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Autore: Ily18    20/01/2008    1 recensioni
Michael e Sara continuano ad essere dei fuggitivi, ma questo non sembra fermarli dal mettere le cose in chiaro tra loro.
Ancora una volta, su di un treno, Michael cerca di capire cosa passa per la testa di Sara che, non può negarlo, ha senza dubbio qualcosa che la preoccupa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Michael Scofield, Sara Tancredi | Coppie: Michael/Sara
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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“A che pensi?” le chiese gentilmente.

“Uh?...niente…” disse sorridendogli e abbandonando per un momento tutto quello a cui stava pensando in quel momento.

“Niente eh? Sai bene che non puoi mentirmi. –le fece notare quasi divertito- C’è qualcosa che ti preoccupa, lo vedo da come giocherelli nervosamente con le maniche del tuo maglione” disse avvicinandosi a Sara, che era seduta su una cassa presente nel treno merci dove erano nascosti.

Sara rimase quasi scioccata, quand’è che Michael aveva imparato a conoscere questo suo tic? Quando aveva avuto il tempo di conoscerla così a fondo?
Beh, di una cosa era certa, aveva ragione.
C’era veramente qualcosa che non la faceva stare tranquilla, che la bloccava, che non le permetteva di fare quello che avrebbe voluto.
Odiava sentirsi così, odiava il fatto che i suoi sentimenti e la paura di ammetterli la facessero comportare in quel modo e le impedissero di essere felice come avrebbe voluto.
E mentre pensava a tutto questo, continuava a giocherellare nervosamente con le maniche del suo maglione.
Tutto per evitare il suo sguardo.

“Come fai a saperlo?” gli chiese sorridendo mentre si decideva ad alzare finalmente lo sguardo e incrociarlo con quello azzurro di Michael.

“Beh te l’ho detto, da come stai torturando quelle povere maniche” disse lui divertito.

“Intendevo dire come fai a sapere che faccio così quando c’è qualcosa che non va…” disse scuotendo la testa e abbozzando timidamente un sorriso.

“Beh, lo so è basta” disse sorridendole gentilmente mentre si avvicinava un po’ di più a lei.

“Beh, stavamo scappando dalla Compagnia fino a qualche giorno fa…mi chiedo dove abbia trovato il tempo per…” non riuscì a finire la frase perché Michael si avvicinò improvvisamente ancora un po’ di più a lei e questa volta era vicino, troppo vicino perché il respiro di Sara continuasse ad essere regolare e i suoi pensieri continuassero ad avere un senso.

“Per cosa…?” le chiese quasi sussurrando dato che le era vicinissimo.

“Per…” Sara non riuscì ad andare avanti perché averlo così vicino, sentire i suoi occhi che la fissavano in quel modo, le portavano la salivazione a zero, le facevano salire i brividi per tutta la schiena, le facevano sentire lo stomaco sottosopra e tutto quello a cui stava pensando era presto rimpiazzato da cose che avrebbero fatto certamente arrossire anche un ex carcerato come lui.
Ma non c’era molto che potesse fare e più cercava di evitare di sentirsi così, più provava quelle sensazioni che ormai l’accompagnavano ogni volta che Michael era nei paraggi.
Vedendo che Sara non spiccicava parola, le sorrise ancora una volta e le spostò gentilmente un ciuffo di capelli che le cadeva sugli occhi.
Senti le guance bruciare, quel gesto così semplice e dolce stava avendo su di lei lo stesso effetto che ha la neve sul sole.
Si sentiva sciogliere, ma allo stesso tempo si sentiva indifesa, perché ogni cosa che Michael faceva o diceva, aveva lo stesso risultato su di lei: il suo cuore faceva milioni di capriole nel suo petto e la voglia di unire le sue labbra a quelle di lui cresceva sempre di più.
Ancora una volta Sara abbassò lo sguardo imbarazzata e riprese a giocherellare con le maniche, nuovamente distratta da quello che la tormentava, che la spaventava a morte.

“Sai, muoio dalla voglia di baciarti, ma ho paura di farlo perchè poi non riuscirei più a lasciarti andare” le disse improvvisamente, interrompendo nuovamente il treno di pensieri di Sara che alzò il viso incrociando nuovamente i suoi occhi nocciola con quelli di Michael.

Quelle parole l’avevano colpita, non poteva negarlo, e ora si ritrovava a muovere freneticamente il suo sguardo da un occhio all’altro di Michael, per poi soffermarsi definitivamente sulla sua bocca. Moriva dalla voglia di fare sua quella bocca.
I due rimasero a fissarsi in silenzio, con solo qualche centimetro di distanza a separarli, per un periodo di tempo che sembrò infinito.

“Direi che vale la pena di rischiare Scofield…” gli rispose infine Sara sorridendogli e spostando leggermente le gambe l’una dall’altra, creando uno spazio che Michael non impiegò molto ad occupare, mentre gli buttava le braccia al collo.

Michael si sporse leggermente e, finalmente, poté incollare le sue labbra a quelle di Sara.
Avevano aspettato a lungo prima di poterlo rifare, prima di poter nuovamente sentire i loro sapori fondersi.
Era dal viaggio per Chicago che Sara aspettava nuovamente di sentire le mani di Michael sul suo corpo, le sue labbra morbide sulle sue, il calore del suo corpo, il suo respiro caldo sul collo.

Controvoglia si scostò leggermente per prendere fiato.
Lo fissava seria ancora una volta, finché, sorridendo, si passò imbarazzata una mano sugli occhi, come a coprirseli.

“Che c’è?” le chiese Michael confuso da questa sua reazione.

“C’è che…che anche io ero bloccata dallo stesso motivo…avevo la tua stessa paura” disse scuotendo la testa.

“Paura di baciarmi?” chiese sorridendole.

“Si” disse imbarazzata passandosi una mano sui capelli e tenendo lo sguardo basso sulle sue scarpe.

“Bacio così male?” le chiese Michael facendo il finto offeso e alzandole il viso di modo che la potesse guardare negli occhi.

“Credimi Michael, è proprio il contrario!” disse annuendo e alzando entrambe le sopracciglia, mentre metteva istintivamente una mano sul petto di Michael. Ora era il suo turno di sentire i brividi ovunque.

“Sapevo che c’era qualcosa che ti bloccava” disse mentre appoggiava dolcemente la sua fronte a quella di Sara e le accarezzava i capelli.

“Già, ormai hai imparato a conoscermi. Mi conosci meglio di quanto io conosca me stessa!” gli disse prendendo una delle sue mani tra le sue.

“A dire il vero, c’è una cosa che tu sai e io no…” le disse allontanandosi il tanto giusto da poterla guardare negli occhi.

“Sarebbe?” gli chiese curiosa.

Michael si prese un po’ di tempo prima di farle quella domanda perché aveva terrore della sua risposta. Prese un respiro profondo, e accarezzando nervosamente la gamba di Sara con la mano libera finalmente le chiese: “Ora sarò costretto a lasciarti andare, oppure resterai qui con me?”

Al solo sentire la sua mano su di lei, Sara sentì nuovamente le guance prendere fuoco. Sentire i suoi occhi addosso la facevano sentire speciale.
Pensare a quando le sue braccia tatuate la stringevano forte, la faceva sentire protetta.
Per non parlare di come si sentiva quando le loro labbra si incontravano.
Stare con lui, averlo al suo fianco la faceva sentire bene, la faceva sentire sé stessa.
E questo per lei era una liberazione dopo tutto il tempo passato a vivere nell’ombra di suo padre e dovendo seguire per forza le sue regole.
Con Michael era diverso, con lui non c’era bisogno di regole, con lui lei poteva essere semplicemente Sara.
Guardò la mano di Michael che si trovava ancora tra le sue e istintivamente la portò verso le sue labbra per baciarla.

“Mi devi un filet-mignon, un’amaca, due birre e un paio di lime…penso mi avrai tra i piedi ancora per un po’!“ disse guardandolo nuovamente negli occhi e abbozzando un sorriso che, Michael pensò, aveva un che di malizioso.
Sara si sporse verso di lui per baciarlo nuovamente, Michael fece lo stesso, ma si fermò a qualche centimetro dalle labbra di Sara.

“Sà dottoressa, vorrei tenere la nostra relazione su un piano professionale, ma dallo sguardo che sta facendo, mi sembra di capire che sta avendo strani pensieri su di me” le disse strizzando gli occhi e sorridendole maliziosamente.

“Sta zitto e baciami Scofield!” le disse buttandogli nuovamente le braccia al collo e sigillando le labbra di Michael con un bacio.
   
 
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