Anime & Manga > Yami no Matsuei
Ricorda la storia  |       
Autore: kamy    10/07/2013    0 recensioni
Slice of life su Hisoka e Tsuzuki.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Powered by BannerFans.com
 

WINTER
neve pattinaggio su ghiaccio albero di Natale
cioccolata sciarpa di lana regali
Progressi: 6/6




Regali

Hisoka strinse gli occhi, i capelli biondi gli sbattevano contro il viso, la giacca da cameriere gli stringeva.
Il vento gelido gli arrossò la pelle pallida, l’esplosione alle loro spalle gli fece fischiare le orecchie e il calore prese il posto del freddo per un attimo. Si morse un labbro, sentì Tsuzuki stringerlo più forte e le guance gli si arrossarono.
“Tranquillo ragazzino, andrà tutto bene” lo rassicuro.
Hisoka digrignò i denti e gli tirò una testata, sentì a sua volta il dolore al petto dell’altro, il suo freddo e ascoltò il suo battito cardiaco arrossendo.
“Non chiamarmi ragazzino. E sicuramente prendere questo specie di zaino volante è stata un’idea idiota. Quasi quanto quella di toccare quella bomba!” strillò. Si voltò, socchiuse gli occhi e le iridi verdi gli divennero liquide.
Tsuzuki scoppiò a ridere, lasciò con una mano la schiena del giovane e sentì le bretelle dello zaino dargli fastidio alle braccia. Abbassò una leva, il loro mezzo si abbassò e il gas di scarico che usciva dai tre tubi metallici alle sue spalle diminuì. Atterrò per terra e lo zaino si spense, il ragazzo lo lasciò andare e riaprì gli occhi. Indietreggiò e guardò una ferita sanguinante sulla guancia del castano richiudersi.
“Guido io fino al punto d’incontro” borbottò lo shiningami più giovane.
Tsuzuki gli negò con l’indice e sorrise.
“Sei troppo basso” sussurrò.
Il ragazzino strinse le labbra fino a farle sbiancare e lo spinse.
“Non sono basso, posso guidarlo io” sibilò.
Tsuzuki ridacchiò, il giovane appoggiò la mano alla pistola alla cintola e diede un calcio a un grumo di neve.
“Posso!” strillò.
Tsuzuki sorrise e si massaggiò il collo.
“Sai che ti dico? Te lo faccio come regalo di Natale” sancì.
“Tsuzuki!” strillò il biondo.



Sciarpa di lana

Lo shiningam unì le mani da volpino bianco, abbassò le orecchie candide e dimenò la coda. Chiuse gli occhi, sorrise e un rivolo di bava gli colò dalle labbra.
“Finalmente mangerò la Sacher! E’ tutta una vita che la sogno!” strepitò.
Hisoka sbuffò, si chiuse la giacca e sentì uno spiffero gelido passargli tra la pelle del petto e la maglietta arancione. Arrossì incontrando gli occhi viola dell’altro, ringhiò e girò il capo.
“Mangia in fretta e poi facciamo qualcosa di serio” borbottò. Il fiato gli si condensò davanti alla bocca, rabbrividì e chinò il capo.
Tsuzuki si tolse la sciarpa nera, gliela mise e gliela legò intorno al collo.
“Anche se noi shiningami non abbiamo freddo, ma è facile ricordarsi di quando era così e agire di conseguenza” sussurrò. Gli accarezzò la testa, Hisoka si allontanò. Si voltò arrossendo e alzando il capo.
“Dai muoviti, andiamo” ordinò. Tsuzuki annuì, seguendolo.



Neve

“… Tu sei un essere umano. Sei umano Tsuzuki, umano…” sussurrò Hisoka. I capelli biondi gli aderivano alle guance arrossate per il freddo, i fiocchi di neve vi s’infilavano squagliandosi, sentiva il peso del collega pressargli sulla schiena facendogli dolere il collo. Le gambe gli diedero una serie di fitte, chinò lo sguardo guardando la strada lastricata. Si voltò vedendo allontanarsi il bar da cui erano usciti, le strisce nella neve partivano dal muro con gli scatoloni fino ad arrivare a lui. Sentì Tsuzuki singhiozzare di nuovo, gli accarezzò la mano e continuò ad avanzare.
< A Muraki non bastava avermi tolto la vita e avermi rovinato quella immortale, adesso vuole distruggere anche Tsuzuki. Quel maledetto si sbaglia se pensa che farò fare del male al mio collega > pensò. Un fiocco di neve gli aderì al viso, il fiato gli si condensava davanti alla bocca e sentì le gambe tremare. Avanzò ancora, svoltò e si diresse verso un parco giochi. Un’altalena andava avanti a indietro cigolando. La neve gli s’infilò tra i vestiti facendolo rabbrividire, trasformandosi in acqua gelida.
“Sei un essere umano. Lo sei Tsuzuki, basta piangere …” continuò a consolare il castano. Lo sentì tirare su con il naso e i singhiozzi cessare. Sorrise e accelerò, dirigendosi verso un ponticello.
“ … Sei come loro e li difendi, anche se sei uno shiningami. Tu le cose le prendi sul serio, come loro, sei umano…”. Proseguì, lo fece sdraiare a terra delicatamente e si sedette, appoggiò la schiena contro la base del ponte con la testa rivolta verso l’altro muro portante. Si appoggiò la testa di Tsuzuki sulle gambe e gli accarezzò il capo, passandogli la mano sui capelli. Arrossì sentendo l’altro afferrargli la mano, il battito cardiaco gli aumentò. Rabbrividì e strinse gli occhi, vide lo spirito nudo dell’altro precipitare nell’ombra.
< Anche io ero un mostro, anche io ho sperimentato abbandono, paura e prigionia, ma mai avrei creduto di sentire queste emozioni in qualcun altro… soprattutto in lui… > pensò. Si voltò e guardò la neve continuare a cadere.



Cioccolata

Tusuki saltellò sul posto, si lanciò sul letto e rotolò dimenando le gambe. La giacca nera gli si aprì mostrando la camicia bianca e la cravatta si sciolse cadendo a terra. Dimenò la coda bianca, allungò le braccia dimenando le zampe bianche e gli occhi color ametista gli divennero liquidi. Si strusciò sul letto e fece le fusa. Hisoka inspirò, espirò e accavallò le gambe.
“Possibile tu debba fare tutto questo solo per una cioccolata?” domandò. Yutaka si mise le mani in tasca, il gufo grande quanto un pugno sulla sua spalla gonfiò le ali e gli occhiali dello shiningami scesero sul naso del biondo. Infilò le mani nelle tasche del camice e sorrise.
“Questa non è una cioccolata qualsiasi. Il mio genio da scienziato mi ha permesso di renderla più buona” spiegò. Hisoka sollevò gli occhi e si grattò la testa.
“Alle volte penso di essere il più maturo tra voi” si lamentò. Le iridi color smeraldo si scurirono e scosse il capo sentendo ridacchiare gli altri due.



Pattinaggio sul ghiaccio

“E’ stato un lavoro difficile” sancì secco Tsuzuki. Si sedette in terra con un tonfo, i capelli castani gli aderivano al viso e le iridi color ametista erano più scure. La camicia e la giacca erano strappate in più punti e il ginocchio sanguinante gli aveva macchiato il pantalone.
Seiichiro si strinse la cravatta a righe blu, gli si avvicinò e tirò fuori un fazzoletto dal taschino della giacca marrone. Si spiegò e lo strofinò sul labbro e sulla guancia sporchi di sangue di Tsuzuki. Gli sorrise e si rimise il fazzoletto in tasca. Con un verso stridulo la fenice rossa scomparve e lo Shiningam castano abbassò il capo.
“E ho di nuovo rischiato di perdere il controllo, vedendo tutte quelle persone uccise” sussurrò. Una lacrima gli scese lungo la guancia, strinse i denti e morse a vuoto. Sentì delle fitte al cuore, arcuò la schiena e tremò.
L’altro gli mise la mano sulla spalla.
“Eppure non l’hai fatto. E stavolta sei anche riuscito a non farti possedere e simili uccidendo tu stesso persone. Stai maturando” lo rassicurò Tatsumi. Asato sorrise e scosse il capo.
“In realtà ho ripreso il controllo perché ho una promessa veramente importante da mantenere domani” bisbigliò. Sorrise e alzò il capo, Seiichiro gli s’inginocchiò davanti e lo abbracciò.
“Scommetto che c’entra con Kurosaki” mormorò.
L’altro si lasciò cullare e annuì.
“Ho promesso a Hisoka che gli insegnerò a pattinare sul ghiaccio” disse addolcendo la voce.




Albero di Natale

Hisoka aprì le braccia abbandonandosi, gli occhi color smeraldo erano liquidi e la pelle pallida. Sporse il bacino, aprendo di più le gambe. Il desiderio dell’altro gli attraversò la pelle passando dalle mani dell’uomo che lo tenevano fino al suo cervello. Gemette strusciandosi e le lacrime gli rigarono il volto.
-Se sono morto perché sono ancora qui? Perché?! Perché?!- si domandò. Le lacrime gli rigarono il volto. Muraki sorrise, l’occhio falso brillò e il vento fece scivolare il kimono e la fascia di Hisoka gettati a terra. Il ragazzino sentì il fiato dell’altro avvicinarsi, rabbrividì di piacere e sentì bruciare quando l’adulto entrò in lui. Avanti e indietro, ripetutamente, sgranò gli occhi e ululò. Una pioggia di petali di ciliegio gli oscurarono la visuale.

Hisoka sgranò gli occhi e si alzò seduto, strinse più forte la coperta con le mani sudate. Rabbrividì, inghiottì aria e ansimò. Si massaggiò il collo e il petto.

La pelle candida gli si ricoprì di simboli rossi, i marchi bruciavano e il biondo gemette più delicatamente, voltò il capo e perse i sensi.

Hisoka si strinse le braccia con le mani, chinò il capo e singhiozzò. Tremò, si piegò in avanti e si cullò avanti e indietro.
-Maledetta Nagasaki! Maledetti quei lacci da cui non sono riuscito a liberarmi! Maledette le missioni e soprattutto questi straccidenti di ricordi che mi si sono sbloccati-. Ansimò, gettò di lato le coperte e si girò. Si diede la spinta e si alzò in piedi. Fece un paio di passi, le gambe gli tremavano e il pigiama gli aderiva al corpo sudato, sentiva il freddo del pavimento sotto i piedi.
“Ti odio Muraki Kazutaka, ti odio!” sibilò. Aprì la porta e uscì dalla stanza, sentì delle risate e si voltò. Proseguì nella loro direzione, riconobbe le risate dei due grossi uccelli giganti antropomorfi e sospirò.
“Non mi sono venute perfette le illuminazioni?” domandò Yutaka.
“Prima che il capo torni dal conte sarà meglio trovargli un nascondiglio” sancì Tatsumi.
“Ebbene idiota, che ci fai ancora sveglio a quest’ora!?” domandò alzando la voce. Arcuò le sopracciglia e schioccò la lingua sul palato. Tsuzuki sorrise, si voltò e si diresse verso di lui. S’inginocchiò e gli prese le mani.
“Non venirmi a dire che volevi come al solito fare il gentile ipocrita infantile” sibilò il biondo. Le iridi di Tsuzuki divennero liquide e Hisoka arrossì sentendo la gioia del cuore del collega.
“Ho sentito dire che l’albero di Natale porta serenità. Tu mi hai fatto smettere di piangere, ora io voglio farti smettere di avere paura. Ti sento la notte avere gli incubi” disse gentilmente il castano. Yutaka ridacchiò voltandosi, indicò l’uscita ai due gemelli volati la porta d’uscita e si diresse in quella direzione seguito dalle creature. Seiichiro si sollevò gli occhiali, le iridi blu notte gli si scurirono e si voltò seguendo gli altri tre. Hisoka deglutì a vuoto un paio di volte, divenne vermiglio in volto, tolse le mani da quelle dell’altro e si voltò. Sorrise, chinò il capo e si morse un labbro.
-Idiota, mi basta la tua presenza per cancellare frustrazione, dolore e paura, ma non sarà uno stupido albero a togliere quei marchi dalla mia pelle- pensò.

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yami no Matsuei / Vai alla pagina dell'autore: kamy