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Autore: Claudia    29/01/2008    11 recensioni
Chi ha detto che la vita degli eroi è fatta solo di gloria e gioia? Harry deve assolutamente prendere un Oltre Ogni Previsione in Trasfigurazione, pena la pulizia dell'aula della professoressa McGranitt. Inoltre, la sua unica salvezza, Hermione Granger, non sembra intenzionata ad aiutarlo. Ed ecco entrare in scena i '5 metodi' di Ginny Weasley, per ottenere tutto ciò che si vuole da una persona.
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Harry osservò perplesso il libro

Final Round

 

Note: non so se valga o meno mettere questa nota, ma volevo comunque comunicare che potrebbero esservi delle leggerissime, quasi inesistenti tracce di yuri (vedi tipo di genere). Comprenderete meglio durante la lettura del capitolo. :)

 

 

Harry osservò perplesso il libro di Trasfigurazione chiuso di fronte a sè.

Fece scivolare lo sguardo alla sua destra, dove la piuma intinta nell'inchiostro non aspettava altro che essere usata. Infine, sollevò gli occhi incrociando quelli nocciola di una raggiante Hermione Granger. “Harry, non devi disperarti! Tutto ciò di cui hai bisogno è impegno e volontà!”

Harry sollevò il sopracciglio destro. “Non credo basteranno. Herm, è domani.”

“Oooh, non essere sciocco! Io studiai Antiche Rune nel giro di un'unica notte.” Disse, sventolando una mano di fronte al mago, incitandolo a stare zitto.

Stavolta, Harry sollevò il sopracciglio sinistro. “Lungi da me il farti notare che avevi il Giratempo.”

Hermione si ritrasse sulla sedia, risentita. “Questi sono solo dettagli, Harry. L'importante è vincere.”

“Vincere? Ma se tu mi hai sempre detto che nel Quidditch contano altre cose e non solo la vittoria.” Le fece notare Harry, aumentando il suo scetticismo.

Hermione sbuffò. “Cosa centra, adesso, il Quidditch? Stiamo parlando di studio! Se permetti, è più importante.”

“Dipende dai punti di vista.” Sbottò Harry.

“Insomma, VOI là! Questa è una biblioteca!” Esclamò la bibliotecaria, dietro ad uno scaffale non ben identificato.

Sia Harry che Hermione abbassarono mesti le spalle. “Vedi cosa combini? Ci fai sempre rimproverare.” Farfugliò Hermione, rivolta ad Harry.

Il mago si aggiustò gli occhiali sul naso. “Tu non conosci il Quidditch, Herm. Non puoi giudicare! Faresti meglio a startene zitta.” Sbottò Harry, mantenendo una tonalità bassa nella voce.

“Non usare quel tono con me, Potter! Ti sto facendo solo un favore.”

“Mi avresti fatto un favore se fossi tornata indietro nella foresta!” Ribattè, sarcastico, Harry.

Il volto di Hermione divenne violaceo. “Ti ho già chiesto scusa!”

“Avresti potuto chiedermi scusa in un altro modo! Sei troppo... troppo pudica!”

“NON possiamo farlo, Harry! Se qualcuno ci vedesse, noi-!” Hermione si azzittì all'istante, notando un ombra adagiarsi sul piano del tavolo a cui sedevano. La figura della bibliotecaria li sovrastò minacciosa, un poco arrossata in volto.

“Voi due, andate a parlare di sesso FUORI DALLA MIA BIBLIOTECA!” Sbraitò, paonazza.

“Ses-?” Harry ed Hermione le rivolsero la stessa domanda.

“FUORI!”

Quando il portone della biblioteca sbattè dietro di loro, i due ragazzi si guardarono in cagnesco.

“Splendido! Adesso dove andrò a studiare?” Sbottò Hermione, mentre le lacrime presero a pungerle gli occhi.

“Esistono tanti posti, Hermione! Piuttosto, IO sto perdendo tempo!”

“Se tu non avessi iniziato!” Lo rimproverò Hermione.

“Non sono stato io! Sei stata tu!”

“Cough. Scusate...”

“CHE C'E'?! ” Esclamarono Harry ed Hermione, all'unisono, voltandosi verso il luogo di provenienza della voce.

Ginny aprì la bocca in una perfetta O, mentre Draco aggrottò perplesso la fronte. Entrambi sorreggevano dei libri molto voluminosi.

“Credo che dovreste sfogare la vostra frustrazione sessuale da un'altra parte.” Disse Draco, ironico.

“Frustrazione?” Sbottò Harry.

“Se-sessuale?” Balbettò Hermione, rossa in volto.

“In più ostruite il passaggio.” Disse Draco, accennando alla porta dietro di loro.

Harry soppresse una mezza risata. “Perchè Malfoy, tu studi?”

Draco storse delicatamente la bocca, spostando lo sguardo alla sua destra. “Sì, a differenza di qualcuno.”

Harry fece per ribattere, ma Ginny lo bloccò sul nascere. “Harry, ti dispiace? Vorrei parlarti.”

Hermione osservò Ginny ed Harry sparire dietro ad un angolo del corridoio, assumendo un'espressione corrucciata. “O per favore, Mez-Granger.” Hermione si voltò di scatto verso Malfoy, ricordandosi della sua presenza. “Risparmiati le gelosie. Non credo che servano.”

Hermione si ritrasse, impettita. “Gelosie? Non credo che questo sia il caso Malfoy.”

Draco roteò gli occhi grigi, puntandoli infine al soffitto. “Chi si somiglia si piglia.”

Hermione sbuffò, mentre il rossore sulle sue guance non accennò a sparire. “O Merlino li fa e poi li accoppia? Non ricordo.” Si domandò Draco.

*

Ginny si voltò di scatto, arrestando il suo passo e facendo indietreggiare Harry di qualche centimetro.

“Allora, Harry?” Aveva una voce melodiosa, rare volte usava quel tono. Ron gli aveva spiegato che lo utilizzava unicamente quando si sforzava di essere gentile.

“Ehm, allora?” Domandò il ragazzo, pizzicandosi il mento con il dito indice della mano.

Le efelidi della giovane Weasley risaltarono improvvisamente sul volto pallido. “Allora, Harry? Stavate litigando! Ho come la sensazione che tu non ti stia comportando come ti dovresti comportare!” Sbottò, incrociando le braccia al petto.

“Non- o insomma, Ginny! Le ho provate tutte! Hermione è semplicemente un osso troppo duro.”

Ginny gonfiò le guance. “SEMPLICEMENTE, sei te che non hai gli attributi giusti.”

Harry avvampò. “Ginny!”

“Perfino Ron sarebbe meno tonto di te, il che è tutto dire!”

Harry serrò i pugni lungo i fianchi.

Ginny sbuffò, spostando una ciocca vermiglia dalla propria fronte. “Non vedo altra soluzione.”

Harry la guardò sorpreso, mentre Ginny gli si avvicinò con tanta velocità da lasciarlo interdetto. Sentì una leggera puntura ad un lato della testa e quando ebbe modo di osservare la scena di fronte a sè, vide il corpo esile di Ginny diventare più muscolo e crescere in altezza. I capelli, dapprima di un vivace rosso acceso, divennero neri come quelli di Harry.

Il giovane mago sbattè più volte le palpebre, osservando estereffato la copia di se stesso in versione femminile.

“CHE!?”

Ginny depositò a terra i libri e la propria sacca, estraendo delle vesti color verde-argento da essa e collocandovi la fialetta della pozione Polisucco. Squadrò Harry per qualche secondo, estrasse la bacchetta e la puntò contro le vesti che avevano tutta l'aria di appartenere a Draco Malfoy. “Così può andare.” Disse, fissando gli abiti identici a quelli del vero Harry. Senza molti preavvisi si spogliò della propria uniforme, la ricacciò nella sacca ed indossò la divisa maschile di Grifondoro. Infine, nascose i suoi oggetti personali dentro ad un'armatura nelle vicinanze.

“I tuoi occhiali, Harry.” Disse, porgendo la mano verso il ragazzo che, titubante, se li cavò dal naso e li passò a se stesso. “Duplico! Perfetto.” Concluse, Ginny, abbozzando un mezzo sorriso.

“Si può sapere-?”

“O avanti, Harry. Ho deciso che ti darò una bella mano. Sennò da solo non riusciresti a cavare un ragno da un buco.” Disse Ginny, rassettandosi la chioma selvaggia di Harry. Il giovane mago provò uno sfarfallio allo stomaco, pregando di non rivedere più quelle movenze sul suo corpo. “Che capelli.”

Harry tossì. “Allora, Gin. Il piano?”

“Oh, giusto. Dunque, lo abbiamo architettato io e Draco. E' pressochè perfetto.”

Harry aggrottò la fronte, udendo il nome di Malfoy. Notando lo sguardo scettico di Harry, Ginny sorrise. “La sua è la Casa dell'astuzia, Harry.” Disse, come se quella frase volesse dire tutto.

“Tu andrai nella Camera delle Necessità, pensando ad un luogo tranquillo dove poter stare con Hermione. Quello che farò io, beh, non è importante che tu lo sappia, ma avrai Herm in men che non si dica. La maderò da te, diritta tra le tue braccia.” Spiegò Ginny ed Harry non potè non notare lo sguardo malizioso sul proprio volto. “Bada bene però,” Disse Ginny, puntando il dito indice contro il petto del ragazzo. “Che non avrai altre possibilità. Questo quinto metodo è l'unico che ti rimane. Quando sarai solo con lei gioca bene le tue carte. Capito Harrì?” Domandò, intonando la voce di Fleur. Harry ebbe un brivido nell'udirlo.

“Io la preparò a dovere.” Ginny concluse la spiegazione, strizzando l'occhio al giovane mago.

“Ok.” Sospirò Harry. “Anche volendo non riuscirei a studiare per quel test di domani. Credo che dovrò abituarmi all'idea della pulizia.”

“Non disperare Harry. Adesso conosci i più intimi segreti delle donne.”

Harry osservò se stesso per qualche secondo, prima che Ginny si voltasse verso la direzione da cui erano venuti. Non riuscì a spiegarsi il perchè, ma sapere una ragazza a manovrare il proprio corpo non lo rendeva affatto tranquillo.

*

Quando Ginny tornò nel corridoio della biblioteca, vide Hermione e Draco esattamente dove l'avevano lasciati. Avanzò decisa verso di loro, attirando l'attenzione di entrambi i maghi.

“Harry.” Disse Hermione, guardando nelle vicinanze del ragazzo. “Dov'è Ginny?”

“Oh, ha detto che sarebbe tornata al dormitorio. Mi ha chiesto di dirti, Dra- cioè, Malfoy, di aspettarla nel bagno di Mirtilla Malcontenta.”

Draco increspò la fronte, ma lentamente sulle sue labbra comparve un sorriso malizioso. “Ti ringrazio, Potter.” Senza spendersi in altre cerimonie, Draco oltrepassò Hermione e scomparve dietro alla porta della biblioteca. Rimasta sola con Hermione, Ginny sorrise. La ragazza bruna divenne improvvisamente rossa.

“Herm.” Disse Ginny, abbassando il tono della voce in un sussurro gentile. Avanzò di un metro, sfiorando il corpo della ragazza. Il volto di Hermione divenne di una tonalità incandescente, mentre la giovane maga si guardava timidamente intorno per paura che qualcuno potesse scorgerli.

Ginny si chinò su di lei, facendo in modo che i lunghi capelli di Harry sfiorassero le guance vermiglie di Hermione. Con una mano le stuzzicò una ciocca di capelli, morbidamente adagiata su una spalla. Ginny trattene una piccola risata, convinta di poter sentire il cuore della giovane maga battere all'impazzata. Portò con delicatezza le labbra di Harry all'orecchio sinistro di lei, scostandole i capelli con le agili dita.

“Herm, vorrei parlarti, ma non qui.”

Sentì il corpo di Hermione fremere e Ginny abbozzò un sorriso. Abbassò la mano di Harry, sfiorando d'intento il petto della ragazza.

“Ha-Ha-Ha-Harry io- io-” Hermione iniziò a balbettare, ormai le tonalità del suo volto erano molteplici.

Ginny le posò un dito sulle labbra, facendola tacere. “Tranquilla, voglio solo chiederti scusa.”

Hermione si rilassò.

“A dovere.” Ginny utilizzò tutto lo charme di cui Harry doveva essere dotato, perchè il volto di Hermione tornò ad accendersi. Afferrò la mano della ragazza come se si trattasse di un oggetto di cristallo e la condusse dove non vi erano occhi che potessero vedere.

*

Quando entrò nel bagno prediletto di Mirtilla Malcontenta, Draco non sembrò affatto sorpreso di vedere Harry con la cravatta e i primi bottoni della camicia slacciati. Con una leggera spinta si scontò dalle pareti e con eleganza andò incontro al Grifondoro. Lo squadrò da cima a fondo, infine abbozzò un sorriso divertito.

“Ho come la netta sensazione che qualcuno si sia divertito.” Disse, annusando l'aria attorno ad Harry. “E anche molto.”

“Oh, Draco! Non sai che fatica.” Ginny si scostò il colletto, mostrando a Draco dei lividi rossi alla base del collo. “E credo che Harry avrà anche qualche graffio... da qualche parte.”

Draco arcuò un sopracciglio. “Vorace la ragazza.”

Ginny fece un cenno d'assenso, ma Draco non le badò. “E dimmi. Come è andata?”

Fu il turno di Ginny a sorridere. “Ho lavorato di mano.”

Draco rise. “Chissà da chi avrai imparato.”

Le guance di Harry divennero leggermente rosate. “Falla finita.”

“Lo sai, tesoro? Se tu non avessi quella brutta faccia approfitterei subito della situazione.” Disse Draco, accennando al fatto che erano soli in un bagno comunemente deserto.

Ginny rise di cuore. “O Draco, in queste condizioni incontreremo anche delle difficoltà tecniche.

Draco fece una smorfia, abbassando all'istante la mano diretta al volto di Harry. Infine, si voltò di scatto. “Oh, Merlino! Mi sento gay!”

“E pensa se qualcuno ti vedesse da solo con Harry!” Esclamò Ginny, divertita. A quelle parole, Draco si voltò improvvisamente, sbiancando in volto. Ginny dovette comprenderne il motivo poichè anche le guance di Harry persero il loro solito colorito. Udirono un rumore metallico, una tubatura si gonfiò e sgonfiò all'improvviso mentre la risatina sciocca di Mirtilla Malcontenta andò spegnendosi dopo qualche secondo.

*

Il vero Harry Potter sedeva in tutt'altro luogo. Aveva seguito il consiglio di Ginny, ma con il passare del tempo aveva fatto mente locale, giudicando per niente positivo quel sorriso malizioso che era comparso sul finto se stesso. Lentamente, aveva iniziato a comprendere il vero piano di Ginny e non sapeva se giudicarlo un ottimo o un pessimo stratagemma. Non credeva affatto che Hermione potesse in qualche modo cedere al suo fascino, benchè quest'ultimo fosse gestito con grande maestria proprio da una donna. Hermione era sempre stata ferrea e molto dura con se stessa. Non riusciva proprio ad immaginare di avere degli approcci amorosi con lei. O meglio, li immaginava, ma non collaborativi.

A quel pensiero scosse la testa, tanto che gli occhiali volarono ad un metro di distanza da lui. A tentoni, si mosse per recuperarli, ma un gesto avventato li fece scivolare ancora più lontano. “Accidenti!”

All'improvviso si bloccò, percependo la presenza di qualcun'altro oltre a lui. Non ebbe modo di domandare chi fosse poichè delle labbra calde si posarono possessive sulle sue, tanto che il corpo di Harry cadde all'indietro come un peso morto.

“Oh, Harry.” Il giovane mago riconobbe la voce di Hermione, che con le mani si stava facendo strada sotto alla sua divisa.

“He-Hermione.” Harry sentì qualcosa di soffice sotto di lui e comprese quasi subito che la stanza delle Necessità aveva fatto apparire un letto accogliente tutto per loro. Sentì il seno morbido di Hermione contro il suo petto, mentre la giovane maga aveva preso ad interessarsi al collo di Harry.

“Harry,” Sussurrò Hermione all'orecchio del ragazzo. “Domani - la pozione polisucco - io...”

Harry deglutì, mentre un fremito di eccitazione pervase il suo corpo. Nel giro di pochi minuti, perse completamente interesse per i propri occhiali e con delicatezza cinse la vita della ragazza.

*

Gli occhi di Minerva McGranitt si abbassarono sul nodo sfatto della cravatta di Harry e scivolarono sull'uniforme spiegazzata di Hermione, mentre quest'ultima tentava di riportare i suoi capelli ad una piega normale. A quella vista, la professoressa McGranitt si portò una mano alla bocca, tossicchiando.

“Signorina Granger, la sua maglia è al rovescio.”

Hermione si toccò il retro del collo con una mano, sentendo lo scollo a V del maglione. Arrossendo, balbettò delle scuse alla professoressa.

“Per quanto riguarda lei, signorino Potter.” La professoressa McGranitt osservò la cravatta con disappunto. “Ero venuta per informarla che il test di domani è rimandato. Immagino quanto lei si sia impegnato per superarlo, ma il signorino Paciok ha fatto saltare l'aula durante una punizione. Quindi, la informerò della prossima data.” Concluse, sollevando austera lo sguardo. “E adesso fareste meglio a tornare nei vostri dormitori.”

Ricevette un coro di sì come risposta, oltreppassò i suoi studenti e scomparve alla fine del corridoio.

“Oh, beh,” Disse Hermione, ancora rossa in volto. “Meglio così.”

“Già, meglio così.” Le sorrise Harry.

Hermione si sollevò sulle punte dei piedi e sfiorò le labbra di Harry. “Ci- ci vediamo più tardi, Harry.”

Il giovane mago fece un cenno d'assenso col capo. Quando la chioma scarmigliata di Hermione voltò l'angolo, Harry frugò nella tasca destra dei suoi pantaloni. Ne estrasse il foglietto di Ginny, ormai logoro per l'uso. Lo aprì con cautela ed un sorriso si dipinse sul suo volto. Sollevò la bacchetta, mormorando un Accio piuma ed una candida piuma incrostrata di inchiostro svolazzò di fronte a lui.

Con estrema precisione cerchiò il quindo metodo. Ginny era stata una maga, in tutti i senti.

Harry contemplò il foglietto per qualche istante, infine lo ripose nella tasca dei propri pantaloni. Piroettò su se stesso, in direzione del dormitorio di Grifondoro, canticchiando un motivetto babbano.

Quel giorno chi lo incontrò, giurò di non aver mai visto Harry Potter così felice.

 

Fine

 

Note dell'Autrice: l'ispirazione si sa, non la si può comandare. Eppure, alla fine ce l'ho fatta, concludendo, dopo Parenthood, una delle fanfiction che mi avevano più assorbito. Innanzittuto, ringrazio tutti coloro che sono giunti fino alla fine, ammirandoli seriamente per la loro pazienza. Sono una fan-writer sconclusionata e ritardataria, lo ammetto. Vi ringrazio e mi auguro che questo finale sia stato per voi di tutto rispetto. Avrei molto piacere a conoscere il vostro parere su quest'ultimo capitolo e sulla storia in generale. In attesa di una nuova fanfiction, vi saluto tutti quanti. ^^

Claudia

 

  
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