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Autore: L i f e    01/07/2013    2 recensioni
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA: scusate, cercherò di riprendere appena possibile ._.
In tutti i regni di Ludia qualcosa di terribile sta succedendo, come in un domino di problemi.
Tessera dopo tessera, la regina del mondo di FairyTale cercherà di completare il suo piano malvagio.
Cinquanta volte il sole calerà, e il regno delle streghe avrà inizio.
Ma la nostra Pandora, l’antica prescelta, nasconde ancora un segreto.
Ci saranno colpi di scena,
Lacrime e gioia,
Paura e armonia,
Amore e magia.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '"Come il destino giochi brutti scherzi"'
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Capitolo 10
Il valore del tempo

 

Dopo un breve volo verso la rocca di Meridia, durante il quale nessuno osò spiccicare parola, finalmente toccammo terra. Vidi Thomas passarsi una mano sul viso, segnato dalla disperazione e dalla stanchezza, mentre accanto a lui Jack si ravvivava i capelli.
-Andiamo.- sussurrai a Tom avvicinandomi, il tono di voce che faceva pensare ad una domanda.
Lui annuì impercettibilmente, sospirando.
Ci trovavamo su un isolotto particolarmente grande, occupato quasi interamente da un imponente castello, dalla linea sinuosa che sembrava ergersi nel cielo, e dal colore dorato, che risplendeva sotto quel sole battente. Camminammo per un po’ su una strada cosparsa di sassolini gialli e bianchi, nel silenzio più totale, spezzato soltanto dai nostri Soul che giocavano fra di loro.
Avevo sempre amato quella loro caratteristica di rimanere bambini. Non per niente, un Soul era un’anima pura, che non aveva alcuna preoccupazione.
Solo io e Tom ogni tanto ci scambiavamo qualche parola, o meglio, io gli parlavo e lui sbuffava qualcosa. Mi si stringeva il cuore a vedere uno dei miei migliori amici ridotto così.

Quando arrivammo davanti al portone, osservai meravigliata ciò che mi trovavo davanti. La porta era dorata anch’essa, con affianco delle statue di draghi, che ci guardavano seguendo ogni nostro movimento, anche se mi sembrava impossibile.
Insomma, le statue non si muovono!” pensai.
Mi ricredetti qualche secondo dopo, quando Iago azzardò un passo più avanti dei cavalieri, e una potente fiammata lo mancò di poco, bruciacchiandogli l’orlo dei pantaloni. Il rosso si girò, visibilmente scosso.
Jack scoppiò a ridere, mentre Thomas alzava la mano destra e mostrava il suo sigillo dei domatori di draghi. I draghi lo fissarono per un attimo, poi lui disse nella lingua del regno di Meridia: -Loro sono con me.- indicando noi. Le statue sbuffarono una nuvola di intenso fumo nero, che ci coprì la visuale per qualche minuto. Il fumo inalato ci faceva mancare l’aria, così noi terrestri iniziammo a tossire. Pensai che sarei svenuta di nuovo, ma mi sbagliavo. Infatti, quando i miei occhi stavano per chiudersi, il fumo si diradò.
Quando riuscimmo di nuovo a vedere, la porta era aperta.
Sgranai gli occhi, osservando l’interno del palazzo.
Iniziammo a camminare nella grande sala che fungeva da ingresso. Sotto i nostri piedi il pavimento in pietra faceva un rumore assordante, che risuonava sordo in tutta la sala. Mentre entravamo, rimasi incantata a guardare la maestosità del palazzo, dal soffitto altissimo, laccato d’oro, decorato con motivi floreali.
Subito arrivò una ragazza, dai cortissimi capelli rossi e brillanti occhi azzurri, che ci scrutò per un attimo con aria affrettata, poi sembrò riconoscere Jack e disse velocissimamente: -Il principe Naith è in riunione in questo momento, non può ricevervi.-
-Oh, e invece sì.- affermò Jack sorridendole.
Diedi uno sguardo a Iago, che era arrossito come un peperone e si guardava le punte delle scarpe con aria assorta.
La ragazza parve impuntarsi per un attimo, poi una porta alle sue spalle, in cima ad una lunga scalinata dorata, si aprì di scatto.

Ne uscì un ragazzo avvenente, dall’aspetto molto giovane. Si richiuse la porta precipitosamente alle spalle, e iniziò a correre giù dalle scale.
-Ehi, Jam. Non ce la faccio più a parlare con questi qui, posso avere una tazza di tè?-
Si mise a posto la corona scintillante fra gli arruffati capelli color del grano, poi si rese conto di noi. Spalancò gli occhi grigi, e cercò di darsi un contegno.
-Oh, buongiorno a voi. Chi siete?-
-Naith, ci conosci benissimo.- gli rispose Jack schioccando la lingua.
Lui girò il viso e gli fece l’occhiolino, riconoscendolo.
-Intendevo queste donzelle…- e ammiccò verso me e Diana.
-Piacere di conoscerla, principe. Il mio nome è Diana, e lei è la mia amica Pandora.- si presentò, mentre entrambe sorridevamo radiose.
-Io invece sono Iago.- si affrettò a dire il rosso, sbucando da dietro di noi.
Grisam sbuffò sonoramente alle mie spalle. Il principe Naith lo vide, e gli urlò avvicinandosi: -Sei tornato! Hai visto, sta andando tutto in malora qui! Era ora che arrivasse qualcuno a salvare la situazione!-
Grisam parve compiaciuto di quelle parole, e rispose semplicemente: -Pensavo che Domino avesse avuto un degno successore, ma evidentemente sono stato il re migliore di sempre, sbaglio?-
Naith sbuffò a sua volta: -Non montarti la testa, adesso. La verità è che hai scelto una testa di hurnunculuck come successore!-
Trattenni una risata. L’evidente insulto che Naith aveva rivolto al successore di Grisam era una parola dal suono buffissimo, che sembrava indicare qualche animale particolarmente ridicolo, o qualcosa di simile.

-Ora, vorresti dirmi gentilmente con chi parlavi, e perché sei scappato così?- chiese Grisam dando uno sguardo alle scale.
-Oh, con il consiglio dei saggi. Sostengono che io non sia in grado di governare. Ma cosa ci posso fare? Mica controllo la forza di gravità!- esclamò, gesticolando ampiamente.
Quel ragazzo sembrava un fuoco d’artificio.
-Devo intervenire io?- domandò nuovamente Grisam.
-…Sì, mi faresti un favore. Vai a dire che non è colpa mia, fa qualcosa!- lo scongiurò.
Sembravano conoscersi da un’eternità.
Si somigliavano anche un bel po’, se non fosse stato per gli occhi e per l’altezza. Grisam era molto alto, mentre Naith era alto circa come me.
Ci avviammo verso la sala conferenze.
La stessa grande sala di nove anni prima.
Naith spalancò il portone di ingresso alla sala passando un dito vicino alla serratura, che brillò per qualche secondo, per poi scattare.
Ricordavo la sala conferenze completamente diversa. Adesso al centro si trovava un grande tavolo dorato, che sembrava fatto di luce. Un brivido di freddo mi fece guardare verso l’alto, e notai con stupore che non c’era il soffitto, bensì soffici nuvole bianche, che appena toccammo il pavimento della sala si tinsero di grigio pece, cariche di pioggia. Seduti ai tavoli si trovavano diverse persone. Per un attimo ebbi una strana sensazione, che mi fece lievemente girare la testa. Cercai con lo sguardo anche Diana e James, e vidi che anche loro probabilmente stavano avendo la mia stessa sensazione, anzi, forse più intensa.

Al contrario, Jack, Thomas, Grisam e Iago sembravano stare benissimo.
-Umani!- disse di colpo un uomo dall’aria anziana, sputando quella parola come se fosse un insulto.
-Loro non possono rimanere qui!- aggiunse una donna, agitando le braccia come per scacciarci via. La maggior parte degli uomini e delle donne là dentro iniziarono a urlare, gesticolando e inveendo contro di noi.
-State calmi! Voi, che vi definite grandi saggi, coloro che sanno tutto e altri epiteti così magistrali, come potete non ricordare questi ragazzi?- urlò Naith, facendo zittire tutti.
Di colpo capii.
La situazione era talmente tanto grave che quella riunione era il consiglio dei saggi, ossia una delle procedure più estreme che si potessero fare.
I saggi si guardarono l’un l’altro, bisbigliando qualche parola imbarazzata.
-Questi…umani, come li definite voi, hanno salvato il nostro mondo già una volta. Perché non potrebbero riuscirci di nuovo?-
Mi sentii tremendamente osservata, mentre Naith pronunciava quelle parole. Sicuramente i saggi ci stavano valutando dalle apparenze, e non eravamo esattamente ciò che poteva essere definito un esercito vincente.
-Perché questa situazione è molto più grave, ecco perché!- replicò la stessa donna di prima.
Aveva lunghi capelli neri striati di bianco e due grandi occhi blu, velati da un qualcosa che non seppi definire. Profonde rughe le solcavano il viso, che nonostante ciò appariva giovane e fresco come quello di una trent’enne. Com’era possibile?
Emanava una strana bellezza, quella donna, nonostante fosse avanti con gli anni.
Di colpo sentii Diana bisbigliare un “Non respiro!” e poco dopo la vidi distesa a terra, come caduta in un sonno profondo. James si abbassò immediatamente verso la moglie, mentre io e Grisam strabuzzammo gli occhi, sconvolti dall’immediatezza e l’imprevedibilità della situazione. Thomas e Jack rimasero impassibili.

-Sta bene, tranquilli.- ci rispose semplicemente Jack, vedendo il nostro stato d’animo.
-Non tutti riescono a sopportare l’aura di magia di questo luogo.- aggiunse Naith, scrollando le spalle.
-In che senso?- replicò Iago con voce strozzata.
-Non ve ne siete resi conto? Qui dentro, il tempo è rallentato fino al minimo possibile, quasi fermo, ma non del tutto. Leggi della magia tengono in equilibrio questa stanza senza che crolli sotto il suo stesso peso.-
Alzai lo sguardo, notando solo in quel momento una clessidra, posta vicino ad una sedia vuota a capotavola, dove immaginai avesse dovuto sedersi Naith. La polvere dorata scendeva ad una velocità quasi nulla, eppure appena percettibile. Capii perché tutto sembrava così assurdo, irreale. Il tempo qui era scandito a piacimento dei saggi, che in questo modo potevano rallentare la vita e la morte. Era una magia circoscritta solo all’arco di quel luogo, così delicata ed effimera che il portone d’ingresso bastava a spezzarla.
-Conviene che usciate anche voi, prima di fare la sua stessa fine. Ci vorrà circa mezza giornata, prima che si risvegli.- disse un’altra donna abbastanza vicina a noi, guardando con apprensione la mia amica.
James annuì serio e prese in braccio la moglie svenuta, mentre Iago prese delicatamente Maya, la quale -notai con orrore- sembrava una volpe impagliata, forse per via degli occhi vitrei, nei quali non vi era riflessa alcuna espressione.
-Anche tu, ragazzina.- mi scosse la voce di un vecchio.
-No, lei può rimanere.- disse Grisam, afferrandomi la mano in una stretta che per un attimo mi rincuorò.
A quel punto udii di sfuggita un urletto prontamente soffocato di una donna, mentre la maggior parte dei saggi sgranarono impercettibilmente gli occhi. Mi chiesi il perché, e guardai anche Grisam per avere una risposta, ma lui non cercò il mio sguardo.
-B...benissimo, allora iniziamo.- balbettò un anziano, indicandoci i nostri posti.

Mi sedetti vicino a Grisam, che mi tenne stretta la mano per tutta la conferenza.
A dire la verità, non fu un colloquio poi tanto lungo, il che mi stupì parecchio.
“Certo, in una stanza in cui il tempo è calibrato secondo i propri interessi è impossibile dare un parere personale alla realtà, perché temporaneamente distorta.”
Più che altro si parlò della situazione di Meridia. Fu particolarmente difficile riuscire a convincerli ad organizzare anche un loro esercito che potesse combattere accanto a noi, ma alla fine Naith assicurò che avrebbe fatto diffondere il messaggio della creazione di un esercito fra tutti i cittadini.
Quando uscimmo dalla stanza ero veramente stanchissima, forse per via della distorsione temporale che mi aveva fatto venire un’emicrania allucinante.
Naith ci aveva invitato a rimanere a palazzo per quella sera, soprattutto per permettere a Diana di riprendersi. Cenammo in una sala grandiosa, con due lunghi tavoli dalle tovaglie bianco e oro, e le posate argentate.
Naith mi sembrava una delle poche persone veramente dalla nostra parte, una delle poche che credeva veramente di vincere. A dirla tutta, cominciavo ad avere dubbi anche io stessa.
Dopotutto mancavano solo trenta giorni.
Scappare dal tempo è impossibile, ma sarebbe così bello…
Strano, che neppure la magia possa fermarlo.
 

Angolo autrice:
Sì, vabbè.
Uccidetemi.
…Anzi, no. Cercate di capirmi, vi prego… fra esami di stato, computer rotti, cambi di indirizzo scolastico per l’anno prossimo… non avevo né il tempo né l’ispirazione per scrivere. (Né il computer, ad un certo punto! °-°)
Quel poco che ho scritto è qua sopra, e so benissimo che fa schifo, quindi non fatevi problemi a dirlo <3
Insomma… l’ho abbozzato durante una specie di crisi isterica, quando ho realizzato che non avrei più visto i miei ex-compagni di classe e i professori… immagino che ci saremo passati tutti :3
Prometto che i prossimi saranno migliori, dopotutto fra poco inizia una delle mie parti preferite *-*
Curiosi eh? xD
…Non vi dico niente <3
Comunque, ringrazio come al solito tutti coloro che leggono, recensiscono e si fanno sentire. In particolare, vorrei dire un grandissimo GRAZIE  a I_Witch e Free_Smile, che in questo brutto periodo mi hanno aiutata un sacco anche fuori da EFP.
Insomma… Non per niente siete mia sorella e mia moglie (?)
Sì, okay.
Lasciamo stare i ringraziamenti smielati :3
Spero che mi segua ancora qualcuno, dopo questo mega-ritardo di un mese °-°
Un abbraccio,
Felì
P.S. L’unica nota positiva di questo super-ritardo è che sono uscita dalle medie con il 9! è.é



  
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