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Autore: ElisaJ7B    29/06/2013    2 recensioni
[Amnesia:The Dark Descent]
Alexander e Daniel si trovano entrambi all'interno del castello, ma non sono soli.
Elisa, una ragazza del luogo, farà la sua prima apparizione.
Genere: Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alexander si diresse con calma nella camera di Elisa.

Come previsto, la ragazza stava ancora dormendo.

 

Il barone si sedette accanto a lei e le diede un bacio sulla fronte.

“Svegliati, Elisa. C’è del lavoro da fare” bisbigliò dolcemente.

 

Lentamente aprì gli occhi.

“Buongiorno” disse, sorridendo.

“Ti aspetto nell’Inner Sanctum, vestiti e raggiungimi.”

Detto ciò, abbandonò la stanza.

 

Elisa si alzò dal letto e prese i vestiti di Daniel dall’armadio.

Si infilò la camicia e poi il gilet verde.

 

Le stavano un po’ larghi, ma era una sensazione piacevole.

Dopo aver finito di prepararsi, uscì dalla camera e andò nel luogo prestabilito.

All’interno della sala c’era Alexander, pronto a dare istruzioni:

 

“Questi piloni che vedi, hanno un ruolo fondamentale. Servono a tenere aperto il portale.

Se dovessero rompersi tutti e tre non potrò mai più tornare nel mio mondo, sono stato abbastanza chiaro?”

“Certo, barone.”

“Devi solo controllare che nessuno ceda.”

 

Alexander salì su una specie di balcone e si spogliò, rimanendo completamente nudo.

La ragazza rimase inorridita, pensando che fosse un rituale davvero strano.

 

Il barone la ignorò, cominciando a parlare in una lingua sconosciuta e fluttuare in aria.

 

Nessun pilone dovrà cadere

 

Gli occhi di Elisa erano fissi su questi tre esili pilastri,

che davano l’impressione di rompersi anche solo a guardarli.

 

Ad un certo punto, lei sentì uno scricchiolio alla sua sinistra e subito si voltò.

Aggrappato a un pilone c’era Daniel, che tentava in ogni modo di buttarlo giù.

 

“FERMO! Sciocco! Che cosa fai?”

La voce di Alexander tuonò, interrompendo il rituale.

“Daniel! Allontanati dal pilastro!” Elisa corse verso di lui.

 

Con un ultimo strattone, il primo pilone cadde, frantumandosi sul pavimento.

La Vitae contenuta in esso si disperse e il bagliore del portale si affievolì molto.

 

Il barone era sconcertato.

Dal balcone non poteva fare niente, altrimenti il rituale sarebbe andato perduto. Tutto era nelle mani di Elisa.

 

Devo fermarlo!

Rovinerà tutto il nostro lavoro!

 

Daniel aveva già cominciato a tirare calci al secondo pilastro,

ma la ragazza lo spinse a terra e lì iniziarono a picchiarsi.

Elisa provò a trattenerlo, ma il ragazzo era più vecchio e forte di lei.

Facilmente la stese a terra con un pugno nello stomaco, lasciandola sul pavimento a gemere di dolore.

 

Con un altro paio di colpi anche il secondo pilone crollò.

Il portale brillava appena.

 

Alexander da arrabbiato diventò triste.

Tutto ciò per cui aveva lottato, sofferto, sopportato, stava svanendo davanti ai suoi occhi.

 

Davanti a sé vide una scena orribile, l’ultimo pilastro ancora in piedi che tremava pericolosamente,

un pazzo che gli aveva reso la vita impossibile

e la giovane aiutante distesa per terra.

 

“Daniel, è così che mi ripaghi?

Per la mia ospitalità e le attenzioni che ti ho dato?”

 

Il barone cercava di guadagnare tempo.

Forse con un po’ di fortuna il portale si sarebbe aperto.

Daniel cadde nella trappola.

 

“Tu mi hai mentito! Dicevi che con i rituali e le vittime sarei stato libero dall’Ombra!

Invece tutta la Vitae serviva soltanto a tornartene a casa! Sei l’essere più egoista che abbia mai visto!”

 

“Tu, che osi parlare di egoismo.

Chi è che ha accondisceso a torturare persone innocenti? Mh?”

 

“Nella mia situazione lo avrebbe fatto chiunque”

“Elisa no. Ha trovato un’altra soluzione, molto più efficiente”

“Mi stai solo facendo perdere tempo! Voglio mettere fine a tutto questo, adesso!”

 

“DANIEL! No! Ti prego!”

 

Alexander lo stava supplicando di non abbattere anche l’ultimo pilastro, ma Daniel non lo ascoltava più.

Con forza chiuse entrambe le mani sul tubo metallico, cominciando a ridere come un ossesso.

 

All’improvviso, le risa di Daniel si fermarono, con una specie di urlo soffocato.

 

Cadde a terra, morto, con un pugnale nel bel mezzo della schiena.

Elisa, dietro di lui, con ancora il pugno chiuso nel manico.

Mentre parlavano, aveva ripreso le forze necessarie per sferrare l’attacco.

 

Alexander era allibito.

“Elisa…”

 

Aveva appena cominciato a dire qualcosa, quando le porte dell’Inner Sanctum si spalancarono,

lasciando all’Ombra il permesso di entrare.

Ad entrambi il terrore si dipinse sui volti e la ragazza si voltò di scatto:

 

“Alexander! Presto! Il portale!”

In quel momento, l’ovale azzurro al centro della stanza cominciò a brillare tantissimo.

Il rituale era completato.

 

Il barone cominciò a fluttuare verso di esso, guardando ciò che stava succedendo.

 

L’Ombra aveva già cominciato a decomporre il corpo di Daniel.

Dopo poco non rimaneva altro che uno scheletro sul pavimento, per poi diventare cenere.

Elisa cominciò ad urlare.

 

Per la sfortuna di aver incontrato Daniel, faceva anche di lei una sua vittima,

perciò l’Ombra aveva cominciato ad uccidere la ragazza.

 

Non mi aspettavo che sarebbe finita così…!

 

Poco alla volta l’Ombra ricoprì le sue gambe, immobilizzandola.

Non poteva più scappare.

Al contatto con la pelle, quella roba rossa bruciava come il fuoco,

strappando lacrime dai suoi occhi.

 

Almeno, Alexander tornerà dalla sua amata.

Il mio compito è finito e lo scopo raggiunto.

 

Con un sorriso amaro, la ragazza si lasciò andare,

aspettando che l’Ombra la uccidesse.

 

Senza alcun preavviso, Elisa sentì che qualcuno la tirò per il colletto.

 

Alexander non era ancora entrato nel portale,

afferrandola, la strattonò all’interno dell’ovale azzurro insieme a sé stesso.

 

Quello che successe dopo fu qualcosa di inspiegabile.

 

Le sembrava di cadere nel vuoto all’infinito,

circondata da geometrie impossibili.

 

Elisa provò un dolore fortissimo, di calore, ma allo stesso tempo freddo.

I suoi vestiti bruciarono, insieme all’Ombra che le era rimasta addosso.

Poco alla volta, lei si abituò a questa sensazione, aggrappandosi al braccio del barone,

che stava cadendo con lei.

 

Poi un lampo, una luce.

 

Elisa e Alexander si ritrovarono stesi sul pavimento di una stanza.

Un camino, con il fuoco acceso al suo interno, una libreria e due poltrone vuote.

Sembrava un normale salotto.

 

La ragazza era ancora stordita dal viaggio, rimanendo pur sempre avvinghiata al braccio destro del barone.

In quel momento entrò una bella donna da una porta.

 

Oh cielo! Sono nuda! Cosa penserà di me…

 

Pensò Elisa portandosi una mano sulle parti intime e arrossendo come un peperone.

 

Poi notò che anche la donna era nuda.

La signora era molto alta e magra, dall’aspetto un po’ vecchio.

I capelli erano molto lunghi e argentati, gli occhi dorati e impassibili.

 

Alexander si alzò di scatto e l’abbracciò.

Sembrava che si dicessero tante paroline dolci, ma la lingua era incomprensibile.

Ad un certo punto lei puntò un indice verso Elisa, dicendo:

 

“Lei chi è?”

“Elisa. La mia servitrice. Mi ha aiutato a tornare da te, mio amore.”

Rispose Alexander baciandola sulla guancia.

 

“Grazie per aver salvato mio marito, cara.

Ti piacerebbe restare? Sono sicura che il nostro mondo ti piacerà, vedrai.”

 

L’anziana signora cercò di fare un sorriso, per sembrare meno severa.

Elisa si alzò in piedi e fece un inchino.

 

“Grazie, accetto volentieri.

Non ho niente che mi aspetta nel mio mondo.”

 

Alexander si staccò un momento dalla propria amata e prese per mano Elisa.

Tutti e tre insieme uscirono dalla stanza. Davano davvero l’idea di essere una famiglia felice.

 

Le cose andranno di bene in meglio d’ora in poi.

Ho una nuova famiglia, adesso.

 

 

                                                                                                                                                                                                                                           Fine.

  
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