Sono quello che vuoi tu
Porto le mani alle orecchie.
-BASTA! SMETTILA DI URLARE!-
Calde lacrime mi rigano le guance, ma lui non ci bada. O forse è così scemo da non accorgersene.
-IO NON SMETTO DI URLARE! E GUARDAMI
NEGLI OCCHI QUANDO TI PARLO!- urla di rimando afferrandomi un braccio.
Le vede. Le mie lacrime.
-Non sopporto quando piangi…- mormora
fissando il suo sguardo celeste fiero nel mio ormai lucido.
-E io non sopporto quando urli…- ribatto
in un sussurro.
Mi attira a sé e mi bacia con passione. Mi strinse sempre di più,
ma dopo pochi secondi sentiamo già il bisogno d’aria
farsi impellente. Ci guardiamo negli occhi, poi appoggio
la fronte al suo petto. Lui mi stringe sempre di più, accarezzandomi i capelli
neri lisci.
-Ti prego… non piangere…- mi rassicura.
Stringo le sue spalle con le braccia, continuando imperterrita a
piangere. Mi fisso allo specchio dietro di lui.
Faccio davvero pena.
Gabriella Montez che non riesce a dire Addio all’uomo che la fa
soffrire ogni giorno.
Non ci riesco. Non riesco a lasciarlo solo, non riesco a dire
Addio a questo uomo che è stato uno dei miei primi
amori e che continua ad essere per me una spalla su cui piangere.
Chi è lui?
Semplice: Troy Bolton.
-Troy… non urlare mai più…- mormoro cercando di ridarmi un
contegno. Mi separo da lui e mi asciugo velocemente le lacrime.
-Mi dispiace, sono solo un po’ sotto
pressione.- si giustifica lui sedendosi stancamente al tavolo della cucina.
-Sotto pressione?- ripeto stranita mettendo un bollitore con
l’acqua, -Allora lo sei tutte le sere, visto che ogni
volta che torni a casa sei così.-
-Per favore, non ho voglia di litigare.- mi fissa silenzioso mentre mi muovo per il piccolo angolo-cucina del
nostro appartamento. Viviamo insieme da circa due anni.
Verso l’acqua con la bustina di the alla vaniglia in una tazza
bianca, -Che c’è?- domando senza voltarmi.
Me ne sono accorta benissimo che mi fissa.
Lo sento alzarsi e le sue braccia mi avvolgono da dietro. Inspira
il profumo dei miei capelli appena lavati, mentre con le mani mi slaccia lentamente
la camicetta azzurra.
-Ti prego. Non lasciarmi solo stanotte.-
-Che c’è? Stasera non c’era
nessuna disponibile?- lo rimbecco io scansando la sua
presa ed allontanandomi.
-Gabriella, ti ho già chiesto scusa.-
-Non basta. Io non voglio le tue scuse, Troy.- ora ho deciso,
-Voglio che tu te ne vada dalla mia vita.-
-Dai, non essere sciocca.- mi raggiunge e mi bacia.
Lo spingo via, -Non voglio nemmeno i tuoi
baci.- stringo i pugni, poi butto a terra la mia tazza.
Il the si sparge sul tappeto, la tazza ormai è
a frantumi.
-Che fai? Sei impazzita?-
-Certo, io sono matta!- corro verso il
tavolino davanti alla porta. Afferro il vaso di girasoli, -Io sono tutto quello
che hai sempre voluto! Ma tu mi critichi
continuamente!-
-Smettila!-
Gli lancio il vaso, lui lo scansa. Forse
sono davvero impazzita. Ma ora sono stufa.
Corro verso lo stereo, lui
mi afferra per le spalle.
-LASCIAMI!- grido ricominciando a piangere.
Lui mi lascia allibito e io faccio partire una musica senza
parole. Prendo un foglio e glielo do.
-Questa è la canzone per il mio terzo disco.- gli spiego mentre le note si espandono per l’appartamento, -Sarà
il primo singolo. E lo dedico a te.-
Prendo un grosso respiro e comincio a cantare.
Se vuoi fare la pace
Abbassa un
poco la voce
Ma che cos’è che ti brucia
Che ti rende feroce
Se vuoi darmi la croce
Se è così che ti piace
Allora
fallo veloce
E non parliamone più
Lo spingo via, mentre lui mi guarda sbalordito. Mi sono stancata
di essere usata. Quando mi sono messa con lui non
pensavo che avrei litigato ogni santo giorno, anche per delle sciocchezze.
Se vuoi l’amore
Allora
spegni la luce
Non li
voglio i tuoi baci
Fai il tuo
comodo e taci
Lascia
stare le scuse
Che non ti servono a niente
Lascia che
sia domani
E chiudiamola qua
Lo spingo verso il letto matrimoniale e a baldacchino, mettendomi
sopra di lui. Le lacrime che scorrono sulle mie guance, ma la
voce non incrinata per il mio pianto. Mi chino e gli apro la camicia
nera, lasciandolo a petto nudo.
Troy si mette a sedere, -Gabriella…- tenta
di fermarmi.
Io non gli do ascolto e in un attimo ricomincio la canzone.
Io non ti
capisco più
Spiegami
se puoi
Ma dimmelo tu
Come mi
vuoi
-Dimmi come mi vuoi, Troy…- sussurro piangendo, -Sembra che ogni
volta io non sia quello che desideri…-
-Non è così, Gabriella…- mi ammonisce Troy guardandomi fisso negli
occhi, -Sei esattamente come voglio.-
-Io non so chi sono. Come potresti saperlo tu?-
Sono fuoco
e sono vento
Sono una e
sono cento
Sono
brutta e sono bella
La tua
croce, la tua stella
Sono allegra, sono triste
Sono
Ercole o Maciste
Troppa
magra, troppa tonda
Sono bruna
e sono bionda
Prendo una foto dal comodino. Ci ritrae abbracciati al parco. Io
ho i capelli biondi.
Facevo schifo, ma l’avevo fatto perché
lui mi voleva bionda e non bruna. La prende in mano e la guarda tristemente.
Ora sono tornata bruna, solo perché la tinta si è tolta la scorsa settimana.
Con lui sono allegra, sono triste. Sono
l’opposto di qualcosa che non sono io. Io voglio essere solo me stessa, ma Troy me lo impedisce. E
allora cerco di farglielo capire con questa canzone.
Sono tutto
ciò che conta e poi no, non valgo niente
Io non
c’entro coi tuoi guai
Poi
colpevole e innocente
Sono falsa, sono matta
Prima
cagna e dopo gatta
Io non
posso essere più
Tutto quello che ogni volta dici tu
Prende le mie mani tra le sue, fa per parlare ma
glielo impedisco ancora. Se parla non avrò il coraggio
di finire il mio canto, non avrò il coraggio di mandarlo via dalla mia vita.
Quante volte mi hai tradito
Quante volte sei tornato
Ed io qui ad aprir la
porta
E ti ho sempre perdonato
Ma
stavolta non mi inganni
Hai finito
di insultarmi
Mi
riprendo la mia vita
La porta
sta là
Stendo il braccio e indico la porta dell’appartamento
chiusa. Lui la fissa. E in un attimo mi ricordo
di quante volte mi ha tradito. Dovevo già accorgermene alla East
High, quando iniziava a dimostrare interesse verso Sharpay.
Mi ha lasciata. Mi sono fatta una vita.
Poi lui è rientrato nella mia vita, facendomi credere che fosse seriamente
dispiaciuto. Magari lo era. Io lo amo con tutto il cuore, di questo
ne sono certa. Ma non sopporto più questa situazione, non posso più
litigare con lui per qualcosa che ha fatto, non posso più sentirmi dire che lo fa perché non gli dimostro quanto lo amo. Non
posso più farmi ingannare da lui.
Sono acqua
e sono terra
Sono pace
e sono guerra
Sono
albergo e sono casa
La tua
noia, la tua musa
Sono madre, sono amica
Prima cura,
poi ferita
Sono
schiava e poi regina
Sono furba
e poi cretina
Mi metto a cavalcioni su di lui, costringendolo a sdraiarsi sul
morbido materasso. Stringo le lenzuola bianche nelle mie mani candide. Lo
accuso di quello che mi ha fatto patire in questi anni. Io non sono quello che
vuole. E non sono nemmeno cretina come probabilmente pensa.
Sono tutto
ciò che conta e poi no, non valgo niente
Io non
c’entro coi tuoi guai
Poi
colpevole e innocente
Sono falsa sono matta
Prima
cagna e dopo gatta
Io non
posso essere più
Tutto quello che ogni volta dici tu
La musica finisce, come il mio canto.
Lo fisso, respirando a fatica. Si sentono solo i nostri respiri in
tutto l’appartamento.
-Gabriella, io…- mi guarda confuso, -Io non sapevo… come potevo
immaginare che…-
-Che stessi male?- lo interrompo, le
lacrime che continuano a scorrere. Non ho smesso un attimo di piangere, -E’
questo il tuo problema, Troy. Non sai niente di me.-
-Mi dispiace…- mi sposta e si alza dal letto.
Lo fisso mentre prende la giacca nera e
agguanta un po’ di roba sparsa per la stanza. La ripone in fretta in un
borsone.
-Il resto verrò a prenderlo un altro
giorno.- dice dandomi le spalle, -Non ti preoccupare, verrò quando tu non sei a
casa. Non mi rivedrai mai più.-
-Troy!- mi metto inginocchio sul letto,
fermandolo. Lui si volta verso di me, -Vieni qui…-
sussurro.
Troy mi raggiunge, mettendosi di fronte a me.
Lo bacio appassionata, -Ogni sera hai voluto fare l’amore… non
credo perché tu mi amassi…- gli poso due dita sulle
labbra quando cerca di ribattere, -Ti ho sempre accontentato. Non ho mai detto
di no. Questa notte… la nostra ultima notte… voglio che tu mi ami…-
-Gabriella, come puoi pensare che io non ti am…-
-Per una volta ti chiedo di non lasciarmi sola.-
lo interrompo con sguardo deciso.
Troy mi guarda un attimo, poi appoggia il borsone a terra e mi
prende il viso tra le mani. Mi bacia piano, con una dolcezza che aveva solo
all’inizio del nostro rapporto. Poco dopo mi distende sul letto, mettendosi
sopra di me.
Ed è così che facciamo
l’amore.
Apro gli occhi lentamente, sbattendo le palpebre per abituarmi alla luce del giorno. Mi volto verso la parte sinistra del
letto e la vedo vuota.
Mi alzo e vado a farmi una doccia. Esco poco dopo dal bagno, con i
capelli bagnati raccolti in una coda alta. Indosso un paio di pantaloncini
bianchi e una maglietta slargata gialla. Mi avvicino al frigorifero e faccio
per aprire l’anta, quando un foglio a righe, probabilmente staccato da un
quaderno, attira la mia attenzione. Lo stacco lentamente e leggo.
Buongiorno, Gabriella. Sono andato via presto, questa mattina. E non tornerò questa sera. La tua canzone mi ha fatto
riflettere e quindi andrò a casa dei miei genitori per un po’. Ho bisogno di
riflettere sui miei errori e su ciò che ti ho fatto.
Spero di essere riuscito ad amarti questa notte e che per una
volta fossi io ciò che volevi.
Mi dispiace sul serio.
Sappi che non mentivo, però. Ti ho sempre amato e lo farò sempre.
Ma hai ragione. Noi due
abbiamo bisogno di riprendere la nostra vita in mano e di lasciarci il passato
alle spalle. È meglio per tutti e due. Spero solo che
tu mi possa perdonare un giorno, per non essere mai riuscito a dimostrarti
quanto ti amavo.
Tuo per sempre
Troy
Mi siedo al tavolo circolare della cucina, riflettendo un attimo
su ciò che è successo.
In un attimo ho perso Troy, ma ho riavuto la mia vita.
Rileggo velocemente la sua lettera, per poi sorridere per la prima
volta da anni.
Un sorriso sincero, che probabilmente illumina il mio viso.
Alzo lo sguardo e vedo sul tavolo un anello.
La fede di fidanzamento.
Dovevamo sposarci fra due mesi.
Prendo la fedina e me la metto al dito, nello stesso posto in cui
sta la mia. Non so nemmeno perché gli ho detto di sì, quel giorno di un anno
fa. Forse perché le cose andavano finalmente bene e pensavo che il nostro amore
avesse bisogno di qualcosa per essere legato veramente.
Sospiro e poi noto il casino che c’è sul tappeto. La tazza ormai
in frantumi è ancora là. Pulisco velocemente e butto tutto,
poi vedo anche il testo della canzone. Quello stesso testo che gli mostrato ieri. Deve averlo buttato a terra
mentre cantavo ieri sera.
Lo afferro e lo ripongo nella cartelletta con tutti gli altri
testi delle mie canzoni.
Sono le canzoni del mio nuovo album e li ho già fatti ascoltare
alla mia manager e al produttore. Sono piaciuti
subito, anche se mi hanno detto che sono un po’ troppo
tristi per una ventiduenne come me. Ma all’amore non si comanda, no?
Scrivo un messaggio veloce col cellulare a Taylor. È ancora la mia
migliore amica, anche se non ci sentiamo più spesso come prima visto che lei
ora è professoressa di scienze ad Harvad.
Se n’è andato. Gli ho detto Addio. Ti
voglio bene.
Un mese
dopo…
-Allora… Chad devi chiamare la signora Preston.-
dice Taylor sfogliando la mia rubrica telefonica.
Chad esegue l’ordine, sdraiato sul divano di fronte a quello dove
siamo sedute io e Taylor. Compone un numero e comincia a parlare.
-Kelsi, te chiama la signora Darbus.
Jason, pensa al suo terzo marito e Sharpay alla figlia.- i tre in questione,
chi seduto sul tappeto come Kelsi e Jason, e chi in piedi, come Sharpay,
cominciano il loro giro di telefonate, -Zeke tu pensa ai nonni di Gabriella che
abitano in Florida, Ryan allo zio che abita in Francia e Martha al preside
Matsui.- anche loro tre eseguono l’ordine della mia amica.
Riattacco la cornetta, dopo aver parlato con mia zia e averle
spiegato che il matrimonio è saltato.
-Grazie ragazzi per quello che state facendo.- sorrido
all’indirizzo dei miei amici.
-Ah, nessun problema.- sorride Martha per poi parlare con il
nostro ex-preside.
Mi stupisco di come la nostra amicizia sia
ancora così salda. Forse è vero che l’unico cambiato era proprio Troy.
-Ragazzi… ho bisogno di un po’ d’aria. Fate come se foste a casa
vostra.- mi alzo e prendo il cappotto dall’appendi-abiti.
-Tutto bene?- mi chiede Kelsi accigliata, -Vuoi che venga con te?-
-No, tranquilla Kelsi.- saluto con la mano ed esco dall’appartamento.
Faccio un giro per il parco, respirando l’aria fresca. Mi avvio
verso il lago, fissando il mio sguardo sulle due fedine che sostano ancora sul
mio anulare. Forse è il caso di toglierle.
-Gabriella…-
Alzo lo sguardo e perdo un battito, -Troy…- mormoro guardandolo
stupita, -Ciao…-
Troy mi viene incontro e sorride imbarazzato, -Come sta la mia
cantante preferita?-
-Bene. Tu?-
-Bene.-
Cale un silenzio imbarazzante. È
da quella notte che non ci vediamo.
-Ho saputo che il disco sta andando alla grande. Sono stato uno
dei primi a comprarlo.-
Sorrido, -Già… io invece ho saputo che sei entrato nei Red Hox.
Sono fiera di te.-
-Grazie.-
Altro silenzio imbarazzante.
-Quella non è la mia fedina?-
Boccheggio, mentre lui mi prende la mano, -Sì… l’hai lasciata sul
tavolo e… ho pensato…-
-Stai avvertendo tutti che il matrimonio è saltato?-
-Da me ci sono in questo momento tutti.- ammetto.
-Per tutti intendi
Taylor e company?-
Annuisco, -Sì.- rispondo semplicemente, -Vuoi salire un attimo a
salutarli?-
-Oh, no. Non credo abbiano molta voglia di vedermi.- scuote la
testa negativamente, -Mi strozzerebbero per quello che ti ho fatto patire in
tutti questi anni.-
-No, dai… non fare così ora…-
-Tranquilla, non sto facendo la vittima.- mi rassicura ridendo,
-Dico solo che forse è un po’ presto per incontrare tutti. Persino Chad non mi
parla più da quando ha saputo che ci siamo lasciati.-
-Senti… sei stato una parte della mia
vita.- cerco di convincerlo, -Bene o male mi sei stato accanto. Magari possiamo
essere amici. E quale modo migliore di esserlo se non concludere
tutte le chiamate per disdire il matrimonio?-
-Perché lo fai? Dovresti odiarmi.- mi fa notare sarcasticamente.
-Ti prego, ho superato la fase dell’odio
e del disprezzo. Ora tocca a quella del perdono.- gli porgo una mano,
-Coraggio. Ci sono io.-
Lui mi sorride e stringe la mia mano.
-Aspetta…- gli restituisco la fedina.
Troy la mette e poi insieme ci avviamo verso casa.
Quando apro la porta tutti
rimangono sbalorditi nel vederci mano nella mano.
-Oh, no…- mormora Ryan accasciandosi sul divano, -Non dirmi che dobbiamo richiamare tutti…-
-Che ci fa lui qui?- domanda
Zeke confuso.
-L’ho perdonato. Ma…- interrompo la
risposta di Sharpay, -Non stiamo insieme. Siamo amici. È giusto così.-
Mi siedo accanto a Taylor, mentre Troy prende
posto accanto a Chad. Chad lo guarda un po’ arrabbiato, ma poi sorride e si
scambiano il loro gesto di saluto da fratelli. Forse loro non lo perdoneranno
tanto presto, ma io l’ho fatto.
Manca qualcosa nella mia vita.
E non sto parlando dell’amore.
Sto parlando di Troy. Di una persona che nonostante tutto mi è stata accanto, che nonostante tutto quando ci siamo
incontrati mi ha dimostrato che essere liberi voleva dire anche poter
esprimersi al meglio.
The Starting Of Something New.
Ma se quel momento di
tanti anni fa pensavo che la canzone parlasse d’amore, adesso credo che
parlasse di qualcosa di un po’ diverso. Parlava dell’amicizia, del perdono. E della fiducia.
Ripongo la mia fiducia in lui.
E speriamo che questa volta
vado meglio.
Ricomincio il giro di telefonate, chiamando questa volta un
parente lontano di Troy. Tutti incominciano a chiamare e li fisso sorridente mentre spiego al telefono che il matrimonio non
si farà.
Sorrido a Troy, che ricambia mentre parla
al cellulare con qualche suo parente dopo aver dato la propria rubrica a
Taylor.
-Sono quello che vuoi tu?- mi domanda
riattaccando e sorridendomi.
Gli altri ci fissano accigliati, ricordando il titolo della mia
canzone nuova.
-Sì. Adesso sì.- rispondo.
Adesso è quello che volevo.
Un amico.
The End
************
Visto? Altra one-shot! XD Non so quante cose sto aggiornando
stasera, oh. Comunque questa l’ho scritta per il
semplice motivo che ho il nuovo album di Anna Tatangelo. Infatti
la canzone è “Sono quello che vuoi tu” ed è tratta appunto dal suo album. L’ho sentita la prima volta, poi l’ho ascoltata la seconda
volta. E in un solo pomeriggio ho scritto la one-shot
trovandola perfetta.
Fatemi sapere in tanti
Bacioni
By Titty90
^^