Follia
Una mano tra i lunghi capelli neri di lei, l'altra in qualche
altra parte del suo corpo. Non aveva bisogno di chiedere, la sua curiosità era
la guida di quell'esplorazione più e più volte desiderata. Difficile immaginare
come tutto fosse iniziato con un timido sfioramento di labbra, difficile
immaginarlo adesso mentre il freddo letto di Caterina a The More stava
ospitando una passione bruciante. C'era stato un bacio, un altro, mentre gli
abiti erano cominciati a diventare di troppo ed era diventato impossibile per
loro staccarsi vicendevolmente occhi e mani di dosso.
"E’ stata una follia!" non disse altro Caterina,
mettendosi seduta di scatto e coprendosi con un lenzuolo, tentando di mantenere
quel pudore che però ormai era stato completamente distrutto.
"Aspettate!" esclamò Tommaso mettendosi seduto a
sua volta, poggiando la mano sul ginocchio di lei e sentendola immediatamente
sussultare al contatto.
Perché non era più permesso, non adesso che era terminato
quel momento di follia. Follia, questo era che si era impossessato di loro
portandoli a rompere ogni limite, regola, morale e dettame imposto dalla loro
coscienza; non poteva esserci altra spiegazione. O forse si, per lui c'era e
rispondeva al nome di amore... Ma l'amore non è forse follia?
"Tommaso" inizio lei senza riuscire neppure a
guardarlo in faccia "E’ stato un..."
Un dito si poso delicatamente sulle sue labbra, impedendole
di pronunciare la parola che avrebbe condannato per sempre le loro azioni. No,
non era stato un errore, o forse si, ma in tal caso lui aveva scoperto che
amava sbagliare. Sostituì il dito con le sue labbra e la baciò di nuovo, con
dolcezza, passione, disperazione.
"Vi amo" sussurrò infine staccandosi leggermente da
lei per guardarla.
Caterina sfuggi al contatto e abbassò gli occhi colpita da quella
dichiarazione, poi li rialzò di nuovo con un timido sorriso che le illuminava
il viso "Davvero?"
Tommaso apparve stupito forse più di lei da quella domanda:
era rimasto attratto da lei dal primo momento che l'aveva vista, quando era la
moglie di Arturo, l'aveva amata come Regina d'Inghilterra e adesso continuava a
stare al suo fianco nella sua caduta in disgrazia.
"Come potete pensare diversamente? Dopo tutti questi
anni?" chiese accarezzandole una guancia.
L'ex regina sorrise dolcemente poi spostò nuovamente lo
sguardo "questo non cambia nulla... Quello che é successo è
sbagliato!"
Tommaso annuì gravemente, sapeva perfettamente qual era
l'allusione dietro quel ragionamento. Troppi ostacoli li dividevano, ostacoli
sociali, morali, reali, ideali, ostacoli che in fondo potevano essere superati
con un semplice dettaglio.
"Sposatemi Caterina!"
Non era stato nulla di più di un sussurro, una follia.
"Si!"
Non era stato nulla di più di un' esclamazione monosillabica,
l'ennesima follia.
Nessuno dei due si era mai sentito così incline alla follia
che in quel momento, come alla felicità del resto. Erasmo lo diceva che anche
il saggio aveva bisogno di impazzire, e gli aveva anche fatto notare che la
follia era intrinseca nel suo nome e che prima o poi si sarebbe rivelata e si
stava rivelando adesso attraverso di lei. Caterina era la sua moria, la sua follia.
NDA:
Questo è una follia mia a dire il vero, scritta durante un
viaggio a Londra dopo la lettura in aereo dell’ Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam. La parte finale della one-shot riprende la parte del libro in cui Erasmo si
rivolge direttamente a Tommaso.