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Autore: ferao    20/06/2013    4 recensioni
[Black Mirror]
Vomita e non riesce a smettere. Il pensiero di sua moglie, dei suoi colleghi, dei suoi amici e parenti lo fa stare ancora peggio, gli stringe lo stomaco e gli arriva fino all’anima, fino a lì dove fa più male – fin dove non può più arrivare. Vomita, sputa, piange, vuole morire. Ma non muore.
Non muore, perché nonostante tutto non ha finito.
[Scritta per i Prompt Days di Pseudopolis Yard!]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Note: questa ff è stata scritta per i Prompt Days di Pseudopolis Yard (che è un posto assolutamente meraviglioso!).
Si colloca durante il primo episodio, quello in cui compare il Primo Ministro Callow. Già, proprio quell'episodio. Se conoscete la serie, sapete di che sto parlando.
Se non la conoscete, beh, guardatela.
Il prompt che ho sviluppato è "vile".

Spero vi piaccia!
Fera





Non ha finito



 
Finito.
Barcolla a malapena sulle proprie gambe, senza avere neanche le forze per richiudersi i pantaloni.
Finito.
Si accascia tra le prime braccia pronte ad accoglierlo – non importa di chi siano, non importa chi lo veda, non importa.
Finito.
Non importa chi lo veda, ormai l’hanno visto tutti – tutti, tutti. E non è un’iperbole, non è un’esagerazione, sei miliardi di persone l’hanno visto scopare in diretta con un maiale e mio Dio mio Dio sono andato fino in fondo l’ho fatto ho finito.
Finito.
Si lascia guidare da quelli che riconosce essere i membri del suo staff (non ne è sicuro, ha pianto talmente tanto che i suoi occhi bruciano – forse bruceranno ancora per ore). Lascia che lo portino verso le toilette, che gli aprano la porta, venga, Ministro, non si preoccupi, è tutto finito, finito, finito.
Finito.
Come me, pensa mentre si inginocchia davanti al water e vomita tutto il vomitabile, vomita di schifo e orrore e disprezzo e paura. Vomita le immagini che ancora scorrono davanti ai suoi occhi, vomita le sensazioni che gli si sono appiccicate addosso, vomita gli odori e i rumori e Dio Dio Dio che ho fatto che ho fatto tanto valeva morire tanto valeva suicidarmi non appena l’ho saputo Dio mio fallo smettere fammi smettere fa’ che sia
finito.
Vomita e non riesce a smettere. Il pensiero di sua moglie, dei suoi colleghi, dei suoi amici e parenti lo fa stare ancora peggio, gli stringe lo stomaco e gli arriva fino all’anima, fino a lì dove fa più male – fin dove non può più arrivare. Vomita, sputa, piange, vuole morire. Ma non muore.
Non muore, perché nonostante tutto non ha finito.
Dovrà rialzarsi, uscire da quel posto, fingere una compostezza e una dignità ormai perduti per sempre. Dovrà andare da sua moglie e sopportare il suo sorriso falso, le sue falsi rassicurazioni, il suo falso amore. (Come puoi amare uno che ha fatto una cosa del genere?)
Dovrà tollerare le pacche sulle spalle, gli sguardi di ammirazione, i complimenti, al posto suo non l’avrei mai fatto, lei è un eroe, la voterò di sicuro al prossimo mandato. Dovrà ascoltare e fingere di non sapere che, per più di un’ora e mezza, il mondo ha riso di lui, ha provato raccapriccio per lui, ha pensato grazie a Dio è successo a lui e non a me.
Dovrà fare tutto ciò, e lo farà.
Perché una cosa, una sola – quella a cui si aggrappa con tutte le sue forze per non morire lì e ora – gli è rimasta, la più importante, la più vitale:
il Primo Ministro Michael Callow è finito, ma non è un vile. E tutti, tutti, lo sanno.





   
 
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