Certe
cose sono solo per chi sa osservare, senza fermarsi a
vedere e basta. E così era quella piccola porticina in un angolo del
capannone
del 7-11, che sbucava su una distesa di erba incolta per chi vedeva, e
sul
paradiso per chi osservava. Infatti, oltre alla coltre di erbacce e di chissà quali piante, si dilungava una strada
abbandonata, percorsa in parte da binari
conosciuti solo dai capitreno che erano così sfortunati da dover
far
passare i loro veicoli per quelle rotaie usurate. Si chiamava Christie
Road, ed
era stata scoperta solo da due persone, a quel tempo, che nemmeno si
conoscevano né si erano mai incontrate lì. Semplicemente, condividevano
quel
piccolo angolo di paradiso senza saperlo.
Era
una sera invernale, di quelle in cui il freddo è talmente
pungente che la gente si sbarra in casa e guarda con occhi terrorizzati
le
strade vuote, come se fossero un nemico mortale. Ma per Abigale l’unico
nemico
era ciò chi si trovava dentro casa sua, e tentava di uscire il più
possibile,
che ci fosse il gelo o il caldo più insopportabile. E non era la sola.
Ad
Oakland c’erano un bel po’ di ragazzi che vedevano la casa come una
prigione, e
che scappavano in luoghi come il 7-11 (un capannone che sarebbe dovuto
essere
il magazzino dell’omonimo grande magazzino andato in bancarotta qualche
anno
prima, e quindi libero di essere occupato) o il 924 Gilman e il Rid’s
Hickory
Pit (gli unici due locali punk della zona, all’epoca).
E
così quella sera si infilò un maglione di lana che le
arrivava alle ginocchia, un paio di jeans (i più caldi che aveva) e una
sciarpa
che la copriva fino al naso, buttò un pacchetto di sigarette in tasca e
le
chiavi di casa nell’altra e si buttò fuori da quel luogo così
tremendamente
opprimente. Camminava veloce per quelle strade che ormai conosceva a
memoria e
in poco arrivò alla sua Christie Road. Attraversò quella foresta di
erba
arrivando nel punto esatto in cui i binari del treno si dividono in due
direzioni diverse, e si sedette sul muretto a bordo strada. Ebbe appena
il
tempo di tirarsi fuori una sigaretta e maledirsi perché si era
dimenticata
l’accendino a casa che sentì delle voci arrivare dal 7-11. Pensò che
fossero
solo i ragazzi dentro, e non si preoccupò più di tanto; ma mano a mano
che
passavano i secondi le parole diventavano più definite e le voci più
alte:
qualcuno stava invadendo il suo unico angolo di libertà.
-
Te lo giuro, sono l’unico a sapere di questo posto. Se ci
mettiamo a farle qua nessuno le ruberà né ce le chiederà e balle varie –
Il
ragazzo ebbe appena il tempo di finire la frase che si
trovò davanti Abigale, con una sigaretta spenta in mano e uno sguardo
quasi
divertito.
-
Per fortuna che sei l’unico a conoscere ‘sto posto. B,
raccontamene una migliore la prossima volta – disse il secondo ragazzo,
che
aveva incrociato le braccia al petto e aveva l’aria più rassegnata che
altro.
-
E tu chi saresti? Credevo di essere l’unico a conoscere
Christie Road! – biascicò il primo tra lo stupito e il contrariato.
-
Be’, evidentemente abbiamo fatto male i calcoli entrambi.
Anche io credevo di esserne la sola a conoscenza, ma ormai ci siamo
tutti e
tre, quindi evitiamo incazzature varie e conviviamo pacificamente, che
ho già
abbastanza problemi da altre parti – gli rispose Abigale
tranquillamente, senza
troppi giri di parole. Gli altri due rimasero interdetti a questa
risposta, ma
poi probabilmente si resero conto che era la cosa migliore e diedero il
via
alle presentazioni.
-
Michael, ma chiamami Mike o mi incazzo sul serio – disse
il secondo, che doveva essere stato trascinato dall’altro. Si sedette
accanto a
Abigale. Aveva dei capelli biondissimi, quasi bianchi, e gli occhi di
un blu
così intenso che sembrava oceano.
-
Abigale, in teoria non ho un soprannome, in pratica potete
chiamarmi come vi pare – disse lei. Poi aggiunse: - Mike, ho gli occhi
identici
a te – incrociandogli lo sguardo. Ed era vero, erano due mari che si
incontravano.
-
Quindi hai degli occhi assolutamente fantastici – le disse
lui ridendo. Rise anche lei. Senza saperlo erano già come fratello e
sorella.
L’altro
ragazzo tossì. – Scusate se interrompo il vostro
flirt, ma se dovete amoreggiare fatelo fuori da Christie Road. Sapete,
è una
strada ancora vergine – disse, serissimo. Anche Abigale e Mike,
scusandosi,
cambiarono espressione, assumendone una di finta solennità.
-
Così va meglio – disse il ragazzo lasciandosi scappare un
sorriso. – Ebbene, anche se ovviamente mi conoscerai già, io sono il
celebre
Two-Dollar Bill, nome d’arte di Billie Joe – disse, e concluse con un
profondo
inchino.
Abigale
rimase sinceramente sorpresa. Credeva che quella di
Two-Dollar Bill fosse solo una leggenda metropolitana, che non
esistesse
davvero questo ragazzo che dava canne a destra e a manca per due
dollari.
-
Quindi esisti per davvero! Credevo che fossi solo una
leggenda – gli disse lei.
-
Vuoi scherzare? Io sono una leggenda! – le rispose
indignato lui, non nascondendo però un sorriso, sedendosi insieme agli
altri
due. Aveva i capelli neri come la pece,
bloccati con del gel di sicuro scadente, perché la maggior parte erano
tornati
al loro mosso naturale, rendendo la capigliatura ancora più disordinata
del
previsto. Ma il suo segno distintivo erano gli occhi. Non tanto per il
colore,
che era di sicuro un verde rarissimo, ma per quello che sembravano
trasmettere.
Dietro c’erano nascosti dolore, rabbia, cicatrici non ancora
rimarginate e, da
qualche parte, tanto amore che nessuno gli aveva dato e che per ora
nessuno si
meritava.
- Okay, adesso che abbiamo superato la parte di cordialità, qualcuno mi dia un diavolo di accendino o lo costruisco con le mie mani. Sono due ore che ho sta sigaretta in mano senza poterla fumare, ne sto uscendo pazza – esordì Abigale, che non si faceva sicuramente scrupoli di cordialità o simili. D’altronde erano bastati pochi minuti insieme per far nascere un’aria di serenità, senza nessuna tensione. Era come se si conoscessero da tempo. Ma è così che nascono le migliori amicizie, no?
Spazio autrice:
... Ok, sono qua a pubblicare la mia prima fanfiction seria e sono leggermente terrorizzata.
In realtà non ho molto da dire, a parte che spero davvero che vi piaccia questa storia.
Spero di aggiornare più o meno una volta a settimana, ma mi scuso già in anticipo per eventuali ritardi.
Beh, detto questo... buona lettura c:
_failed dreamer