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Autore: aresian    06/01/2008    3 recensioni
I pensieri di Majin Vegeta durante lo scontro con Goku. "Tu mi hai rubato una vita che mi apparteneva ed ora sono qui, ottenebrato dal potere di quell’idiota di un mago, pregno della malvagità di un cuore che puro solo d’odio è mai stato..."
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dragon Ball, Dragonball Z, Dragonball GT, Bulma, Vegeta e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Akira Toriyama, Bird Studio e Toei Animation.
Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

La rabbia che porto dentro

By Aresian

 
*Sono, perciò esisto*. Questa frase pare coniata appositamente per me, per il mio modo di concepire l’esistenza, la vita e la morte. Niente mi ha mai sfiorato a parte il dolore, l’odio e il desiderio di onnipotenza che sempre ha ottenebrato ogni mio pensiero ed ogni giornata vuota e sterile della mia vita. Esattamente cosa sono tuttavia è un qualcosa che sfugge alla mia stessa ferrea logica. Un Principe, mi ostino a dire, il Principe dei Saiyan una parola, ancora prima che una razza, che continua a risplendere solo nel mio credo. Tu ora mi accusi, inperturbabile, dall’alto di quella beata convinzione di essere custode di tutte le risposte che contano, di non avere saputo accettare di essere un fratello per te. Un fratello… non ho la minima idea di che cosa significa tale parola. E’ un concetto a me talmente estraneo, al pari dell’amore che quella femmina ostinata continua a vomitarmi in faccia quando ignoro il marmocchio che ho generato o che mi sussurra la notte mentre placo l’istinto animale che mi percuote i lombi. Nato per essere una leggenda e da una leggenda sconfitto senza pietà. L’unico mio compagno è stato il mio odio per quel dannato bastardo che si è divertito a soggiogare ogni mio desiderio ed ogni mia ambizione per rimpinguare le sue, mai stanche, casse di denaro e conquista. L’unico mio desiderio l’immortalità di un sogno, il potere di distruggere e al contempo dominare ogni vita nella Galassia, come se solo in tal modo fosse possibile prendere possesso di quella che a me, sin dal primo vagito, è stata sottratta. Persino della mia morte non sono stato padrone. Tu hai deciso di risparmiarmela, il massimo insulto, la privazione ultima di ogni libertà ch’io ho ambito per tutta la mia esistenza. Tu che ora ti mostri innanzi a me sorpreso e ferito nel costatare che ancora una volta ho mandato in aria i tuoi piani, ho scombinato la tua convinzione di aver placato il mio animo ribelle. Io non sono come te, Kakaroth. Io sono un saiyan sino al midollo, io sono odio e dolore, agonia e splendido anacronistico rancore per me stesso e per quel dannato giorno che sono venuto al mondo. Nato per dominare il nulla, per servire un tiranno bastardo che mi ha donato solo fiele, amara e rivoltante quanto il suo orripilante aspetto. Tu hai avuto una vita, dannato Kakaroth, hai avuto l’oro della leggenda prima di me che sono tuo principe, che ero destinato a di te essere sovrano indiscusso e fiero. Tu mi hai rubato una vita che mi apparteneva ed ora sono qui, ottenebrato dal potere di quell’idiota di un mago, pregno della malvagità di un cuore che puro solo d’odio è mai stato, solo per poterti battere, solo per potermi riprendere quell’onore, quella libertà che tu mi hai rubato anni fa quando impedisti a quel pusillamine testa pelata di uccidermi. Fratello mi chiami? IO TI ODIO. O Kami quanto conosco bene il sapore amaro e letale di questo veleno iracondo che mi scuote le viscere, che mi scorre impetuoso nelle vene quasi a sostituire il mio stesso sangue. Sono pregno di esso, del suo ottenebrante fetore e solo uccidendoti potrei placarlo, potrei sentirmi finalmente libero. Tu, che quando avrei potuto misurarmi con te hai osato morire pur di scansarmi, pur di tener fede a quella dannata convinzione che tra noi potesse nascere un rapporto di amicizia. Puah! Amicizia, non so che farmene, non la voglio, l’aborro perché sarebbe l’ennesima sconfitta, l’ennesimo fallimento di questo mio arido cuore che tale desidera disperatamente rimanere perché soffrire è per i deboli ed io non posso essere debole. Mi vomiti addosso, indignato, che sto tradendo lei e mio figlio. Non me ne fotte nulla di loro, lo vuoi capire Kaharoth?! Non contano niente per me, nulla conta, perché io non esisto per loro. Hanno partorito nel loro animo e nella loro mente la figura di quel ch’io dovrei essere per loro, ma io non sono così sono un tizzone ardente di rabbia, odio e sete di potere, io non sono  come te, io non possso amarli… non devo, non lo accetto. Sento il sapore metallico del mio stesso sangue, che mi inebria perché vuol dire che ancora esso pulsa vibrante in me, che scorre ancora in questo corpo di cui non mi sento più padrone, controllato da quel dannato tubero malefico che si è convinto di poter comandare un principe saiyan, di poter dare degli ordini a me. Prima ti ucciderò, Kaharoth, completerò questo disegno che mi rode la mente da anni, mi riapproprierò della vita che tu mi hai rubato, dell’onore che solo tu ti sei preso e poi mi libererò di quel dannato e dei suoi tirapiedi e finalmente sarò libero, libero di tornare a distruggere, smembrare, condannare a mio piacimento in ogni luogo di questo mondo e della Galassia. Sì, sarò finalmente libero di tornare ad essere me stesso…

Una vibrazione potente nella mia aura, lo sento, come so che lo avverti tu. Un’essenza puramente malvagia e potente si è manifestata poco distante dal luogo ove noi ci stiamo battendo. Sento che ho il potere per batterlo, sento che posso, per una volta, essere io a distruggere il nemico, non sempre tu l’eroe senza macchia… Che diamine sto pensando? No, non è posssibile, io devo ucciderti per tornare ad essere un feroce saiyan, per tornare ad esistere… eppure non riesco ad ignorare la sensazione opprimente di pericolo che avverto. Gohan, tuo figlio… non lo percepisco più. Che diamine sta succedendo? No, non adesso, non ora che posso finalmente riavere la mia libertà, tutto ciò che ho sempre desiderato, non adesso che potrei ottenere la mia vittoria più grande… no! Eppure è così, ora comprendo la ragione ultima della mia intima rabbia, di ciò che come un tarlo mi divora da dentro, ho perso Kaharoth e ancora una volta hai vinto tu. Questa consapevolezza placa il mio delirio. Non ti chiamerò mai fratello, non accetterò mai il tuo essere così dannatamente umano, ma hai vinto tu. Io, l’orgoglioso e fiero Principe dei Saiyan esisto è vero ma  non perché sono, semplicemente perché per qualcun altro esisto, perché sulla mia lapide qualcuno verserebbe una lacrima e non per compassione ma perché mi ha amato per quello che… ora lo so… sono. Tu non combatterai questa battaglia, la mia morte questa volta sarà orchestrata soltanto da me, io morirò Kaharoth e finalmente sarò libero.

FINE
  
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