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Autore: Arkadio    12/01/2008    4 recensioni
Hyperversum - "Come saprò se sono un sovrano giusto?"
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Come si misura la saggezza di un sovrano

A chi ha recensito e letto “Peccato d’innocenza”.

Con immensa gratitudine

Essere un sovrano

“Come si misura la saggezza di un sovrano?”

La domanda arrivò a Guillame de Ponthieu a bruciapelo, durante una delle sue solite passeggiate con Ian.

Monsieur?”

“Intendo” si spiegò l’americano “come saprò se sarò un sovrano saggio, assennato e giusto o un soppressore, vile e superbo?”

Il conte soppesò bene la domanda, capendo l’angoscia dell’amico. Da lì a poco si sarebbe sposato, e sulle sue spalle sarebbe ricaduta tutta la responsabilità che le terre di Isabeau portava.

“Domanda dalla difficile risposta, fratello mio” disse il conte. “Sappi che può esserci monaco più intelligente di qualsiasi altra persona, ma meno adatto a comandare di un contadino.”

Ian rimase sbalordito da tale affermazione.

“Non capisco…”

“Intendo” proseguì “Che è più probabile che un contadino qualunque sia più saggio di qualsiasi monaco studioso.”

“Continuo a non capire…” La faccia delusa del ragazzo colpì il conte.

“Un giorno comprenderai.”

“Prendeteli!” Urlò Ian ai suoi cavalieri, indicando delle spie inglesi.

Gli uomini spronarono i cavalli al galoppo, lungo la strada dissestata che conduceva ai confini del territorio dei Montmayeur.

Erano state trafugate diverse carte sui piani del re, e l’americano si era incaricato del recupero.

Si avvicinavano sempre più al confine, quando il maggiore dei Ponthieu urlò:

Fermatevi, evitiamo di sconfinare!”

Non lo ascoltò.

Ian continuò la sua frenetica corsa, senza calare di un minimo la velocità a cui aveva lanciato il cavallo.

Nonostante i richiami del fratello continuò a recuperare terreno, conscio dell’impossibilità di colmare la lacuna tra loro e le prede.

Almeno finché in lontananza non notò un ponte sospeso su un burrone.

“Daniel!” urlò “Il ponte!”

L’amico, che gli stava dietro, capi al volo.

Scese al volo da cavallo, nonostante la notevole distanza.

Sembrava, e forse era un tiro al limite dell’impossibile. E farlo da cavallo era ancora più complicato.

Quindi trasse un respiro profondo, prendendosi tutti i secondi a lui concessi.

“Daniel!!” Intimò Ian

Incoccò, prese la mira e scoccò.

La freccia partì a una velocità elevatissima, colpendo in pieno una delle funi che mantenevano il ponte sospeso.

Questo fece bloccare gli inglesi, che si videro costretti a ingaggiare battaglia.

Sfida che non durò più di qualche istante, vista la disparità di uomini.

Ian stava sfilando la spada dal corpo di uno degli avversari, quando un urlo lo raggiunse.

Cosa credevi di fare? Eh?! L’eroe?”

Guillame de Ponthieu era furioso.

“Fratello, io volevo solo…”

“No, tu volevi solo creare caos, a poche settimane dalla guerra! Cosa sarebbe successo se, sconfinando, gli Inglesi ti avessero preso? Avresti lasciato il tuo castello, la tua gente e ancor peggio Isabeau senza la minima protezione! E saresti morto, torturato o marcito nelle loro prigioni!”

Ma io…”

“Non c’è ma io che tenga! Non è così che si comporta un sovrano assennato!”

Le parole colpirono il ragazzo, che abbassò gli occhi.

L’unica cosa che vide furono gli stivali del conte che si allontanavano da lui.

“Secondo me hai fatto bene…”

Daniel non nascose minimamente la sua idea su ciò che era appena successo. Il conte e lui avevano avuto spesso opinioni diverse su cosa fosse giusto o sbagliato. E questo caso non faceva eccezione.

“Forse ha ragione lui… non dovevo rischiare così tanto…”

“Ma se non l’avessi fatto i piani del re ora sarebbero di dominio pubblico. Hai fatto una scelta.”

E probabilmente è stata quella sbagliata. Ci è andata bene…”

Ian non poteva dimenticare quelle parole.

Come non poteva dimenticare il discorso avuto poco tempo prima.

Cosa dovrebbe fare un sovrano assennato? Perché sarebbe più adatto a regnare l’ultimo dei contadini piuttosto che il più colto dei monaci?

“Dobbiamo reclutare più gente possibile per la guerra!”

“Su questo non v’è dubbio Monsieur, ma bambini e anziani mai!”

la discussione infervorava da diverse ore. Il re ascoltava le opinioni dei suoi vassalli.

Erano inferiori di numero.

Maledettamente inferiori.

E non v’era via d’uscita.

Pochi uomini in più o in meno potevano fare la differenza, e qualcuno aveva proposto anziani e bambini.

Un guerriero come Etienne si era inorridito a tale proposta, e così i suoi compagni al torneo.

Il falco era stranamente rimasto silenzioso.

Il re notò il silenzio del suo cacciatore preferito, dallo sguardo tagliente quanto una lama.

E cosa ne pensa lei, Monsieur Jean?”

Ian si ridestò. Aveva seguito il discorso con apprensione.

Ed era un discorso che lo riguardava da vicino.

Voleva dire Martin.

Voleva dire altri bambini come lui.

“è indubbio che l’inferiorità numerica non favorisca lo scontro Vostra maestà. Il nemico è molto numeroso e ben armato.”

I vassalli lo guardarono sospirare, riflettendo a fondo, prima di piantare uno sguardo profondo sul volto di Re Luigi.

“Tuttavia non credo sarei disposto ad accettare una cosa del genere. Non la trovo ne onorevole ne vantaggiosa.

Non credo sia onorevole per dei cavalieri farsi scortare da fanciulli nemmeno in grado di impugnare la lama. Ritengo inoltre siano d’impiccio a noi durante la battaglia, perché saremmo costretti a tenerli d’occhio.

E poi è la mia anima a impedirmi di permettere a delle creature così innocenti di scendere in guerra con persone che hanno già le mani macchiate di sangue.”

Il silenzio regnava sovrano.

Il Re fissò il suo vassallo qualche istante.

“Gli Inglesi lo faranno, lo sai?”

“Non vedo perché dovremmo scendere al loro stesso livello, Vostra Maestà.

Etienne fisso Henri de Bar e annuì, sorridendo a Ian. Medesima reazione ebbe Henri de Grandpré.

“Anche io sono d’accordo, Monsieur de Ponthieu. Disse il re “quindi dichiaro chiusa la questione.

Ian si abbandonò alla sedia.

Ma prima di farlo, gli sembrò di vedere il fratello che gli sorrideva.

“Ti sei comportato bene”.

Ian e Guillame camminavano nel cortile di ChatelArgent, mentre Martin giocava con un bastone a fare il cavaliere.

Il conte continuò.

“Hai pensato a lui vero?”

Ian sospirò.

“Non solo. Ho pensato ai ragazzini delle mie terre. A vederli morire con una spada in mano, senza comprendere questa guerra.

Il fratello sorrise.

“Quello che stai dicendo è molto saggio…”

L’americano lo guardò dubbioso.

“Potresti gentilmente spiegarmi la frase sul contadino e sul monaco?”

Guillame sorrise, guardando il fiume.

Se vedessi un dragone, ti avvicineresti o ne staresti lontano?”

Il ragazzo ci pensò.

“Ne starei lontano, intuendone la pericolosità.

“Quello è un comportamento saggio. Ed è la stessa cosa che farebbe il contadino. Il monaco più colto e curioso, invece, gli correrebbe incontro… venendo mangiato.

Questo vuol dire che intelligenza non va di pari passo con saggezza. La saggezza intima di rispettare e temere tutte le cose di cui non si conosce la pericolosità. E tenere da esse lontane le persone a cui tieni.

Se oltre ai tuoi cari, hai pensato anche ai tuoi sudditi allora sarai un ottimo sovrano…”

Quindi si può essere saggi pur non essendo colti…”

“Sentirai tu cosa è giusto fare. La capacità di regnare in maniera giusta non è ereditaria, né la si impara. La si ha nell’anima.”

Ian si grattò il mento poco convinto.

Se devo essere sincero, fratello, non tutto mi è chiarissimo…”

Il conte sorrise

Se tutto fosse chiaro, sapremmo già cosa sta per accadere nel futuro…”

L’americano guardò l’orizzonte, trattenendo una risata…

Non sapeva quanto si sbagliava.

Qualcuno sapeva già tutto, senza che il suddetto gli fosse chiaro.

NdA

Seconda Fic su Hyperversum.

Inutile, questo libro mi sta togliendo il sonno O.o

La questione dei bambini in guerra è sempre stata spinosa, soprattutto nel medioevo.

Immagino che, al liceo, tutti abbiano sentito parlare della crociata dei fanciulli.

Una cosa che ho trovato riprovevole.

E triste da accettare, per chiunque abbia un po’ di cavalleria nel sangue.

See you Soon, Space Cowboys

Arka

  
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