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Autore: mangakagirl    01/07/2013    14 recensioni
-KID!- urlò lei in imbarazzo, portando le lenzuola davanti al petto per coprirsi dato che indossava solo una canottiera, che lasciava ben poco spazio all’immaginazione dato che era di una taglia più grande per stare più comoda -Cosa ci fai qui?!-
-Shhh!- nel panico più totale lui le fece cenno di tacere lanciando un’occhiata alla porta, oltre la quale sperava non ci fosse Nakamori già pronto a volerlo arrestare -Non urlare!-
-Cosa vuoi?- domandò furiosa Aoko fulminandolo -Oltre ad essere un cascamorto con tutte le donne, sei anche un pervertito maniaco! Aoko chiamerà papà!-
-Bakako!- si lasciò sfuggire lui -Kaito Kid non è affatto un…-
La ragazza sbarrò nuovamente gli occhi e rimase senza fiato guardandolo sconvolta.
Bakako.
Solo Kaito la chiamava in quel modo… Il suo Kaito.
Il tempo parve fermarsi, il silenzio inghiottì ogni suono presente nella stanza e il ladro, col cuore a mille, rimase scioccato mentre lei sussurrava la verità delusa.
-Kaito-
Fu appena udibile, fu quasi come se nessuno l’avesse detto, eppure per il ragazzo fu come se il cuore si fosse rotto in mille pezzi: si era tradito.
***
KaitoxAoko: Love Story
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoko Nakamori , Kaito Kuroba/Kaito Kid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ladro che non vorrei essere…
 


KaitoxAoko  



Sorvolò la città col deltaplano stagliandosi nel buio della notte, mentre un leggero venticello di luglio scuoteva i suoi vestiti candidi come la luna.
Quest’ultima si ergeva piena e silenziosa sopra la sua testa, illuminando Tokyo e i dintorni con una luce calda e rassicurante e coprendo il bagliore delle stelle.
Il 17enne fece girare tra le mani l’ultima sua conquista, la Gemma del Destino, e ne osservò i suoi bagliori contro la luce che il satellite emetteva, sospirando qualche secondo dopo: non era Pandora.
Ripose demoralizzato il gioiello dentro la giacca bianca, virando poi verso casa affranto cavalcando un alito di vento.
Come al solito avrebbe recapitato nuovamente il gioiello al suo proprietario il giorno seguente, per poi ricominciare la sua caccia apparentemente infinita verso la sua inarrivabile preda.
Sorvolando la città, riconobbe la casa dei Nakamori ed individuò al secondo piano la finestra della camera della migliore amica aperta. Uno strano pensiero si fece largo nella sua mente, facendolo virare verso di essa e atterrare nel silenzio più profondo sul davanzale, spinto da una forza di volontà che non gli apparteneva...
Sapeva solo che doveva farlo.
Diede un’occhiata all’ora sulla sua sveglia digitale della ragazza, le 2.33, chiuse il deltaplano che aveva sulle spalle e saltò sul pavimento con un movimento leggero e inudibile, avvicinandosi poi al letto di lei, che riposava in canottiera e pantaloncini, avvinghiata nel lenzuolo tutto disordinato.
I capelli corvini e spettinati più del solito le cadevano addosso, sulla pelle appiccicaticcia per il gran caldo di quei giorni, le labbra rosse e piene erano dischiuse per respirare meglio data l’afa di luglio, gli occhi contratti in una strana espressione.
-Kaito…- mormorò nel sonno colpendo al cuore il ladro, che sobbalzò e si avvicinò a lei come se potesse così capire cosa stava sognando. La osservò mentre rantolava tra le lenzuola, per poi sospirare quando si fermò e si calmò, tornando ad una espressione serena e quieta.
Kaito si sedette sul davanzale dell’enorme finestra, poggiando una gamba piegata su di esso e lasciando l’altra che cadeva pigra verso il pavimento, poi fissò lo sguardo alla luna, sospirando per l’ennesima volta.
Perché tentava in ogni modo di trovare Pandora eppure tutte le pietre che rubava risultavano sbagliate?
Perché non gli capitava mai tra le mani quella giusta?
Sua padre avrebbe saputo dare una risposta a quelle domande, perché suo padre sapeva sempre tutto…
Ma Toichi Kuroba era morto da tempo ormai, e l’unico modo per vendicarlo era trovare l’organizzazione che l’aveva ucciso e, soprattutto, impossessarsi di Pandora per evitare che finisse nelle mani di quei criminali senza scrupoli.
A lui non interessavano i suoi poteri che davano l’immortalità…
Lui voleva solo vendicare il padre.
Un urlo sommesso attirò la sua attenzione, facendolo voltare verso il letto di Aoko, dove la ragazza, ad occhi sbarrati e con una mano sulla bocca, lo fissava incredula e spaventata.
-K-Kid?!- sussurrò sobbalzando sul letto mentre lui faceva lo stesso.
“Merda!” pensò nel panico, alzandosi in piedi e portando le mani davanti al petto.
-Bella fanciulla, non avere paur…-
-KID!- urlò lei in imbarazzo, portando le lenzuola davanti al petto per coprirsi dato che indossava solo una canottiera, che lasciava ben poco spazio all’immaginazione dato che era di una taglia più grande per stare più comoda -Cosa ci fai qui?!-
-Shhh!- nel panico più totale lui le fece cenno di tacere lanciando un’occhiata alla porta, oltre la quale sperava non ci fosse Nakamori già pronto a volerlo arrestare -Non urlare!-
-Cosa vuoi?- domandò furiosa Aoko fulminandolo -Oltre ad essere un cascamorto con tutte le donne, sei anche un pervertito maniaco! Aoko chiamerà papà!-
-Bakako!- si lasciò sfuggire lui -Kaito Kid non è affatto un…-
La ragazza sbarrò nuovamente gli occhi e rimase senza fiato guardandolo sconvolta.
Bakako.
Solo Kaito la chiamava in quel modo… Il suo Kaito.
Il tempo parve fermarsi, il silenzio inghiottì ogni suono presente nella stanza e il ladro, col cuore a mille, rimase scioccato mentre lei sussurrava la verità delusa.
-Kaito-
Fu appena udibile, fu quasi come se nessuno l’avesse detto, eppure per il ragazzo fu come se il cuore si fosse rotto in mille pezzi: si era tradito.
La sua identità, quella che per tempo aveva nascosto con abilità a tutto il mondo, era stata scoperta.
Tentò di spiegare, ma non appena aprì bocca e allungò una mano verso di lei il pavimento si aprì sotto i suoi piedi, facendogli salire lo stomaco in gola mentre precipitava nell’abisso più assoluto urlando e protendendo le braccia verso l’alto.
Sentiva, oltre al suo urlo, anche quello di Aoko, che stava precipitando con lui terrorizzata e impossibilitata nel salvarsi.
Caddero per un tempo che parve infinito ad entrambi, sprecarono tutto il fiato che avevano in gola attratti da una forza invisibile verso il basso. La loro pelle fu sferzata da vampate roventi di calore e fredde brezze gelate, sentirono urla di terrore e risa di gioia, odori putridi e profumi deliziosi, videro albe e tramonti stupendi e poi più nulla.
Il silenzio li inghiottì ancora una volta, finché non infransero con violenza la superficie ghiacciata di un lago nero con riflessi blu, affondando nell’acqua limpida per metri e metri.
Kaito aprì gli occhi spiazzato dal gelo che lo aveva già intorpidito da capo a piedi, notando una leggera luce sopra di sé: la superficie del lago. Allungò le braccia verso l’alto e nuotò verso la luce con tutte le forze che aveva, lottando col gelo dell’acqua che divorava ogni centimetro della sua pelle. Finalmente infranse la superficie nera tirando fuori la testa di scatto e chiudendo gli occhi mentre inspirava a pieni polmoni e il gelo gli immobilizzava tutti i muscoli del corpo. Prese a tremare dal freddo guardandosi attorno, vedendo il suo cappello galleggiare a metri e metri di distanza e sentendo solo il suo respiro affannato rimbombare attorno a sé in modo cupo: era in una caverna.
Impossibilitato dagli abiti zuppi, riuscì a strapparsi il mantello dalle spalle e ad alleggerirsi gettandolo lontano, poi tentò di nuotare per trovare una riva, sempre che ci fosse stata, ma il freddo lo costrinse a fermarsi e a focalizzare come bisogno primario il tentare di rimanere a galla.
Un altro strano rumore d’acqua attirò la sua attenzione a qualche metro da sé, quando Aoko sbucò fuori boccheggiando e tremando come una foglia, le labbra violacee e la pelle pallida e gelida come quella di un cadavere, i capelli che cadevano davanti agli occhi e le dita cianotiche nonostante si trovasse immersa da soli pochi secondi. La ragazza tentò di rimanere a galla a fatica, gemendo dal freddo dato che gli unici indumenti che la coprivano erano solo la canotta e il pantaloncino corto.
-Aoko!- urlò Kaito ritrovando la forza di muoversi e nuotando immediatamente verso di lei, prendendole una mano e stringendola per avvicinarla a sé.
-Non mi toccare!- ansimò lei per il freddo, fulminandolo con lo sguardo e tentando di rimanere a galla a fatica mentre sotto di loro si ergevano almeno 7 metri di acqua -Sei un bastardo, Kaito! Io mi fidavo di te!- pianse senza parlare più in terza persona di sé come sempre faceva: quando era davvero delusa, Aoko parlava come una persona normale.
-Aoko, non è il momento!- disse lui afferrandola comunque seppur con difficoltà e avvicinandola a sé per scaldarla: sarebbe gelata in pochi minuti mezza nuda com’era…
-Lasciami!-  urlò Aoko agitandosi tra le sue braccia mentre lui la stringeva a forza contro il suo petto e le loro voci rimbombavano forti tutt’attorno.
-No!-
-Come hai potuto non dirmi nulla?! Io mi fidavo, credevo di essere importante per te… Credevo di essere degna di fiducia!- prese a dargli pugni al petto mentre lui abbassava il capo desolato: sapeva che quel momento, prima o poi, sarebbe arrivato -E adesso dove diavolo mi hai portata?!- domandò poi starnutendo e prendendo a tramare da capo a piedi ancor più forte -S-sei così meschino da volermi ammazzare?!- domandò con rabbia agitandosi dalle sue braccia.
-Se non stiamo vicini moriremo congelati!- la sgridò lui serio -Qui dentro ci saranno -15°C e noi arriviamo da un luogo in cui ce n’erano quasi 30! Vuoi usare il cervello per una volta?! So che sei delusa… Ho sbagliato, ma adesso dobbiamo pensare a salvarci la vita, dannazione!-
Aoko si morse la lingua abbassando lo sguardo e osservando la pelle d’oca su tutto il suo corpo, ricominciando a piangere in silenzio qualche secondo dopo, stando vicino a lui con distacco solo per non morire.
-Dannazione… Questa è magia vera- mormorò il ragazzo guardandosi attorno mentre il buio li divorava quasi del tutto, se non per una luce argentea e blu che si rifletteva sulle pareti della caverna.
-Certo, come no- mormorò scettica lei sospirando -S-sei davvero incredibile… Mi tieni nascosto chi sei d-davvero e ora tiri anche fuori il discorso della magia vera…-
-Aoko, non sto scherzando! Come credi di esserci finita qui?!-
La ragazza rimase in silenzio e senza poter ribattere: non lo sapeva, ma di certo non sarebbe più stata disposta a credere ad una sola parola delle sue da quel momento in poi.
L’aveva tradita. Lei gli aveva sempre raccontato tutto, mentre lui le aveva tenuto nascosto il segreto più importante che ci fosse…
-Dobbiamo u-uscire alla svelta dall’acqua… Dobbiamo s-scaldarci o rischiamo d-di…-
-Zitto- mormorò lei furiosa -Sta’ zitto…-
-Aoko…-
-Non voglio più sentire nulla da te!- pianse disperata separandosi con uno strattone da lui e nuotando verso l’ignoto, mentre il ladro lottava col freddo per raggiungerla.
-AOKO, FERMATI!-
Ma lei non rispose.
Il rumore dell’acqua che entrambi spostavano con violenza rimbombò nelle loro orecchie con forza, mentre il pianto della ragazza si aggiungeva al tutto facendo ancora più male al cuore del mago.
Quando Aoko urlò dal dolore, fermandosi in mezzo all’acqua e preoccupando il ragazzo non poco, che subito la raggiunse a grandi bracciate.
-Aoko!-
-Aaah! Aah!- gemette la ragazza dopo aver urtato violentemente contro una roccia il ginocchio, sfregiandosi e cominciando a perdere sangue. Il ladro arrivò da lei in pochi secondi, accorgendosi subito della ferita e poi sbarrando gli occhi con sorpresa: aveva urtato contro la riva.
-Resisti- le disse rima prima di posare i palmi sulla roccia scoperta, issarsi con la forza delle braccia sulla riva e riuscendo poi ad uscire dall’acqua rischiando di scivolare più volte. Si voltò verso la ragazza porgendole la mano, ma quella scosse il capo poggiando i suoi palmi sulla roccia, risoluta.
-Faccio da sola- disse, prima di rischiare di ferirsi una seconda volta scivolando contro la pietra bagnata e scivolosa come acqua saponata. Kaito, senza starla a sentire, la afferrò da sotto le braccia e la tirò su con prontezza, adagiandola poi accanto a sé e studiando la sua ferita preoccupato: fortunatamente l’acqua ghiacciata aveva fermato l’emorragia.
Prese un fazzoletto zuppo dalla sua giacca bianca e lo legò stretto attorno al ginocchio mentre entrambi venivano scossi da brividi di freddo e respiravano con affanno, fremendo.
-A-andrà tutto bene- le mormorò guardandosi attorno preoccupato, in cerca di un segnale, un indizio sul motivo per cui erano lì, o anche solo un segno di vita.
-Ma c-cosa? M-moriremo qui dal freddo! P-per favore…- rispose stizzita lei prendendosi le braccia con le mani per cercare di scaldarsi, portando anche le ginocchia al petto e rannicchiandosi su se stessa: dopotutto, indossare solo una canotta e un pantaloncino, stando praticamente mezza nuda a contatto con la roccia ghiacciata, non aiutava per nulla…
Il ragazzo si alzò in piedi rischiando di cadere più volte per via dell’acqua sparsa ovunque, poi tastò la parete attorno a sé con circospezione, cercando un modo per salvarsi.
Quand’ecco che improvvisamente le parole di Akako gli rimbombarono nella mente taglienti.

“Lei scoprirà chi sei molto presto e non la prenderà bene… Ti consiglio di stare pronto, ma so già che non ce la farai…
Per agevolarti le cose ed evitare che quando accadrà non avrai modo di spiegarti perché lei chiamerà il padre, ti troverai lontano dal mondo e da tutti e avrai fino al sorgere del sole per cercare di spiegarle la verità. Se dovessi fallire però, Kid, non potrai che rimpiangere che te stesso. Dovresti ringraziarmi, sai: lo faccio solo per te”.

Era opera di Akako…
Lei aveva previsto tutto, aveva avuto una visione che le aveva rivelato il futuro, il Suo futuro! Gliene aveva parlato appena qualche giorno prima… Come aveva potuto dimenticarlo?
Ripensando bene alle parole che aveva usato, si rese conto che aveva ragione: quella era la sua unica occasione per spiegarle come stavano davvero le cose senza avere il padre alle calcagna che minacciava di sbatterlo in galera.
Si voltò verso la ragazza e sospirò: non sarebbe stato facile costringerla ad ascoltarlo.
Eppure non aveva altre alternative: doveva farcela ad ogni costo.
La raggiunse piano, sedendosi accanto a lei mentre quella si rannicchiava più su se stessa come se lo temesse, e posò le braccia dietro la schiena, i palmi paralleli tra loro.
-Non potevo dirtelo- cominciò piano mentre lei affondava la testa tra le ginocchia per non ascoltarlo.
-Non v-voglio sapere n-niente-
-Io invece voglio che tu sappia- ribatté lui deciso fissandola nell’oscurità della caverna e passandole un braccio attorno alle spalle per scaldarla -Dio, sei gelata…- non poté fare a meno di notare, accostandosi di più e abbracciandola mentre quella tentava di sottrarsi alla presa con fastidio.
-Voglio g-gelare, lasciami!-
-Aoko, s-smettila di fare la b-bambina- disse lui con il tono rassegnato, mentre tentava di scaldarla frizionandole le braccia con le proprie mani, a loro volta cadaveriche dal freddo -Ti darei i miei abiti, m-ma sono zuppi p-peggio di te…-
-N-non mi addolcisci, p-proprio per nulla- mormorò lei sempre più accoccolata su se stessa -M-mi hai mentito n-nonostante sapessi quanto sarebbe significato p-per me sapere tutto…-
-Non potevo dirtelo- ripeté lui sospirando e stringendola più forte -L-lasciami spiegare…-
-S-spiegare cosa?! Sei un ladro!-
-Non sono un l-ladro!- rispose continuando a tremare, scosso dal freddo -Ok, lo s-sono, ma quello che i giornali non dicono mai è che restituisco sempre le gemme che rubo ai loro proprietari il giorno dopo!-
La ragazza alzò lo sguardo verso di lui sorpresa, mentre la pelle d’oca diminuiva un po’ grazie al tiepido calore che il corpo di lui emanava.
-R-restituisci le p-pietre che rubi?- lui annuì -Perché lo fai allora?!- domandò scandalizzata, arrabbiandosi.
-Sto c-cercando una cosa…-
Lei si divincolo dalle sue braccia per l’ennesima volta, come se non volesse più ascoltarlo, ma dovette arrendersi alla sua presa ferrea e decisa, cedendo al contatto.
-C-cosa?! Cosa di così importante da voler rubare ad ogni costo?!-
-Si chiama P-Pandora- spiegò abbassando il tono -è una pietra in grado di dare l’immortalità a chi la possiede…-
-COSA!?- con un rapido gesto, Aoko riuscì a scostarsi dal suo corpo e a fissarlo negli occhi -D-deliri?!-
-Affatto!- sbuffò lui -Se solo mi lasciassi spiegare…-
-Parla!- ordinò lei continuando a tremare, ma ignorando i brividi che la scuotevano da capo a piedi.
-Mio padre era il primo Kaito Kid- disse lui lasciandola senza parole mentre si fissavano attentamente negli occhi -Lui… Io non lo sapevo, devi credermi. Me lo ha detto Jii-chan qualche tempo fa…-
-Perché?-
-Non lo s-so- sospirò lui abbassando il capo -Ma è così… E non è morto per un incidente- le parole si fecero più dure e decise -Lo hanno ucciso, si è trattato di omicidio premeditato-
-Kaito… I-io…- lei abbassò il capo affranta a sua volta, pentita di come si era comportata fino a quel momento.
Non sapeva che il padre del migliore amico fosse quel ladro e non sapeva perché lo fosse, ma sapeva che Kaito era davvero affezionato a lui, e che se aveva deciso di essere un ladro a sua volta, una ragione valida doveva esserci…
-Devo trovare quella pietra prima che cada in mano all’organizzazione che lo ha ucciso, perché se non lo faccio loro la venderanno senza scrupoli al migliore offerente e vivranno una vita agiata e di lusso, senza pagare per quello che hanno fatto a mio padre…-
-Per questo sei diventato Kaito Kid?- domandò Aoko in lacrime, riprendendo a tremare come una foglia sia per il freddo che per l’imminente pianto, mentre lui annuiva.
-S-sì-
Dopo alcuni minuti di silenzio, durante i quali entrambi presero a tremare sempre più incontrollabilmente, la ragazza riprese a parlare.
-N-non mi hai mai detto n-nulla… P-perché?-
-T-tu o-odiavi Kid! N-non facevi a-altro che c-criticarlo e insultarlo… N-non riuscivo a dirti la v-verità. I-inoltre, tuo padre mi odia… E poi s-se quei tipi prendessero di m-mira anche la t-tua famiglia per colpa mia, n-non me lo perdonerei mai- la fissò attentamente negli occhi -Non v-vivrei più se dovesse accaderti qualcosa, Aoko-
La ragazza sbarrò un po’ gli occhi, poi li abbassò a terra in imbarazzo, tentando di mascherare i suoi singulti spostandosi in continuazione sul posto per scaldarsi.
-Oh, per l-l’amor del Cielo, Aoko, v-vieni qui!- esclamò lui qualche secondo dopo esasperato di vederla in quel modo, incastrandola nuovamente tra le sue braccia per mantenere i loro corpi caldi.
-M-magia hai d-detto?- domandò lei stringendosi al suo petto ghiacciato, tentando di scaldarsi -Ma è i-impossibile!-
-A-Akako può fare di tutto…-
-A-AKAKO?!-
Lui annuì fremendo dal freddo e tentando di non cedervi cercando di pensare ad altro, quando Aoko abbassò il capo sospirando e stringendosi alla sua camicia blu zuppa.
-P-perché l’ha f-fatto?-
-Perché s-sapeva che non mi a-avresti lasciato modo di spiegarmi e c-così ha pensato di isolarci per e-evitare che chiamassi tuo p-padre… P-per darmi modo di f-farti sapere t-tutto…-
-Quindi è c-colpa mia se siamo qui?- domandò un po’ delusa, mentre Kaito non poteva fare a meno di sospirare.
-I-in un certo s-senso…-
-Mi d-dispiace. Devo essere davvero p-prevedibile se persino Akako ha d-dedotto che non avrei voluto ascoltarti…- mormorò chiudendo gli occhi mentre il suo tremore si faceva più forte. Kaito, altrettanto ghiacciato, la scostò un po’ da sé con delicatezza, sfilandosi la giacca bianca e lasciandola cadere sulla roccia non curante: gli trasmetteva solo più freddo. Incrociò le gambe e vi fece sedere sopra la ragazza sempre più rannicchiata su se stessa e attaccata a lui, abbracciandola nuovamente e scaldandola anche col suo fiato.
-H-hai detto che l-l’acqua misurava -15°C… M-ma non è possibile, perché l’acqua a 0°C gela…- gli sussurrò lei per distrarsi dal freddo, mentre il ragazzo abbassava il capo e lo poggiava sui suoi capelli bagnati tentando di scaldarsi di più.
-A-Akako è una strega… Q-questo posto n-non esiste e possono esserci c-cose che nella realtà non potrebbero mai…- ma non finì la frase, tentando di mantenere la calma mentre il freddo gli gelava il sangue nelle vene.
A che scopo trasportarli in un posto così freddo?
Per quale motivo?! Stavano morendo assiderati!
“Che aspetta Akako a farci tornare? Sicuramente ci sta ascoltando... Sa che le ho detto tutto… Non possiamo resistere fino al sorgere del sole!”
Qualche minuto dopo, il ragazzo sentì il corpo di Aoko farsi più pesante e smettere di tramare, quando gli occhi di lei si chiusero lentamente mentre le labbra sussurravano appena percettibilmente il suo nome.
-Kaito-
Aoko gettò la testa all’indietro e svenne, mentre lui si agitò come non mai preso dal panico.
-No no! Apri gli occhi, Aoko! Non devi dormire, devi rimanere sveglia!- il ragazzo la adagiò sulla pietra per studiarne le condizioni, quando si rese conto che era andata in ipotermia. -Merda!- impreco tra sé e sé, sdraiandosi accanto a lei e stringendola con tutto se stesso per tentare di scaldarla il più possibile, ma all’improvviso anche i suoi occhi blu divennero pesanti e le forze vennero meno.
“Dannazione…” pensò perdendo coscienza a sua volta “Dannazion…”
E poi fu il buio.
La terra si aprì di nuovo sotto i loro corpi, facendoli sprofondare entrambi nell’abisso più assoluto.
Caddero per un tempo che parve infinito, attratti da una forza invisibile verso il basso. La loro pelle fu sferzata da vampate roventi di calore e fredde brezze gelate, sentirono urla di terrore e risa di gioia, odori putridi e profumi deliziosi, videro albe e tramonti stupendi, poi più nulla.
Il silenzio li inghiottì ancora una volta finché il ragazzo non poggiò i piedi a terra, sul pavimento della camera di Aoko e non aprì gli occhi, trovandosi davanti alla ragazza che reggeva ancora il lenzuolo tra le mani per coprirsi il petto.
I loro respiri erano ancora affannati, ma gli abiti erano perfettamente asciutti e la stanza sembrava non essere cambiata di un millimetro. I quasi 30°C della nottata afosa di luglio non ritardarono a farsi sentire, provocando ad entrambi noiose vampate di caldo appiccicoso.
Kaito lanciò un’occhiata all’ora sulla sveglia digitale di Aoko e sospirò: 2.35.
-S-siamo tornati a casa- mormorò Aoko sconvolta, voltandosi anche lei a guardare l’ora mentre lasciava andare il lenzuolo e si sporgeva verso la sveglia allibita -Sono passati 2 minuti appena…-
-Stai bene?- domandò lui dopo un sospiro di sollievo, andando a sedersi al fondo del letto e sporgendosi verso di lei ancora un po’ preoccupato. La ragazza lo guardò con incertezza, poi annuì appena, rivolgendogli un sorriso rassicurante.
-Aoko non chiamerà papà, tranquillo- disse ridacchiando, mentre attribuiva la sua inquietudine a quel motivo -Sei bianco come un lenzuolo, che hai?-
Aveva ricominciato a parlare in terza persona: segnale che stava bene e che era serena finalmente.
-Eri andata in ipotermia- sussurrò lui avvicinandosi e sporgendosi di più verso di lei, scrutandola a fondo negli occhi mentre quella arrossiva sentendo il fiato mancare nei polmoni e schiudendo le labbra.
I loro sguardi si fusero per alcuni interminabili secondi, finché entrambi non fecero cadere lo sguardo l’uno sulle labbra dell’altra, per poi socchiudere gli occhi e avvicinarsi sempre più…
Kaito sollevò delicatamente il mento di Aoko con l’indice e il pollice della mano destra e posò le proprie labbra su quelle di lei, facendole incontrare per la prima volta e donandole tutto il calore e l’amore che provavano l’uno per l’altra da sempre, per un tempo che parve infinito.
Si sporse più verso di lei facendo frusciare il mantello bianco sulle lenzuola, per poi separarsi delicatamente e scrutare l’effetto che quel bacio aveva sortito sulla ragazza. Quest’ultima aprì piano gli occhi e li affogò nei suoi, per poi sorridere debolmente e sussurrare divertita:
-Questo me lo ha dato Kaito Kid o Kaito Kuroba?-
Il ladro sorrise allontanandosi appena per guardarla meglio e rispose:
-Perché me lo chiedi, Principessa?-
-Perché se me lo ha dato Kaito Kuroba, domani mi toccherà rincorrerlo con lo scopettone per tutta la classe…- sussurrò mentre si sporse ancora verso di lui, in cerca delle sue dolci labbra come attratta da una droga.
-E se te lo avesse dato Kaito Kid?- domandò divertito facendola attendere impazientemente.
-Beh- gli passò le braccia attorno al collo -Allora mi toccherà dirlo a mio padre…-
-Allora prepara lo scopettone- sussurrò Kid lasciandosi attrarre verso di lei e baciandola ancora e ancora, finché l’orologio non segnò le 3.00 di notte.
-Devo andare Principessa, o Kaito Kuroba domani sarà uno zombie…- le sussurrò sorridendo mentre scendeva dal letto e si sistemava cappello e monocolo in viso. Saltò sul davanzale della finestra e si voltò a guardarla ancora una volta, mentre la luna, coi suoi candidi raggi, illuminava il suo viso di un bagliore celestiale rendendola ancora più bella. -Sogni d’oro e attenta ai ladri che ci sono in giro…-
-Oh, ma non c’è più pericolo ormai…- sorrise Aoko rimettendosi sotto le lenzuola e guardandolo incantata.
-Perché?-
-Perché non troverebbero più nulla da rubare dato che il Mago del Secolo ha appena rubato il cuore di Aoko- rispose lei chiudendo gli occhi con un sorriso e abbracciandosi al cuscino, mentre lui sorrideva intenerito e si lanciava giù, aprendo il deltaplano e lasciandosi trasportare dal vento di luglio fino a casa.
Di sicuro quella notte non sarebbe riuscito a chiudere occhio quando l’immagine di Aoko gli sarebbe apparsa in tutta la sua bellezza davanti agli occhi e le sue tenere parole gli sarebbero rimbombate nella sua mente.
Di sicuro non sarebbe riuscito a dormire pensando alle sue dolci labbra e bramando il momento in cui, il giorno seguente, avrebbe potuto di nuovo sfiorarle con le proprie.
Di sicuro non avrebbe mai immaginato che amare Aoko avrebbe significato rubarle il cuore, ma anche farsi rubare il cuore da lei
.



 
Mangakagirl’s Corner:
Minna Konnichiwa!
Eccomi qui con una KaitoxAoko per la gioia di tutti i loro fan <3
(Tra cui me xD Lo so, lo so! Sono una ShinxRan… Ma loro sono talmente somiglianti a quei due che non si possono non adorare *^*)
Inoltre nel fandom le FF dedicate a questa coppia sono davvero pochissime,
per cui ho deciso di render loro un po’ di giustizia u.u
Spero l’OS vi piaccia :D
Recensite in tanti >w<
Mangakagirl!!!
  
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