgare sangue dal primo –la morte è rinchiusa, non può uscire e stringervi fra le sue nere braccia.
Non avvicinatevi bramosi allo scrigno grigio. Siete proprio sicuri che contenga l’amore? Potreste rimanere delusi sollevando il coperchio. O forse troverete davvero quella passione che cercate, ma che cosa vi dice che sarete in grado di comprenderla?
Guardate invece quella piccola, innocente scatolina. È di un bianco candido dai riflessi di perla.
Pare che non l’abbia intaccata la polvere, né il passare del tempo ha rovinato il tessuto che l’avvolge.
Su avanti, non esitate. Prendetela in mano. Sentite? È leggera.


[“Adesso siamo un gruppo!”
“Perché sei così allegra, Ino?”
“Per questi!” disse lei gioiosa,
mostrando ai suoi due compagni
una scatolina di velluto bianco.]


Anche voi, aprendo la scatola, avete provato lo stesso stupore e la stessa incredulità di Chouji e Shikamaru?
Tre paia di cerchietti d’argento, da infilare ai lobi. Un gesto piccolo, anche un po’ ingenuo. È vero.
Ma sentite tintinnare fra gli orecchini la voce della giovane? È felice di appartenere ad un gruppo, di avere degli amici, felice di avere qualcosa che li accomuna tutti e tre. La fanciulla sta crescendo, lascia alle spalle l’arroganza della prima adolescenza.
È felice Shikamaru, perché la vede sorridere.


[“Perché sei così allegra, Ino?”]


Siete pronti adesso per una scatola verde smeraldo?

***



Sono sinceramente commossa. Non pensavo di ricevere recensioni per un prologo cortissimo dove si straparla di una soffitta polverosa… grazie! *scoppia in lacrime*

x Giò: grazie! Sono felice che ti abbia incuriosita!
x Queen of Night: oh, una ShikaIno dichiarata *ç* ti ringrazio per il commento! A dire il vero non so in che posizione sono arrivata, i risultati devono ancora uscire^^’… ma sicuramente ve lo farò sapere!
x Celiane4ever: è positivissima, perché è proprio l’effetto che volevo *.* sono contenta di essere riuscita a trasmetterlo!
per Kaho chan: Pensa, a me invece inquieta combattere contro di te XD! Ti ringrazio per i complimenti, a dire il vero non pensavo che potesse essere, come hai detto tu, “davvero intrigante”: detta fra noi, preferisco l’epilogo! E mi ha fatto piacere che l’abbia paragonato ad un proemio epico, perché ho cercato di fare una cosa del genere in effetti… grazie mille anche a te!
x AtegeV: un'altra delle 'rivali' che recensisce, wow XD grazie per i complimenti (“un inizio aulico”, caspita… non me l’aveva mai detto nessuno!) e per aver salvato la storia fra i preferiti… sono molto felice di averti incuriosita!
x Queen_of_Sharingan_91: oh che bello, posso approfittarne anche per ringraziarti per la bellissima recensione che hai lasciato mesi fa per “Wake Up, Ino”! Quanto a questa storia, spero davvero che non tradirà le tue aspettative… il tuo commento mi ha fatto molto piacere^^
   
 
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