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Autore: Acid Sylvia    26/06/2013    2 recensioni
Le note di Cancer arrivarono ai ricordi di Frank facendogli venire la pelle d’oca, continuò a sfogliare le pagine ed a disegnare righe, arrivando semplicemente alla fine dove brucava sulla carta stampata un nome ed un cognome che conosceva fin troppo bene, che l’aveva spinto a buttarsi a capofitto in una lettura che oggettivamente non era il suo genere e che l’aveva spinto ancora una volta a riaffrontare il passato nel presente per essere forte in un futuro. Tutto collegato, sempre e comunque.
Genere: Angst, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Scieeeo.

Ma io da quanto non scrivo nel fandom dei Chem? Azz.

Coomunque, nulla, mi andava di scrivere una delle mie one-shot drammatiche, piene di sentimenti contrastanti fra felicità, angoscia, consapevolezza, tristezza e serenità. Sono sempre la solita lo so ç-ç

Questa OS è davvero molto breve, me ne rendo conto ma boh, mi sono ispirata a Cancer e il testo di quella canzone è tanto breve quanto pieno di sentimenti ed emozioni.

Che dire? Spero vi sia piaciuta, spero di non aver fatto errori ortografici, spero di tornare presto a scrivere FF e OS perché mi mancano, spero presto di poter essere apprezzata per queste uscite tragiche xD

Grazie ancora a tutti di cuore e un bacio.

Silsvengenz.

 

Era, è e sempre sarà un grande artista.

 

«È come se tu avessi una malattia incurabile, tipo un cancro ed io non potessi fare nulla per evitare tutto questo.»

Frank sorrise accarezzando con l’indice il pezzo di carta ruvida, non capiva ma infondo sapeva come una semplice frase di un libro potesse riportarlo indietro di dieci fottuti anni, ricordava benissimo quei tempi.

Sembrava passata un’eternità anche se in realtà erano un’insieme di anni che non cancellavano i vividi ricordi marchiati nella sua mente.

Aveva abbassato la testa, per l’ennesima volta, lasciando spazio all’inevitabile legge ingiusta dei ricordi: “il tempo guarisce le ferite ma non risparmia qualche cicatrice”.

Ma non importava, riportò i suoi occhi grandi, che ricordavano un misterioso bosco, sulle parole stampate in quel piccolo ma spesso libro morbido; lo sapeva, non doveva comprare quel libro, ma quei colori di un azzurro graduato stampati su del semplice cartoncino lo riportavano al paradiso delle esperienze. Era strano, ma era stato amore a prima vista, era stata attrazione mentale, era stato il nome dell’autore.

Sfiorò con le nocche la barba crespa sul mento mentre i suoi occhi viaggiavano lentamente, disegnando parole riga dopo riga, catturandosi in un semplice ed innocuo amore incontrollabile, amore che sapeva di aver già provato e che mai aveva smesso di sentire.

« E una sai cosa Sam? – disse l’amico stringendo la mano del ragazzo moro dai capelli ribelli- Sai che questa non è vita e che questo non è vivere, la nostra vita è di colori, la nostra vita è vivere, come artisti, artisti immortali che dopo tutto hanno un loro destino. Te l’ho anche cantato una volta, perché se mi dici addio oggi ti chiederei di essere sincero, perché la parte più difficile di questa situazione è ».

«Lasciarti» L’uomo sorrise udendo la parola mancante di quel discorso che era nato da delle sensazioni interiori e dal bisogno di poter dare una forma ed un colore ad un disturbo che lo consumava dentro, come una fiamma consuma una candela, facendo colare la cera a forma di lacrime.

« Siamo sempre stati bravi con le parole Sam, non deludermi, sii sempre un artista. »

Le note di Cancer arrivarono ai ricordi di Frank facendogli venire la pelle d’oca, continuò a sfogliare le pagine ed a disegnare righe, arrivando semplicemente alla fine dove brucava sulla carta stampata un nome ed un cognome che conosceva fin troppo bene, che l’aveva spinto a buttarsi a capofitto in una lettura che oggettivamente non era il suo genere e che l’aveva spinto ancora una volta a riaffrontare il passato nel presente per essere forte in un futuro. Tutto collegato, sempre e comunque.

Tracciò con l’indice calloso lettera per lettera di un nome che conosceva da una vita, scrutò come il nome Gerard Arthur Way bruciasse al solo tatto e sorrise ancora una volta, sapeva solo una cosa: Gerard era, è e sempre sarà un grande artista.

   
 
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