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Autore: Ambracia    15/07/2013    7 recensioni
Il suo corpo è freddo, insensibile, ma, distesa in quella bara, le vedono lacrime del passato tornare a bagnare il suo candido viso.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tears from the past


La bottiglia di vodka è piena di rimorsi, mentre il liquido scorre bruciando la gola, portandosi con sé tutto il buon senso che mi rimaneva nella mia parte razionale. Ho lasciato cadere gocce fredde sulla pelle che bruciano a contatto con cicatrici che, forse, solo il tempo potrà cancellare; e mai ho sperato di dimenticare, perché sinceramente, non voglio.
Non voglio dimenticare il dolore che mi hai provocato, il dolore che hai lasciato nel mio cuore. Quelle parole pronunciate dalla tua voce, ora, sono incise nella mia mente. Fa male, come lo scorrere della lama sulla pelle, fa male come gli insulti che giorno dopo giorno mi distruggevano dentro. Ho lottato coi miei demoni interiori; ho lottato per non farmi prendere tutto quello, che ormai, di me rimaneva.
Lascio scorrere le lacrime, bagnando le guance pallide: un miscuglio di fumo e alcool invade la stanza, invece, di me rimane solo il corpo inerme, senz'anima.
Nessuna forza per reagire, nessuna voglia di farlo. Voglia solo di morire.
“Addio” parole scandite dalle tue labbra rosee hanno lo stesso effetto delle lame che incidono il cuore. Gli occhi ormai cercano di rivivere, offuscando però la tua immagine.
L’anima ferita, nemmeno col tempo, dimenticherà.
Il cuore non guarirà mai.
L’alcool scorre lungo la gola, sbiadisce la vista, lacera l’anima, distrugge il cuore.
Occhi insensibili ti guardano andare via, occhi di zaffiro che dimenticheranno, mentre le lacrime continuano a scorrere. Il mascara colato crea righe nere sulle guance aride, mentre le labbra rosse col rossetto sbavato sussurrano l'ultimo addio. 
La dico ad alta voce, con odio e dolore. Odio per te che senza alcun pudore te ne sei andato lasciandomi sola coi miei demoni; dolore per quelle parole che segneranno il mio cuore.
Non puoi riparare il danno, no, ormai di me non rimane nulla.
L’esile corpo è steso nella vasca, lascio che il tepore dell’acqua lo culli dolcemente, mentre l’ultima goccia di alcool scorre sulle mie labbra.
Mi lascio andare. Lascio che il corpo scivoli lungo il marmo freddo.
Mi lascio cadere nella vasca e chiudo gli occhi.
“La persona cui siamo destinati, il nostro unico e vero amore, la nostra anima gemella.”
Mi rendo conto solo ora, lui non era quella persona; non era chi pensavo fosse.
Non era il mio unico vero amore; non era la mia anima gemella.
Assaporo il dolce abbraccio dell’acqua.

Gli occhi gonfi chiedono di rivedere il suo sguardo cioccolato.
Le labbra secche chiedono, ancora, un’ultima volta, di riassaporare il sapore delle sue labbra.
Il cuore ferito chiede di essere guarito.
L’anima persa chiede di ritornare a casa.
Ma, niente e nessuno, è lì per lei.
Lei, così piccola, così fragile, nasconde negli occhi demoni: demoni che si prenderanno possesso di lei, non lasciando nulla della dolce ed innocente ragazza ferita. Tu che puoi vederla, tu che puoi sentirla piangere, urlare e ribellarsi: salvala! Salvala, non dai demoni, salvala da se stessa. I demoni sono solo i suoi rimorsi che ella ha lasciato uscire dal suo lato più oscuro del cuore. La vera minaccia è lei.  Uno sbaglio ha commesso: aver lasciato che il dolore prendesse tutto di lei. E, nonostante il tempo, la bottiglia di vodka è ancora lì accanto alla vasca, vuota di quel liquido che le bruciava la gola, ma pieno dei dolori passati, che da un momento all’altro potrebbero rivoltarsi, ancora una volta, contro il suo piccolo corpo. Lei non voleva dimenticare. La casa ora è vuota, i mobili ancora lì impolverati, tutto esattamente come lo aveva lasciato e come lei era. Il suo corpo ora è lì, disteso nell’acqua ormai fredda, come il suo corpo, la sua anima e il suo cuore.
Ha mantenuto la promessa: non ha dimenticato, ha solo lasciato che il passato e il presente invadessero il suo futuro. Il corpo inerme ora è fermo. Gli occhi hanno cessato di far cadere gocce del passato e le labbra sono ancora delineate dal rosso rossetto sbavato, ma l’anima e il cuore sono fermi e freddi, mentre il piccolo corpo è cullato dalla gelida acqua. Non rimane più nulla di lei, solamente il suo corpo dimenticato e il suo ricordo nelle menti care  Non voleva dimenticare, voleva che la sua anima ferita, col tempo, guarisse come le sue cicatrici. Non provava più rimorsi, ormai affogati nell’alcool. Non prova più sentimenti in quel cuore freddo come il marmo. Quegli occhi zaffiro non versano più lacrime, ma adesso gridano dolore. Più nessuno può ferirla, ormai...

Nessuno ora poteva ferirmi. Il mio corpo freddo non era più oggetto di contesa. Non era più in quella vasca, ora era circondato dalla persone a me più care, compreso lui.
Lui, la causa di tutto, la causa delle mie ferite, delle mie cicatrici, causa della mia morte.
Lui era lì, contemplando il mio corpo avvolto dal soffice tessuto bianco.
Ormai i miei occhi non potevano più piangere, potevano solo sentire le sofferenze intorno a me.
Un ultimo addio avrebbero voluto darmi, ma così non era stato. Come lui troncò tutto con un semplice “Addio” , io troncai tutto con un semplice gesto. Nessuno mi avrebbe più ferita, nessuno mi avrebbe più usata.
L’unico ricordo di me sarà quella bottiglia ancora sporca di rossetto, sul bordo della vasca piena di quel dolore rosso sangue.

Ella non tornerà. Però è lì, mentre guarda lentamente il tempo che passa davanti a lei. Avrebbe potuto dare l’ultimo addio, ma non lo fece. Ora sono tutti lì, intorno al suo corpo pallido, le danno l’ultimo saluto, l’ultimo Addio. Solo una parola. Una sola parola era la causa di tutto. Se non fosse stata pronunciata lei sarebbe ancora con loro. E mentre il suo corpo morto è inerme, i demoni abbandonano la sua anima: ormai tutto è finito. Il suo corpo è freddo, insensibile, ma, distesa in quella bara, le vedono lacrime del passato tornare a bagnare il suo candido viso.

   
 
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