Inutile. Lei era inutile.
Si sentiva decisamente inutile, Caramel, rispetto ai suoi compagni.
Loro sembravano così determinati e decisi, lei invece era la debole del gruppo. Quella più fifona. Quella che quando gli altri volevano combinare guai, lei cercava di fermarli.
Andou le diceva che era uno spirito bravo, non doveva preoccuparsi. Era brava nella preparazione dei dolci, e che non avrebbe avuto problemi a diventare una pasticciera di corte. Ma lei non ci credeva.
Voleva bene a Vanilla, Café-kun, e Chocolat. Soprattutto a Chocolat.
Tra i tre spiriti, la terza era quella che le dimostrava di più il suo affetto.
Certo, non lo faceva apertamente, ma lo dimostrava comunque in più gesti.

Ora Caramel era nel bosco, quello vicino all'accademia. Non voleva più ritornare da tutti i suoi amici.  Non da Andou, non da Kashino, non da Hanabusa, non da Ichigo, non da Café, non da Vanilla, e non da Chocolat. Sarebbe scappata.
Forse le sarebbe mancata veramente tanto solo lo spirito specializzato nel cioccolato.
Urlò, quando rimase incastrata in un piccolo ramoscello: cercò di spostarsi, senza rompere il suo vestito arancione, e riprese il volo.
Qualcuno da dietro la tirò, e Caramel inevitabilmente cadde sopra l'alltro spirito. «Stupida Caramel! Ti ho cercata ovunque per ore!» disse  lo spirito. Era Chocolat, che piangeva.
«Chocolat!»
«Stupida, non mi far venire più certi attacchi di panico!»
«Anche io Chocolat, desu!» la fatina dai capelli arancioni pianse, cacciando tutte le lacrime che stava trattenendo da un'ora a quella parte.
«Su, vieni!» la castana prese la manina paffuta dell'arancione, e si diressero di nuovo verso l'accademia.
«Chocolat...» disse a bassa voce Caramel. Ella si girò curiosa.
Un bacio sulla guancia.
Un piccolo bacio, senza pretese.