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Autore: Eleven    10/01/2008    14 recensioni
Piccola shot un po' strana per il compleanno di una persona speciale. A white_tifa.
I ricordi di Bellatrix Black, ai tempi di Hogwarts: spezzoni di una vita che forse non è come la immaginiamo, decisa da qualcosa che non dipendeva da lei, e che da buona figlia Purosangue ha scelto, con un po' di difficoltà, di accettare.
Una What if?, ovviamente. Pairing un po' strano, ma con molte potenzialità. [Lucius/Bellatrix.]
"Lucius Abraxas Malfoy, piacere di conoscerti."
"Bellatrix Black."
"So già chi sei."
"Non dirlo, mai."

Buona lettura, baci,
Eleonora.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Lucius Malfoy | Coppie: Lucius/Bellatrix, Lucius/Narcissa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Piccola shot un po’ strana, spero di aver inquadrato bene il personaggio di Bellatrix, perchè quello era il mio scopo.

Dedicata a white_tifa, buon compleanno tesoro,

e a piperina.

Never Loved Things

[Memories of a Mad Pureblood]

1° Settembre 1969

“Bella...?!”

Una acuta voce femminile si propagò sul treno portando con sè gli eco di quell’urlo.

“Si, Cissy...?”

Rispose svogliata una ragazza dai lunghi capelli neri con lo stesso volume di voce, girandosi lievemente scocciata verso il corridoio della carrozza in fondo al quale si era fermata per evitare il troppo rumore e, soprattutto, la compagnia.

“Vieni, Rodulphus ci sta facendo conoscere i suoi amici..!”

Scostandosi una ciocca di capelli ricci dalla fronte, la ragazza sbuffò prima di rispondere.

“A me no.”

“Se starai tutto il tempo là in fondo, è logico che non può farteli conoscere.”

Con un altro sbuffo, Bellatrix tornò nel suo scompartimento, dove ora, di fronte a sua sorella, troneggiavano due ragazzi, completamente diversi l’uno dall’altro. Entrambi molto alti, se la ragazza non avesse saputo che avevano sicuramente meno anni di lei avrebbe detto che fossero più grandi, uno aveva lisci capelli biondi, l’altro scomposti ciuffi neri che gli coprivano parte degli occhi.

“Piacere, io sono Nott.” Disse il moro, tendendole la mano.

“Piacere.” Replicò la ragazza con una smorfia che indicava tutto il suo disprezzo per quelle formalità.

Il secondo fece un passo avanti, porgendole la mano perché lei appoggiasse la sua su di essa, cosa che fece dopo poco, lievemente sorpresa.

“Lucius Abraxas Malfoy, piacere di conoscerti.” Si presentò il biondo, prima di portarsi alla bocca la mano della ragazza.

“Bellatrix Black.” Replicò lei guardandolo negli occhi: un mare in tempesta.

“So già chi sei.” Rispose quello con un sorriso storto.

Gli occhi della strega si assottigliarono, misteriosi.

“Non dirlo, mai.”

Girò sui tacchi e lasciò lo scompartimento, sotto gli occhi sorpresi dei due ragazzi che ancora non la conoscevano. Narcissa si abbandonò sulla sedia, volgendo gli occhi al cielo.

“Perdonate mia sorella, è fatta così. Sostiene che nessuno potrà mai conoscerla veramente, lo ripete continuamente anche in casa.”

Accigliato, fu Nott a parlare per primo.

“Una filosofia interessante…”

“Una sfida interessante.” Mormorò tra sé il biondo.

***

20 Settembre 1969

“Bella, vieni su nel dormitorio? Ci sono anche le altre...!”

Narcissa stava sul quinto gradino della scala a chiocciola, l’ultimo dal quale si poteva ancora intravedere la sala comune di Serpeverde, accovacciata per cercare con gli occhi sua sorella, che le dava le spalle seduta su un divano.

La ragazza si prese tutto il tempo per rispondere, distese le gambe che aveva tenuto accavallate fino a quel momento, aspirò un’ultima boccata di fumo e spense la sigaretta nel portacenere per poi farla Evanescere, e sbuffò la nuvola di tabacco babbano, l’unica cosa che apprezzava di loro, osservandosi le unghie placcate di rosso.

Poi si girò lentamente verso le scale, certa che la sorella la stesse osservando in attesa di una risposta.

“No.” Sillabò tranquilla.

La ragazza sulle scale si rimise lentamente in piedi. Per quanto la conoscesse dalla nascita, non era ancora riuscita a farci del tutto l’abitudine, ai suoi modi bruschi e secchi, in ogni situazione, anche quando stonavano completamente con il contesto.

Dalla sala comune si udirono pochi passi lenti e misurati, poi l’aprirsi e il richiudersi di una porta, segno che Narcissa era entrata, sola, nel dormitorio femminile.

Bellatrix non si scompose minimamente, tirò fuori un piccolo pacchetto e ne estrasse un’altra sigaretta.

Incendio.” Mormorò con la bacchetta puntata verso di essa.

Quando l’accostò alle labbra un’altra voce la raggiunse, proveniva dalle sue spalle, dove ancora alcuni Serpeverde giocavano a gobbiglie. Gioco stupido, secondo la ragazza.

“Non dovresti trattare così tua sorella...” insinuò la voce, profonda e suadente.

Bellatrix si voltò ad incontrare gli occhi del ragazzo che aveva parlato.

Si portò ugualmente la sigaretta alla bocca, e aspirò brevemente.

“Se usassi un comportamento differente verso di lei, gli altri si sentirebbero trattati male, non trovi?”

Lucius Malfoy entrò nel suo campo visivo poco dopo che si fu rigirata verso il basso tavolino che si trovava di fronte al camino, e si sedette sulla poltrona a fianco del divano che aveva scelto di occupare lei.

“Perché, non è così che li tratti?” Chiese beffardo alzando un sopracciglio biondo.

Bellatrix rise piano, gettando la testa indietro, in una maniera inquietante.

Poi si ricompose, guardando intensamente il ragazzo con i suoi profondi occhi neri, ed un ghigno appena accennato sul volto.

“Io non tratto male nessuno, Malfoy. Io tratto tutti malissimo.” Concluse compiaciuta.

Il biondo corrugò la fronte, perplesso e divertito: quella ragazza l’aveva fregato. Fregava sempre tutti, pensò.

“Tu dici? - disse comunque, per non dargliela completamente vinta - Io non mi sento affatto trattatato male...”

Se possibile, il ghigno beffardo si allargò sulle labbra della ragazza.

“Questo - replicò - è perché tu tratti la gente quasi peggio di me, Lucius.”

***

24 Ottobre 1969

Il rumore di chiacchiere e posate in Sala Grande crebbe d’intensità alla comparsa del dolce, mentre alcuni studenti solitari lasciavano la tavola.

Bellatrix intravide James Potter alzarsi deluso, per l’ennesima volta, e dirigersi verso la torre Grifondoro, e si alzò a sua volta con l’intenzione di passare un po’ di tempo da sola nel dormitorio prima che venisse travolto dalle caotiche presenze che lo abitavano costantemente.

Aveva appena raggiunto le scale quando si sentì prendere per un gomito e girare da una mano piuttosto grande.

Quando si voltò, si trovò di fronte al volto di Lucius Malfoy.

“Buonasera.” Disse con un sorriso storto di sfida. Lei aveva sempre un’espressione di sfida.

“Dove stai andando?”

“Nei sotterranei. Non sopporto il caos.” Rispose annoiata guardandosi attorno.

“L’avevo capito. Per la verità neanch’io, sarà che ci sono immerso dalla nascita.” Ghignò freddo il biondo.

“Capita sempre così, nelle grandi famiglie.” Disse con aria saputa e compiaciuta insieme Bellatrix, riprendendo a camminare con Lucius al suo fianco.

“Già - rispose lui - suppongo di sì.”

Prese la bacchetta dalla tasca interna del mantello e la pose nella tasca posteriore dei pantaloni, in previsione del vicino cambio di vestiti appena entrato in sala comune.

“Tra una settimana c’è il ballo, - buttò lì con indifferenza - con chi ci vai?”

Bellatrix lanciò un’occhiata indecifrabile al ragazzo, prima di pronunciare chiaramente la parola d’ordine di fronte alla sala comune.

“Non verrò al ballo.” Rispose una volta entrati.

“Perché?”

“Non mi sono mai piaciuti.” Spiegò andando a prendere dalla credenza in vetro smerigliato verde una bottiglia piena di un liquido denso e dorato.

“Ah no? Strano, al Manor ne abbiamo organizzati diversi e a qualcuno ha partecipato anche la tua famiglia.”

La ragazza si produsse in una risata amara.

“E da quando in famiglia si fa ciò che si vuole fare? Ho partecipato a dei ricevimenti, sì, ma ciò non toglie che non li sopporto. Sono altre le cose che mi piace fare.” Sbottò prima di bere con un solo sorso il contenuto di un bicchierino che aveva riempito.

“E cosa ti piace fare, Bellatrix?”

“Se lo sapessi, probabilmente non mi rivolgeresti più la parola.” Con un sorriso strano e i grandi occhi neri che brillavano, Bellatrix Black lasciò la stanza, diretta al dormitorio femminile.

***

23 Dicembre 1969

Una figura vestita di nero si allontanava furtiva nel buio della sera, diretta al lago nascosto tra le fronde degli alberi di fronte a Hogwarts. Lucius Malfoy, ansante, si appoggiò con una mano ai portoni appena richiusisi alle sue spalle, cercando ancora con lo sguardo la ragazza che aveva da poco lasciato il ‘banchetto natalizio’ per salutare gli studenti che avrebbero passato il Natale in famiglia.

Alla luce della luna, la figura di una ragazza dai lunghi capelli scuri si delineò stagliandosi contro il lago poco lontano.

Riprese fiato e con calma la raggiunse, accigliandosi quando sentì come un mugolio strozzato, provenire dall’albero dietro al quale era sparita.

“Bellatrix...?” Chiese incerto.

La ragazza non rispose, mentre Lucius aggirava l’albero e la raggiungeva. Corrugò la fronte e sorrise lievemente allo spettacolo che gli si presentava davanti.

Bellatrix aveva il mantello slacciato che minacciava di cadere dalle sue spalle, il collo proteso verso l’alto in una posa carica di nobiltà e fierezza, mentre lo sguardo tradiva un sadico godimento per ciò che stava facendo.

La bacchetta, scura, era puntata contro un piccolo rospo che si contorceva senza pace sotto di lei.

Il biondo rimase ad osservare la scena per un po’, mentre la ragazza ruotava il polso, alzava appena la bacchetta, modificando l’intensità dell’incantesimo.

“Dove l’hai imparato?” Chiese infine.

“Mio padre.” Rispose quella senza staccare gli occhi dalla sua vittima.

Il silenzio cadde nuovamente tra di loro, rotto solo dagli struggenti lamenti del rospo, straziato dall Cruciatus.

“Un bel modo di salutare la scuola, non trovi?” Disse Bellatrix con un ghigno pericoloso.

Lucius si appoggiò all’albero con la spalla, intento a guardare alternativamente la bacchetta e la sua padrona, mentre un sorriso si dipingeva anche sul suo volto.

“Ti ho mai detto che sei la mia ragazza ideale, Bella?”

La ragazza distolse la sua attenzione dal rospo, che tentò disperatamente di rimettersi sulle zampe per fuggire.

“Come?” Chiese confusa guardando negli occhi il suo interlocutore, anche se aveva sentito benissimo.

“Intelligente...” cominciò Lucius affondando indice e medio tra i suoi ricci scuri.

Bellatrix alzò un sopracciglio.

“...Bella...” continuò disegnandole il profilo della guancia e poi del collo, mentre anche l’altro sopracciglio scuro della ragazza si alzava sarcastico.

“... e crudele.” Concluse.

Uno storto sorriso soddisfatto comparve a quest’ultima affermazione sul volto della giovane strega, coperto quasi subito dalle labbra di Malfoy.

Il rospo, quella sera, riuscì a scappare.

***

10 Gennaio 1970

“Fermati, Malfoy.”

Coperta solo dall’intimo, eppure all’apparenza completamente a suo agio, Bellatrix Black si alzò dal letto dove fino ad un minuto prima era sdraiata con il ragazzo che ora la fissava sconcertato.

“Che stai facendo...?” Le chiese mellifluo cercando di non far trasparire dalla voce la sua sorpresa.

“Ho voglia di una sigaretta.” Spiegò tranquilla.

Lucius rimase a guardarla indeciso se urlarle contro o scoppiare a ridere. Dopo qualche minuto di silenzio interrotto solo dalle boccate di fumo che lui fissava fuoriuscire dalle labbra perfette di Bellatrix, si costrinse a parlare.

“Qual è il problema? - chiese, - non dirmi che non l’hai mai fatto..!”

La mora corrugò la fronte, abbassando il capo per poi guardarlo in tralice con un espressione che sembrava significare: Stai scherzando, vero?

“Ovvio che no, ma non è questo il punto.” Rispose sbuffando un altro po’ di fumo.

Lucius si sforzò di non fissarle la bocca ed alzò gli occhi incatenandoli coi suoi, coprendo meglio col lenzuolo l’eccitazione ancora evidente.

“E allora quale sarebbe, il punto?”

“Il punto è che non voglio e basta. Voi maschi siete così, ormai ho imparato, una volta ottenuto questo, che è ciò che volete, non ve ne frega più nulla e lasciate perdere.”

“Io non lascerei perdere...” provò a dire sfoderando la sua voce più profonda.

Come aveva previsto, Bellatrix scoppiò in una lunga risata.

“Molto romantico Malfoy, ma parecchio ipocrita.”

“Scusa... - cominciò alzandosi appena dalla sua postazione, ancora sul letto - ma cosa avevi in mente di fare, quando siamo entrati qui, fermarti e andartene... ora?” Chiese dando un’occhiata di sfuggita alla sua erezione insoddisfatta.

“Esattamente.” Concluse con un sorriso, prima di raccogliere da terra la camicia ed aprire la porta del dormitorio maschile.

“Fatti una doccia fredda Malfoy.” Consigliò.

***

16 Febbraio 1970

Gli studenti di Serpeverde stavano lasciando confusamente la biblioteca, sotto lo sguardo disgustato di Madama Pince, per riversarsi nelle varie aule vuote, dove potevano studiare senza il problema di non fare il minimo rumore.

Bellatrix Black si stava dirigendo in solitudine verso un’aula, quando un ragazzo biondo si staccò appena dal suo gruppo per raggiungerla, in mano un libro che mostrava con la destra alzata.

“Bellatrix, hai dimenticato Pozioni Avanzate.” Le disse avvicinandosi, mentre lei già aveva la mano sulla maniglia della porta dell’aula.

“Grazie.” Rispose con voce atona, entrando nell’aula e tendendo la mano verso di lui perché vi appoggiasse il libro.

Con uno scatto, il ragazzo entrò nell’aula e la richiuse alle sue spalle, buttando a terra il libro ed assalendo le labbra di Bellatrix.

Rispose al bacio per qualche minuto, poi lo staccò da sé.

“Bella scusa Malfoy, io ho tre copie di Pozioni Avanzate.” Disse sarcastica.

“Critichi sempre, Bella. - Ribattè lui, - Non potevo fare diversamente.”

“Perché mai?” chiese accigliata la ragazza.

Con passo lievemente strascicato, si riavvicinò lentamente a lei.

“Non riuscivo più ad aspettare.”

La bacchetta di Bellatrix si sollevò lentamente, silenziosa, elegante.

Colloportus.

Quel giorno, Bellatrix Black e Lucius Malfoy furono segnati assenti a tutte le lezioni successive.

***

21 Marzo 1970

La Stanza delle Necessità, era sicuramente il luogo che gli studenti di Hogwarts frequentavano di più. Non c’era una sera in cui non fosse occupata da qualche coppia clandestina, o perché volevano un po’ di pace, o perché appartenevano a Case diverse.

Quella mattina, però, erano due Serpeverde ad occuparla.

Bellatrix Black si svegliò sentendo la lingua di Lucius solleticarle il collo.

“Già di prima mattina, Malfoy?” Ghignò.

Il ragazzo non rispose, ma si sdraiò comodo con le braccia incrociate dietro alla testa, guardando il soffitto. Un mezzo sorriso increspò le sue labbra, sembrava pensasse a qualcosa in particolare.

“A che pensi?”

“Niente di che...”

Bellatrix si alzò e raccolse con disinvoltura la sua divisa, la posò sul letto e cominciò a vestirsi, mentre la voce divertita di Lucius la raggiungeva.

“Mi sposerò con una Black.”

La ragazza smise di mettersi le calze e alzò lentamente la testa.

“Stai scherzando...”

“No, affatto.”

Il silenzio li avvolse, poi Bellatrix riprese a vestirsi.

“Siamo tre in famiglia, non è detto nulla. Anche Rodulphus sposerà una di noi.”

Lucius rise, sinceramente divertito dal contegno che lei aveva assunto.

“Rod? Si vede lontano un miglio che è cotto di Narcissa, e lo stesso vale per lei.”

Quando anche il golfino fu abbottonato e Lucius si fu alzato, Bellatrix rispose ravviandosi i capelli.

“Io non voglio affatto sposarti.” Disse seria.

Lucius le si avvicinò con passo felpato e si abbassò su di lei, lambendole la pelle sensibile del collo e risalendo fino a stuzzicarle l’orecchio, provocandole una scossa lungo la spina dorsale.

“Dimmi che non vuoi essere mia ora, e per tutta la vita.” Le sussurrò roco.

“Non ho detto questo.”

Il ragazzo si staccò appena. “Ah no?”

“No.” Rispose raccogliendo da terra la sua borsa con i libri per quella giornata e cominciando ad avviarsi verso la porta.

“Allora perché non vuoi sposarmi?” Chiese alzando un po’ la voce perché lo sentisse da quella distanza lievemente aumentata.

“Io odio i matrimoni!” Rispose ridendo inquietante prima di sparire dietro alla porta.

***

13 Settembre 1975

“Vuoi tu, Lucius Malfoy, prendere la qui presente Narcissa Black come tua legittima sposa?”

Mascella serrata.

“Sì, lo voglio.”

Il tuo uomo.

“Vuoi tu, Narcissa Black, prendere il qui presente Lucius Malfoy come tuo legittimo sposo?”

Occhi appena lucidi.

“Sì... lo voglio.”

E tua sorella.

Con apparente imperturbabilità, Bellatrix guardò intorno a sé, l’aria altera di sua madre, lo sguardo fiero di suo padre, l’azzurro sereno negli occhi di sua sorella.

Tornò a prestare attenzione alla cerimonia, una singolare sensazione di essere spezzata dentro che si espandeva prepotente in lei.

“Se qualcuno ha qualcosa da dire, parli ora o taccia per sempre.”

Strinse nella mano sinistra il fazzoletto - così orribilmente bianco, candido - fino a farsi male.

Il volto impassibile non tradiva le emozioni delle quali le sue mani avrebbero portato i segni per molto tempo.

Poche gocce di quel suo prezioso sangue puro fuoriuscirono dai graffi a mezzaluna che lei stessa si era procurata suoi palmi con le unghie, mentre quel fazzoletto, bianco - come lei, Narcissa. - si tingeva di piccole perle rosse.

Quelle stesse labbra che non si erano mai fatte scrupoli a sputare veleno, ora si costringevano a rimanere serrate.

“Buona fortuna, Lucius.” Mormorò prima di Smaterializzarsi a casa.

***

25 Giugno 2001

“Su, zia Bella, io e Pansy non ci sposiamo tutti i giorni, perché non dovresti venire al nostro matrimonio?!”

In piedi di fronte al tavolo bianco dell’ampio salotto di Malfoy Manor, l’ultimo erede della Casata Black e Malfoy osservava sua zia, seduta su una sedia proprio davanti a lui, in attesa di una risposta.

“Non mi sembra il caso di insistere, Draco. Zia Bellatrix avrà altro da fare.” Disse Narcissa Malfoy senza staccare gli occhi dal suo lavoro a maglia.

“Ma, - riprovò il ragazzo - perché non vuoi venire?”

La donna si alzò, la testa alta per abitudine, e lo sguardo fiero ancora una volta.

Non mi sono mai piaciuti i matrimoni.”

The End.



Credits and Thanks:

- La somiglianza tra il sottotitolo “Memories of a Mad Pureblood” ed il titolo della fanfiction “Memories of a Mudblood” di white_tifa è voluto, poiché la Shot è a lei dedicata.

Se l’autrice lo riterrà opportuno, rimuoverò ogni richiamo al suo lavoro.

Colgo l’occasione per invitare tutti coloro che non l’hanno letta a farlo, perché merita.

- Ringrazio Trenitalia, perché senza la notte insonne passata sul loro treno-notte questa shot non sarebbe mai nata, e la mia meravigliosa compagna di viaggio, Mavi, che oggi compie gli anni, perché senza di lei quel tragitto sarebbe stato di una noia mortale.

Dedicata a lei, perché le voglio tantissimo bene, e perché mi ha dedicato un piccolo capolavoro, e io non potevo non fare altrettanto. Spero di averti fatto cambiare idea sulla ship almeno un po’ ^^

E alla Iva, perché è la mia Genia, punto e basta.

Grazie a chi recensirà.

Hermy.

   
 
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