Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: valah__    02/07/2013    1 recensioni
"Non riuscii a fare altro che sorridere mentre silenziosa e timida cercavo nuovi particolari che mai avevo notato prima. In quel momento sembrava come se il mondo si fosse fermato, come se in quell’istante esistessimo solo io e Edward, come se lui in quel momento avesse occhi solo per me."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il ritorno in patria fu strano.
Quando stavamo uscendo dall’albergo, quella mattina, avevo quasi il terrore di trovare Edward sotto ad aspettarmi a braccia conserte, ma quando realizzai che non era probabile mi rasserenai.
Eppure quando sprofondai finalmente la testa sul letto della mia camera mi sentii uno straccio; non solo perché nell’acclamare il nostro ritorno una fan mi aveva praticamente schiacciata al suolo, ma soprattutto per lui. Riuscivo solamente a domandarmi se lui sapesse dove fossi, se gli importasse qualcosa oppure gli fosse del tutto indifferente.


Era quasi inusuale come il mio telefono avesse smesso di vibrare e quelle poche volte che lo faceva osservavo lo schermo speranzosa che fosse lui che eroicamente mi comunicava le imprese per trovare il mio numero di cellulare; ma al massimo era Thomas che mi comunicava gli orari delle prossime interviste.
 
-Dicci Bess- tornai alla realtà e alla moltitudine di occhi emozionati che mi fissavano –com’è andata in Inghilterra? E scusa se lo chiedo a te in particolare, com’è stato l’after-party?- mi domandò con sorriso disinteressato, come se quella ragazza fosse obbligata a chiedermi tutto quello scritto sul foglio. Cose che a lei non potevano importare di meno.
-E’ andata bene- commentai accennando all’ultimo un sorriso, ricordandomi le urla di Thomas esauste che dopo l’ultima intervista mi avevano ripetuto che dovevo sembrare più coinvolta.
-Cosa ci dici della tua scappatella?- chiese –con chi sei sparita?-
Restai muta, così come tutti in studio.
-Non stava bene- intervenne Samuel in mio soccorso –lei… aveva la febbre- disse guardandomi. Ricambiai il suo sguardo e nei suoi occhi lessi la stessa rabbia e gelosia della mattina dopo la festa, quando negavo ripetutamente qualsiasi cosa mi venisse chiesto quasi sotto interrogatorio.
-Ah! E noi che pensavamo che tu stessi soccorrendo Ed Sheeran che ha dato una motivazione molto simile a quella che Samuel ha appena fornito per te- disse ridendo, seguita dal resto dello studio.
Alzai lo sguardo e sullo schermo davanti a noi vidi comparire la stessa immagine che tutti stavano vedendo proiettata alle mie spalle.
Eravamo io e Edward che ci avvicinavamo al cancello di casa sua.
-Aveva dimenticato le chiavi?- chiese la ragazza ridacchiando, mentre l’immagine di noi due che stavamo scavalcando veniva proiettata.
Sentii gli occhi di tutti addosso, del pubblico, dei ragazzi e di tutti quelli in diretta da casa.
Fui troppo codarda per guardare l’espressione di Samuel, ma sentivo il suo sguardo rivolto verso di me e sperai che quel momento passasse in fretta.
 
Quando l’intervista finì mi fermai appena per firmare un paio di autografi sotto le mille domande dei fan e poco prima di uscire decisi che non mi andava di fare ritorno all’hotel con gli altri ragazzi, così quando furono più avanti di me di circa otto metri deviai verso un’altra uscita, collocata dall’altra parte dell’uscita da dove sarebbero usciti i ragazzi.


Ci saremmo dovuti fermare a Roma per un altro paio di giorni, ma dopo l’umiliazione appena ricevuta decisi che preferivo tornare nella mia città natale. Così, col primo taxi che mi raggiunse chiesi di essere portata alla stazione e nella tranquillità della notte tornai a casa mia.
 
Decisi che avrei ignorato ogni singolo contatto con gli altri per qualche giorno, giusto il tempo di far riprendere Samuel dalla delusione appena ricevuta.
Ci conoscevamo da tanto, forse troppo, e il suo attaccamento nei miei confronti cominciava ad essere imbarazzante.
Qualche anno prima, dopo una storia estiva durata non più di due mesi avevo deciso di essere sincera e di fargli capire che per me era sola e pura amicizia. Ma lui non lo aveva mai accettato e l’idea di non potermi controllare lo faceva bruciare dentro di gelosia, che più di una volta si era espressa con urla verso di me.
 

Uscii dalla situazione di stallo il giorno dopo, quando ricevetti online una mail di Edward.
-Ho saputo della tua situazione con la band. Mi dispiace averti messa in una situazione scomoda- recitava brevemente.
Sorrisi e immediatamente, ricordando quello che mi aveva detto qualche giorno prima, lo citai.
-Cosa sei, una specie di stalker?- scrissi ricordandomi quando me lo domandò in una conversazione sulla sua felpa.
La sua risposta arrivò il giorno dopo.
-E’ quello che fanno i fan- aveva scritto, citando le mie parole a sua volta, sempre dalla stessa conversazione.
In quel momento lo avrei abbracciato, se solo lo avessi avuto di fianco.
Qualche ora dopo, poi, scrisse ancora.
-Non posso aspettare un mese per vederti, ci vedremo presto!-
E da lì il silenzio.
 
  
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