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Autore: yellowcrocs    01/07/2013    1 recensioni
Guglielmo, nonostante veda il mondo in bianco e nero, forse non lo capirà mai:
è sentimentalmente daltonico, e può crescere quanto vuole, ma continuerà ad esserlo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AVVISO: Mi è stato detto dalla mia (migliore) amica Leo Rugens, che delle sue lettrici volevano segnalare questo mio scritto per plagio della sua oneshot "Fra parentesi" nel fandom dei One Direction. Voglio avvisare chiunque abbia letto quest'ultima storia che il mio lavoro -scritto di pugno su carta, senza connessione- non è assolutamente, in nessun modo ripreso né ispirato a quella storia. Piuttosto che plagiare e non avvertire di somiglianze tra le mie ed altre storie (di proposito, quindi) mi cancellerei da questo sito.
Questa "somiglianza" è del tutto casuale, e nonostante io stessa abbia letto "tra parentesi" non ricordavo che parlasse né accennasse alla questione di una vita "in bianco e nero".
Detto questo, buona lettura.

Titolo: Sentimentalmente daltonico
Raiting: verde
NdA: Vorrei ricordare che il protagonista del mio scritto è Guglielmo Scilla, scrittore e youtuber italiano che purtroppo non mi appartiene seguendo da cinque anni,
è per me fonte d'ispirazione e, lasciatemelo dire, d'orgoglio: vederlo crescere ed arrivare dov'è ora mi fa entrare in subbuglio lo stomaco.
Il Claudio che troverete è Claudio di Biagio, altro youtuber e regista romano, anche lui non mi appertiene ancora  che seguo con gelosia dal primissimo video.
Spero che la lettura vi sia gradita! Un abbraccio, 
Budds.

A Lee, per 'nonostante' e simili.
A Gu, per essere il mio esempio.
A Claudio, per essere dopo tutto questo tempo ancora troppo giallo.





Sentimentalmente daltonico




Se c’è un momento della giornata che a Guglielmo piace in modo particolare, è la mezz’ora che precede il tramonto. Così, seduto su un muretto di pietra di una vecchia casa toscana, apre la mente e si abbandona a domande e possibili risposte più grandi di lui. Guglielmo vive di ‘forse’ e di ‘ma se’, sicurezze ne ha poche e niente.
Eppure, nei suoi 25 anni, si sente più che largo. Si scompiglia i capelli e si sente uno sciocco quindicenne. Immerso nell’odore di lavanda e salvia, la luce del Sole che proprio non vuole tramontare, fissa la sfera lucente scendere in rigoroso silenzio come se non avesse visto nient’altro un vita sua.
Guarda le colline illuminate, i paesini sparsi con le loro casette, e la città con le sue infinite strade, e le immagina sue. Guarda, osserva, cattura e divora tutto con gli occhi, anche se in bianco e nero è un po’ più difficile da ammirare. Quindi sorride amaro, e prova ad immaginare i colori della sua vita: Guglielmo -ancora non lo sa- è sentimentalmente daltonico.

Eppure, inevitabilmente, il tramonto arriva, insacchetta la luce e la porta via, il Sole si congeda con un inchino e il muretto pian piano si scurisce. Guglielmo non conosce i colori, e neppure –si ritrova a pensare- i sentimenti. La testa non è altro che un incrocio di idee, i polmoni accolgono solo ora l’aria pulita di una campagna di per sé anonima, e il cuore… batte, probabilmente, e basta.
Sopra le colline, gli disse Claudio una volta, un rosso sangue abbraccia un arancione scuro –quello delle arance della sua Sicilia all’ombra di un albero, provava ad immaginare.  Il giallo non è altro che un verde che si fonde con un sereno azzurro –aveva raccontato serio- e poi s’immerge scherzoso in un blu notte che gli permette di dipingere –bianco su nero- pensieri e paure.
Quello che Guglielmo sa del tramonto –estivo e toscano, precisiamo- è che a cinque centimetri sopra la punta di una collina lontana, e distante da tre nuvole scure comparse senza ragione né permesso, una sola e solitaria stella apre le tende della notte alla sua vita senza colori.
E’ tutt’ora convinto –e anche Claudio l’ha detto, con un’amarezza che solo il dialetto romano può dare- che sopra le luci della città regna un grigiastro scuro, che azzanna e si mischia violento con il blu di cui a quanto pare si tinge la notte.

E mentre il vento scorre sulle braccia scoperte, Guglielmo continua a fissare la stella, e si immagina là sopra, seduto, gambe ciondoloni, che fissa la mezz’ora che precede il tramonto: si sente capo e controllore di un mondo che non gli appartiene. Prova allora a guardare dentro di sé, ma non ci riesce, perché con un'anima da quindicenne fai solo domande e gratti la terra senza trovare niente. Quindi si riprende, perché è tardi e il freddo punge le braccia. Lascia una promessa alla pianta di salvia davanti a lui: domani, nella mezz’ora che precede il tramonto, troverà delle risposte.

Guglielmo, nonostante veda  il mondo in bianco e nero, forse non lo capirà mai: è sentimentalmente daltonico, e può crescere quanto vuole, ma continuerà ad esserlo.

  
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