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Autore: elfin emrys    30/06/2013    1 recensioni
[AU! Francia, XV secolo. Ispirata dal musical e il libro di Notre Dame de Paris più la versione Disney, cioè Il Gobbo di Notre Dame]
-Beh, non offri niente al cugino del re?
-Ti ricordo che sei un cugino di sesto grado, Ryou, e l'unica cosa che ho da offrirti è la possibilità di andartene prima che io perda la pazienza.
Ryou sbuffò, poggiando i piedi al tavolo e guardandosi intorno con altezzosa noncuranza.
-Uff, mercanti!
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Keima Katsuragi, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Notre Dame de Paris

 

 

Delle piroette di fumo si alzavano dal ribollire fumante delle pozioni; i gargoile immobili fissavano le formule alchemiche incise alle pareti, i loro occhi scendevano sui fogli già ingialliti eppure appena comprati, sulle mura spesse e possenti. Era quasi una cella, quella stanza, libera da ogni contatto con la realtà, pura: da sotto la cattedrale, non si poteva neanche vedere.

-Yokkyun, non ce la faccio.

Keima si passò una mano fra i capelli scuri, sistemandosi gli occhiali sul naso. Guardò la bambola, che non aprì bocca. Non era bella: aveva un viso storto e un sorriso strano, seppur allegro, uno sguardo vacuo e brillante, capelli lisci e di un colorito che mal si addiceva a una bambola di quella fattura. A Keima piaceva lo stesso però, anzi, era la sua preferita.

Il ragazzo si alzò dal tavolo di lavoro, afferrando un cubo di legno e cominciando a cercare di smontarlo. Si stese sul letto povero, ma morbido e piuttosto comodo, mentre la piccola Yokkyun continuava a fissarlo senza risposta.

Keima sbirciò fuori dalla cattedrale, giù in città, Parigi, che poteva vedere per intero da lassù. Era uno spettacolo che non lo interessava particolarmente. La piazza, a causa dell'ora tarda completamente vuota, era più che altro un'oscurità informe, le case, alcune ancora illuminate, erano solo un insieme di mattoncini accatastato senza alcuna logica dal costruttore.

Toc Toc

Il ragazzo sbuffò infastidito, togliendo finalmente l'ultimo pezzo del cubo di legno e ricominciando a montarlo. Si alzò, andando ad aprire alla porta.

-Buondì!

-E' notte, Ryou.

-Fa lo stesso.

Un giovane, biondo con un sorriso solare e stupido sulla faccia, entrò nella stanza senza fare troppi complimenti, lasciando andare il mantello (che un tempo doveva essere veramente ricco, ma in quel momento era soltanto lo straccio di un nobile che aveva dato tutti i suoi soldi al gioco e al sesso) sulla sedia dove prima era seduto Keima.

-Beh, non offri niente al cugino del re?

-Ti ricordo che sei un cugino di sesto grado, Ryou, e l'unica cosa che ho da offrirti è la possibilità di andartene prima che io perda la pazienza.

Ryou sbuffò, poggiando i piedi al tavolo e guardandosi intorno con altezzosa noncuranza.

-Uff, mercanti!

Keima si sedette sul letto, osservando attentamente il cubo per capire come ricostituirlo totalmente: se doveva essere sincero, era un giochetto abbastanza divertente, tutto sommato, anche se se ne vedevano fin troppi in giro.

-Non sono più un mercante.

-Sì sì, mercante.

Keima fece finta di non sentire e non perse tempo neanche a raccontare nuovamente tutta la storia. Un po' gli faceva male ricordarla, a dire il vero, perchè l'aveva costretto a ritirarsi dal suo lavoro, a lasciare la sorella e a nascondersi dentro la cattedrale. Continuava a creare giocattoli da lì dentro per i signorotti importanti -i suoi balocchi erano di ottima fattura- ma non li faceva più su larga scala, così si era messo semplicemente a giocarci lui, visto che tanto a nessuno sarebbe mai importato.

-A cosa devo la tua visita, Ryou? Non vorrai mica altri soldi, vero? Lo sai che quello che guadagno devo mandarlo a mia sorella Elsie a Firenze!

Il biondo incrociò le braccia, giocherellando con il laccio della casacca mezza aperta.

-Niente soldi, diciamo un piccolo aiuto... Vedi, quel cretino del ministro mi ha accusato di aver plagiato la “dolce, pura e decorosa” moglie di quel tipo, lì, Kodama, dicendo che io, IO, avrei tentato di circuirla per “godere di letto”. Dolce? Pura? Decorosa? Ma se quella mi correva dietro come una capretta! E' lei che ha tentato di circuire me! Non ho tempo da perdere con le vecchiette acide, io!

-Immagino. Del resto, non spendi sempre soldi al Val d'Amore?

-Questo non ti riguarda. Inoltre ne parli male perchè non ci sei mai stato!

-Io non vado a prostitute, signor cugino di sesto grado del re.

Ryou gli sorrise acido.

-Ma che ne sai, che ne sai tu! Che ne sai tu che sei chiuso qui dall'alba al tramonto e dal tramonto all'alba! Io dico, ma cosa speri di trovare qui dentro? La pietra filosofale? Bah, una notte proverò a portarti con me: non sia mai che trovi qualcuna di tuo gusto!

-Ne dubito fortemente.

-Per esempio, un tempo, ormai tre anni fa quasi, c'era una fanciulla, quella sì che era dolce! Una certa Ayumi, però poi è sparita, non so che fine abbia fatto. Pare che sia stata accolta sotto l'ala protettrice di Chihiro... Ah, quella donna, non mi fa né vedere né toccare neanche quella ballerina, Kanon mi pare si chiami!

Keima guardò attentamente il cubo terminato, riponendolo e prendendolo un altro più grande e più complicato.

-Comunque...

-...

Ryou lo guardò un attimo giocare, poi si alzò e gli strappò il cubo dalle mani. Keima lo guardò e ne tirò fuori un altro dalla tasca. Il biondo sospirò affranto.

-Potresti smetterla di giocare per un momento? Te lo ordino, sa?

-Mh mh.

-Keima! Piantala! Mi infastidisci! Ascoltami piuttosto perchè non sono venuto qui a pettinare le bambole come fai tu.

-Io non pettino bambole.

-Certo, come no, adesso ascoltami.

Ryou gli strappò nuovamente il cubo dalle mani. Keima lo guardò. Il biondo si girò cominciando a parlare.

-Sono venuto qui da te perchè mi devi aiutare a compiere una piccola vende... E PIANTALA DI GIOCARE, QUANTI CUBI HAI DENTRO QUELLA DANNATISSIMA TASCA?

Keima ne tirò fuori otto e Ryou sbuffò, scuotendo affranto il capo.

-Ci rinuncio.

Il biondo si risedette, sospirando, per poi continuare a parlare come se nulla fosse.

-Dicevo, quello stupido ministro... mi voglio vendicare di lui. Si dice si sia sposato con una donna e che l'abbia messa incinta, ma pare che questa fanciulla sia una poveraccia, una di quelle che si vedono per strada. Io voglio trovare quella ragazza, farla uscire allo scoperto e far vergognare di se stesso il ministro. Sai che scalpore, che notizia sarebbe!

-Mh mh. E io che cosa centro?

-Tu mi aiuterai, ovviamente, in qualità di mio socio.

Keima alzò lo sguardo, perplesso.

-E da quando sarei tuo socio?

-Mph, da sempre, ovviamente! E agiremo subito, domani notte. Preparati, Katsuragi Keima, mercante di giocattoli da Tolone, io, Ryou Asama, cugino del re, ti propongo un'avventura che mai si ripeterà e che ti porterà onore e gloria sia in terra che in cielo!

L'altro scosse la testa.

-Lo prendo come un “Certo, sua altezza, naturalmente farò tutto quello che mi dirà”. Perciò, a domani.

Keima non fece in tempo a replicare. Ryou corse fuori, riscendendo tutte le scale e incontrando il prete di Notre Dame per strada.

-Salve Denma.

-Signor Asama...

Il sacerdote si girò a guardarlo, poi scosse la testa e ricominciò a salire per portare la cena a quello che, ormai, considerava come un nipote.

 

-Quella donna...

L'uomo tirò su col naso dopo aver sbattuto al tavolo la bottiglia di vino, quasi rompendola. Il liquido gli corse giù dal viso fino a macchiargli tutta la casacca. L'altro, il suo compare, alzò un sopracciglio, girando con un cucchiaio di legno una brodaglia senza molto sapore.

-Chihiro Kosaka, originaria di Poiteirs, anni 17 circa, capo della malavita femminile a Parigi, si dice abbia il vizio del bere, soprattutto in compagnia di bei uomini. Nessuno l'ha mai vista. Qualcuno pensa addirittura che non esista. Tutte le informazioni che abbiamo su di lei sono chiacchiere o voci. Può essere una qualunque di tutte le criminali di Parigi, poiché nessuno sa chi sia precisamente.

La moglie dell'oste, una bellissima donna dal seno abbondante e dal profilo sensuale, poggiò il vassoio sul tavolo, ponendo una nuova bottiglia di vino e del pane raffermo.

-Hinoki!

La donna guardò l'uomo, poi sbuffò e, con aria disgustata, si allontanò, tornando dal marito. Fece una smorfia.

I due individui si guardarono, poi uno di loro tirò fuori un foglio con quello che sembrava un ritratto.

-...Che cos'è?

-I miei indizi portano a lei.

-E' lei Kosaka Chihiro?

-Sì: pare si nasconda sotto il nome di Miyako Terada, ma dovrebbe essere lei.

L'altro afferrò il foglio, piegandolo e riponendolo in un taschino. Sorrise.

-Ehi, bambola, un'altra bottiglia!

Hinoki alzò gli occhi al cielo, annuendo. Fece cenno di dover andare a prenderlo in cucina, quindi uscì dalla stanza e si diresse verso l'uscita sul retro quasi correndo -cosa aveva sentito, cosa aveva sentito!

Lì, una giovane dai capelli corti stava rovesciando perplessa un boccale, sperando che ne uscisse qualcosa. La donna la guardò, per poi scuoterla.

-Chihiro! Chihiro!

-Mh? Che vuoi?

La ragazza guardò sul fondo del boccale, per poi gettarlo a terra di malagrazia.

-In sala, due uomini, ho sentito che...

Hinoki si guardò intorno, per poi avvicinarsi e parlare sottovoce al suo orecchio.

-Ho sentito che ti vogliono trovare, non so per fare cosa. Credono che tu sia Miyako!

-Ahaha! Lasciali fare, che importa? Tanto non riusciranno a fare nulla!

La ragazza si guardò intorno. Il viso le si illuminò trovando una bottiglia piena di liquore. La apri e cominciò a berla.

-Sì, ma...

Hinoki sospirò.

-Sono del gruppo kaketama.

Chihiro sputò tutto quello che aveva bevuto, sbarrando gli occhi. I kaketama? Cosa volevano da lei? Quei mostri: giravano per la città creando scompiglio e disordine. Giravano molte voci sul conto di coloro che erano in quella setta. Si diceva che avessero venduto la propria anima all'Inferno e che cercavano solo il potere della città. Era da tempo che ne vedeva uno girare per il val d'Amore e la stessa Ayumi, tornata dal letto di un qualche nobile, l'aveva informata, tempo prima, del fatto che pareva che alcuni kaketama si stessero riunendo per attentare al suo comando: volevano avere nelle loro mani tutta la malvivenza cittadina, della sua Parigi!

E così, pensavano a Miyako. C'erano andati molto vicino, ma, no, non era lei il loro bersaglio.

Chihiro saltò in aria. Hinoki sbarrò gli occhi: era una di quelle situazioni in cui quella ragazza passava da sbronza a sobria in un batter d'occhio. La giovane si guardò intorno, poi si mise una mano sul mento, respirando lentamente. Camminò avanti e indietro. Improvvisamente si bloccò.

-Hinoki.

-Sì?

-Domani. Domani c'è la festa qui in città. Io osserverò tutto per bene, tu cerca di fare altrettanto. Vedi di scoprire qualcosa in più su questa setta dei kaketama. Io metterò in allerta anche Ayumi, Nora e le sue prostitute.

La donna annuì, alzandosi in piedi.

Chihiro spinse con il piede una cassa, guardando in alto. Fece cenno a Hinoki di tornare in sala, ringraziandola per l'informazione. Ma era possibile che a Parigi non ci fosse un attimo di pace? Lasciò andare a terra la bottiglia di vino, non curandosi del fatto che si sarebbe rotta e avrebbe fatto uscire tutto il suo contenuto. Non importava.

Tornare a casa e preparare tutti, quello doveva fare.

Uscì dal viottolo, tirandosi su la casacca larga per coprire un po' meglio il seno. Tra la folla, si girò, guardando da lontano la cattedrale di Notre Dame.

In mezzo alle luci spente, solo una fiammella era accesa, in alto, sulla torre.

 

Note di Elfin:

TAN TAN TAAAAN!

Questo è per scusarmi di aver tardato con "La Corte dei Miracoli". Mancanza di ispirazione XD

Godetevi questa nuova piccola long di 5 capitoli ;)

Kiss

 

P.S. Sul mio profilo di youtube (RemonToIchigo) ho messo la prima parte di MagiKanon in Sub Ita ;) Non è un granchè, ma spero la gradiate ^-^

   
 
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