Non riusciva a smettere. Non riusciva a smettere di drogarsi. Ma non di quella roba che di cui si faceva ogni tanto. Alle canne sapeva di poter rinunciare benissimo, o forse no, ma comunque non si trattava di qualche spinello ogni tanto. Neanche di quei bicchieri di troppo o di quella polverina bianca che aveva procurato Cook un paio di volte. No, questo era molto peggio. Non riusciva a staccare lo sguardo. Era assuefatto da quell'azzurro. Provava la stessa sensazione di quando fumava, ma era molto più intensa. Era qualcosa di forte che gli bloccava il cervello e lo lasciava in uno stato di trance in cui non capiva più niente. Gli occhi non accennavano a spostarsi e quell'estasi non voleva abbandonarlo. Si perdeva in quell'azzurro, quasi annegava, ma non poteva farne a meno. Merda. Era completamente fottuto. Oltre che strafatto. Sì, aveva preso qualche pillola e fumato qualche canna, ma quell'azzurro era colpevole della maggior parte delle sensazioni che gli invadevano il corpo e la mente.

Quell'azzurro l'aveva catturato già la prima volta e già da lì aveva capito di essere nella merda. Non ne sapeva il motivo, ma erano magnetici e non riusciva a starci lontano, anche se sapeva che non gli avrebbe portato altro che guai, ma lui era abituato ai guai, infondo il suo migliore amico Cook non era proprio un tipetto tranquillo. Ma quell'azzurro dava l'idea del mare calmo, quindi come avrebbe potuto portarlo in mezzo alla bufera? Voleva fidarsi di quell'azzurro, voleva giocare e vincere. Voleva buttarsi in quell'azzurro e nuotarci dentro per esplorarlo interamente. Aveva però paura di perdersi, di smarrire la meta e rimanere lì solo in mezzo al nulla.

«Hai intenzione di fare qualcosa o di stare li a fissarmi?».

La voce della ragazza era dolce, ma decisa. Aveva sempre quel tono leggermente strafottente e arrogante che faceva a pugni con gli occhi azzurri e il viso delicato. Aveva l'aria spazientita ed era seduta a cavalcioni su di lui. Anche lei aveva mandato giù qualche pasticca e aveva fumato qualche nota rubata dai suoi spinelli. Aveva le pupille dilatate e un sorrisino rilassato sul viso. Risero entrambi, poi Freddie scosse il capo come risposta alla domanda. La ragazza lo guardò sorridendo maliziosa, chiuse gli occhi mentre il viso del ragazzo si avvicinava al suo petto. Sentiva il suo respiro addosso e, amplificato dalle droghe, le faceva il solletico. Rise portando poi le braccia intorno al collo di Freddie e baciandolo con passione. Erano nudi ormai da un paio d'ore e alternavano momenti di sesso a momenti di pausa in cui si giravano una canna o mandavano giù qualche sorso di alcool. Erano strafatti e ubriachi, ma eccitati allo stesso tempo. Per Effy era una delle tante sere, una delle tante scommesse che odiava perdere, dava tutta se stessa in ogni cosa. Odiava quando le gente le diceva che non aveva il coraggio di fare qualcosa e puntualmente li lasciava a bocca aperta svolgendo la sfida alla perfezione. Sapeva valutare bene le opportunità e sapeva sfruttare altrettanto bene le persone. Era sola. Non si affezionava a nessuno. Forse poco con quella Pandora che la seguiva ovunque come un cagnolino fedele, ma quella non si poteva chiamare amicizia. Per il resto non era altro che una notte di scopate e poi, il mattino seguente, tornava tutto come prima. Non era una puttana, sceglieva bene con chi andare e con chi no. Le piaceva divertirsi, che male c'è?

Dopo l'ennesimo momento di piacere si sdraiarono uno affianco all'altro sul letto, esausti. Respiravano in modo affannoso e pian piano cercavano di riprendere un ritmo normale. Quando si riuscirono scoppiarono a ridere.

«Sono strafatto!» esclamò lui.

«Sì, sei strafatto» rispose lei ridendo.

«E siamo ubriachi marci...» proseguì lui biascicando le parole.

«Sì, un altro sorso?» domandò Effy alzando la bottiglia che conteneva chissà che liquore.

«No, non credo di reggerne ancora...».

«Una pasticca? Oh, merda...ne restano solo due...».

Freddie le rubò le pastiglie dalle mani e le allontanò da lei. Con una velocità che non si sarebbero mai aspettati entrambi, Effy si buttò a cavalcioni sul ragazzo per bloccarlo. Risero entrambi e Freddie gli avvicinò una pasticca alle labbra. La ragazza aprì la bocca, tirando fuori la lingua e, appena la sostanza chimica toccò le sue papille gustative, ritirò la lingua ingoiando poi quella pillolina bianca. Anche Freddie mandò giù l'ultima e dopo si avvicinò possessivo a baciare la ragazza. Le mani correvano sui corpi cercando nuove zone sensibili, ma il ragazzo, all'improvviso si perse nuovamente in quell'azzurro bloccandosi. Effy sbuffò stufa e si coricò accanto chiudendo gli occhi. Quando li riaprì il ragazzo stava dormendo sfinito. Sorrise tra sé e sé e si alzò delicatamente recuperando e indossando l'intimo. Prese il top e la gonna, uscì dalla stanza rivestendosi poi completamente nel corridoio per poi abbandonare la casa.

La luce filtrava dalla finestra disturbando il sonno di Freddie che si svegliò. Un mal di testa atroce lo colpì mentre cercava di alzarsi dal letto. Affianco a lui non c'era nessuno, a terra c'erano solo i suoi vestiti e nella sua mente regnava l'azzurro. Andò a farsi una doccia e si rivestì. In camera, sul comodino qualcosa attirò la sua attenzione. Un foglio. Un'unica frase sopra.

“Ti spezzerò il cuore...”

E ci era riuscita. Gli aveva proprio spezzato il cuore perchè sapeva che quel biglietto era un addio. Stava annegando, anzi ormai era proprio sprofondato sommerso dall'azzurro. Non era riuscito a salvarsi e quella tranquillità che gli trasmetteva prima, ora era sostituito da una tempesta che pian piano lo avrebbe lacerato dentro.























Ecco qua, la mia prima One-shot :)
Mi andava di scrivere qualcosa e quel qualcosa era proprio questo, in onore all'inizio di Skins 7 e in onore di Freddie di cui non sapremmo più nulla ç_ç
Comunque spero vi piaccia e se vi andasse di recensire ve ne sarei grata! :) Vi lascio con la scena da cui ho preso il titolo :)
Bacionii :)
P.s.: Le gif e la foto NON sono mie.