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Autore: Caster_Gamer    04/07/2013    6 recensioni
Nancy frequenta il liceo Dolce Amoris da ormai un anno, è innamorata di uno dei ragazzi che rientra nelle sue amicizie, e proprio quando sta per dichiararsi appare il meraviglioso sorriso di qualcuno che tecnicamente non potrebbe ricambiare il suo amore.
E cosa succede se chi riteneva solo come un amico le dimostra di provare qualcosa per lei?
« Credo di aver capito come va avanti il gioco...e tu sei davvero troppo, tanto sleale mia cara! »
« Sleale!? Gioco!? Adesso basta dimmi che succede dato che hai capito! »
Cominciai ad odiare tutti quei giri di parole, se dovevano dirmi qualcosa che parlassero chiaramente!
Avevo visto giusto, ero una stupida! Ma di certo continuando a parlarmi con metafore non sarei diventata un genio!
« Il gioco dell'amore! » esclamò passandosi una mano fra i capelli « Non posso di certo essere io a svelarti le regole ed i tuoi avversari, posso solo augurarti che li capirai un giorno... »
Sbuffai, adesso capivo cosa credeva...e si era sbagliato.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexy, Castiel, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Castiel.

 

I giorni seguenti provai a parlare con Castiel ma ogni volta che mi vedeva girava dall'altra parte o ignorava i miei tentativi di attirare la sua attenzione, quando lo andavo a cercare e lo trovavo solo afferrava il suo zaino e se ne andava oppure si metteva le cuffie.

Aveva creato un muro che continuava ad alzare e fortificare sempre di più ogni giorno che passava, ed anche se sapevo di contribuire alla costruzione di questo muro continuando a parlare con Alexy fingevo di non esserne interessata o più semplicemente di non saperlo.

Ero ingenua, sì, ma c'erano alcune situazioni in cui riuscivo a capire cosa succedeva.

Il giorno delle elezioni del rappresentante di classe nella mia, ero in ritardo (come se non bastasse) ed infatti quando arrivai a scuola i corridoi erano vuoti.

Prima di entrare nella mia classe però vidi Castiel ed anche se avevo fretta quella era forse l'unica buona occasione per parlargli.

Feci per andargli in contro ma quando vidi Ambra venire verso di lui mi nascosi dietro al muro e poggiandomi ad esso rimasi ad ascoltare adocchiando ogni tanto la situazione.

« Ehi Castiel, buongiorno. » lo salutò lei con la solita aria da sbruffona.

« Ti avviso che non ho tempo da perdere perciò levati. » fece per spostarsi andando avanti ma lei gli poggiò le mani sul petto, il ragazzo quindi indietreggiò.

Stranamente Ambra non era accompagnata da quelle due, ero sicura che avesse progettato questo “casuale” incontro con lui.

« Cosa vuoi. » le chiese piuttosto seccato, lei cominciò a giocherellare con la cerniera della giacca di pelle nera.

« Sai cosa io penso di te, e credo sia arrivato il momento di dirtelo di persona. »

Questa non volevo assolutamente perdermela...

« Ti amo Castiel. »

Guardai velocemente la scena, il rosso sembrava non essersi mosso...non vedendogli il viso però non sapevo se fosse rimasto indifferente o sbigottito.

Rimasero in silenzio per qualche istante, ad un certo punto lui le prese il volto e lo avvicinò al suo.

Per un momento pensai che stesse per baciarla ma mi smentii subito...perché avrebbe dovuto farlo? Lui non...

Non ebbi il tempo di pensarci, che già le loro labbra si erano unite.

Mi irrigidii di botto, fu come ricevere una, o meglio più e continue pugnalate al cuore.

Sentii lo stomaco attorcigliarsi, era come se dovessi vomitare ma la sensazione era peggiore.

Mi voltai dall'altra parte e vidi dei piedi, alzai lentamente lo sguardo fino a raggiungere i bellissimi occhi bicolore di Lysandre.

« Ehi. » lo salutai in un sussurro, non capii se era perché non riuscivo ad alzare la voce oppure perché non volevo farmi sentire.

« Sai che non si origliano le conversazioni degli altri? » mi domandò accennando un sorriso probabilmente per mostrarmi di non essere serio.

« Sì, lo so. » fu la mia unica risposta.

Feci un passo, poi un altro e un altro ancora, fino ad oltrepassarlo ed accelerare sempre di più per poi correre via.

Non mi sentivo in vena di ascoltare la lezione, la mia mente non faceva che ricordare quella scena, non faceva che immaginarla da diverse angolazioni come se volesse torturarmi.

Non ero mai stata masochista, eppure in quel momento mi stavo ricredendo.

Seguii le mie gambe che automaticamente servivano il cervello, perciò mi ritrovai nel retro della scuola davanti alla panchina sotto alla grande quercia.

Ricordavo perfettamente quel posto...lì l'avevo visto per la prima volta ed avevo avuto il mio primo ed unico colpo di fulmine.

 

Era il primo giorno di scuola, sia io che Ken eravamo molto ansiosi ma stando uniti come al solito non avremmo sentito il peso di tutte quelle persone che ci squadravano dalla testa ai piedi.

Io continuavo a camminare imperterrita e volevo che anche lui lo facesse, in fondo i bulli sembravano essere attirati dal suo fisico mingherlino e debole.

Mentre camminavo con la testa bassa ascoltando musica con le cuffie sulle orecchie, mi accorsi di essermi persa Ken per strada, di sicuro l'avevo perso già da un po' solo che con tutto quel rock mi era difficile vedere ciò che mi circondava.

Sollevai la testa e mi ritrovai davanti ad un muro nel bel mezzo del cortile, levai le cuffie e mi accorsi che il silenzio regnava sovrano lì.

Ad un certo punto sentii dei veloci passi dietro di me e qualcuno mi chiamò.

« Nancy! Sono qui! » era la voce di Ken, quindi mi voltai verso di lui e successe tutto in quell'istante.

Passò accanto ad un ragazzo seduto comodamente su una panchina, aveva gli auricolari alle orecchie e stava fumando una sigaretta. I capelli rossi gli ricadevano sulle spalle coperte dalla giacca di pelle nera, gli solleticavano però il viso dato che c'era un fresco venticello degno di un settembre inoltrato, capace di muovere le foglie della grande quercia che faceva ombra su di lui.

Si fermò tutto, ogni rumore era semplicemente un bisbiglio ed i colori stavano perdendo la loro luminosità. Esisteva solo lui in quel momento.

E fu la prima volta che il mio cuore cominciò a battere velocemente a causa di qualcuno, non mi era mai capitata una cosa simile, un effetto del genere...

Pensai quasi che fosse un Dio o un'entità superiore, dato che la mia mente fin troppo fantasiosa andava oltre ai limiti.

« Nancy, mi vuoi rispondere? » Ken mi stava scrollando il braccio, io scossi la testa e lo guardai « Perché sei rossa...? »

Rossa? Ero arrossita?

Mi massaggiai le guance velocemente guardando altrove, negai tutto il tempo il mio rossore e prima di andarcene da lì lanciai un'ultima occhiata a quel ragazzo.

Anche lui mi stava guardando, ed aveva dei bellissimi occhi grigi.

 

Ripensando a quel momento le lacrime scesero ancora più velocemente, perché avevo avuto un colpo di fulmine proprio per lui? Non poteva essere qualcun altro come Ken? O magari Nathaniel? Con lui sarebbe stato tutto più facile...

Ma che andavo a pensare? Io e Nathaniel di sicuro non potremmo mai essere stati più che migliori amici, proprio come lo ero con Ken e come ero diventata con Rosalya.

Sorrisi pensando a quelle tre persone, all'inizio pensavo che tra di loro poteva esserci un posto per Castiel ma...quello che provavo per lui non si limitava all'amicizia.

Per questo motivo le lacrime non riuscivano a stare al loro posto, cosa avrei fatto? Come avrei potuto bloccarle?

Qualcosa dentro di me andava crescendo, forse rabbia, odio, gelosia...sì era un miscuglio di tutte queste cose.

Mi sentii egoista, nella mia testa infatti cominciai a pensare a cosa avesse fatto Ambra, la voce dentro di me continuava a dire che aveva violato qualcosa di mio, qualcosa che non doveva essere toccata perché di mia stretta ed unica proprietà...ma Castiel non era mai stato mio e di sicuro mai lo sarebbe stato.

Se c'era qualcosa di certo che sapevo su di lui era che per quanto si fosse affezionato a me non mi amava, e continuavo con questa consapevolezza a stare accanto a lui con la speranza che un giorno si sarebbe accorto di me in quel senso.

Però ero fortunata, almeno mi conosceva, mi voleva bene e questo doveva bastarmi.

Eppure...io volevo di più.

E poi ora che ci riflettevo se c'era qualcuno con il quale dovevo prendermela era Ken...Se quel giorno non mi avesse chiamata io...avrei avuto quel colpo di fulmine?

« Nancy. »

Sentii pronunciare velocemente il mio nome e mi voltai dall'altra parte per non farmi vedere in quelle condizioni.

Mi strofinai velocemente gli occhi mentre la mia mente riconobbe che quella era la voce di Alexy.

« Nancy cos'è successo? » venne verso di me e quando si sedette al mio fianco gli detti le spalle.

« Niente, sto bene. »

« Non è vero, altrimenti saresti entrata in classe invece che rimanere qui a piangere. »

Rimasi in silenzio per qualche istante, quando capii che stava per rivolgermi la parola lo superai.

« Tu perché sei qui? »

« Il professore ha detto di averti vista scappare via poco prima di entrare e voleva sapere cos'era successo così ho chiesto di poterti venire a cercare. » spiegò...davvero si stava interessando a me?

« Perderai la lezione, non ne vale la pena per me. »

« Stai scherzando vero? Noi siamo amici! Di sicuro non ci conosciamo da tempo ma...sento che con te potrei andare d'accordo, se hai bisogno di qualcosa io ci sono e ci sarò sempre! » esclamò posandomi una mano sulla testa, lentamente mi accarezzò i capelli come per tranquillizzarmi ed io mi allontanai.

« Non voglio la tua compassione. »

Non seppi perché dissi quelle parole, ma me ne pentii subito dopo e voltandomi verso di lui lo vidi con un'espressione triste e preoccupata.

Non si era offeso per quello che gli avevo detto?

« Non ti sto offrendo la mia compassione, non mi fai pena. Tra amici ci si aiuta, e voglio vederti sorridere come quando sorridi a Nathaniel e Rosalya. » curvò le labbra all'insù facendo un sorriso forzato che serviva a consolarmi, io abbassai lo sguardo.

« Io...sorrido sempre spontaneamente. » mormorai massaggiandomi la nuca.

« Vuoi dirmi almeno cos'è successo? »

Presi un bel respiro e dopo qualche altra lacrima riuscii a raccontargli tutto, non sapevo perché tutti quei pianti, era vero che amavo Castiel ma non pensavo fino al punto di piangere così tanto per una cosa stupida alla fine, Alexy sorrise.

« Non credevo ci tenessi talmente tanto... » mi accarezzò la gota dolcemente mentre io tiravo su col naso « Però non voglio più vederti piangere per lui, d'accordo? »

Annuii, cosa potevo rispondergli a parte un “Sì”?

« Adesso entra in classe e- »

« Non riuscirei a seguire la lezione...preferisco fare un'assenza. » risposi alzandomi e prendendo la cartella, Alexy mi imitò.

« Va bene...ci sentiamo per telefono allora? »

« Sì...a più tardi. »

Prima che mi allontanassi troppo mi schioccò un bacio sulla guancia che mi fece arrossire fino a diventare dello stesso colore di un pomodoro, lo guardai sbigottita vedendo il suo meraviglioso sorriso.

« C-c-ciao! » ripetei ancora scappando.

Adoravo quel ragazzo, era una persona dolcissima e si preoccupava così tanto per gli altri...e poi il suo sorriso era qualcosa di speciale che non si riusciva a dimenticare subito.

Lui era speciale, era l'amico che tutti desideravano.

***

Aprii gli occhi lentamente, mi ritrovai sul letto vestita come quella mattina.

I capelli color cenere sparsi sul letto non troppo scombinato, ricordai solo in quel momento cos'era successo.

Dopo essermene tornata a casa avevo continuato ad immaginare quella scena piangendo sempre di più, con il tempo mi addormentai.

Non avevo mangiato, infatti lo stomaco brontolava in una maniera incredibile.

Controllai l'orario, erano le sei di sera passate ed il telefonino vibrava sul comodino.

Quando lo presi smise di suonare perciò controllai chi mi aveva cercato:

Cinque chiamate perse e due messaggi.

Per prima cosa vidi di chi erano le chiamate, tre di Nathaniel, una di Rosalya ed una di Alexy. I messaggi invece erano uno della mia migliore amica e l'altro di...Castiel.

Lessi prima quello di Rosalya che mi lasciò far scappare un sorriso.

Ehi Nancy, stai bene? Alexy mi ha raccontato quello che è successo...anche Lysandre mi ha accennato qualcosa. Se vuoi sfogarti io ci sono, per questo sono tua amica. Baci Rosa”

Era così dolce, anche se non aveva detto nulla di particolare potevo immaginare quanto fosse preoccupata per me.

Dovevo però leggere ancora quello di Castiel...ci cliccai su e lo lessi velocemente.

Perché te ne sei andata oggi?”

Quindi lui...mi aveva vista? No, probabilmente gliel'aveva detto Lysandre e...

Sgranai gli occhi.

Se gliel'aveva detto lui allora gli aveva anche detto che ero scappata dopo che li avevo visti baciarsi! Cosa avrebbe pensato di me in futuro?

Mi feci assalire dal panico ma non ebbi nemmeno il tempo di provare a calmarmi che suonarono al campanello della porta.

Scesi veloce dal letto e guardai attraverso l'occhiello...Lupus in fabula.

Non potevo lasciarlo là fuori dopo che si era preso la briga di venirmi a trovare.

Il mio aspetto non era dei migliori, semmai avesse chiesto gli avrei detto che avevo avuto sensi di nausea ed un forte mal di pancia.

Mentre aprivo la porta lui suonò, quando me lo ritrovai davanti senza la porta a dividerci il coraggio che avevo preso sfiatò subito.

« C-Castiel. » pronunciai il suo nome in un sussurro, lui venne verso di me.

« Che c'è, non mi fai entrare? »

Gli feci subito spazio e quando attraversò la soglia chiusi la porta, sospirai e vedendolo prendere posto sul divano rimasi in piedi guardando altrove, non volevo guardarlo negli occhi.

« Siediti...ti ho anche fatto spazio! » esclamò indicandomi il posto di fianco a lui, abbassai lo sguardo e feci come aveva detto cercando di stargli il più lontana possibile.

« Come mai oggi te ne sei andata? » chiese rivolgendo lo sguardo alla porta d'ingresso, io rimasi immobile, eccezione fatta per il piede che giocherellava con i piedi del divano.

« Ah...ho avuto nausea. »

« Vedermi baciare Ambra è così brutto? » il suo sarcasmo sarebbe dovuto servire a mettermi a mio agio ma non mi sfiorò nemmeno.

« Sì. »

Perché avevo confermato? Avrei dovuto negare la mia presenza!

« Ah...forse potrei farlo ancora... » sgranai gli occhi « Ancora e ancora... » sentii la sua mano sfiorare la mia finché con sicurezza non la prese obbligandomi a girarmi, subito dopo per bloccarmi mi prese il mento « Fino ad andare oltre... »

Non capii se il brivido che mi percorse la schiena fu provocato dalle sue parole o dal respiro che mi soffiava in faccia.

« F-fai... » esordii stringendo le palpebre « Fai quello che vuoi. » il coraggio che avevo perso tornò a galla « A me non interessa. »

Strinse le prese del mento e della mano facendomi addirittura male, provai a spingerlo ma lui continuò a tenermi.

« Non te ne importa davvero niente di me!? »

« Sì che m'importa, ma se vuoi stare con qualcuno non posso vietartelo. Posso solo darti consigli in quanto...tua amica. »

Dire quelle parole mi pesò talmente tanto che non riuscii a trattenere le lacrime, stupido Castiel...stupido anche il mio amore per lui.

Alleggerì la presa e balzò in piedi.

« Quindi mi consideri solo un amico? »

Non potevo rispondere di sì, avrei mentito ad entrambi. Ma forse...era meglio se cominciavo a considerarlo solo in quel modo, non saremmo mai stati insieme, non sarebbe mai capitato, non si sarebbe mai innamorato e non l'avrei mai avuto tutto per me.

Castiel era solo un amico, e così doveva essere, era l'ora di smetterla di illudermi.

« Sì. »

Risposi dopo un po', lui trasalì.

« SÌ! » quasi urlai « È a te che non importa niente di me! Fai quello che vuoi ma smettila di continuare a giocare! »

Lui sussultò e si lasciò scappare un sorriso andando poi verso la porta.

La aprì, ma prima di chiuderla disse qualcosa.

« Io non smetterò mai di giocare, amica. »

E subito dopo se ne andò lasciandomi con la voglia di prenderlo e sbattergli la testa al muro ripetutamente fino a fargli sentire un dolore superiore a quello che provavo io.

Però...forse avrei sofferto di più vedendo triste anche lui.

  
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