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Autore: Debbie_93    20/06/2013    1 recensioni
Ispirato alla 8x23
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Ottava stagione
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«Sam, io non ce le faccio più», disse il fratello maggiore, sospirando. Strinse leggermente i pugni sulle sue ginocchia, mentre teneva lo sguardo puntato in basso.
«Dean, nessuno ti obbliga a farlo. E’ una mia scelta e intendo andare fino in fondo», ribatté per l’ennesima volta il ragazzo dai capelli lunghi e il viso ormai scavato. Era da giorni che non toccava cibo e continuava a tossire, come se avesse l’influenza mista a mal di testa.
«Non te lo permetterò! Non finirà e lo sai meglio di me», voltò lo sguardo verso il fratello. La sua espressione distrutta si tramutò in qualcosa di peggiore. Non aveva mai visto Sam in quelle condizioni e iniziava a pensare che tutta quella storia li stava portando verso il baratro.
«Fermarmi non risolverà il problema».
Ci fu un momento di silenzio. Si udivano solo i loro respiri. I loro sguardi persi nel vuoto e le loro menti dove vagavano immagini cruente, ricordi passati e quei momenti che li avevano visti come dei veri uomini. Due fratelli che avrebbero fatto di tutto pur di restare una famiglia.
Il maggiore si alzò, prendendo la sua bottiglia di vodka e il bicchiere ormai vuoto. Se ne scolò un po’ e cercò di riflettere per un solo istante. Il suo sguardo era puntato dritto di fronte a sé, con quell’espressione seria e quasi autoritaria. Sam era sotto la sua responsabilità e se gli fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato per nulla al mondo. La storia ormai stava giungendo al termine e scrivere la parola – fine – sembrava quasi un sogno per lui. Dopotutto quello che avevano fatto, passato e provato si stava rendendo conto che forse la sua vita poteva avere una svolta, ma cercava di non illudersi troppo. Si erano sacrificati in quello che credevano e forse finalmente, i loro sforzi sarebbero stati ricambiati.
Dean guardò per un istante il bicchiere, mentre il fratello minore lo seguiva in ogni movimento. La vista iniziava a sfuocarsi e iniziava a sentire caldo, ma cercò di ricomporsi e non mostrare al fratello quando stesse male.
«Non permetterò che tu te ne vada un’altra volta», interruppe quel silenzio che pareva eterno, mentre si sedette sul letto e sospirò, poggiando la bottiglia sul pavimento. Portò una mano al capo e se la passò fra i capelli. Sembrava quasi disperato e distrutto. Ogni volta che incrociava lo sguardo di Sam era come se vedesse i suoi sensi di colpa e le sue responsabilità che lo continuavano a inseguirlo. Questa era la prova decisiva e lo sapevano entrambi. Uno dei due doveva morire, ma non per questo potevano trovare un compromesso. Entrambi sapevano come doveva andare a finire la storia, ma Dean non lo accettava. Non accettava il fatto di rimanere da solo un’altra volta.
«Dean», lo sguardo dritto neglio occhi, mentre poggiò una mano al ginocchio del fratello maggiore. Di quel fratello che lo aveva sempre tirato fuori dai guai e che si era sempre preoccupato di lui da quando era in fasce. Una serie di ricordi che gli erano rimasti impressi per sempre e se doveva morire, questo era il modo per dirgli quando gli voleva bene e quando sarebbe stato disposto a rendere le cose migliori. Sapeva che Dean la pensava diversamente, che lui meritava di più di quando gli era stato tolto. Una vita normale, ma sapeva che non era possibile. «Lo sto facendo perché è così che voglio che vada. Non m’importa se morirò di nuovo».
D’improvviso gli occhi del cacciatore più vecchio si accesero come un riflettore in un campo da football. Guardò la mano posata sul suo ginocchio. Fece una lieve smorfia.
«No, Sam non te ne andrai e ti prometto che dopo questa storia ce ne andremo a vedere un concerto Ozzy con tanto di birra e due ragazze», cercò di sorridere anche se non ci riusciva. Dean non era mai stato bravo con le parole, a volte un gesto voleva molto di più e questo lui lo sapeva. Se doveva morire Sam, Dean non ci avrebbe pensato due volte di tirarlo fuori. Funzionava così, nessuno dei due non poteva vivere senza altro. Si erano sopportati a vicenda, tra qualche litigio e qualche parola detta di troppo, ma poi tornavano assieme a combattere il male.
Sam fiutò il fatto che il fratello non aveva nessuna intenzione di mollarlo. Oppure nella sua testa stava frullando una soluzione, ancora non lo sapeva eppure conosceva quello sguardo. Non si sarebbe dato pace fino a che non aveva la certezza che entrambi vivessero come tutta la gente normale, ma loro non lo erano e non sarebbero mai stati. Era un lavoro di famiglia e tutto quello che pensava in quel momento era di trovare il coraggio di rimettere le cose a posto. Dopotutto era a causa sua o forse di tutta una serie di eventi che si erano susseguiti talmente veloci che non aveva avuto nemmeno il tempo di frenare e riflettere.
«Cerco», concluse. Cercò di tirarsi su, ma non ci riuscì. Si sentiva stanco e senza forze. Questo era il passo finale, la prova decisiva. Un addio non serviva e per una volta non era Dean a sacrificarsi per gli altri, aveva fatto troppo e Sam voleva restituire il favore. Era vero, c’erano delle cose che avrebbe voluto dirgli. Di tutti i suoi sensi di colpa e di tutte le cose che aveva fatto durante la sua vita. Sapeva che non sarebbe servivo a granché e voleva solo abbracciarlo e godersi quel momento in pace.
Dean intercettò il movimento del fratello e lo mise steso sul letto. “Adesso dormi, campione ne hai veramente bisogno”, lo guardò per un istante e poi si diresse verso la porta del bagno.
«Dean… ti ho mai detto che sei il migliore fratello che abbia mai avuto».
Il ragazzo dagli occhi color smeraldo sorrise leggermente, voltandosi e guardandolo addormentarsi come un bambino.

 

   
 
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