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Autore: Fiery    05/01/2008    4 recensioni
Porto le mani alle orecchie. -BASTA! SMETTILA DI URLARE!- Calde lacrime mi rigano le guance, ma lui non ci bada. O forse è così scemo da non accorgersene. -IO NON SMETTO DI URLARE! E GUARDAMI NEGLI OCCHI QUANDO TI PARLO!- urla di rimando afferrandomi un braccio. Le vede. Le mie lacrime. -Non sopporto quando piangi…- mormora fissando il suo sguardo celeste fiero nel mio ormai lucido. -E io non sopporto quando urli…- ribatto in un sussurro.
Altra shot XD Gabriella è sempre più tenace ed Herm90 mi porta sempre di più dalla parte TOT ^^
Genere: Generale, Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gabriella Montez, Troy Bolton
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Sono quello che vuoi tu

Sono quello che vuoi tu

 

Porto le mani alle orecchie.

-BASTA! SMETTILA DI URLARE!-

Calde lacrime mi rigano le guance, ma lui non ci bada. O forse è così scemo da non accorgersene.

-IO NON SMETTO DI URLARE! E GUARDAMI NEGLI OCCHI QUANDO TI PARLO!- urla di rimando afferrandomi un braccio.

Le vede. Le mie lacrime.

-Non sopporto quando piangi…- mormora fissando il suo sguardo celeste fiero nel mio ormai lucido.

-E io non sopporto quando urli…- ribatto in un sussurro.

Mi attira a sé e mi bacia con passione. Mi strinse sempre di più, ma dopo pochi secondi sentiamo già il bisogno d’aria farsi impellente. Ci guardiamo negli occhi, poi appoggio la fronte al suo petto. Lui mi stringe sempre di più, accarezzandomi i capelli neri lisci.

-Ti prego… non piangere…- mi rassicura.

Stringo le sue spalle con le braccia, continuando imperterrita a piangere. Mi fisso allo specchio dietro di lui.

Faccio davvero pena.

Gabriella Montez che non riesce a dire Addio all’uomo che la fa soffrire ogni giorno.

Non ci riesco. Non riesco a lasciarlo solo, non riesco a dire Addio a questo uomo che è stato uno dei miei primi amori e che continua ad essere per me una spalla su cui piangere.

Chi è lui?

Semplice: Troy Bolton.

-Troy… non urlare mai più…- mormoro cercando di ridarmi un contegno. Mi separo da lui e mi asciugo velocemente le lacrime.

-Mi dispiace, sono solo un po’ sotto pressione.- si giustifica lui sedendosi stancamente al tavolo della cucina.

-Sotto pressione?- ripeto stranita mettendo un bollitore con l’acqua, -Allora lo sei tutte le sere, visto che ogni volta che torni a casa sei così.-

-Per favore, non ho voglia di litigare.- mi fissa silenzioso mentre mi muovo per il piccolo angolo-cucina del nostro appartamento. Viviamo insieme da circa due anni.

Verso l’acqua con la bustina di the alla vaniglia in una tazza bianca, -Che c’è?- domando senza voltarmi.

Me ne sono accorta benissimo che mi fissa.

Lo sento alzarsi e le sue braccia mi avvolgono da dietro. Inspira il profumo dei miei capelli appena lavati, mentre con le mani mi slaccia lentamente la camicetta azzurra.

-Ti prego. Non lasciarmi solo stanotte.-

-Che c’è? Stasera non c’era nessuna disponibile?- lo rimbecco io scansando la sua presa ed allontanandomi.

-Gabriella, ti ho già chiesto scusa.-

-Non basta. Io non voglio le tue scuse, Troy.- ora ho deciso, -Voglio che tu te ne vada dalla mia vita.-

-Dai, non essere sciocca.- mi raggiunge e mi bacia.

Lo spingo via, -Non voglio nemmeno i tuoi baci.- stringo i pugni, poi butto a terra la mia tazza.

Il the si sparge sul tappeto, la tazza ormai è a frantumi.

-Che fai? Sei impazzita?-

-Certo, io sono matta!- corro verso il tavolino davanti alla porta. Afferro il vaso di girasoli, -Io sono tutto quello che hai sempre voluto! Ma tu mi critichi continuamente!-

-Smettila!-

Gli lancio il vaso, lui lo scansa. Forse sono davvero impazzita. Ma ora sono stufa.

Corro verso lo stereo, lui mi afferra per le spalle.

-LASCIAMI!- grido ricominciando a piangere.

Lui mi lascia allibito e io faccio partire una musica senza parole. Prendo un foglio e glielo do.

-Questa è la canzone per il mio terzo disco.- gli spiego mentre le note si espandono per l’appartamento, -Sarà il primo singolo. E lo dedico a te.-

Prendo un grosso respiro e comincio a cantare.

 

Se vuoi fare la pace

Abbassa un poco la voce

Ma che cos’è che ti brucia

Che ti rende feroce

Se vuoi darmi la croce

Se è così che ti piace

Allora fallo veloce

E non parliamone più

 

Lo spingo via, mentre lui mi guarda sbalordito. Mi sono stancata di essere usata. Quando mi sono messa con lui non pensavo che avrei litigato ogni santo giorno, anche per delle sciocchezze.

 

Se vuoi l’amore

Allora spegni la luce

Non li voglio i tuoi baci

Fai il tuo comodo e taci

Lascia stare le scuse

Che non ti servono a niente

Lascia che sia domani

E chiudiamola qua

 

Lo spingo verso il letto matrimoniale e a baldacchino, mettendomi sopra di lui. Le lacrime che scorrono sulle mie guance, ma la voce non incrinata per il mio pianto. Mi chino e gli apro la camicia nera, lasciandolo a petto nudo.

Troy si mette a sedere, -Gabriella…- tenta di fermarmi.

Io non gli do ascolto e in un attimo ricomincio la canzone.

 

Io non ti capisco più

Spiegami se puoi

Ma dimmelo tu

Come mi vuoi

 

-Dimmi come mi vuoi, Troy…- sussurro piangendo, -Sembra che ogni volta io non sia quello che desideri…-

-Non è così, Gabriella…- mi ammonisce Troy guardandomi fisso negli occhi, -Sei esattamente come voglio.-

-Io non so chi sono. Come potresti saperlo tu?-

 

Sono fuoco e sono vento

Sono una e sono cento

Sono brutta e sono bella

La tua croce, la tua stella

Sono allegra, sono triste

Sono Ercole o Maciste

Troppa magra, troppa tonda

Sono bruna e sono bionda

 

Prendo una foto dal comodino. Ci ritrae abbracciati al parco. Io ho i capelli biondi.

Facevo schifo, ma l’avevo fatto perché lui mi voleva bionda e non bruna. La prende in mano e la guarda tristemente. Ora sono tornata bruna, solo perché la tinta si è tolta la scorsa settimana.

Con lui sono allegra, sono triste. Sono l’opposto di qualcosa che non sono io. Io voglio essere solo me stessa, ma Troy me lo impedisce. E allora cerco di farglielo capire con questa canzone.

 

Sono tutto ciò che conta e poi no, non valgo niente

Io non c’entro coi tuoi guai

Poi colpevole e innocente

Sono falsa, sono matta

Prima cagna e dopo gatta

Io non posso essere più

Tutto quello che ogni volta dici tu

 

Prende le mie mani tra le sue, fa per parlare ma glielo impedisco ancora. Se parla non avrò il coraggio di finire il mio canto, non avrò il coraggio di mandarlo via dalla mia vita.

 

Quante volte mi hai tradito

Quante volte sei tornato

Ed io qui ad aprir la porta

E ti ho sempre perdonato

Ma stavolta non mi inganni

Hai finito di insultarmi

Mi riprendo la mia vita

La porta sta là

 

Stendo il braccio e indico la porta dell’appartamento chiusa. Lui la fissa. E in un attimo mi ricordo di quante volte mi ha tradito. Dovevo già accorgermene alla East High, quando iniziava a dimostrare interesse verso Sharpay.

Mi ha lasciata. Mi sono fatta una vita. Poi lui è rientrato nella mia vita, facendomi credere che fosse seriamente dispiaciuto. Magari lo era. Io lo amo con tutto il cuore, di questo ne sono certa. Ma non sopporto più questa situazione, non posso più litigare con lui per qualcosa che ha fatto, non posso più sentirmi dire che lo fa perché non gli dimostro quanto lo amo. Non posso più farmi ingannare da lui.

 

Sono acqua e sono terra

Sono pace e sono guerra

Sono albergo e sono casa

La tua noia, la tua musa

Sono madre, sono amica

Prima cura, poi ferita

Sono schiava e poi regina

Sono furba e poi cretina

 

Mi metto a cavalcioni su di lui, costringendolo a sdraiarsi sul morbido materasso. Stringo le lenzuola bianche nelle mie mani candide. Lo accuso di quello che mi ha fatto patire in questi anni. Io non sono quello che vuole. E non sono nemmeno cretina come probabilmente pensa.

 

Sono tutto ciò che conta e poi no, non valgo niente

Io non c’entro coi tuoi guai

Poi colpevole e innocente

Sono falsa sono matta

Prima cagna e dopo gatta

Io non posso essere più

Tutto quello che ogni volta dici tu

 

La musica finisce, come il mio canto.

Lo fisso, respirando a fatica. Si sentono solo i nostri respiri in tutto l’appartamento.

-Gabriella, io…- mi guarda confuso, -Io non sapevo… come potevo immaginare che…-

-Che stessi male?- lo interrompo, le lacrime che continuano a scorrere. Non ho smesso un attimo di piangere, -E’ questo il tuo problema, Troy. Non sai niente di me.-

-Mi dispiace…- mi sposta e si alza dal letto.

Lo fisso mentre prende la giacca nera e agguanta un po’ di roba sparsa per la stanza. La ripone in fretta in un borsone.

-Il resto verrò a prenderlo un altro giorno.- dice dandomi le spalle, -Non ti preoccupare, verrò quando tu non sei a casa. Non mi rivedrai mai più.-

-Troy!- mi metto inginocchio sul letto, fermandolo. Lui si volta verso di me, -Vieni qui…- sussurro.

Troy mi raggiunge, mettendosi di fronte a me.

Lo bacio appassionata, -Ogni sera hai voluto fare l’amore… non credo perché tu mi amassi…- gli poso due dita sulle labbra quando cerca di ribattere, -Ti ho sempre accontentato. Non ho mai detto di no. Questa notte… la nostra ultima notte… voglio che tu mi ami…-

-Gabriella, come puoi pensare che io non ti am…-

-Per una volta ti chiedo di non lasciarmi sola.- lo interrompo con sguardo deciso.

Troy mi guarda un attimo, poi appoggia il borsone a terra e mi prende il viso tra le mani. Mi bacia piano, con una dolcezza che aveva solo all’inizio del nostro rapporto. Poco dopo mi distende sul letto, mettendosi sopra di me.

Ed è così che facciamo l’amore.

 

Apro gli occhi lentamente, sbattendo le palpebre per abituarmi alla luce del giorno. Mi volto verso la parte sinistra del letto e la vedo vuota.

Mi alzo e vado a farmi una doccia. Esco poco dopo dal bagno, con i capelli bagnati raccolti in una coda alta. Indosso un paio di pantaloncini bianchi e una maglietta slargata gialla. Mi avvicino al frigorifero e faccio per aprire l’anta, quando un foglio a righe, probabilmente staccato da un quaderno, attira la mia attenzione. Lo stacco lentamente e leggo.

 

Buongiorno, Gabriella. Sono andato via presto, questa mattina. E non tornerò questa sera. La tua canzone mi ha fatto riflettere e quindi andrò a casa dei miei genitori per un po’. Ho bisogno di riflettere sui miei errori e su ciò che ti ho fatto.

Spero di essere riuscito ad amarti questa notte e che per una volta fossi io ciò che volevi.

Mi dispiace sul serio.

Sappi che non mentivo, però. Ti ho sempre amato e lo farò sempre.

Ma hai ragione. Noi due abbiamo bisogno di riprendere la nostra vita in mano e di lasciarci il passato alle spalle. È meglio per tutti e due. Spero solo che tu mi possa perdonare un giorno, per non essere mai riuscito a dimostrarti quanto ti amavo.

Tuo per sempre

Troy

 

Mi siedo al tavolo circolare della cucina, riflettendo un attimo su ciò che è successo.

In un attimo ho perso Troy, ma ho riavuto la mia vita.

Rileggo velocemente la sua lettera, per poi sorridere per la prima volta da anni.

Un sorriso sincero, che probabilmente illumina il mio viso.

Alzo lo sguardo e vedo sul tavolo un anello.

La fede di fidanzamento.

Dovevamo sposarci fra due mesi.

Prendo la fedina e me la metto al dito, nello stesso posto in cui sta la mia. Non so nemmeno perché gli ho detto di sì, quel giorno di un anno fa. Forse perché le cose andavano finalmente bene e pensavo che il nostro amore avesse bisogno di qualcosa per essere legato veramente.

Sospiro e poi noto il casino che c’è sul tappeto. La tazza ormai in frantumi è ancora là. Pulisco velocemente e butto tutto, poi vedo anche il testo della canzone. Quello stesso testo che gli mostrato ieri. Deve averlo buttato a terra mentre cantavo ieri sera.

Lo afferro e lo ripongo nella cartelletta con tutti gli altri testi delle mie canzoni.

Sono le canzoni del mio nuovo album e li ho già fatti ascoltare alla mia manager e al produttore. Sono piaciuti subito, anche se mi hanno detto che sono un po’ troppo tristi per una ventiduenne come me. Ma all’amore non si comanda, no?

Scrivo un messaggio veloce col cellulare a Taylor. È ancora la mia migliore amica, anche se non ci sentiamo più spesso come prima visto che lei ora è professoressa di scienze ad Harvad.

Se n’è andato. Gli ho detto Addio. Ti voglio bene.

 

Un mese dopo…

-Allora… Chad devi chiamare la signora Preston.- dice Taylor sfogliando la mia rubrica telefonica.

Chad esegue l’ordine, sdraiato sul divano di fronte a quello dove siamo sedute io e Taylor. Compone un numero e comincia a parlare.

-Kelsi, te chiama la signora Darbus. Jason, pensa al suo terzo marito e Sharpay alla figlia.- i tre in questione, chi seduto sul tappeto come Kelsi e Jason, e chi in piedi, come Sharpay, cominciano il loro giro di telefonate, -Zeke tu pensa ai nonni di Gabriella che abitano in Florida, Ryan allo zio che abita in Francia e Martha al preside Matsui.- anche loro tre eseguono l’ordine della mia amica.

Riattacco la cornetta, dopo aver parlato con mia zia e averle spiegato che il matrimonio è saltato.

-Grazie ragazzi per quello che state facendo.- sorrido all’indirizzo dei miei amici.

-Ah, nessun problema.- sorride Martha per poi parlare con il nostro ex-preside.

Mi stupisco di come la nostra amicizia sia ancora così salda. Forse è vero che l’unico cambiato era proprio Troy.

-Ragazzi… ho bisogno di un po’ d’aria. Fate come se foste a casa vostra.- mi alzo e prendo il cappotto dall’appendi-abiti.

-Tutto bene?- mi chiede Kelsi accigliata, -Vuoi che venga con te?-

-No, tranquilla Kelsi.- saluto con la mano ed esco dall’appartamento.

Faccio un giro per il parco, respirando l’aria fresca. Mi avvio verso il lago, fissando il mio sguardo sulle due fedine che sostano ancora sul mio anulare. Forse è il caso di toglierle.

-Gabriella…-

Alzo lo sguardo e perdo un battito, -Troy…- mormoro guardandolo stupita, -Ciao…-

Troy mi viene incontro e sorride imbarazzato, -Come sta la mia cantante preferita?-

-Bene. Tu?-

-Bene.-

Cale un silenzio imbarazzante. È da quella notte che non ci vediamo.

-Ho saputo che il disco sta andando alla grande. Sono stato uno dei primi a comprarlo.-

Sorrido, -Già… io invece ho saputo che sei entrato nei Red Hox. Sono fiera di te.-

-Grazie.-

Altro silenzio imbarazzante.

-Quella non è la mia fedina?-

Boccheggio, mentre lui mi prende la mano, -Sì… l’hai lasciata sul tavolo e… ho pensato…-

-Stai avvertendo tutti che il matrimonio è saltato?-

-Da me ci sono in questo momento tutti.- ammetto.

-Per tutti intendi Taylor e company?-

Annuisco, -Sì.- rispondo semplicemente, -Vuoi salire un attimo a salutarli?-

-Oh, no. Non credo abbiano molta voglia di vedermi.- scuote la testa negativamente, -Mi strozzerebbero per quello che ti ho fatto patire in tutti questi anni.-

-No, dai… non fare così ora…-

-Tranquilla, non sto facendo la vittima.- mi rassicura ridendo, -Dico solo che forse è un po’ presto per incontrare tutti. Persino Chad non mi parla più da quando ha saputo che ci siamo lasciati.-

-Senti… sei stato una parte della mia vita.- cerco di convincerlo, -Bene o male mi sei stato accanto. Magari possiamo essere amici. E quale modo migliore di esserlo se non concludere tutte le chiamate per disdire il matrimonio?-

-Perché lo fai? Dovresti odiarmi.- mi fa notare sarcasticamente.

-Ti prego, ho superato la fase dell’odio e del disprezzo. Ora tocca a quella del perdono.- gli porgo una mano, -Coraggio. Ci sono io.-

Lui mi sorride e stringe la mia mano.

-Aspetta…- gli restituisco la fedina.

Troy la mette e poi insieme ci avviamo verso casa.

Quando apro la porta tutti rimangono sbalorditi nel vederci mano nella mano.

-Oh, no…- mormora Ryan accasciandosi sul divano, -Non dirmi che dobbiamo richiamare tutti…-

-Che ci fa lui qui?- domanda Zeke confuso.

-L’ho perdonato. Ma…- interrompo la risposta di Sharpay, -Non stiamo insieme. Siamo amici. È giusto così.-

Mi siedo accanto a Taylor, mentre Troy prende posto accanto a Chad. Chad lo guarda un po’ arrabbiato, ma poi sorride e si scambiano il loro gesto di saluto da fratelli. Forse loro non lo perdoneranno tanto presto, ma io l’ho fatto.

Manca qualcosa nella mia vita.

E non sto parlando dell’amore.

Sto parlando di Troy. Di una persona che nonostante tutto mi è stata accanto, che nonostante tutto quando ci siamo incontrati mi ha dimostrato che essere liberi voleva dire anche poter esprimersi al meglio.

The Starting Of Something New.

Ma se quel momento di tanti anni fa pensavo che la canzone parlasse d’amore, adesso credo che parlasse di qualcosa di un po’ diverso. Parlava dell’amicizia, del perdono. E della fiducia.

Ripongo la mia fiducia in lui.

E speriamo che questa volta vado meglio.

Ricomincio il giro di telefonate, chiamando questa volta un parente lontano di Troy. Tutti incominciano a chiamare e li fisso sorridente mentre spiego al telefono che il matrimonio non si farà.

Sorrido a Troy, che ricambia mentre parla al cellulare con qualche suo parente dopo aver dato la propria rubrica a Taylor.

-Sono quello che vuoi tu?- mi domanda riattaccando e sorridendomi.

Gli altri ci fissano accigliati, ricordando il titolo della mia canzone nuova.

-Sì. Adesso sì.- rispondo.

Adesso è quello che volevo.

Un amico.

 

The End

 

************

Visto? Altra one-shot! XD Non so quante cose sto aggiornando stasera, oh. Comunque questa l’ho scritta per il semplice motivo che ho il nuovo album di Anna Tatangelo. Infatti la canzone è “Sono quello che vuoi tu” ed è tratta appunto dal suo album. L’ho sentita la prima volta, poi l’ho ascoltata la seconda volta. E in un solo pomeriggio ho scritto la one-shot trovandola perfetta.

Fatemi sapere in tanti

Bacioni

By Titty90 ^^

  
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