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Autore: Ivan_    04/07/2013    1 recensioni
Il titolo non ha nessun significato in particolare, trovo suoni davvero bene.
In realtà il personaggio protagonista sarebbe Kade, lo stesso di Tormento, ma non mi andava di mettere questa shot nella raccolta, non ci stava.
" E tu vedi.
Vedi bene.
I denti affilati. "
Genere: Dark, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RICORDANTE.

 

Buio.

Ti svegli e ti accorgi di essere in uno dei tuoi incubi.

Lo sai perchè riconosci quell'atmosfera cupa e ansiosa che solo tu potresti ricreare, solo tu per te stesso.

Allora fai un passo, in quello che sembra il vuoto, perché tanto anche rimanere fermi non servirebbe, fai un passo e compare un bagliore in lontananza. Pensi 'è il peggior scenario horror di tutti i tempi..' però l'ansia ti sale dentro comunque, lenta ed insidiosa come solo lei sa essere.

Dopo quel passo ne fai un altro, perchè un passo da solo non avrebbe senso, e nemmeno due, così come tre, quindi avanzi lentamente verso quel lontano che non sei troppo sicuro di voler raggiungere.

Ascolti il rumore dei tuoi piedi scalzi sul nulla, e ti accorgi che anche quello ha un suo suono, sembra di camminare sopra un lago ghiacciato, abbastanza spesso da sostenere il tuo peso, non così spesso da sostenere la tua paura che si rompa.
La pellicola che divide te e quel baratro di disperazione ed oblio è come una lastra di ghiaccio.

Noti che il bagliore non si avvicina nemmeno di un centimetro da quel che sembra ai tuoi occhi, e ancora ti ripeti 'dio, come nelle vere pellicole scadenti' anche se quasi corri, col respiro mozzato e il cuore che martella nelle tempie.
Lo fai solo perchè sei tu l'attore dei tuoi sogni, e quindi devi essere tu a fare ciò che il tuo inconscio si aspetta tu faccia.

Da bravo ti blocchi, pensi di rinunciare, e sovrapensiero ti capita di girarti leggermente, e noti qualcosa di anomalo, capisci che alle tue spalle non c'è solo la tua ombra data da quella lucina misteriosa.

Alle tue spalle c'è ancora buio, e dentro quel buio un paio di riflessi sinistri.

Fai finta di non capire, anche se effettivamente sai benissimo cos'è, quel sogno l'hai fatto mille volte, sai cosa succederà, cosa farai tu, cos'è quella cosa che ti fissa ansante nell'ombra, cosa farà con i denti affilati che rimangono coperti dalla tua, di ombra.
Per ora.

Ti immagini di poter sentire la saliva colare lungo le zanne acuminate, ti senti ribollire dentro il sentore di morte del respiro pesante della creatura, la stessa che non accenna a staccare gli occhi dal tuo corpo torto di tre quarti nella sua direzione.
L'ansia del paesaggio gradualmente viene risucchiata dal tuo corpo, ormai spugna per quel malessere.

Un vago tremore si impossessa della tua spina dorsale, delle mani, dell'anima.

Ti sale un conato di ricordi alla mente, nonostante sia un sogno, quelli si aprono come finestre dentro di te.

Lei che sorride.

Lei che ti sorride.

Lei che piange.

Lei che mangia.

Lei che muove le labbra carnose, le muove per te, dice : Ti amo.

Lei che corre.

Lei che ti rincorre.

Lei che infuria.

Lei che gode.

Lei che si avviluppa alla tua mente e muove le labbra carnose, le muove su di te, dice : ti ho preso.

E allora trasalisci, ti si sfigura il volto dall'orrore.
Ricordi, ricordi bene, i suoi boccoli biondi sparsi sul letto, la sua pelle troppo rosea per essere morta, la sua posa troppo naturale per essere involontaria.

Con gli occhi sbarrati puoi vedere benissimo la belva farsi avanti, spalancare le fauci ora ben in vista e dirigersi verso il tuo corpo impietrito.

Ricordi che quello sguardo l'hai già visto. Sì, su di lei, quando s'è rivelata per ciò che era e ti ha divorato i sensi.

Esali un gemito di puro terrore, ed è il solo ricordo a dilaniarti, non badi alla bestia che si ciba di te.

Buio.

Schiudi le palpebre, e sei nel tuo letto, tutto intero, muovi le dita dei piedi dopo un principio di staticità per assicurarti di esserlo realmente, muovi le dita delle mani, respiri.

Svegli i sensi mano a mano, rotei gli occhi.

Ti suggerisce allarme un sibilo sordo del tuo istinto, e fai finta di nulla, lo ignori, perchè tanto l'incubo è finito.

Ti dice: Ciao tesoro, sei sveglio finalmente.

E tu vedi.

Vedi bene.

I denti affilati.

  
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