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Autore: IlariaIDIOT    26/06/2013    2 recensioni
"Perchè hai una calza rossa e una blu?"
Come incontrare un neo componente dei green day in maniera insolita!
Genere: Commedia, Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 “Signorina?”
Mi tolgo la cuffia destra del mp3 sbuffando: tutto il mondo dovrebbe sapere quando odio essere interpellata se sto ascoltando musica.
Alzo lo sguardo e sulla soglia della porta vi è l’ennesima infermiera con una cartelletta straripante di fogli bianchi. Deve essere nuova perché la vedo andare in panico non trovando il pezzo di carta giusto; ne fa passare due o tre.
“Le ricordo il suo esame alle 14:30. Terzo piano, sala 5”
Mi sorride e ricambio ringraziandola, anche se non so minimamente di che cosa si tratti. E’ da 2 giorni che sono ricoverata in questo posto e nessuno mi sa ancora dire che cosa mi sia capitato. I medici continuano a sottopormi a esami, sto facendo sclerare ogni infermiere presente su questo piano e anche qualche presenza dei piani inferiori e voglio semplicemente tornarmene a casa.
Non ricordo assolutamente nulla del pre-ricovero, sono arrivata qui in ambulanza con un grosso mal di testa e uno stato confusionale pari a una persona che ha bevuto cinque birre di fila.
Mi rimetto la cuffia, mi infilo le ciabatte ed esco dalla camera. Sono sola e non ho nessuno con cui passare il tempo.
Bene, sono le 11 e ho tutto il tempo di farmi un giro per svagarmi un po’ prima che qualche altro idiota mi infilzi altri aghi e tubi nel corpo.
Scendo le scale saltellando e arrivo nell’atrio dell’ospedale. Opto per il giardino dove è situata una grossa fontana. Mi siedo sulla struttura marmorea ammirando i pesci che nuotano tra le monetine di rame.
Forse potrei raccoglierne qualcuna, i panini delle macchinette sembrano decisamente meglio del cibo che mi tocca mangiare qui.
Verso le 6 di sera si diffonde sulle scale un odore nauseabondo di verdure lessate che non aiuterebbe nessun degente.
“Ehy tu! Perché hai una calza blu e una rossa?”
Fermo la musica. Grazie al cielo la tenevo ad un volume non così alto da permettermi di sentire questa battuta. Di fianco a me c’è un ragazzo: avrà la mia età, capelli castani, occhi blu e un orecchino. Perché è qui?
“Le altre due si sono suicidate a stare qui” rispondo secca.
“Immagino… Da quanto sei qui?”
Perché lo vuole sapere? Ho forse parlato con qualcuno da quando sono qui? No, infatti.
“Due fottutissimi giorni” Scandisco bene il fottutissimi, come ad indicare una sorta di prigione.
“Allora sono arrivato prima io! Per che cosa ti hanno ricoverata?”
Scoppio a ridere “Sai che non lo so? Prova a chiederlo ai medici, agli infermieri e che ne so, magari lo scoprono quelli del bar! Non ne ho la più pallida idea. Continuano a mandarmi su e giù per i piani con mille esami da fare come se fossi uno scolapasta” mostro al ragazzo ambiguo il mio braccio destro dove questa mattina ho fatto l’esame del sangue tentando più volte. “Vene profonde, come se non bastasse insomma” spiego. “Però hanno detto che pensano sia un problema al cervello, non che mi spaventi la cosa. Considerano qualcosa come l’epilessia. Valli a capire, dio!”
“Benvenuta nel club ‘Odio gli ospedali’! Io sono Mike” mi porge la mano.
“Olivia”
In un certo senso, è affascinante come ragazzo.
“Ti va di andare a mangiare un boccone invece del solito pranzo?”
E’ una sottospecie di appuntamento,  quelle cose che si vedono nei telefilm smielati dove poi entrambi si dicono ti amo nel giro di due minuti? Ah, fermatemi.
“Ma certo! Faccio di tutto pur di non mangiare quella roba!”
Spengo l’mp3 e abbandono i Ramones per la mattinata.
Io e Mike ci fiondiamo alle macchinette del sottoscala. Ieri ero talmente affamata da essermi mangiata un pacchetto di patatine alle due di notte.
Frugo nella tasca della tuta e trovo qualche spicciolo che do a Mike il quale aggiunge ai suoi. Dopo un rapido calcolo, inseriamo tutti i nostri averi e scegliamo due panini e una coca cola.
Con le spalle al muro, ci sediamo – dando poco nell’occhio, risolvendo il problema della fame e iniziando a parlare dei nostri interessi.
Scopro che un punto in comune è la musica.
Sono alquanto basita. Suona il basso ed ha una band.
“No dai, sta cosa è troppo figa!” Esclamo appoggiando la lattina sul pavimento e pulendomi la bocca. Bonjour finesse!
“Finiamo sempreper bere birra! Noi scriviamo canzoni per noi stessi poi se piacciono agli altri è fantastico. Sono sicuro che non andremmo da nessuna parte!”
Mike, quel giorno, con quell’ultima frase, con quelle ultime due parole, aveva detto la stronzata più colossale che io potessi mai sentire.

__________________________
 

Allora.
Non so cosa mi sia frullato nella testolina per questa storia, forse davvero l'esperienza dell'ospedale.
L'ho buttata giù una sera/notte in cui non riuscivo a chiudere occhio per il caldo e per il concerto prossimo dei Green Day (E per il biglietto
che non mi arriva più, mannaggia vacca!) Anyway, è la prima storia con zio Mike, come ho scritto, ha un che di affascinante il ragazzo,
soprattutto dopo Bologna. Avrei voluto morire con tutte le facce buffe e le mille espressioni idiota che faceva.
Propongo il Dirnt Team!
Bando alle ciance, I love you all!
SI, AMO ANCHE JEFF MATIKA. SOPRATTUTTO JEFF MATIKA

Ps. Ero RageandLove


  
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