Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: heiobrien    04/07/2013    3 recensioni
100 giorni insieme.
100 giorni di Charlie e Niall.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sapete quelle ragazze che la mattina si alzano e, con gli occhi ancora chiusi, prendono dall’armadio le prime cose  che capitano fra le loro mani e di fretta le indossano, senza pensare a come le sarebbero state addosso? Oppure quelle che, dopo una rilassante dormita, non si rendono conto di avere il trucco sciolto ed escono lo stesso, nonostante abbiano l’aspetto di un panda depresso? O quelle ancora, che poco se ne fregano di quello che la gente ha da dire, perché in fondo, che pena ne vale fregarsene?
In cinque righe e con tre domande mi sono completamente descritta. Forse ho mancato il mio nome, Charlie.
In verità, sono Charlotte. Chiariamo che si legge con l’intonazione e l’accento francese e non inglese: mia madre ha avuto la grandiosa idea di nominarmi così, essendo parigina D.O.C., quindi se me lo si storpia con l’accento britannico, mi provoca un leggero fastidio. Comunque, preferisco essere chiamata di gran lunga Charlie.
La mia età è irrilevante.
La scuola che frequento, non è da meno. Fosse solo per la mia migliore amica, la storica compagna di avventure nominata Sam, che non la brucerei.
È una semplicissima, e stupidissima, scuola superiore piena zeppa di puttanelle e morti di figa. Come tutte le altre, insomma, e questo non mi emoziona nemmeno di una virgola.
La mia famiglia? Sembra sia normale, per ora. Una madre, un padre, una sorella e un cane. Madre francese, come già avevo accennato prima, Manon, e padre inglese, Rick. Sorella minore impicciona con stupidi e insensati lunghi ricci biondi, Corinne, e un dolcissimo e dormiglione beagle di appena un anno e mezzo, Al.
Amici? Quanto bastano.
Vita sociale? Abbastanza monotona.
Felicità che sprizza da tutti i pori? No dai, diciamo di si giusto per fare bella figura.
Depressa? Mai stata, ma ve lo starete chiedendo se lo sia ora. Eh, no.
Perché mi sto facendo millecinquecento domande? Non lo so nemmeno io.
 
‘Mi scusi, alla prossima scende?’ mi richiamò sulla Terra un signore, pressappoco quarantenne, alle mie spalle, facendomi balzare e rendermi conto che stessi pensando ad occhi aperti.
‘No, la faccio passare.’ risposi educatamente e mi girai mettendomi di lato per lasciare spazio al signore, intento a scavalcare ogni persona presente in quel minuscolo spazio di vagone della metro.
Era una delle tante noiosissime mattinate primaverili, in cui, come da copione, prendevo la metro alle 07.30 del mattino per arrivare fino alla Liveliness High School of London, che di vivacità non ha proprio niente. Trenta estenuanti ed eterni minuti di metro da cui fuoriuscivano con un intenso viavai milioni di persone dalle facce bianche come il latte e apparentemente felici di fare quello che, penso, svolgevano già da tempo.
‘Stazione di Rowing Street’ mi fece sobbalzare di nuovo la voce metallica della signorina che annunciava le fermate.
Scendo di fretta dalla metro, salgo la lunga rampa di scale ed esco finalmente alla luce del sole. FINALMENTE.
Cammino svelta fino al cancello verde ornato di ghirigori di ferro, sormontato da un’insegna pulitissima che portava scritto il nome di quel carcere minorile, conosciuta anche come ‘la mia scuola’.
Arrivo all’armadietto arancione e, con un gesto secco della mia mano, lo apro inserendo la combinazione. Vi ci butto dentro i libri che portavo nella borsa e ,dopo averla chiusa, alzo gli occhi e mi ritrovo un volantino giallo con delle scritte in nero, che i miei occhi vedevano come luci al neon delle insegne dei locali di Las Vegas.
‘Cos’è?’ domando rigettando lo sguardo infastidito da quelle insegne sulla mia borsa, sapendo già a chi mi stessi rivolgendo.
‘È il volantino che ho creato per il club dei secchioni.’
‘Da quando realizzi volantini, Sam?’ domando alzando un sopracciglio e girandomi alla mia destra guardandola nella sua favolosa perfezione delle sette del mattino.
‘Da quando mi servono i soldi per comprare l’ultimo profumo della Yves Saint Laurent.’ mi risponde ritirando il braccio e ripiegando il volantino.
Ah, che maleducata, non vi ho presentato Samuelle, la mia Sam. Snella, medio-alta, mora, occhi neri penetranti, denti perfettamente bianchi, femminilità pura, bellezza maggiore e inversamente proporzionale a quella di Kate Middleton. Una sosia di Biancaneve con la sensualità di Beyoncé, insomma.
‘Sai che secondo me diventerai una brava venditrice di prodotti scadenti porta-a-porta? Sai negoziare con la gente dall’età di sei anni.’ le dico sorridendole e chiudendo l’armadietto stracolmo di libri.
‘Grazie, sei gentile’ mi ringraziò Sam alzando le spalle con modestia.
‘Che corso abbiamo oggi insieme?’ le dico mettendomi a braccetto, istigandola a camminare per il corridoio
‘Mmh… penso Letteratura.’ 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: heiobrien