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Autore: sophie99    24/06/2013    2 recensioni
E se il nostro André avesse una sorella abbastanza vivace ed energica ma soprattutto capitano delle forze di Astrasia?
In questa fanfiction si ripercorrerà il passato di Juillet Grandier fino ad arriavare alla sua nomina di capitano.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Meglio pazzi che normali

 

 

-Ehi ragazzino siamo arrivati!- Gridò l'uomo che fece scaturire ancora più rabbia nel bambino che sfoggiava nel grazioso viso un broncio da far invidia al più capriccioso dei poppanti.

 

André aprì con forza la portiera e a passo pesante si portava dietro quelle due enormi valige.

 

Era ancora infuriato, infondo aveva ragione.

Mettetevi voi nei suoi panni: andare in un'altra città, lasciare tutto e tutti ma soprattutto la tua amata sorella e poi per dove... in una casa di nobili in cui, col passare degli anni, saresti diventato uno dei tanti servi.

 

-Oh André... TESORO!!!- Dall'ingresso uscì una goffa signora che andò di corsa incontro al bambino che, infastidito, si arrabbiava ancora di più.

 

-Oh piccolo mio come stai? Mi sembri dimagrito... oddio ma mangi?- Lo tormentò Marie dandogli dei piccoli pizzicotti alle guance che diventarono sempre più rosse.

 

-Che maniere sono queste... rispondi alla tua povera nonna!- Si lamentò la donna mentre dagli occhi di André uscivano fiamme dalla rabbia.

 

-André...!-

-BASTA!!!!!!!- Urlò il moro facendo pigliare un colpo alla povera anziana che si allontanò di qualche passo cadendo goffamente all'indietro con la tipica faccia da stoccafisso.

 

-TU, TU HAI LASCIATO LA MIA AMATA SORELLINA IN QUEL POSTACCIO!- Sbraitò infuriato mentre Marie lo guardava stupefatta... era uscito il lato peggiore della calma in persona, chiaro segno che questo mondo sta finendo.

 

-E IO COSA CI DEVO FARE QUI SE LEI STA LI'... TI ODIO!!!!!!!- Finì lui riprendendo di nuovo fiato per poi tornare allo stato depresso di prima.

 

Finalmente si era liberato di un peso... primo step fatto!

 

La donna, ancora traumatizzata, si avvicinò al bambino:

 

-Lo so piccolo mio, ma è andata così e tu capirai il perché solo se entri...- Gli spiegò indicando l'entrata della casa.

 

-Questo non cambia le cose...- Disse lui imbronciato pensando a cosa fare dopo.

-Dai...-

-No...!-

-Su su André...-

-No...-

-André.... vieni-

-NO!!!!!!-

-ORA BASTA!!!!!- Gridò la nonna prendendo il moro in braccio e portandolo dentro l'edificio, lasciando fuori le valige della piccola “vittima”.

 

Il moro si dimenava tra le sue braccia urlando a squarciagola di lasciarlo andare, ma la donna non cedette, finché non arrivarono a destinazione.

 

-Stai zitto André... ora capirai ogni cosa!- Gli bisbigliò severamente Marie, mentre il bimbo si sistemava la giacca.

 

-Allora Marie, hai portato tuo nipote?- Una voce fredda e distaccata arrivò dalle scale:

era il capitano Francois de Jarjayes, non che padrone di quella lussuosa casa.

 

Il povero bimbo vedendo il capitano, si ricordò del direttore del suo ex collegio che aveva una certa somiglianza con l'uomo che aveva davanti.

 

No, un altro bacucco incallito no!”

 

-Si si... lui è André- Balbettò disorientata Marie portando avanti il nipote.

-Salve signore...- Finalmente si degnò di salutare l'uomo, che lo guardò molto male.

 

Oddio questo sicuro che mi fa a fette”

 

-Mh... si, può andare- Annunciò l'uomo.

 

Ma chi si crede di essere sto pallone gonfiato!”

 

Come “può andare” André mica era un oggetto, era un ragazzino molto infuriato che se stuzzicato, poteva creare il pandemonio.

 

-Oscar...- Continuò l'uomo mentre un bambino dai capelli dorati lo raggiunse.

 

Da occhio e croce aveva la stessa età di André, aveva i capelli color dell'oro e due occhi di un azzurro intenso... ma qualcosa non quadrava, infatti il moro lo guardò stranito.

 

-Nipote questa... emh volevo dire questo è Oscar, il tuo nuovo compagno “di giochi”- Gli spiegò la donna correggendo la parola che spiegava tutto.

 

Quella.

 

Allora il bambino capì al volo, infatti aveva i tratti del viso troppo delicati e aggraziati per essere un maschio e poi... era troppo mingherlino!

 

Ora si che ho la certezza di essere capitato in un luogo di matti!”

 

 

***

 

 

Prima di tutto non immaginatevi la solita principessina tutta cicci cicci e pucci pucci, quella tutta incipriata e con quelle parrucche alte due o tre metri che ti fanno morire sul colpo dal torcicollo.

 

Ecco scordatevelo.

 

La mia storia, come ho detto prima, parte dalla partenza di André Grandier, mio fratello maggiore, che a quell'epoca aveva nove anni.

 

Risentii molta la sua mancanza.

 

Avevo i miei amici, studiavo molto... ma mi mancava la mia famiglia e più il tempo passava più costringevo me stessa a vivere una vita da solitaria, che mi ha aiutato molto negli anni avvenire.

 

Ma soprattutto, la sua partenza, determinò quella cosa... quel piccolo particolare che ora mi distingue da tutti gli altri.

 

Per voi può essere banale, ma per molta gente è molto importante.

Nemmeno io mi aspettavo questo futuro, pensavo di fare l'elemosina in strada ... invece ora sono diventata un pezzo forte nella storia delle battaglie.

 

Spada.

 

Quell'oggetto che mio fratello, prima di andarsene, mi ha fatto giurare di non usare per nessun motivo al mondo.

Eppure è stata proprio lei a salvarmi.

 

Tutto successe durante una solita e noiosa giornata d'estate:

 

-NO NO NO!!!! IO VOGLIO USARE LA SPADA!- Ecco, queste erano le mie grida di ribellione contro il direttore del collegio.

 

Avevo otto anni e aimé, non rispettai la promessa fatta ad André, infatti di nascosto mi allenavo tutti giorni con la spada... ma, in quel dannato collegio, le bambine non potevano svolgere le stesse attività dei maschi, tra cui usare la spada infatti.

 

-SMETTETELA GRANDIER O CHIAMERO' VOSTRA NONNA!- Mi sbraitò l'uomo che cercava di acchiapparmi con il viso rosso dalla rabbia.

 

-STATE ZITTO BRUTTO BACUCCO!- Ora capite perché non ero una ragazzina tutta bellina e carina?

 

-AHHHHHH- Mi sbraitò, mentre correvo e ridevo a crepapelle.

-AHAHHAHAHAHAHA dai pallone gonfiato!!!!-

 

Correvo di qua e di là, distruggendo vasi e argenteria... si insomma vi siete fatti un'idea?

 

-VIENI QUA!- Disse facendo un salto per prendermi ma cascò miseramente a terra facendomi scappare dall'edificio.

Era troppo ma troppo divertente fallo arrabbiare, perché grasso com'era sembrava una palla di grasso rotolante... AHAHAHAHAHAH CHE RICORDI emh... scusate scusate... dove eravamo rimasti? Ah si...

 

Scappavo almeno tre volte a settimana.

Era sempre così.

Loro non mi rispettavano, e io non rispettavo loro... io volevo essere come tutti gli altri ma c'erano le differenze: nobili e poveri, maschi e femmine.

Io ero tra le categorie più sfortunate.

Per questo, la spada era diventata la mia migliore amica, era il modo per scaricare la mia rabbia.

 

Corsi a perdifiato fino ad arrivare al mio posto segreto, il luogo che ritenevo magico.

 

Quel bosco.

 

Lo stesso bosco in cui André si allenava e dove io lo guardavo ammaliata... per questo ci andavo sempre.

A volte potevo sentire tra la vegetazione, il profumo e la dolcezza dei suoi abbracci che mi regalava tutti i giorni per tranquillizzarmi... mi mancava molto, il mio gelosone e iperprotettivo fratellone.

 

Amavo quel posto.

 

 

Anche oggi, quando gli impegni non mi trattengono, vado ad ammirare quella natura incontaminata: i suoi fiori rigogliosi con quei colori candidi rigati dalla rugiada, il rumore della cascata impetuosa e le gocce che ticchettavano sulla roccia.

 

Quello era il mio mondo.

 

Credo che quegli anni siano stati i più bui, nessuno mi capiva... nessuno mi voleva bene.

Cercavo di fingere, sorridendo allegramente, ma dentro sentivo un dolore immenso, ormai non mi fidavo di nessuno... perché quello che c'era “fuori” era crudele:

 

aveva ucciso i miei genitori

mi aveva portato via la mia unica ragione di vita, cioè André

non accettava la mia decisione di esercitare la spada

 

Eppure, dentro di me sapevo che qualcosa sarebbe cambiato... io sarei cambiata.

 

Quella bambina così dolce e carina si sarebbe rivelata la più grande spadaccina del mondo, avrei aiutato i più poveri e sarei morta in battaglia per la libertà.

 

Ecco cosa sarebbe cambiato.

 

Avrei rincontrato mio fratello rendendolo fiero di me... non ci saremmo mai più mandati quelle misere lettere, ci saremmo riuniti come prima.

 

Anche dalle sue frasi traspirava il mio stesso desiderio... mi raccontava la sua voglia di abbracciarmi e le sue avventure ma soprattutto lei:

 

Oscar.

 

Ormai era diventato anzi... diventata uno degli argomenti principali delle nostre lettere.

 

Sorella... Oscar è davvero un'ottima amica, non è come i soliti nobili... mi considera come un suo pari e poi mi ricorda il tuo sorriso, traspira energia proprio come te!”

 

Oddio, vi giuro che c'era sempre, e dico sempre, una frase del genere nelle sue parole! E poi, io dubito fortemente che ci sia qualcuno che mi somiglia... si, insomma non per vantarmi ma io sono parecchio ma parecchio strana, per non dire pazza!

Io e pomodoro ne abbiamo fatte di scemenze.... beh, hanno ragione a dire che io e lui siamo i più “strani” del gruppo... per questo lo chiamo pomodoro no?

Aspetta un secondo, come sono arrivata a parlare di pomodoro?

 

NO NO NO... di nuovo no!

 

E' mai possibile che io perda così facilmente il filo della storia??

Ok ok... ricominciamo dal bosco, si.

 

Allora, insomma la mia unica ragione di vita in quel momento era realizzare il mio sogno.

Sapevo che avrei fatto i salti mortali, soprattutto sognando Astrasia.

 

Emh... già voi non sapete cos'è Astrasia eh eh eh... scusate!

Allora dovete sapere che Astrasia* è l'impero conosciuto per il suo esercito formato dai migliori spadaccini al mondo.

Sin dall'infanzia i bambini vengono addestrati ad usare questo oggetto magnifico e, in confronto alla Francia, pure le donne possono esercitare questa tattica di combattimento!Infatti la famiglia reale, comprese sia la regina che le due principesse, sono ottimi spadaccini.

 

Ora capite perché volevo assolutamente andarci?

 

Comunque, ritornando per la centesima volta al bosco... iniziai ad allenarmi, muovendo velocemente lo spadino e schivando i colpi che la mia fantasia creava per ostacolarmi.

Mi muovevo con difficoltà per paura di inciampare a causa della gonna insopportabile!

 

-OHI!!!!! CHE MALE!!!!!- Una voce susseguita da un tonfo mi fece sobbalzare, distraendomi dai miei allenamenti.

 

-Chi va là!- Esclamai avvicinandomi lentamente verso il “coso” che mi ha fatto quasi venire un attacco di cuore.

 

Sentivo il battito accelerare, sudavo freddo... si insomma avevo pur sempre otto anni!

Avanzai lentamente mentre sentivo dei strani lamenti accompagnati dal rumore delle foglie... tenevo saldamente lo spadino, cercando di mantenere la calma anche se... a poco mi sarei messa ad urlare e a correre come una scema.

 

Arrivai a destinazione e con la spada spostai le foglie, rimanendo stupefatta nel vedere quel viso famigliare, quei vestiti tipici....

 

 

 

 

Sa...sa salve! (esce dal suo nascondiglio)

Sono tornata con un nuovo capitolo... come avrete capito dalla storia, Juillet è un po' “strana” si, molto diversa dai personaggi di quell'epoca... bhe, questo è solo l'inizio!

Avviso subito che questa storia non seguirà alla lettera gli avvenimenti storici, l'unico punto di riferimento realmente accaduto sarà la Rivoluzione francese ^^ infatti, conto molto sul fantasy!

Perdonatemi de trovate qualche errore di ortografia o sintassi :(

Beh... io vi saluto... grazie per le vostre visite e le vostre recensioni!

Un bacio!!!

 

Astrasia*: è un impero COMPLETAMENTE INVENTATO ho preso spunto da un gioco che amo per DS

  
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