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Autore: VolpeNana23    01/07/2013    3 recensioni
Ho provato ad immaginarmi i pensieri di Mutt quando Skata lo sta per uccidere.
[Peronaggi: Mutt, Skata]
Genere: Horror, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ultima corsa

 
 
 
Ce l’ho fatta!
Ormai non m’importa più vincere la gara. Io ho già vinto.
Lo stallone rosso di quel bastardo d’un Kendrik era stramazzato al suolo in piena corsa con lui ancora in sella.
Adesso non corre più! Questo è l’importante.
Sì, è questo l’importante!
Non ho nemmeno il tempo di rendermi conto di ciò che sta succedendo che le redini mi vengono letteralmente strappate di mano da un violento strattone.
«Cristo…» tento in tutti i modi di riappropriarmene , ma non ci riesco: quella le tiene incastrate in bocca con i denti serrati come una tagliola.
Provo a strattonarla per la criniera quando sento l’acqua inzupparmi i piedi, invano.
Ad ogni movimento della belva i campanelli che ha intrecciati nei crini tintinnano.
Solitamente si assocerebbero i campanelli a qualcosa di allegro e festoso…ma in questo momento sono un segnale di morte, la mia morte.
M’allungo ancora sul collo della pezzata tentando di raggiungere la cavezza.
Come avesse intuito i miei propositi, la bastardi s’impenna.
Perdo l’equilibrio sulle staffe e vengo sbalzato via.
L’impatto con l’acqua e violento e doloroso, tanto da farmi spalancare la bocca in un grido muto.
Tento di riemergere, ma i vestiti zuppi tendono a trascinarmi verso il fondo.
Alla fine, con fatica, raggiungo la superficie boccheggiando alla ricerca d’ossigeno.
Il primo pensiero che mi balena in testa è che devo assolutamente uscire dall’acqua.
Davanti a me la spiaggia è lontana, ma non mi demoralizzo.
Inizio a nuotare con tutte le mie forze verso riva, lottando contro le forti correnti che cercano di trascinarmi al largo.
Ad ogni bracciata gli arti mi dolgono come avessi migliaia li spilli a perforarmi i muscoli, ma continuo, avanzo.
Ormai la mia è una corsa contro la morte.
Improvvisamente sento qualcosa sfiorarmi la gamba.
Un brivido freddo m’attraversa l’intera spina dorsale.
Il sangue mi si ghiaccia nelle vene.
“No! No! No!”
Spingo al massimo, impacciato dai vestiti e dalle onde.
Il cuore mi martella con tale forza nel petto da sembrare il rullo d’un tamburo.
«Aiuto!» grido disperato. «Sono qui!!!»
Mi sbraccio tentando di restare a galla.
«Papà!!! Aiuto!!!»
Succede.
Una morsa spaventosa m’afferra il polpaccio sinistro.
Sento i suoi denti di squalo affondarmi nella carne dilaniandomi muscoli, tendini, nervi per poi serrarsi con forza sull’osso.
E’un dolore atroce, insopportabile.
Apro la bocca per urlare ma il suono non ha tempo d’uscire.
Con uno scatto a dir poco fulmineo mi ritrovo nuovamente sott’acqua circondato da bolle d’argento.
I liquido ghiacciato mi penetra nella gola con una tale violenza da strapparmi i muscoli.
Dolore, dolore ovunque.
Vedo l’acqua tingersi di rosso scarlatto del sangue, il mio sangue.
Mi dimeno e scalcio, sperando in qualche modo di liberarmi…ma a che servirebbe?
Sento che la bastarda cambiare presa.
Nonostante l’acqua ovatti i suoni, riesco a sentirlo perfettamente, sento lo schiocco.
L’adrenalina attenua il dolore e quando il ginocchio si spezza di netto non sento nulla.
Aiutandomi con le braccia salgo in superficie.
Tossisco e boccheggio.
L’acqua intorno a me è più simile ad una pozza di vernice scarlatta.
Un sorriso amaro m’increspa le labbra.
“Dio Mutt quanto sei stato scemo…” mi redarguisco mentalmente.
So che a momento la pezzata mi attaccherà di nuovo, per finirmi o staccarmi un altro pezzo, ormai è lo stesso.
Potrei urlare, sbracciarmi ancora…ma a che servirebbe? Nessuno mi sentirebbe. Nessuno sarebbe così stupido o masochista da accorrere in mio soccorso.
Nemmeno mio padre, che è il sangue del mio sangue, lo farebbe.
“Sei rimasto solo Mutt…” sento la mia coscienza dirmi con disprezzo. “Solo come il cane che sei…”
Probabilmente è il troppo sangue perso, ma mi è parso di sentire addirittura una risata di scherno.
Guardo la spiaggia ormai lontana.
“Che schifo!” penso. “Non potranno nemmeno seppellirmi…anche “donnicciola”ha avuto una degna sepoltura …che schifo…”
Sento la giumenta annusarmi il piede.
«Avanti, Skata!» le dico ridendo amaramente. «Che stai aspettando?»
Deglutisco.
«Non mi dirai che il primo assaggio non ti è piaciuto…» rido nervoso.
Mi passo la lingua sulle labbra: sono ricoperte di sale.
Improvvisamente, il suo grosso muso pezzato emerge dall’acqua.
E’a poche braccia da me e mi osserva.
Senza nemmeno rendermene conto l’osservo a mia volta, dritto negli occhi.
Improvvisamente quelle due piccole onici scure da squalo mi sembrano le cose più luminose che io abbia mai visto.
In questo momento, a guardarla così, mezza immersa nell’acqua grigia, sembra sorridere.
Che gran pezzo d’idiota! Come se i cavalli potessero sorridere!
Mi si avvicina cauta.
I suoi occhi tornano ad essere azzurri e brillanti come zaffiri.
Arriviamo addirittura a sfiorarci!
Il suo muso premuto contro il mio petto, il suo fato caldo a solleticarmi la pancia attraverso la camicia zuppa…
Sì. Ho sicuramente perso troppo sangue…
Ormai parlo come Kendrik…quel gran figlio di puttana di Kendrik…
Improvvisamente provo un dolore lancinante al petto.
Un rigurgito di sangue mi esce dalla bocca andandole a sporcar la fronte.
Abbasso lo sguardo: mi ha squarciato il petto, la troia.
Il mio sguardo cade su quella sua caratteristica macchia a forma di cuore sanguinante e per qualche strano motivo rido.
Kendrik mi aveva detto di venderla, Skata.
Quel cuore è l’ultima cosa che vedo.
Sì l’ultima: la bastarda, mi ha mozzato la testa...
«Ce l’ha fatta…»
 
 
Ok…ehm non so proprio cosa dire per commentare questo sclero…
Spero almeno sia piaciuto a qualcunoXD
  
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