Risposta alla sfida, con il bellissimo prompt "Gatto", lanciata sul perfetto gruppo Seblaine Events
che mi sopporta nella mia psicoinettitudine.
Blaine sapeva che la sua vita non sarebbe mai stata normale, lo aveva intuito quando a tredici anni aveva capito di essere gay.
Quello che allora ancora non sapeva, era che alla morte della sua prozia Phoebe, avrebbe ricevuto dei poteri magici con la quale avrebbe dovuto sconfiggere le forze del male.
Ci aveva messo davvero tanto tempo ad abituarsi a quella situazione, a dire addio per sempre alla possibilità di avere una vita normale in qualche modo, però non aveva rimpianti. Più di una volta si era ritrovato davanti ad una scelta, alla possibilità di rinunciare per sempre al grande dono che la sua famiglia gli aveva lasciato, ma aveva sempre pensato al grande bene e alla differenza che poteva fare nel mondo.
Tante persone aveva salvato e ancora di più ne aveva incrociate.
Ma un' altra cosa che non aveva messo in conto, era ritrovarsi a vivere con sua cugina Rachel e suo marito nel bel mezzo di una crisi matrimoniale. La loro relazione durava da molti anni, e lui aveva preso più o meno bene questo grande cambiamento della magia. Cercava di gestire come meglio potesse la vita movimentata della famiglia, il suo lavoro e il bambino che avevano avuto da poco.
"Dovevi proprio farlo? mi hai messo in imbarazzo! Ti ho detto mille volte di non improvvisare nuove canzoni senza prima provarle. Te l'ho detto eppure hai fatto di testa tua. E abbiamo fatto una figura pessima davanti a tutta la sala!" puntualizzò il biondo guardandola negli occhi "Perché non mi ascolti mai? Il fatto di essere una super strega non ti da automaticamente ragione tutte le volte!". La moglie sbuffò, e lo guardò entrare in camera e sbattere la porta, sempre più adirata.
"Rachel, vieni qua" disse Blaine prendendo la ragazza per mano. La condusse in camera sua e la fece sdraiare sul letto, accarezzandole dolcemente la nuca. "Andrà tutto bene, ok? È solo un momento difficile, passerà sicuramente". Sorrideva mentre diceva quelle parole e cercava di utilizzare un tono rassicurante, anche se in realtà era molto preoccupato per la situazione coniugale dei due. Le mise una coperta a dosso e le baciò la tempia. "Ti va un tè?"
La ragazza annuì leggermente e si rannicchiò ancora di più in se stessa, con le prime lacrime che iniziavano a bagnarle le guance.
"Dove caspita è il tè, eppure era qua solo due giorni fa", cercava negli armadietti e spostava le erbe e le spezie, attento a non avvicinare quelle più esplosive.
"Che ci fai qua? Non è pericoloso? Ti stanno ancora inseguendo? Stai bene?" chiese Blaine senza prendere fiato, preoccupato e agitato, tremava ma non voleva che Sebastian se ne accorgesse, cosa che ovviamente non avvenne.
"Calmati Blaine! Hey guardami, sono sano e salvo. Ho eliminato molti dei miei inseguitori e agli altri ho fatto perdere le mie tracce abbastanza facilmente, non potevo certamente stare lontano dal tuo bel culo ancora per molto!" cercò di tranquillizzarlo stringendolo forte, in modo che i battiti del proprio cuore calmassero quello di Blaine che, una volta preso un profondo respiro, si staccò dal petto del ragazzo e lo guardò nei suoi splendidi occhi verdi.
"Il tè" gli rispose, portando una mano alla fronte, "ti racconto tutto mentre preparo il tè".
Blaine portò il tè in camera di Rachel, mentre Sebastian andò in soffitta per cercare le ricette di alcune pozioni sul Libro delle Ombre, era una vera benedizione che Blaine avesse fatto un incantesimo per permettergli di toccare il libro nonostante fosse un angelo nero. Un angelo nero che eliminava altri demoni. Una barzelletta per bambini insomma.
"Qualcosa non va?" gli chiese spostandogli un ricciolo dal viso.
"Um.. non lo so, ho una strana sensazione. Non è una premonizione, ma come un sentore che sta per accadere qualcosa e non sapere di che si tratta mi rende nervoso" rispose appoggiando la propria mano su quella dell'altro che si era fermata sulla guancia.
"Non ci pensare, quando accadrà saremo pronti, come sempre"
"Come faccio a non pensarci? Lo sento con ogni fibra del mio corpo"
"Magari" disse Sebastian premendo leggermente le sue labbra contro quelle di Blaine "ti posso aiutare, in questo. Sono bravo, lo sai bene".
Sentì le labbra dell'altro rilassarsi in un sorriso sotto le sue e cercando di dimenticare i grandi casini che li circondavano, fecero l'amore con tutta la loro anima e si addormentarono sul divanetto della soffitta.
Alla parola consulente, gli altri due ragazzi si guardarono allarmati, ma ancor prima di riuscire a dire qualcosa vennero preceduti da Blaine "Dovete fare un tentativo, ne avete passate così tante che ve lo dovete" e voltando lo sguardo verso la culla aggiunse "e lo dovete al vostro bambino".
"Va via!" gridò Blaine all'angelo nero, che ovviamente non era d'accordo nemmeno un po'.
"Ma sei cretino? Non ti lascio qua da solo con un demone! Specialmente dato che metà del Grande Potere è dallo psicologo a piagnucolare!"
"Non fare storie! Se ti cattura è la fine!" ma una luce nera circondò Sebastian, che orbitò vicino al demone pronto a colpirlo da dietro. Quello che non aveva previsto, era che il demone si aspettasse esattamente quella mossa e quindi fu lui a prendere una sfera di energia in pieno petto.
Il demone sentì alcuni leggeri tocchi sulla spalla, come se qualcuno lo stesse chiamando.
"Forse hai dimenticato che ci sono anche io!?" gli urlò Blaine scagliando una catena di pugni alla bocca dello stomaco di quell'essere scaraventandolo abbastanza lontano da permettere al mago di prendere il gatto e fare cenno a Sebastian di andare in soffitta.
Lì, sarebbero sicuramente stati più avvantaggiati e il Libro delle Ombre li avrebbe aiutati.
"Avanti, avanti, avanti, ci deve essere qualcosa qui".
Sfogliò il libro da cima a fondo, ma non trovò nulla che facesse al caso suo. Rachel era dal consulente matrimoniale e non ci sarebbe stato niente al mondo che l'avrebbe convinto a chiamarla.
Doveva pensare velocemente.
"Sicuro di aver guardato bene? Non è che la mia perfetta presenza ti deconcentra e hai saltato qualche pagina?" chiese ironico Sebastian.
Blaine roteò gli occhi e non appena il nemico si presentò in soffitta, si ritrovarono tutti al di fuori della villa.
La sua voce?
Si guardarono negli occhi e nell'indecisione si diressero verso i suoni appena sentiti.
"Oh mio Dio, non ci credo!" esclamò Blaine, pur tenendo un tono di voce bassissimo "no, non guardare!" ma ovviamente Sebastian non lo ascoltò nemmeno per un nano secondo e si affacciò sulla cucina.
"Siete molto affezionati a questo gatto?" chiese il biondo.
"In effetti sì, appartiene alla nostra famiglia da qualche anno" rispose Rachel sorridendo incantata.
"Non è più giovanissimo, ma è molto attivo per la sua età. Al contrario della nostra Rachel qua" Blaine ridacchiò all'imbarazzo dell'amica e al sorriso di un confuso dell'altro ragazzo. "Dai che scherzavo. Lo sai che ti voglio bene, cugina."
"Si, certo. Tanto quanto ne voglio io a te!" rispose al cugino. "Grazie mille per il grande aiuto, Jessie. Te ne siamo davvero grati!"
"Di niente, ragazzi!"
"Giuro su quello che ho di più caro al mondo, che se non la smetti di ridere ti arriva un pugno in faccia!" brontolò Blaine.
"Ma dai che scherzo!" sorrise Sebastian avvicinandosi al ragazzo, "eri comunque sexy da morire, e quei pantaloni così aderenti devi rimetterli qualche volta" bisbigliò languidamente.
Luogo che conoscevano piuttosto bene, perché Blaine era riuscito ad isolarla grazie a dei cristalli così da non essere presi di sorpresa dai demoni e dagli stregoni. Era molto importante per Sebastian non farsi trovare da nessuno; da quando aveva voltato le spalle al male per stare con Blaine, era nata una grande taglia sopra la sua testa e non c'era emissario del male che non lo volesse morto.
Ma ancora una volta erano stati trasportati nel passato, ma questa volta più recente. Dai mobili si poteva capire che si trattava del periodo del ritorno di Blaine a San Francisco subito dopo l'acquisizione dei poteri magici che hanno rivoluzionato in pieno la sua vita. E a quanto pare non solo la sua.
"No che non è normale, cosa pensi? Lo so anche io! Ora lasciati medicare quel braccio" si avvicinò piano Rachel, cercando di prendere il braccio insanguinato del proprio ragazzo che si agitava sempre di più.
Non era da molto che aveva quegli strani poteri e che degli esseri infernali davano la caccia a lei e a Blaine; ovviamente non aveva detto nulla al suo Jessie per paura di essere lasciata e di essere considerata un fenomeno da circo, ma soprattutto perché non voleva metterlo in pericolo. Ovviamente questa strategia non aveva funzionato nemmeno un po', infatti il ragazzo si trovava in mezzo alla soffitta con il braccio ferito da una sfera di fuoco e aveva costretto Rachel a raccontargli la verità. Su chi fosse lei, su Blaine, sui demoni e sui poteri.
"Questo significa che non avremo più delle vite normali, vero? E che un giorno anche i nostri figli erediteranno questo grande dono?" gridò mimando delle virgolette invisibili nell'aria. Non ricevette subito risposta e capì che anche la sua ragazza stava soffrendo per tutta questa storia. Si avvicinò piano alla strega, che era già in lacrime e le carezzò i capelli.
"Io-io credo di sì" riuscì solamente a dire Rachel "Se vuoi lasciarmi non ti biasimo, ma sono sicura che ce ne pentiremmo entrambi molto presto. Noi siamo destinati a stare insieme".
"Lo so, tesoro. Ma non credo di poter reggere tutto questo. Non è un gioco. Per un po' è meglio separarci. Ho bisogno di tempo." sospirò e se ne andò dalla soffitta, seguito subito da Rachel, che evidentemente non era felice della risposta e avrebbe provato in tutti i modi a fargli cambiare idea.
"A quanto pare non siamo gli unici ad avere qualche intoppo nella gestione dei problemi" bisbigliò Blaine da sotto al tavolino.
"Sì ma noi siamo più fighi" gli rispose subito Sebastian da dietro alla poltrona. "Quello che non capisco è perché stiamo andando a spasso nel tempo, non che mi stia lamentando di averti visto in quei pantaloni rossi, ma non ha senso."
Blaine arrossì leggermente al commento sui pantaloni, meno male che era nascosto, e stava per rispondere quando in soffitta entrò di corsa il gatto, miagolando a più non posso seguito dal demone.
I due ragazzi presero la situazione a loro vantaggio e senza farsi vedere, riuscirono a mettere il nemico in trappola, che però svanì in un battito di ciglia.
"C'è qualcosa che non ci hai detto, Kit?" ma come risposta ricevette solo un lungo miagolio.
"Meglio andare in cucina, mi è venuto in mente un possibile piano" disse improvvisamente Sebastian.
"Ah sì? E quale?" domandò curioso Blaine lasciando andare il micio che corse via.
"Te lo spiego giù!"
"La smetti di palparmi il sedere, per piacere?"
"Oh, che noioso! Cosa ci posso fare se è così invitante?"
"Se è così invitante un corno! Smettila! Non è né il luogo, né il momento!"
"Che signorina casta e pura!" sbuffò Sebastian e in quattro secondi circa gli arrivò una gomitata dritta sulle costole.
Jessie si schiarì la voce ed iniziò ad intonare una canzone d'amore. Tutte le persone che erano nei dintorni furono catturate dalla melodia e si riunirono a cerchio intorno ai due ragazzi.
Era una vera e propria dichiarazione in piena regola. Jessie aveva indossato uno smoking e le scarpe eleganti lucidate apposta per l'occasione e nel taschino aveva uno scatolino di velluto blu che conteneva un anello bellissimo. Era molto particolare, niente di troppo eccessivo o convenzionale. Un modello anni '30 con la montatura in oro bianco e una grande perla color rosa cipria al centro, mentre ai lati erano incastonati due piccoli brillanti. Era speciale, proprio come la sua ragazza.
S'inginocchiò e citando il testo di qualche poeta sconosciuto, la chiese in moglie.
Rachel rimase stupefatta per qualche minuto, cercando di capire se fosse la realtà o un sogno, ma presto annuì e si gettò al collo del suo fidanzato riempiendolo di baci e promesse.
"C'è qualcosa di strano" disse Sebastian ad un certo punto, non aspettandosi minimamente un Blaine in lacrime al suo fianco. Si girò e borbottò un 'oh, per favore' prima di prendere la mano del ragazzo e di tirarlo a sé per abbracciarlo.
"Senti, Killer. Non c'è qualcosa di strano? Mi sa che questa è tutta opera della nana."
"Scusa? Che c'entra Rachel?" chiese l'altro tirando su con il naso.
"Avanti! Pensaci bene, qual è stato il comune denominatore di queste noiosissime tappe nel nostro entusiasmante tour nel tempo?" chiese sarcastico Sebastian.
Blaine s'illuminò "Rachel e Jessie?"
"Rachel e Jessie. Tua cugina deve aver fatto qualche incantesimo dallo psicologo che evidentemente non è andato a buon fine. Qualcosa per aiutare i ricordi."
"Sto iniziando ad innervosirmi, ne ho abbastanza di questi spostamenti" disse Blaine massaggiandosi le tempie.
Blaine si girò verso di lui e lo guardò con i suoi occhi caldi "Ce la faremo, un giorno ce la faremo anche noi".
Sebastian sorrise portandosi la mano dell'altro davanti alle labbra e premendo delicatamente gliela baciò con tutta la dolcezza di cui era capace.
"Lo so".
Un rumore e degli strani versi li attirarono in cantina.
Blaine aveva una strana sensazione di déjà-vu, ma non gli diede troppa importanza. Grande errore.
Aprirono lentamente la porta della cantina, cercando di fare il meno rumore possibile, quando i suoni divennero sempre più chiari. Di sicuro non era il demone che stavano cercando, ma qualcosa di diabolico stava sicuramente accadendo.
Dal fondo della cantina, quelli che sembravano semplici rumori in lontananza, si trasformarono in chiarissimi mugolii e gemiti.
"Quelli...quelli siamo...noi?" arrossì violentemente e distolse subito lo sguardo. Non sapeva cosa pesare, non voleva pensare, voleva solo scappare nella direzione opposta per almeno duecento chilometri.
"Che spasso!" esultò Sebastian "Guarda come sono figo anche da dietro! Non mi ero mai visto nel bel mezzo di un amplesso! Hey Blaine, hey! guarda come siamo snodati!"
"Blaine?"
"Farò finta che tu nemmeno me l'abbia posta questa domanda"
"Ma dai B! Dovevi vederci! Comunque quella è stata la nostra prima volta no? Quando ancora mi chiamavi con tutti quei dolcissimi nomi come 'dannato figlio di buona donna' o 'rifiuto della comunità magica' o il mio preferito 'marciume dei cieli'. Quasi poetico" Disse portandosi la mano al cuore con un gesto incredibilmente teatrale.
"Quando tu mi chiamavi stupida strega, vuoi dire?" chiese Blaine fingendosi accigliato.
Sebastian alzò un sopracciglio e ricordò.
"Sempre a rivangare il passato Blaine, dai su!" scherzò.
"La curiosità uccide il gatto" ghignò.
"Blaine, te l'ho già detto, calmati. Ora riflettiamo. Ovviamente il vostro gatto non è un gatto normale, bensì uno spirito che si trasforma. Bene, fino a qui ci siamo." cercò di controllarsi Sebastian, nonostante il mago grazie al suo potere di empatia gli stesse facendo crescere l'ansia, che non era di certo la sua emozione preferita.
"Siamo dove? Mi vuoi spiegare?" chiese l'altro, respirando a fondo, cercando di calmarsi.
Blaine roteò gli occhi di tutta risposta.
"Non ti preoccupare, ci sono io qua. Ti aiuto. Tutto quello che devi fare è concentrarti su Rachel e percepire nell'ambiente circostante le sue emozioni. Siamo in un ricordo dopotutto." Si avvicinò al mago e lo fissò negli occhi, cercando di dargli tutta la sicurezza della quale avesse bisogno. Era sicuro che Blaine riuscisse a leggere nei suoi occhi verdi, l'aveva sempre fatto, in ogni momento.
Si concentrò ancora di più e le recepì. Tante, tantissime emozioni, una accavallata all'altra che avvolgevano tutto come un abbraccio.
"Ce l'ho fatta" sorrise "Ce l'ho davvero fatta!" gridò gettandosi al collo di Sebastian, visibilmente contento anche lui.
Si scambiarono un fugace bacio e si sorrisero.
"Andiamo a uccidere quel 'dannato figlio di buona donna', adesso! In fretta che voglio tornare nel nostro tempo e fare un giretto nel letto. Con te sopra di me, possibilmente."
"Perché devi sempre rovinare questi momenti teneri" si lamentò Blaine mentre orbitarono di sopra.
"A te l'onore, streghetta!" disse Sebastian facendo cenno con la mano.
"Grazie" sorrise e annuì Blaine che si avvicinò al demone.
Sfilò velocemente il pugnale dalla mano del nemico e lo pugnalò più volte al petto, guardandolo negli occhi che si spalancarono fissi nel nulla per il dolore.
"Ci sono alcune cose che mi devi spiegare, eh Kit?", ma come risposta ricevette ancora solo un miagolio.
La ragazza confessò che dal consulente aveva utilizzato un incantesimo per far sì che i ricordi non fossero sbiaditi ma vividi, così da non dover impiegare troppo tempo a raccontare i vari episodi allo psicologo, e che aveva percepito qualcosa di strano nell'ultimo ricordo che l'aveva convinta ad annullare la formula magica. In questo modo Blaine e Sebastian erano tornati nel presente senza ulteriori complicazioni.
"Voglio capire una volta per tutte chi è in realtà Kit" rispose il ragazzo, ricambiando con un piccolo bacio sul braccio."Trovato! Vediamo.." si avvicinò alla pagina sgualcita del libro, per leggere meglio e Sebastian poggiò la testa nell'incavo tra la spalla e il mento del ragazzo, in modo da vedere meglio lui stesso.
"FAMILIARE: Un animale che ha un legame spirituale con una strega; spesso è l'animale domestico di famiglia. I familiari possono anche essere entità create per proteggere le case dagli influssi astrali. "
"Ora capisco perché quel demone fosse tanto ansioso di uccidere il tuo gatto."
Blaine di rigirò nell'abbraccio, in modo di avere il viso dell'altro davanti, e sorrise felice.
"Già, perché senza di lui questa casa di streghe sarebbe in balia di tutti i nemici"
"Allora abbiamo fatto bene a salvarlo! Come farei senza il tuo bel culo in giro!"
Blaine alzò gli occhi al cielo e sospirò.
"Non cambierai mai!" ridacchiò.
"È per questo che mi ami" scherzò Sebastian mentre lasciava dei piccoli baci al collo del mago.
"È vero, è per questo che ti amo" gli sussurrò Blaine.
Sebastian si fermò qualche secondo e lo guardò negli occhi, per poi mordere famelico il labbro di Blaine; morso che in pochi secondi si trasformò in un profondo bacio che sapeva di verità. Perché anche se grazie ai suoi poteri Blaine non aveva il minimo bisogno di sentirselo dire, quando lo udì con le sue orecchie, credette di aver raggiunto il paradiso. Insieme ad un Angelo Nero. Che barzelletta per bambini.
"Anche io ti amo."
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Cgggggg!
In realtà io non dovevo partecipare ad un bel niente, ma hanno tirato fuori dal cilindro la parola gatto e son partita per la tangente!
Ora... ovviamente siamo nel Charmed!au e mi sono divertita tantissimo a scrivere QUESTA NOTTE (me tapina)
Se non avete mai visto Streghe, siete delle persone cattive.
Se non shippate Phoebe e Cole, siete delle persone cattive.
Se non shippate St.Berry, siete delle persone cattive.
Ma dato che shippate Seblaine vi lovvo lo stesso.
Inutile dire che ho amato questo prompt alla follia e che se qualcuno vuole regalarmi un gatto, prego! Liberissimo di farlo :D
Baci, Ali =)