Scieeeo.
Ma io da quanto non scrivo nel fandom
dei Chem? Azz.
Coomunque, nulla, mi andava di
scrivere una delle mie one-shot drammatiche, piene di
sentimenti contrastanti fra felicità, angoscia, consapevolezza, tristezza e
serenità. Sono sempre la solita lo so ç-ç
Questa OS è davvero molto breve, me ne rendo conto ma boh, mi
sono ispirata a Cancer e il testo di quella canzone è
tanto breve quanto pieno di sentimenti ed emozioni.
Che dire? Spero vi sia piaciuta, spero di non aver fatto errori
ortografici, spero di tornare presto a scrivere FF e OS perché mi mancano,
spero presto di poter essere apprezzata per queste uscite tragiche xD
Grazie ancora a tutti di cuore e un bacio.
Silsvengenz.
Era,
è e sempre sarà un grande artista.
«È come se tu avessi una malattia incurabile, tipo un cancro ed
io non potessi fare nulla per evitare tutto questo.»
Frank sorrise
accarezzando con l’indice il pezzo di carta ruvida, non capiva ma infondo
sapeva come una semplice frase di un libro potesse riportarlo indietro di dieci
fottuti anni, ricordava benissimo quei tempi.
Sembrava passata un’eternità
anche se in realtà erano un’insieme di anni che non cancellavano i vividi
ricordi marchiati nella sua mente.
Aveva abbassato la
testa, per l’ennesima volta, lasciando spazio all’inevitabile legge ingiusta dei
ricordi: “il tempo guarisce le ferite ma
non risparmia qualche cicatrice”.
Ma non importava, riportò
i suoi occhi grandi, che ricordavano un misterioso bosco, sulle parole stampate
in quel piccolo ma spesso libro morbido; lo sapeva, non doveva comprare quel libro,
ma quei colori di un azzurro graduato stampati su del semplice cartoncino lo
riportavano al paradiso delle esperienze. Era strano, ma era stato amore a
prima vista, era stata attrazione mentale, era stato il nome dell’autore.
Sfiorò con le nocche
la barba crespa sul mento mentre i suoi occhi viaggiavano lentamente,
disegnando parole riga dopo riga, catturandosi in un semplice ed innocuo amore
incontrollabile, amore che sapeva di aver già provato e che mai aveva smesso di
sentire.
« E una sai cosa Sam? – disse l’amico stringendo la mano del
ragazzo moro dai capelli ribelli- Sai che questa non è vita e che questo non è
vivere, la nostra vita è di colori, la nostra vita è vivere, come artisti,
artisti immortali che dopo tutto hanno un loro destino. Te l’ho anche cantato
una volta, perché se mi dici addio oggi ti chiederei di essere sincero, perché la
parte più difficile di questa situazione è ».
«Lasciarti» L’uomo sorrise udendo la parola mancante di quel
discorso che era nato da delle sensazioni interiori e dal bisogno di poter dare
una forma ed un colore ad un disturbo che lo consumava dentro, come una fiamma
consuma una candela, facendo colare la cera a forma di lacrime.
« Siamo sempre stati bravi con le parole Sam, non deludermi, sii
sempre un artista. »
Le note di Cancer arrivarono ai ricordi di Frank facendogli venire la
pelle d’oca, continuò a sfogliare le pagine ed a disegnare righe, arrivando semplicemente
alla fine dove brucava sulla carta stampata un nome ed un cognome che conosceva
fin troppo bene, che l’aveva spinto a buttarsi a capofitto in una lettura che
oggettivamente non era il suo genere e che l’aveva spinto ancora una volta a
riaffrontare il passato nel presente per essere forte in un futuro. Tutto
collegato, sempre e comunque.
Tracciò con l’indice
calloso lettera per lettera di un nome che conosceva da una vita, scrutò come
il nome Gerard Arthur Way bruciasse
al solo tatto e sorrise ancora una volta, sapeva solo una cosa: Gerard era,
è e sempre sarà un grande artista.