Segreti - Prima
parte
Stella
si era preparata per questo colloquio con Mac, ma il momento era giunto
all'improvviso, molto prima di quanto si aspettasse ed ora che si stava
dirigendo verso il suo ufficio era agitata come non mai. Se solo avesse
sospettato che la pratica sarebbe stata evasa così in fretta
avrebbe cercato di parlargli prima. Rabbrividiva al solo pensiero della
scenata che meno di mezzora prima le aveva fatto in laboratorio.
-
Che diavolo significa questo? - aveva esclamato Mac ad alta voce,
buttando il documento sul tavolo davanti a lei.
- Te ne avrei parlato tra qualche giorno – aveva risposto con
tono calmo – credevo ci sarebbe voluto più tempo
perchè venisse approvato
- Perchè non me ne hai parlato prima di fare la richiesta?
Sono il tuo superiore e anche se così non fosse sono tuo
amico, dannazione!
- Mac, calmati, stiamo dando spettacolo! - l'attenzione di tutto il
laboratorio era fissa su di loro.
- Al diavolo. Voglio sapere perchè hai fatto questa dannata
richiesta di trasferimento a Philadelphia!
Lei lo aveva guardato negli occhi e vi aveva letto la stessa
determinazione che Mac Taylor metteva nel perseguire un feroce
assassino. Non le avrebbe dato tregua fino a quando non avesse risposto
ai suoi interrogativi e non avrebbe firmato la sua approvazione al
trasferimento se non gli avesse dato un valido motivo per farlo.
- D'accordo, lasciami il tempo di finire questa ricerca e ti raggiungo
nel tuo ufficio. Non farmelo fare in pubblico, Mac.
- Hai 20 minuti, non uno di più – si era voltato
ed era uscito dal laboratorio
°°°
fine flashback °°°
Adesso avrebbe dovuto avere a che fare
con un Mac Taylor furioso e non poteva dargli torto. Al di
là delle pareti di vetro del suo ufficio lo vedeva seduto
alla scrivania, lo sguardo cupo sui fogli che teneva in mano. Non
poteva avere esitazioni, rammentò a se stessa, mentre apriva
la porta.
- Perchè Stella? - le
chiese immediatamente
- Mi hanno offerto di dirigere una
loro squadra scientifica. E' una buona opportunità mentre
qui sarei sempre ai tuoi ordini – rispose lei
- Ed è un male, per quale assurdo motivo? Lavoriamo insieme
da sette anni, credevo fossimo una buona squadra. - replicò
lui amaramente
- Lo siamo. Ma ho bisogno di cambiare, di ricominciare. TI prego di
capirmi, Mac
Lui però non capiva affatto - Capirti? Come posso farlo se
non mi spieghi? Hai vissuto tutta la tua vita qui a New York,
perchè vuoi andartene adesso?
- Perchè sono stanca Mac. Stanca di essere incapace di avere
una relazione seria con un uomo perchè non corrisponde al
modello che ho in mente. Stanca di essere amica, collega, confidente. E
sono stanca di fingere di essere felice per te quando hai una relazione.
Mac la guardava senza capire.
- Stella, lo so che hai passato dei brutti momenti in questo ultimo
paio di anni ma vedrai che si aggiusterà tutto e ...
Le scrollò la testa per negare. Come poteva fargli capire
senza esporsi ulteriormente?
- Lasciami andare Mac, prima che sia troppo tardi
Probabilmente stava pensando che fosse impazzita.
- Tardi per cosa?
Stella chiuse gli occhi un istante, come a raccogliere le forze.
- Per andarmene di qui con il mio orgoglio ancora intatto. Ma dovevo
immaginarlo che non me lo avresti permesso. Tu devi sempre sapere,
vero? Trovare i collegamenti.
Mac si alzò e la prese per il braccio - Stella...
- Lo sai, credevo che lo avresti capito da solo prima o poi. O che
forse lo sapessi da anni ma avessi preferito far finta di niente per
non mettermi in imbarazzo. Ma adesso non importa più. Sono
davvero stanca Mac, ho bisogno di riprendere il controllo della mia
vita e per farlo devo smettere di recitare la parte della buona amica e
di custodire segreti. Lasciami andare via, per favore....
La voce di Stella aveva un tono disperato come se confessare i propri
sentimenti non fosse tutto. L'istinto gli diceva che gli stava
nascondendo qualcos'altro. Qualcosa di importante e che non era sicuro
di voler sapere.
- Dimmi cosa c'è che non va, Stella, lo sai che ti puoi
fidare di me! - le chiese pensando ancora che le cose avrebbero potuto
aggiustarsi
- Non posso farlo Mac. Firma quel documento e lasciami andare a
Philadelphia senza rovinare tutto. Ti prego...
Stella lo guardò dritto negli occhi e Mac capì
che insistere non avrebbe ottenuto alcun risultato. Sconfitto sedette
di nuovo, prese una penna e pose la sua firma sul l'autorizzazione che
avrebbe portato Stella lontano.
Lei gli si avvicinò e alzò la mano destra fino a
posargliela sulla guancia per qualche secondo. Un gesto che aveva
sempre riservato a lui soltanto.
- Grazie – gli disse semplicemente con un mezzo sorriso. E
poi aggiunse - Abbi cura di te, Mac.
- Anche tu, Stella. - fu la sola risposta che potè darle
mentre lei già si voltava per uscire dal suo ufficio.
Stella era sollevata. Era fatta. Adesso poteva andarsene. Poteva
ricominciare da capo in un altro posto. Conoscere nuove persone, farsi
nuovi amici. E non avrebbe più dovuto preoccuparsi di
custodire il il segreto che avrebbe fatto crollare il terreno sotto ai
piedi di Mac Taylor. Forse adesso poteva sospettare quanto avesse
invidiato Claire quand'era viva ma non avrebbe mai saputo quanto
l'aveva odiata per quello che gli aveva fatto. Morendo in quel modo era
diventata impossibile da dimenticare e Stella era stata per anni
attanagliata dalla voglia di dirglielo. Ma lo aveva amato troppo per
avere il coraggio di spezzargli il cuore.
E forse anche lei avrebbe potuto dimenticare quella bella donna stretta
tra le braccia di un uomo che non era suo marito, diretta al World
Trade Center quella lontana mattina di settembre.
continua...
Robin, 28
dicembre 2007
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