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Autore: itsabluelove    15/07/2013    6 recensioni
Buenos Aires quel giorno era davvero confusa, confusa come i gesti dei passanti che parlavano animatamente con estranei incontrati per caso. Louis e le sue voglie di partire all'ottavo mese di gravidanza. Avevano sorvolato l'Atlantico con Darcy che scalciava ad ogni vuoto d'aria dell'aereo, con una voglia insoddisfabile di te ai mirtilli da parte di Louis, e un mal di testa atroce per Harry. Mai contraddire una donna, soprattutto se incinta. Ed Harry concordava appieno, con questa frase. Ma Louis, per quanto questo non fosse del tutto accettato dallo stesso, era un uomo. Ed era incinto. Per questo Harry si era leggermente ribellato all'idea di partire in pieno inverno, nella sua stagione preferita, verso un posto afoso e caldo, el verano argentino. Ma, Louis era incinto, ed una donna (o uomo che sia) incinta non si deve mai contraddire. Voleva partire, e che vacanza sia, amen.
OneDirection-TeenAngels [Harry/Louis] [Peter/Lali] Mpreg!Louis preg!Lali [accenni Ziam, Nosh, Gastochi, Niceuge] [Missing Moment!Chiamatemi Alli]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Mpreg
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Si lasciò andare sopra le scomodissime sedie in plastica della sala d'attesa, prendendo il suo iPhone ed aprendo l'applicazione di Temple Run 2. Faceva caldo, da morire. Si passò una mano tra i capelli leggermente sudati, dirottando con l'altra l'omino che correva sullo schermo del suo cellulare.
Buenos Aires quel giorno era davvero confusa, confusa come i gesti dei passanti che parlavano animatamente con estranei incontrati per caso. Louis e le sue voglie di partire all'ottavo mese di gravidanza. Avevano sorvolato l'Atlantico con Darcy che scalciava ad ogni vuoto d'aria dell'aereo, con una voglia insodidsfabile di te ai mirtilli da parte di Louis, e un mal di testa atroce per Harry. Mai contraddire una donna, soprattutto se incinta. Ed Harry concordava appieno, con questa frase. Ma Louis, per quanto questo non fosse del tutto accettato dallo stesso, era un uomo. Ed era incinto. Per questo Harry si era leggermente ribellato all'idea di partire in pieno inverno, nella sua stagione preferita, verso un posto afoso e caldo, el verano argentino. Ma, Louis era incinto, ed una donna incinta non si deve mai contraddire. Voleva partire, e che vacanza sia, amen.
Solo che Harry non si aspettava proprio che la loro piccola Darcy, dopo soli due giorni di permanenza, volesse visitare pure lei l'Argentina. Che a detta di Harry non era neanche tutto 'sto granché. Non conosceva lo spagnolo, oltretutto.
La vacanza l’avevano fatta tutti e sei, le coppiette gay del momento. Ma Liam e Zayn, per quella mattina, si erano presi un po’ di tempo, giustamente, per se stessi. Niall e Josh idem. Dunque, senza lo spagnolo di Niall, Harry era fottuto.
Stava alla quattordicesima partita quando qualcuno arrivò. Sollevò lo sguardo, solo per educazione, sperando che il ragazzo sulla trentina carico di borse non iniziasse a parlargli. Sfortunato.
Ay, por dios, que nervios.” quello disse.
Harry lo guardò interrogativo, desiderando di avere una bandierina inglese tatuata sulla fronte. Gli passarono per la mente ventimila modi per far capire allo sconosciuto che non capiva assolutamente nulla. 
Il ragazzo moro, con due piccoli occhi verde muschio, poggiò per terra tutto, senza neanche accorgersi di Harry. Si passava ripetutamente la mano tra i capelli folti e neri, gettando occhiate nervose a destra e a manca. Come aspettando qualcuno. Poi lo vide, finalmente. E lo riconobbe, anche.
La puta madre” disse, spalancando gli occhi.
Questo, Harry, più o meno sapeva tradurlo. Solo non sapeva se sentirsi offeso, o lusingato. Decise di lasciar che un’espressione da ebete si impossessasse del suo viso. “Sei Harry” continuò lo sconosciuto, adattandosi ad un inglese un po’ aperto.
“Sono io” sbuffò il riccio, asciugandosi le mani sudate sui jeans e porgendogliene una.
“Piacere, Peter” rispose pronto l’argentino, stringendo con gentilezza. “Come mai qui?”
“Darcy ha deciso di farsi vedere. Il mio compagno è in travaglio da circa un’ora” spiegò, confermando quanto detto con un’occhiata all’orologio da muro.
“Oh, anche mia moglie è dentro. Una niña como la tuya, Allegra” sorrise vittorioso, come se quella bambina fosse la ricompensa ad un amore così tanto sofferto e voluto.
“Come scusa?” decisamente, doveva farsi dare qualche lezione da Niall.
“Ho detto: ‘Una bambina come la tua’, l’abbiamo chiamata Allegra”
“Bel nome” si complimentò.
"Sei nervoso?" chiese allora Peter, sempre in quell’inglese marcato dalla cadenza argentina.
"Sì" rispose Harry, mangiucchiandosi le unghie già corte. "Quanto ci dovrebbe mettere?"
"Sono alle prime armi come te, amigo" scrollò le spalle, grattandosi un neo sulla guancia.
All'unisono, tesi fino all'osso, si passarono una mano sui capelli, sbuffando in un unico respiro.
 
Intanto, nel corridoio riservato alle passeggiate pre-parto, Louis si lasciava sorreggere da un’infermiera, respirando a bocca aperta e lasciando che la piccola Darcy si muovesse dentro al suo ventre.
“Avanti” disse la ragazza in camice, in un inglese quasi perfetto “torniamo dentro per un’ultima ecografia”
Louis annuì, incapace di proferire parola a causa delle fitte alla schiena. Si maledisse mentalmente per la sua strana voglia di vacanza proprio in quel periodo della gravidanza. Dottor Cowell l’aveva avvertito che il parto sarebbe avvenuto a soli otto mesi del feto, invece no. Da solito testardo era voluto partire, ed evidentemente tutti quei vuoti d’aria e il profumo di sole e colori avevano incuriosito Darcy. Fantastico, pensò amareggiato. Si sarebbe potuto benissimo trovare in una spiaggia ad abbronzarsi e bere dalle noci di cocco. Non poteva proprio scegliere un altro giorno la piccola peste?
La buca nera de tu hermana” una ragazza, con il ventre grosso quanto il suo, sbucò dalla sala medica, puntandogli un dito contro. “Tu sei quello degli One direction!” gli si rivolse, battendo le mani in segno di sorpresa.
“In carne ed ossa” rispose, sbuffando per l’ennesimo calcio della bambina.
“Ma non è un po’ scomodo venire a partorire dall’altra parte del Mondo?” gli chiese, ridacchiando apertamente.
“Come scusa?” ci mancava solo la simpaticona di turno, certo.
Es un chiste, stavo scherzando.” la ragazza, fortunatamente più bassa di lui, si scansò dall’entrata della sala, lasciandolo passare e sorridendogli come se si conoscessero da anni. “Fammi sapere!” gli urlò, mentre Louis si chiudeva la porta alle spalle.
 
“La bambina è quasi del tutto pronta, per il momento la testolina si trova qui” il dottore gli indicò un punto alla destra del suo ombelico “ma abbiamo bisogno che si giri completamente verso l’inguine” si tolse i guanti in lattice, gettandoli e porgendo poi a Louis un fazzoletto col quale pulirsi il ventre dal gel.
Gracias, doctor” esclamò, solo per mostrarsi almeno un po’ riconoscente nei confronti delle persone che lo stavano aiutando.
Perché era davvero spaventato, aveva paura del taglio cesareo, del fatto che Darcy, davanti a due uomini come genitori, ne uscisse pazza all’idea di non avere una madre. In fondo cosa ne sapeva Louis di come si sente una donna durante la sua vita? Lui aveva fatto giusto in tempo a vedere l’inizio dell’adolescenza di Lottie, che la fama l’ha strappato via dalla sua famiglia, dalle sue sorelle. Ma Harry desiderava così tanto una famiglia con lui, una principessa da proteggere, crescere e a cui insegnare le cose più belle della vita. Forse ce l’avrebbero fatta, ma Louis non era mai stato così impaurito come allora.
“Com’è andata, querido?” la ragazza di prima, che passeggiava per stimolare l’uscita di suo figlio (o figlia, questo Louis ancora non lo sapeva) fece la sua comparsa davanti agli occhi del ragazzo, che la scrutò un po’ meglio.
“Devo camminare” affermò Louis, iniziando a passeggiare con passo strascicato.
“Possiamo farlo insieme, se vuoi” gli sorrise “Ah, io sono Lali, mucho gusto” gli tese una mano che Louis afferrò.
“Piacere” le disse solo, concedendole un sorrisino.
“E’ maschio o femmina?” chiese allora lei, puntando il pancione di Louis.
“Femmina, Darcy.” rispose, portandosi automaticamente una mano sul ventre.
“Come la mia. La chiamiamo Allegra” lo informò, quasi saltellando dalla gioia.
“Bel nome” si complimentò, non sapendo cosa dire.
Forse in altre occasioni si sarebbe lasciato andare ad una chiacchierata con questa ragazza simpatica. Ma, con il fiato corto per la fatica di mettere un piede davanti all’altro, proprio non aveva voglia di spiccicare parola.
“L’ho scelto con mio marito da quando eravamo fidanzatini.” si lasciò scapare una risatina, persa chissà in quale ricordo.
“Mmh…” commentò solo Louis, lasciando che Lali intonasse una canzoncina orecchiabile.
“Sei brava” le disse allora, quando la ragazza si mise a cantare ad alta voce.
“Oh, io sono una cantante in effetti.” spiegò, arrossendo un poco sulle guance.
“Sei famosa qui in Argentina?” chiese Louis, vagamente incuriosito.
“Non solo! Siamo famosi anche in Europa… Italia e Spagna soprattutto.”
“Siamo? Fai parte di una band?”
“Facevo.” precisò, lasciandosi scappare uno sbuffo rassegnato “I vari impegni hanno portato allo scioglimento”
Notando la faccia perplessa di Louis, aggiunse “Siamo principalmente degli attori. La band è nata grazie alla serie tv di cui facevamo parte. Somos grosos, che!
“Oh, sembra fantastico.” si fermano per riprendere fiato, poggiandosi ai muri bianchi dell’ospedale “Per quanto tempo siete stati uniti?”
“Sei anni” rispose prontamente Lali, cui occhi nocciola si illuminarono di ricordi. “Anche mio marito era un componente della band”
“Chi eravate? Magari in questi giorni vi ho sentiti nominare in qualche radio.”
Los Teen Angels” esclamò a mo’ di slogan, la ragazza. “Patetico, no? Però capiscilo, la serie era per adolescenti” ridacchiò ancora, ritirandosi i capelli in una coda di cavallo.
“Non che One direction sia più serio.” rispose Louis, ridacchiando a sua volta.
“Come mai quel nome?” ripresero a camminare, mentre la voglia di non pensare alle fitte si faceva sempre più acuta.
“Credo che Harry sapesse già l’orientamento sessuale di tutti e cinque i componenti. E’ tipo ‘tutti verso una sola direzione, tutti verso l’omosessualità’ o qualcosa del genere”
Lali scoppiò a ridere, attirando l’attenzione di alcuni infermieri. Camminarono ancora un po’ in silenzio, quando Harry ed un altro ragazzo moro si insinuarono furtivi nel corridoio semivuoto.
“Amore mio!” esclamò Louis, trascinandosi verso il suo ragazzo.
Si lasciò abbracciare dal più piccolo, stringendolo a sua volta come poteva.
“Come stai? Sei stanco? Hai fame? Ti fa male la schiena?” una serie infinita di domande arrivò dalla bocca carnosa del riccio, che Louis zittì con un semplice bacio.
“Sto bene. Ho fatto l’ultima ecografia, Darcy deve ancora girare un altro po’ per essere completamente a testa in giù. Solo allora potranno farla nascere.” gli sorrise, allacciandogli le braccia al collo e mettendosi in punta di piedi per guardarlo fisso negli occhi “Tu come stai?”
“Ho una fottuta paura, neanche ti immagini quanto io stia tremando dentro. Ma shh, non dirlo a nessuno, qui devo essere io a darti coraggio”
“Sta tranquillo, Harry, andrà tutto bene, tutto.” gli lasciò un bacio sul naso, sfregandoci poi sopra il suo. “Gli altri sono arrivati?”
“Non ancora, Peter mi tiene compagnia.” gli rispose, indicando il ragazzo che non lasciava andare le mani e lo sguardo di Lali.
“Sono cantanti, pure loro, nella stessa band, che coincidenza!” lo informò Louis, prendendogli una mano.
“Sì, stavamo un po’ parlando.” annuì, portandosi le loro mani intrecciate alle labbra. “Amore, io non posso stare qui, siamo riusciti ad entrare grazie ad un compromesso di dieci minuti con l’infermiera di turno.” gli rivelò, baciandogli le nocche.
Anche Peter e Lali li si avvicinarono, abbracciati.
Mi amor, lui è Louis” presentò Lali, come se il moro non conoscesse uno dei cantanti più famosi al Mondo.
“E’ un piacere, Louis” gli disse Peter, stringendogli una mano.
“Anche per me, Peter” rispose lui, ricordandosi di come prima il suo ragazzo l’avesse chiamato.
“Andiamo Harry, o ci butteranno fuori a trompadas
“Come?” chiesero all’unisono Harry e Louis, accompagnati dalla risata di Lali.
“Non importa” disse il moro, ridacchiando “andiamo!”
 
Quattro ore dopo passeggiate, anestesie e pianti striduli da neonato, Allegra e Darcy, posizionate accanto nei lettini rosa, dormivano profondamente.
I loro genitori, nei letti accanto alle piccole culle, intimavano il silenzio alla folla che si era creata nella piccola stanza di ospedale, che per ogni respiro delle piccole esclamava degli “Aww” troppo rumorosi.
Le presentazioni erano state fatte mezz’ora prima, grazie al discreto spagnolo di Niall ed al perfetto inglese di Gaston.
Le due ragazze bionde, Eugenia e Rocio, chiacchieravano a bassa voce con Lali, la prima ricordando la stessa situazione vissuta appena un anno prima, e la seconda ascoltando curiosa ciò che, a pochi mesi, sarebbe capitato anche a lei.
Dall’altra parte, Niall non riusciva a non fare danni. Aveva già fatto cadere due volte l’asta della flebo di Louis, un pacchetto di patatine per terra e un bicchiere d’acqua sopra la giacca di Liam poggiata sul tavolino. Josh, il suo ragazzo, cercava di tenerlo stretto tra le braccia muscolose, impedendogli di svegliare le bambine.
Peter, Nico e Gaston, invece, stavano in piedi accanto al muro di fronte ai letti, parlando di musica, paesaggi e quant’altro con Liam e Zayn che, l’uno sopra l’altro, stavano seduti sull’unica sedia della sala.
Harry, semi sdraiato accanto a Louis, gli accarezzava i capelli, sussurrandogli quanto lo amasse e che sì, ce l’avrebbero fatta.
“Ma vi immaginate un feat One direction Teen Angels?” chiese ad un tratto Lali, quando già le bimbe erano sveglie, Allegra tra le braccia di Niall e Darcy tra quelle di Rocio.
“Dovremmo trovare un compromesso per la lingua da usare” disse Gaston, accettando il mate che Euge gli offriva.
“E il luogo in cui incidere” aggiunse Liam.
“E la base, le parole e il ritmo…” elencò Peter, intrecciando una mano di Lali con la sua.
“Troppe cose” commentò Zayn, già stanco anche solo all’idea.
Tutti risero, mentre Allegra passava nelle mani di Nico e Darcy si accoccolava tra le braccia di Harry.
“Forse è meglio rimanere in contatto e basta” concluse Louis, mettendosi meglio a sedere.
 
Ma così non fu, almeno non per sempre. Dopo il primo momento in cui ogni festività o compleanno era buono per scambiarsi due chiacchiere, la famiglia Esponzani e quella Stylinson si persero. Così le bambine crebbero come in due mondi diversi. Allegra studiando nella scuola pubblica, succube di commenti da parte delle insegnanti cresciute con il poster di suo padre appeso alla parete, e Darcy circondata da fotografi e giornalisti per i suoi occhi particolarmente blu ed i suoi capelli particolarmente ricci. Forse il destino, un domani, le farà incontrare, senza ciucci e senza lenzuoli rosa, solo con due storie alle spalle da raccontarsi a vicenda.
 
 

 



Questa OS è qualcosa di totalmente assurdo, frutto della mia mente stupida e insensata.
Ma, siate buoni, concedetemi l'onore di riunire le mie OTP anche per una sola giornata.
E, sì. Non era previsto, ma Allegra è la stessa Allegra di "Chiamatemi Alli".
Ho intenzione di fare un sequel, per quella storia. Vedremo cosa ne uscirà!
Grazie a tutti coloro che la leggeranno!

Consu:)

 

  
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