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Autore: kimi    19/06/2013    1 recensioni
Era vero, per Belle la Bestia era più umana di tutti quei palloni gonfiati che aveva conosciuto al villaggio e che non facevano altro che prendere di mira suo padre o, come Gastone, di persuaderla a sposarsi e a vivere il resto della sua vita come una moglie ubbidiente. Ma soprattutto reclusa.
Ma lei era uno spirito libero, era testarda, era incapace di avere catene aggrovigliate al suo corpo pronte a trattenerla al suolo. Lei non era fatta per una vita mediocre, avrebbe vissuto intensamente ogni istante sfruttando al massimo tutto ciò che la vita le avrebbe offerto. E questo, la Bestia, lo capì; lei era come lui: arrogante, ambizioso, sfrontato. Per nulla al mondo si sarebbe fermato.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Al mio personalissimo Cavaliere Nero,
che mi ha fatto vivere la favola più bella ma più amara della mia vita
.

 

 

 

All’apparenza era tutto sbagliato. Lei costretta a rimanere al posto di suo padre; lei unica umana in un castello spettrale; lei la sola che poteva mettere al suo posto la Bestia. All’apparenza era tutto sbagliato, non c’era nulla di più vero. Ma se si andava ad analizzare la realtà dei fatti, si poteva vedere come a Belle, in fondo, piacesse esser rimasta, come quel castello ritornava poco a poco alla luce e come la Bestia – prima burbera ed intrattabile – stava inesorabilmente cambiando. In meglio.
“Belle.. – lui la chiamò titubante. La ragazza alzò lo sguardo, puntando i suoi intensi occhi castani in quelli azzurri di lui – Belle, scapperai ancora da me?”
Lei aggrottò la fronte: mesi prima, quando aveva iniziato la sua permanenza al castello, le cose erano precipitate ed era scappata. La Bestia la inseguì, ovviamente, e la salvò dai lupi affamati che riempivano la foresta circostante, rimanendone però ferito; fu allora che Belle lo vide. Fu allora che vide il suo lato umano.
“Come potrei mai fuggire da questo posto meraviglioso? – Prese fiato, guardandolo più dolcemente – E come potrei fuggire dall’essere migliore che io abbia mai conosciuto da quando sono qui?”. Era vero, per Belle la Bestia era più umana di tutti quei palloni gonfiati che aveva conosciuto al villaggio e che non facevano altro che prendere di mira suo padre o, come Gastone, di persuaderla a sposarsi e a vivere il resto della sua vita come una moglie ubbidiente. Ma soprattutto reclusa.
Ma lei era uno spirito libero, era testarda, era incapace di avere catene aggrovigliate al suo corpo pronte a trattenerla al suolo. Lei non era fatta per una vita mediocre, avrebbe vissuto intensamente ogni istante sfruttando al massimo tutto ciò che la vita le avrebbe offerto. E questo, la Bestia, lo capì; lei era come lui: arrogante, ambizioso, sfrontato. Per nulla al mondo si sarebbe fermato.
Ma poi.. poi si ritrovarono ad affogare l’una negli occhi dell’altro, ad aggrapparsi quasi timidamente ad un sentimento forse sbagliato, ma che li rendeva più uniti che mai. Si erano trovati e non si sarebbero più lasciati, lo sapevano ma non lo avrebbero mai ammesso, neppure a se stessi.
Legarsi a qualcuno fa paura, specie quando è così diverso da te, quando ci sono bisogni che non si potranno mai colmare. E faceva male, male da morire: così vicini nell'anima, eppure così fisicamente lontani.
La Bestia le accarezzò rudemente una guancia, lei si era abituata a quel contatto che trasudava dolcezza da ogni poro. Strinse la sua zampa tra le mani e lo guardò.
“Fa paura, sai?”
“Lo so – rispose lui – ma potrai andar via, se credi di non sopportarlo”
Belle chiuse gli occhi, beandosi di quella carezza. “Qualsiasi cosa sia, lo affronteremo. Insieme. Non riesco più ad immaginare una vita che non sia qui, non riesco ad immaginare una vita che non sia, soprattutto, con te. Noi da soli siamo nulla, due granelli di sabbia che il vento può trasportare lontano, ma insieme.. Insieme siamo una roccia e affronteremo tutto.”
Lui sorrise, mostrando le zanne acuminate a cui lei non si ritrasse e, anzi, rafforzò la presa sulla sua zampa.
“Dovunque ci porteranno i nostri cuori, dovunque il destino ci porterà, promettimi che saremo insieme”
“Promesso” rispose, e la Bestia si alzò, pronto a ritirarsi nelle sue stanze e a sorvegliare la rosa incantata, lasciando la donna che amava – perché sì, lui l’amava – intenta a leggere uno dei suoi libri preferiti.

 

 

 

 

 

_______________________________

Non so perché mi sia venuta in mente: sarà l’influenza di The Beauty and the Beast, sarà che è la mia fiaba preferita e che ho ascoltato la canzone da cui ho tratto il titolo, suscitando in me dei ricordi bellissimi per quanto dolorosi. Non vogliatemene, ma per stasera mi gira così. La dedica è per l'unico uomo che, fin'ora, io abbia mai amato e il colore è lo stesso azzurro dei suoi occhi. 
A presto, Mary.

 

 


   
 
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