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Autore: BebaTaylor    24/06/2013    0 recensioni
Amanda si voltò per guardare il palazzo e si morse un labbro per non piangere.
Voleva bene a Spencer.
Per questo la stava lasciando.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Can't Stop A river

***Adesso***
8 Agosto 2013

Amanda si girò nel letto e sfiorò con il viso il braccio destro di Spencer. Lo baciò e guardò la giovane stesa accanto a lei, sorrise pensando che in quel momento Spencer non dimostrava i suoi diciotto anni, tre mesi e quattro giorni, pensandoci Amanda si rese conto che Spencer non dimostrava mai la sue età, sembrava sempre più piccola, sia che fosse  sveglia o che stesse dormendo come in quel caso, con i capelli rossi che le circondavano il viso e le labbra rosee e carnose appena dischiuse. Amanda scostò il lenzuolo e si alzò in piedi, camminò a piedi nudi sul tappeto e fece il giro del letto. Afferrò la t-shirt bianca dal pavimento, prese la gonna che era finita sopra la cassettiera. Cercò con lo sguardo il reggiseno e lo vide per terra, metà era sotto al letto. Lo prese e si vestì cercando di non fare rumore. Le scarpe e la borsa erano in cucina.
Tornò vicino a Spencer, si chinò su di lei e le baciò la fronte. Uscì silenziosamente dalla camera, prese le scarpe e la borsa, dalla quale tirò fuori il mazzo di chiavi che Spencer le aveva dato. Prese anche una piccola busta bianca contenente una lettera che aveva scritto quel pomeriggio e la attaccò al frigo con una calamita a forma di banana. Uscì da casa aprendo la porta con le chiavi che aveva in mano e la richiuse silenziosamente alle sue spalle. e scese le scale a piedi nudi. Arrivata nell'androne del palazzo infilò le chiavi nella cassetta delle lettere di Spencer, infilò i sandali e uscì all'aria aperta, uscendo per sempre anche dalla vita di Spencer.
Erano troppo diverse, Amanda era più grande, aveva cinque anni in più dell'altra, e lavorava mentre la più giovane studiava e lavorava solo part-time, dopo la scuola,anche se la scuola era ormai finita da qualche settimana.
Amanda era tranquilla, educata, rispettosa delle persone più grandi. Aveva frequentato l'università mentre Spencer non aveva intenzione di farlo e per Amanda quello di non voler frequentare l'università era uno spreco, Spencer avrebbe potuto laurearsi con il massimo dei voti, solo che aveva deciso diversamente.
Amanda si voltò per guardare il palazzo e si morse un labbro per non piangere.
Voleva bene a Spencer.
Per questo la stava lasciando.

***Prima***
Aprile 2013

Pioveva quel giovedì pomeriggio e Amanda si rifugiò nella caffetteria poco distante dall'uffici0o dove lavorava, si sedette al primo tavolo libero che trovò e guardò fuori. Stava diluviando e sembrava che non avesse intenzione di smettere presto. Sospirò pensando che sarebbe arrivata a casa  fradicia perché non aveva un ombrello con sé. «Ciao!Cosa ti porto?» Amanda si voltò e guardò la cameriera, era giovane, con lunghi capelli rossi che le sfioravano il seno. Il cartellino appuntato sopra il seno destro mostrava il suo nome: Spencer. «Un caffè lungo.» rispose Amanda senza pensarci, era quello che prendeva sempre. Prendeva sempre le stesse cose, faceva sempre le stesse cose. Qualsiasi cambio di programma la faceva agitare. Pensò che doveva andare a casa, chiamare sua madre, scaldare del cibo precotto, lavarsi e controllare qualche scartoffia con il sottofondo della tv. Amanda non si accorse che Spencer era tornata con il caffè, «Grazie.» disse sorridendo. La cameriera le sorrise e tornò dietro il bancone, Amanda mentre sorseggiava si accorse che Spencer la stava fissando e si chiese il perché. Si domandò se non avesse qualcosa fuori posto prese lo specchietto dalla borsa e si guardò. No, il trucco e i capelli, seppur leggermente bagnati dalla pioggia, erano a posto, infilò in borsa lo specchietto e ricominciò a bere il caffè, sperando che avrebbe smesso presto di piovere. Fissò Spencer da sopra la tazza e pensò che fosse una ragazzina carina, era sicura che andasse ancora al liceo, non le dava più di sedici anni. La guardò riempire una tazza di caffè, aggiungerci della panna montata e servirla a un cliente al bancone del bar. Il suo cellulare squillò e Amanda sussultò, lo prese dalla borsetta e guardò il display. Era James, il suo ex. Amanda scrollò la testa e deviò  la chiamata alla segreteria telefonica. Posò il telefono sul tavolino e finì il caffè. Aveva smesso  di piovere.

***

Amanda passò per l'atrio dello studio dove lavorava come segretaria del vicedirettore.
Si fermò quando riconobbe Spencer, si guardò attorno, oltre a loro due non c'era nessuno, posò la cartelletta sul bancone della reception e si avvicinò alla ragazzina.
«Posso aiutarti?» domandò e si accorse che l'altra aveva in mano una scatola di cartone.
«Sì, sto vendendo dei biscotti, servono per aiutare la squadra di lacrosse del liceo.» rispose Spencer.
Amanda sorrise, anche lei aveva venduto biscotti quando era al liceo.
«Costano cinque dollari, hanno le gocce al cioccolato.» aggiunse Spencer.
«Prendo un paio di scatole.» disse Amanda. «Aspettami, vado a prendere i soldi.»
Spencer annuì, Amanda riprese in mano la cartelletta e tornò nel su piccolo ufficio, prese una banconota da dieci dal portafogli e andò da Spencer che si era seduta su una delle poltroncine in simil pelle nera, aveva sistemato due scatole di biscotti sulla poltroncina, con accanto una spilla.
Amanda riconobbe la mascotte disegnata sopra, un grosso coniglio verde e bianco su sfondo giallo. Amanda aveva frequentato lo stesso liceo di Spencer, fissò la banconota che aveva in mano e la diede a Spencer.
«Grazie.» disse quest'ultima alzandosi, infilò i soldi in un borsellino lilla e porse le due scatole e la spilletta ad Amanda.
«Ho frequentato il tuo stesso liceo.» disse l'altra.
Spencer sorrise. «Sul serio?» chiese, Amanda annuì. «Io sono Spencer.» si presentò mettendosi lo zainetto di jeans in spalla.
«Amanda.» disse l'altra.
Spencer sorrise ancora e si chinò per prendere la grossa scatola che aveva lasciato per terra. «Ci vediamo.» disse avviandosi alla porta.
Amanda la guardò allontanarsi, sicura che non si sarebbero più riviste.

***

Amanda non riusciva ancora  a capire cosa fosse successo. Lei e Spencer erano diventate buone amiche, e non riusciva ancora a capire come fosse successo. Certo, forse andare lì, alla caffetteria dove lavorava Spencer tutti i giorni aveva agevolato le cose. Solo che non capiva come potesse trovarsi così bene con una persona completamente diversa da lei.
Eppure era piacevole parlare con lei e Spencer era molto matura. Passavano il tempo libero insieme guardando vecchi film in dvd, andando a mostre e musei...
Stava bene con lei.
«Sabato prossimo faccio la festa per il mio compleanno.» le disse Spencer un pomeriggio di fine Aprile, «Ti andrebbe di venire alla mia festa?» le domandò posando la tazza con il caffè lungo davanti ad Amanda, aggiungendoci anche un piattino con due biscottini.
Amanda la fissò non sapendo cosa rispondere, erano quattro anni che non andava a una festa del liceo. «Io non saprei...»
Spencer la continuò a guardare, «Faccio diciotto anni...» mormorò, «Sarà divertente!»
Amanda scosse la testa e prese un biscotto, lo divise in due e guardò Spencer. «E va bene.» disse sorridendo. «Fammi sapere il posto e l'ora.»
Il viso dell'altra s'illuminò di gioia. «Ti mando un messaggio.» le disse e andò a prendere l'ordinazione a un tavolino poco lontano.
Amanda la guardò scrivere l'ordine e sorridere, le piaceva il sorriso di Spencer.
Si domandò quale regalo avrebbe potuto prendere; forse degli orecchini?
A Spencer piacevano quelli con i pendenti, possibilmente grandi e colorati, oppure un libro, ma quale? Spencer ne aveve tanti,non avrebbe saputo quale scegliere.
Sospirò e sorseggiò il caffè lentamente, senza smettere di guardare Spencer che si muoveva, sicura di sé, dietro al bancone del bar. Fissò il corpo morbido, i lunghi capelli rossi, le labbra carnose, le lentiggini sulle guance e sul naso,gli occhi verdi.
Quello che vedeva le piaceva.

***Maggio 2013***

Amanda si era ridotta all'ultimo momento per comprare il regalo, aveva avuto da fare in ufficio, sembrava che il suo capo non sapesse fare più nulla e le chiedeva continuamente aiuto.
Entrò nel centro commerciale e incominciò a guardare le vetrine, aveva scelto di regalarle un paio di orecchini.
Entrò nella prima gioielleria che trovò ed entrò, guardano attentamente tutte le vetrine, soffermandosi in particolare sugli orecchini.
Si chinò per guardare il ripiano più basso e sorrise, aveva trovato quello che cercava.
Gli orecchini erano in argento, a forma di rosa e avevano un semplice filo pendente che terminava con una piccola foglia.
Si rialzò e trovò una commessa dietro di lei. «Prendo quelli.» disse indicando gli orecchini. «E vorrei una confezione regalo.»
La commessa sorrise e andò dietro il bancone e da un armadietto prese una scatoletta blu, l'aprì  mostrò il contenuto ad Amanda.
«Vanno benissimo.» disse la giovane, «Grazie.» disse. Osservò la commessa incartare la scatoletta in una carta color argento e aggiungerci un fiocco blu. Pagò e uscì dal negozio, doveva cercare un vestito, aveva promesso a Spencer che avrebbe indossato un vestito non troppo lungo e non troppo elegante.
Trovò quello cercava e andò a provarlo in uno dei camerini. Il vestitino azzurro in stile imperiale le arrivava  a metà coscia e le metteva in risalto il seno e le gambe magre.
Si domandò se sarebbe piaciuta a Spencer.

***

Amanda incominciò a sentirsi un pesce fuori dall'acqua a quella festa di liceali, era la più grande di tutti, l'unica che aveva finito l'università e l'unica che avesse l'età per comprare gli alcolici.
E, come se non bastasse, era riuscita a scambiare solo due parole con Spencer, l'aveva persa di vista da circa un'ora.
Aprì un'altra bottiglia di birra e si spostò in terrazza. Quando era arrivata gli alcolici erano già lì e lei non aveva detto nulla perché anche lei al liceo aveva partecipato a feste del genere e le sarebbe sembrato ipocrita fare la moralista.
Bevendo dalla bottiglia si spostò in terrazza e vide Spencer in compagnia di una ragazza.
Le osservò parlare e si sentì gelosa quando Spencer abbracciò l'altra, provava un'incredibile gelosia e non sapeva nemmeno il perché, in fondo Spencer era solo un'amica.
Spencer la vide e andò verso di lei. «Amanda!» esclamò allegramente, «Ti presento mia cugina Sally.»
Amanda si sentì sollevata dallo scoprire che erano parenti e la salutò calorosamente. Si ricordò di aver visto Sally quando era entrata, la casa era la sua, Spencer viveva con i suoi in un piccolo condominio in un appartamento troppo stretto per una festa di quel genere. Spencer si avvicinò ad Amanda e le circondò la vita con un braccio. «Andiamo, voglio aprire i regali.» disse.
Amanda si bloccò, riusciva a sentire il calore della mano e del braccio di Spencer attraverso la stoffa.
Le tre ritornarono in casa e Spencer prese per mano Amanda, lasciandola sorpresa e senza parole.

***

La festa era finita, e in casa erano rimaste solo Sally, che dormiva di già, Spencer e Amanda. Erano in terrazza, su un lettino, sdraiate vicine, i corpi che si sfiorarono e i capelli che si mischiavano sul cuscino bianco.
«Come ci si sente ad essere una neo diciottenne?» le domandò Amanda cercando d'ignorare le bella sensazione che le causava la vicinanza di Spencer.
«Mi sento come prima.» rise l'altra in risposta. Si girò su un fianco e Amanda sentì il suo respiro contro il collo e l'orecchio, la sensazione piacevole stava aumentando, diventando quasi... eccitante.
«Ma qui con te...» soffiò Spencer avvicinandosi di più ad Amanda e posandole una mano sulla pancia. «sto benissimo.» le sfiorò l'orecchio con le labbra e la mano scese un po' sulla pancia.
Amanda rimase immobile e chiuse gli occhi mentre Spencer le baciava il-viso, avvicinandosi sempre di più alle sue labbra, e la sua mano scendeva lungo la coscia.
Spencer alzò il vestito e le sfiorò l'interno della coscia, risalendo lentamente, quando raggiunse il bordo delle mutandine Spencer la baciò sulle labbra, soffocando il gemito di Amanda.b La più grande l'abbracciò, ricambiando il bacio, pensando che la colpa fosse di tutta la birra che aveva bevuto.
Lasciò che Spencer le infilasse una mano sotto le mutandine e l'accarezzasse.
Gemette più forte quando sentì qualcosa entrare in lei, e graffiò la schiena di Spencer.
La mano della liceale si muoveva velocemente dentro di lei provocandole ondate di piacere.
Spencer si fermò e si mise in ginocchio sul lettino, grazie alla debole luce dei lampioni presenti nel giardino della villa Amanda la vide spogliarsi completamente.
«Alzati.» le sussurrò chinandosi su di lei e Amanda fece come gli era stato chiesto, rimanendo incantata a guardare Spencer che la privava del vestito, del reggiseno e infine delle mutandine. Spencer la fece stendere nuovamente e si sdraiò su di lei, intrecciando le gambe con le sue; la baciò nuovamente, e Amanda dischiuse le labbra per permettere alla lingua di Spencer di entrare. Non capiva cosa stesse succedendo ma non le importava, sapeva solo che le piaceva, le piaceva il modo in cui Spencer si muoveva su di lei, le piaceva il modo in cui la toccava e come le baciava.
Le piaceva lei.

***

Amanda si fissò allo specchio e si domandò cosa avesse fatto quella notte. Lo sapeva quello che aveva fatto, era andata a letto con Spencer, ma non riusciva o non voleva ammetterlo.
Sospirò e uscì dal bagno, incontrò Spencer nel corridoio. La fissò in silenzio non sapendo cosa dire.
«Ciao.» mormorò Spencer avvicinandosi a lei e posandole le mani sulla vita.
Amanda rimase in silenzio e abbassò il viso,non sapendo cosa fare.
Baciarla?
Abbracciarla?
Spencer le alzò il viso con una mano e la guardò sorridendo. «Amanda, rilassati.» le sussurrò prima di baciarla.
«Devo andare...» mormorò Amanda facendo un passo indietro. «Ci sentiamo.» esclamò prima di allontanarsi.
«Non scappare, ti prego.» disse Spencer raggiungendola a qualche metro dalla porta e afferrandola per una mano. «Amanda... io...»
L'altra rimase in silenzio, poi sorrise. Abbracciò Spencer e le baciò una guancia. «Non preoccuparti.» le sussurrò. «Ma ora devo andare.»
Spencer annuì e fece un passo indietro e si asciugò una lacrima. «Va bene.» disse annuendo.
Amanda le accarezzò il viso e uscì dalla villa.
In macchina, mentre guidava verso casa, ripensò all'espressione di Spencer quando l'aveva salutata e si sentì male. Le dispiaceva per lei, le dispiaceva per se stessa, perché non riusciva ad ammettere una cosa.
Ma non le dispiaceva aver passato la notte con lei

**Giugno 2013***

Amanda non riuscì a capire, per l'ennesima volta cosa fosse successo.
Lei e Spencer si vedevano quasi ogni pomeriggio dopo che la liceale aveva finito di lavorare, si chiudevano nella camera da letto a casa di Amanda,viveva da sola, e passavano il tempo a parlare e a fare l'amore.
Certo, era ancora abbastanza timorosa e ogni volta che aSpencer la baciava o l'accarezzava si bloccava per qualche secondo, poi tutte le paure le passavano.
Non lo aveva raccontato a nessuno e sparava che anche Spancer facesse lo stesso.
«Sabato pomeriggio sei libera?» domandò Spencer, era seduta sul letto e sfogliava una rivista di moda.
«Si, perché?» domandò Amanda.
Spencer alzò le spalle. «Vorrei andare in un posto.» le disse.
«Dove?» chiese l'altra sedendosi accanto a lei.
«È una sorpresa.» sussurrò Spencer. «Mettiti delle scarpe da ginnastica.»
Amanda la fissò sorpresa ma non disse nulla.
«Fidati di me.» le disse Spencer, si avvicinò a lei e la baciò.

***

«Cosa stai facendo?» chiese Amanda fissando Spencer che indossava la felpa nera e calarsi il cappuccio sugli occhi.
Spencer rise e prese dal suo zainetto di jeans una felpa identica alla sua e la porse ad Amanda. «Indossala.»
Amanda la prese e la guardò. «Perché?» domandò perplessa, «Siamo a fine Maggio e fa caldo.»
Spencer chiuse lo zainetto e lo mise in spalla. «Mettila e non fare la guastafeste.» replicò.
Amanda alzò gli occhi al cielo e sospirò, lo sapeva che quando Spencer si metteva in testa una cosa non se la toglieva più. Posò la borsetta su un basso muretto e indossò la felpa, si scostò i capelli biondi dal viso e sorrise. «Contenta?»
Spencer sorrise. «Sì.» le prese la borsetta e gliela diede. «Adesso non fare domande e seguimi, ci divertiremo.» esclamò prendendola per mano.
Amanda la seguì lungo la stradina senza dire una parola, dopo pochi minuti una villa apparve davanti a loro Spencer si fermò e si voltò verso Amanda, «Adesso seguimi e basta, fidati di me. Sarà divertente.» le disse tirandole su il cappuccio e coprendole la fronte.
Amanda rimase in silenzio e la seguì. Si avvicinarono al cancello della villa. Era in ferro battuto e il resto della recinzione era composto da un basso muretto con i mattoni a vista.
Spencer lo scavalcò.
«Spencer!» mormorò Amanda, ma la più piccola si voltò verso di lei e la tirò per un braccio e ad Amanda non rimase altro che scavalcare, per poi seguirla attraverso l'ampio giardino.
La porta di casa era aperta e Spencer entrò, Amanda corse più forte, chiedendosi se Spencer sapesse che quello che stavano facendo era una violazione di domicilio.
Entrarono in casa e quando Amanda vide un uomo seduto sul divano del salotto tirò il cappuccio fino a che non le coprì gli occhi.
Sentì l'uomo uomo urlare e sentì l'adrenalina scorrerle nelle vene. Seguì Spencer lungo il corridoio e poi in cucina, dove intravide una donna cucinare, uscirono dalla porta sul retro mentre l'uomo minacciava di sparare contro di loro.
Scavalcarono il muretto, davanti a loro un campo di granturco e Spencer si gettò lì in mezzo come se conoscesse da sempre la strada, Amanda non perse tempo a pensare e la seguì, sentendo le foglie sfiorarle le gambe, dopo pochi minuti sbucarono in un prato  vicino al fiume, corsero lungo l'argine e scesero, camminando su una scala con i gradini in pietra consumanti dal tempo, arrivando sotto a un piccolo ponte e si nascosero in una rientranza.
«È stato divertentissimo!» esclamò Spencer togliendosi la felpa.
«È stata una violazione di domicilio.» le fece notare Amanda e  si tolse la felpa, ripiegandola per bene prima di riconsegnarla a Spencer. «Quello voleva spararci.»
Spencer ficcò le felpe nello zainetto e si sedette per terra. «Tu non sai divertirti.»
Amanda sbuffò e si sedette accanto a lei, «Non è vero!» replicò.
Spencer la guardò con un sopracciglio alzato. «Se lo dici tu.» mormorò. Si tolse le scarpe e i calzi e mise i piedi nell'acqua. «Fallo anche tu.» disse indicando i suoi piedi con la testa.
Amanda aprì la bocca, non aveva intenzione di fare una cosa del genere. «L'acqua è fredda!» esclamò, «E poi chissà quali animali ci saranno dentro.»
Spencer la fissò e sorrise. «L'acqua va benissimo così, fidati.» le disse sfiorandole i lunghi capelli biondi, Amanda rimase ferma, non voleva ammetterlo ma le dita di Spencer che sfioravano il collo le facevano provare brividi di piacere. «E ci sono solo pesci, non mostri.»
Amanda si morse il labbro inferiore e sbuffò. «E va bene.» disse togliendosi le scarpe e le calze, infilò i piedi in acqua. «Contenta?»
Spencer annuì e si sporse verso di lei, le mise una mano dietro la nuca e, prima che Amanda potesse fare qualcosa, Spencer la baciò.
Come ogni volta che la baciava si stupì di quanto  fossero morbide e soffici le labbra di Spencer, ed era eccitante sentire il corpo di un'altra ragazza contro il proprio e la cosa era particolarmente piacevole come ogni volta.

***Luglio 2013***

Amanda non riusciva a capire quando era cambiato tutto, l'esatto momento in cui tutto aveva iniziato ad andare a rotoli.
Forse quando Spencer aveva iniziato a uscire più spesso con suoi amici, o forse quando i genitori di Amanda le avevano fatto sapere che, secondo loro, le persone omosessuali erano degli scherzi della natura.
Oppure quando Spencer le aveva rinfacciato di essere partita per tre giorni per lavoro, facendole una scenata isterica in piena regola, dicendole anche che lavorava troppo e non si vedevano mai.
Amanda sbuffò e si sdraiò sul letto, al buio.
Le dispiaceva per Spencer,anche a lei voleva vederla più spesso ma il lavoro glielo impediva, ogni tanto rimaneva in ufficio fino a tardi, e spesso si portava il lavoro a casa.
Le dispiaceva passare poco tempo con lei, anche perché spesso lo passavao a litigare.
Amanda si asciugò le lacrime, imponendosi di non piangere ma fù inutile, poco dopo scoppiò a piangere.

***

Amanda uscì dall'ufficio che erano quasi le sette e mezzo. «Ciao.»mormorò a Spencer che l'aspettava vicino all'ingresso. «Non sapevo che saresti venuta...» disse e guardò un gruppo di colleghi più avanti, doveva andare a prendere aperitivo con loro.
«Se lo sapevi non sarebbe stata una sorpresa.» puntualizzò Spencer.
«E che io... devo... avevo promesso...» balbettò, «Devo andare con i miei colleghi a prendere l'aperitivo. Eravamo d'accordo dall'altro ieri.»
Spencer incrociò le braccia e si staccò dal muro «Certo, capisco.» disse ironicamente. «I tuoi colleghi vengono prima di me!» urlò.
Amanda si sentì il cuore stringersi in una morsa, le si avvicinò  e la condusse in disparte. «Mi dispiace.» disse posando le mani sulle spalle dell'altra, «Se lo avessi saputo non avrei detto di sì.»
Spencer si divincolò da lei. «Sono sicura che ti dispiaccia. Ti dispiace così tanto che lavori dieci ore al giorno.» posò il piede sulla rastrelliera delle biciclette e solo allora Amanda si accorse che sul polpaccio sinistro c'era un grosso cerotto bianco. «Ti sei fatta male? Quando?» domandò preoccupata.
Spencer scosse la  testa. «Mi sono fatta male per te.» disse togliendosi il cerotto.
Amanda sbiancò quando vide il tatuaggio. Spencer si era fatta tatuare il suo nome, in corsivo, sul polpaccio sinistro. «Perché?» mormorò.
«Perché sei la persona più importante per me.» rispose Spencer. «Nonostante tutto.»
aggiunse prima di allontanarsi.
Amanda la fissò sentendosi in colpa, Spencer  si era tatuata il suo nome perché la considerava la persona più importante e lei come la ringraziava? Andando a prendere l'aperitivo con i colleghi.
Un suo collega la chiamò e lei lo guardò, quando si voltò verso Spencer, la ragazza si era già allontanta.

***

Amanda ringraziò l'anziano che le aveva tenuto aperta la porta mentre entrava nel condominio dove viveva Spencer. Era sabato e avrebbe dovuto essere al lavoro, ma aveva detto di no, che quel giorno non sarebbe andata.
Salì velocemente i gradini e suonò il campanello e mentre aspettava spostò il peso del corpo da un piede all'altro. Era nervosa, sperava solo che Spencer la perdonasse per quello che era successo qualche giorno prima.
«Sei tu.»
Amanda non si era accorta che Spencer aveva aperto. Alzò il viso e sorrise, felice di vederla. «Ciao Spencer.» mormorò, «Sono qui per chiederti scusa.»
Spencer la fissò in silenzio. «Entra.» disse scostandosi per farla entrare ma Amanda la sorprese e l'abbracciò.
«Mi dispiace... mi dispiace...» singhiozzò Amanda sulla spalla di Spencer.
Lei rimase rigida per qualche secondo poi l'abbracciò, le accarezzò i capelli e le sussurrò che andava tutto bene e che la perdonava.

***Agosto 2013***

Nonostante avessero fatto pace, le cose non erano tornate come prima.
Amanda sapeva che così non poteva più andare avanti, per questo l'aveva l'asciata, anche se era pentita di averlo fatto.
Se ne pentiva ogni giorno appena apriva gli occhi.
Amanda si sedette su una panchina del parco e sospirò. Spencer non le parlava più, non la salutava se s'incontravano per strada o al bar.
Le mancava stare con lei, parlarle, abbracciarla.
Desiderava tornare indietro nel tempo e non lasciarla, lo voleva davvero ma sapeva che non era possibile.
Ripensò al tatuaggio di Spencer. Se lo era fatta, aveva fatto scrivere "Amanda" perché l'amava.
Spencer l'amava.
E lei amava Spencer.
E non le importava del lavoro, di quello che pensavano i suoi genitori... amava Spencer e nulla poteva farle cambiare idea o impedirle di amarla.
Sapeva che da quelle parti c'era lo studio di un tatuatore. Si alzò in piedi decisa a trovarlo.Nonostante avessero fatto pace, le cose non erano tornate come prima.
Amanda sapeva che così non poteva più andare avanti, per questo l'aveva l'asciata, anche se era pentita di averlo fatto.
Se ne pentiva ogni giorno appena apriva gli occhi.
Amanda si sedette su una panchina del parco e sospirò. Spencer non le parlava più, non la salutava se s'incontravano per strada o al bar.
Le mancava stare con lei, parlarle, abbracciarla.
Desiderava tornare indietro nel tempo e non lasciarla, lo voleva davvero ma sapeva che non era possibile.
Ripensò al tatuaggio di Spencer. Se lo era fatta, aveva fatto scrivere "Amanda" perché l'amava.
Spencer l'amava.
E lei amava Spencer.
E non le importava del lavoro, di quello che pensavano i suoi genitori... amava Spencer e nulla poteva farle cambiare idea o impedirle di farlo.
Sapeva che da quelle parti c'era lo studio di un tatuatore. Si alzò in piedi decisa a trovarlo.

***

Amanda si fissò allo specchio e indossò il top bianco. Era passata una settimana da quando aveva fatto il tatuaggio.
Voleva mostrarlo a Spencer, per questo stava andando alla caffetteria.
Venti minuti dopo varcò l'ingresso e andò diritta al bancone, si sedette su uno degli sgabelli e fissò Spencer che portava un vassoio con alcune tazze a un tavolo. La cameriera aveva i pantaloni lunghi che le coprivano il tatuaggio. Amanda si chiese se avesse intenzione di toglierlo o modificarlo. Si  alzò di un poco il top in modo che si vedesse un pezzo del tatuaggio che aveva fatto fare sulla base della schiena.
«Ti sei fatta tatuare?» esclamò Spencer.
Amanda annuì, felice che le avesse rivolto la parola. «Sì...» rispose. «Guarda.» disse alzando il top. Sentì Spencer trattenere il respiro.
«Lo hai fatto sul serio?» mormorò Spencer. «Perché?»
Amanda si guardò attorno, c'erano poche persone. «Perché ti amo. Perché sono scema. Perché non posso fare a meno di te.» rispose.
Spencer si sedette sullo sgabello vicino, la bocca aperta dalla sorpresa.
«Perché non me  ne frega un cazzo di quello che pensano gli altri...» continuò Amanda e spostò la mano su quella di Spencer.
«E perché sei la persona più importante per me.»
Spencer si morsicò il labbro inferiore e strinse la mano di Amanda. «Ti amo anche io.» sussurrò prima di attirarla a sé e baciarla.

Non so da dove mi sia uscita sta... roba, non so perché l'abbia scritta ma l'ho fatto e quindi... nulla.
Spero vi sia piaciuta.
   
 
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