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Autore: DrowningFears    08/07/2013    1 recensioni
Rovistai nel cassetto di mio padre, mentre quegli esseri colpivano la porta per sfasciarla, la trovai e controllai che fosse carica dopidichè la puntai verso la porta.
Fu una cosa veloce, non ebbi esitazioni solo grazie al mio istinto di sopravvivenza.
La porta che si sfondava, il mio dito che premeva il grilletto, i due corpi che cadevano.
Nessuna lacrima.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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I follow nerd

 

 

 

 

 

 

Quella era stata una mattina movimentata, ma soprattutto strana.

Mio fratello urlava il mio nome, per questo mi ero svegliata, aveva un tono terrorizzato. Un'incubo? No, la cruda realtà.

-Gerad!-

Esclamai, delle urla disumane vennero in risposta, raccolsi la mazza da baseball che tenevo in camera e con quella aprii lentamente la porta della cameretta di mio fratello.

Era sotto il letto e i nostri genitori lo stavano cercando, muovendosi come animali, annusando ed emettendo strani versi. Quelli non erano più i nostri genitori, quello era poco ma sicuro. Diedi un calcio alla porta, attirando la loro attenzione e subito scappai, per salvare Gerad.

Poi all'improvviso, mi ricordai che papà aveva una pistola legalmente registrata, ma in questo pandemonio, se si era sparso, non aveva importanza se avevi una pistola registrata, illegalmente tenuta o rubata.

Mi lanciai dentro la stanza e con un calcio chiusi la porta, la bloccai con un mobile.

Il mio respiro era affannoso, il cuore batteva forte e mi scuoteva il petto, potevo sentirlo battere anche nelle orecchie.

Rovistai nel cassetto di mio padre, mentre quegli esseri colpivano la porta per sfasciarla, la trovai e controllai che fosse carica dopidichè la puntai verso la porta.

Fu una cosa veloce, non ebbi esitazioni solo grazie al mio istinto di sopravvivenza.

La porta che si sfondava, il mio dito che premeva il grilletto, i due corpi che cadevano.

Nessuna lacrima.

….Solo un'abbraccio, due piccole braccia infantili che mi circondarono.

-Keyligh!-

Esclamò mio fratello.

-Gerad...-

Sussurrai, accarezzandogli i capelli castani, quelli di nostra madre.

-Dobbiamo andarcene, non voglio finire come mamma e papà-

Gli dissi e lo presi in braccio, la pistola in mano.

-Cosa hai intezione di fare?-

Chiese, con il suo tono infantile e leggermente spaventato.

Gli scompigliai i capelli e gli feci un sorriso incerto.

-Lascia fare a me-.

Sempre con Gerad in braccio, aprii cautamente la porta del garage, vuoto.

Appena misi a terra Gerad, rovistai in cerca delle chiavi della moto, appena trovate, aprii la porta del garage.

-Ok, senti, ora reggiti a me e non ti staccare per nessun motivo, va bene?-

Misi mio fratello sul sedile e salii a mia volta, infilai le chiavi e feci partire il mezzo ad una velocità oltre il limite consentito e come avevo previsto la strada era piena di quelle...cose.

-Sorellina, hai...-

disse Gerad, guardando la strada sporca di sangue.

-Non guardare!-

Gli intimai.

Dovetti frenare quando vidi un'orda di quegli zombie che ci bloccava la strada, velocemente presi in braccio Gerad e ci buttammo dentro la casa più vicina, chiusi la porta bloccandola con una cassettiera lì vicino.

-Ascoltami, trova un'armadio o qualunque cosa e nasconditici dentro, ok? Verrò a prenderti appena li avrò sistemati, lo giuro.-

Sapevo che sarei morta, ma non volevo dirlo a Gerad, era troppo piccolo, qualcuno l'avrebbe trovato e l'avrebbe portato in salvo, cosa che io non ero riuscita a fare, avevo fallito come sorella.

Puntai la pistola alla porta, che stava cedendo al peso di quegli esseri.

Scusami, piccolo.

Uccisi i primi zombie che abbatterono la porta, e altri due pericolosamente vicini.

Premetti il grilletto un'altra volta, uno scatto poco rassicurante rispose.

Oh, cazzo..

Indietreggiai e alcuni spari arrivarono dalle mie spalle, mi girai.

-Cosa...?-

Un ragazzo dai capelli castani e gli occhi verdi e aveva in mano un fucile da caccia, aggrappato alla sua gamba c'era Gerad.

Fu lui ad occuparsi degli altri rimasti e appena furono tutti a terra il mio fratellino mi corse incontro, felice.

-Dove hai imparato a sparare così?-

Doveva essere sulla ventina, aveva un viso adulto e non potevo negare che fosse bello.

Per tutta risposta, mosse le dita come se avesse in mano un Joystick.

-Oh, capisco-.

Dissi, leggermente spiazzata.

Beh, meglio di niente.

-Il tuo nome?-

Mi porse un fucile, lo presi e lo osservai.

-Keyligh, invece tu?-

Gerad mi tirò il pantalone.

-Andiamo?-

lo guardai, incerta.

-Già...ma dove?-

il ragazzo ci diede le spalle.

-Mi chiamo Kyle e ho un piano di fuga-.

Io e mio fratello lo guardammo come la pioggia durante la siccità.

-Davvero?-

Chiesi.

-La costa, scapperemo in una delle isole della costa, se ci saranno infetti, saranno pochi e non ci vorrà molto ad eliminarli-.

Ci spiegò.

Il suo piano era pazzo e disperato, ma era sempre meglio che vivere in città e continuare a scappare.

E poi, se era davvero un nerd, eravamo in buone mani.

-va bene, ti seguiremo-

Dissi.

   
 
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