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Autore: maryana    16/01/2008    0 recensioni
Questa storia nasce da una mia libera interpretazione di dieci canzoni di Gianna Nannini. Nonostante io non ami particolarmente questa cantante, ho notato leggendoli che si adattavano molto bene ai personaggi di Bulma e Vegeta... leggere per credere. In una notte insonne, Bulma ripensa ai momenti più significativi con il suo unico e vero amore Vegeta.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione:

Introduzione:

Era notte inoltrata nella Citta dell’Ovest, non si sentiva alcun suono, tutto taceva avvolto in un solenne silenzio.

Bulma si alzò insonne, il caldo afoso non riusciva a farla addormentare, la camicia da notte scollata le si era incollata alla schiena.

Si mosse il più silenziosamente possibile, sentì Vegeta bofonchiare qualcosa nel sonno, temendo che si stesse per svegliare a causa sua lo guardò cauta: non avrebbe voluto sentire le sue lagne in piena notte, ma poi si rese conto, lieta, che l’uomo era nel mondo dei sogni pienamente.

Facendo un sospiro di sollievo si alzò a piedi nudi, il contrasto con il freddo pavimento le fece davvero molto piacere.

Scese nella cucina al piano sottostante a prendere un bicchier d’acqua, sperando che gli sciogliesse la gola troppo arida… l’unico rumore che si sentiva era il lavandino che perdeva, lo guardò accigliata, si riprometteva di aggiustarlo ma ogni volta rimandava quell’impegno al giorno successivo.

Scuotendo il capo, si riempì un bicchiere di acqua fredda di frigorifero… così andava meglio.

Silenziosamente salì i gradini della grande scala che conduceva al piano superiore, decidendo di vegliare sul sonno dei suoi figli.

Prima si affacciò alla porta del primogenito: il corpo ormai adolescente era rilassato sul letto, un braccio penzolava abbandonato dalla sponda del letto, il lenzuolo caduto a terra, sorridendo scosse il capo.

Diversamente trovò Bra, nonostante il caldo la bimba si teneva ben stretto nella manina paffuta il lembo del lenzuolo, abbracciando con l’altra il suo piccolo peluche a forma di orsetto, le si avvicinò accarezzandole la fronte che sfiorò con le labbra.

Ritornò nella camera che condivideva con Vegeta, guardò il letto dove l’uomo dormiva, non aveva minimamente voglia di sdraiarsi accanto a lui, il caldo la perseguitava ancora.

Si andò a sedere sul davanzale della finestra aperta, dalla quale non entrava un filo d’aria, guardando la città addormentata, sperando di essere colta dalla stanchezza.

Lasciò che la testa le si svuotasse, lasciando che i pensieri prendessero la direzione che più gli garbava… era assorta, senza pensare veramente a niente di particolare, quando Vegeta sussurrò qualcosa ancora addormentato.

Con un dolce sorriso si girò a guardarlo: la testa posata sul cuscino, la bocca semiaperta, il possente corpo rilassato… era da tempo che ormai lo vedeva dormire privo di difese… l’amore che provava per lui, non si sarebbe spento mai dentro di lei, lo poteva ben percepire in quel momento, ne avevano passate molte, ma ciò che più importava era che i tempi in cui temeva che la lasciasse o peggio rischiasse la sua vita per salvare la Terra, o meglio per mettersi in mostra come diceva lui, fossero finiti.

  
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