Buon pomeriggio, Fannibals! Ho
notato che è stata recentemente aggiunta la sezione dedicata a questo magnifico
telefilm, quindi volevo dare il mio piccolo contributo. Questa semplice one-shot
nasce dal mio entusiasmo nel notare che c’è una una maschera da scherma nello
studio di Hannibal Lecter – l’idea di avere qualcosa in comune con lui mi
rallegra più del dovuto. E dalla massiccia quantità di UST tra i due
protagonisti, ma questo era scontato. Spero che possiate gradire. Bon appétit!
Martina
Equilibrio
Se vuoi
fare un passo avanti, devi perdere l'equilibrio per un
attimo.
(M.
Gramellini)
Il tempo scorre in modo diverso nello studio di
Hannibal, Will ormai ne è certo. Persino l’aria che respira a pieni polmoni dopo
una lunga discussione sembra avere una consistenza particolare. Ma di tutti gli
elementi singolari, il dottor Lecter è senza dubbio quello più
bizzarro.
«Cosa ne dici della scherma?» Domanda lo psichiatra, con
voce affabile.
«C-cosa?» Will ha perso di nuovo il filo del discorso.
Gli succede spesso negli ultimi mesi, e la cosa lo infastidisce. Aggrotta la
fronte e si sforza di ricostruire la conversazione in corso. L’ultimo scambio di
battute che ricorda riguardava la pesca.
«Stavamo parlando di attività sportive che potessero
aiutarti a scaricare la tensione. Hai mai provato a praticare
scherma?»
«No, mai.» Risponde l’uomo. Il suo sguardo corre
automaticamente alla maschera da scherma appesa alla parete, accanto a uno
scaffale. Non vi aveva prestato attenzione quando l’aveva notata, ma ora
intuisce che deve essere una delle passioni del dottore.
«Trovo che sia davvero una disciplina ottima per lo
sviluppo psicofisico. In più, considerando le tue abilità empatiche, potrebbe
fare davvero al caso tuo. Comprendere l’avversario è la chiave per la vittoria.»
Hannibal fa un vago cenno in direzione della maschera e sorride appena, prima di
dichiarare: «Sì, mi sono dedicato con costanza alla scherma nella mia gioventù.
Ora, quando posso, cerco ancora di tenermi in forma.»
Will annuisce: gli riesce straordinariamente facile
immaginarlo con una sciabola in mano. E il suo fisico tornito dimostra alla
perfezione quanto ami ancora l’attività fisica.
«Sai, non sono sicuro di essere adatto a uno sport
simile. Richiede una quantità spaventosa di controllo.» Mormora nervosamente,
passandosi una mano tra i capelli. E mi
obbligherebbe a praticarlo con altre persone, pensa, ma non aggiunge
altro.
«E tu credi di non averne
abbastanza.»
«Certo che non ne ho abbastanza!» Sbotta Will, «Sono instabile,
ricordi?»
Il dottor Lecter flette la schiena, appoggia i gomiti
sulle ginocchia e scruta il suo paziente con espressione pensierosa. Un silenzio
denso e quasi imbarazzante cala sulla stanza. È uno di quei momenti in cui Will
prova a intuire le riflessioni dello psichiatra, senza alcun successo.
Quell’uomo è fin troppo enigmatico, lo confonde. Si domanda se sia l’unico a
pensarla così.
«Oh, Will, tu neppure ti rendi conto di come la tua
instabilità possa renderti forte.» La voce di Hannibal è ridotta a un bisbiglio
suadente, tuttavia le sue parole frantumano la quiete con la stessa potenza di
un tuono. Will Graham è ancora una volta sconcertato e a disagio. L’uomo che ha
davanti sembra avere tutte le risposte che cerca, ma parla in una lingua
sconosciuta. Ogni pomeriggio trascorso in quello studio lo avvicina di un passo
alla mente del dottor Lecter, eppure la strada sembra allungarsi sempre di più.
E il prezzo di questo percorso gli è del tutto ignoto.
«Non trovi che l’equilibrio sia l’opzione migliore?»
Chiede allora, con un sospiro.
«Non c’è vera stabilità per chi conduce vite come la
tua, la mia o quella di Jack Crawford. L’equilibrio non è mai stato
un’opzione.»
Silenzio. Di nuovo. La logica suggerisce a Will che
dovrebbe smettere di parlare con lui. La sua condizione precaria non fa altro
che peggiorare, ma lui ha trovato qualcosa a cui difficilmente potrebbe
rinunciare. La chiave è negli occhi scuri e penetranti di Hannibal. Nessuno lo
hai mai guardato così. È uno sguardo che lo fa sentire protetto, ma è abbinato a
un volto e a una postura che gli ricordano sempre un predatore. Ha sempre amato
le contraddizioni.
Will ancora non lo sa, ma quel paradosso lo
distruggerà.