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Autore: domaris    29/01/2008    1 recensioni
Ci sono momenti in cui si rischia di crollare e rivelare segreti che non possono essere svelati...
Spoilers: riferimenti più o meno vaghi a tutte le serie, compresa la quarta
Nota: questa storia nasce dalla visione in pochi giorni di 83 puntate di CSI NY.
Stella non mostra mai un briciolo di gelosia nei confronti di Mac, ma se fosse solo apparenza?
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mac Taylor, Stella Bonasera
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Segreti - Prima parte

Stella si era preparata per questo colloquio con Mac, ma il momento era giunto all'improvviso, molto prima di quanto si aspettasse ed ora che si stava dirigendo verso il suo ufficio era agitata come non mai. Se solo avesse sospettato che la pratica sarebbe stata evasa così in fretta avrebbe cercato di parlargli prima. Rabbrividiva al solo pensiero della scenata che meno di mezzora prima le aveva fatto in laboratorio.

°°° flashback °°°

- Che diavolo significa questo? - aveva esclamato Mac ad alta voce, buttando il documento sul tavolo davanti a lei.
- Te ne avrei parlato tra qualche giorno – aveva risposto con tono calmo – credevo ci sarebbe voluto più tempo perchè venisse approvato
- Perchè non me ne hai parlato prima di fare la richiesta? Sono il tuo superiore e anche se così non fosse sono tuo amico, dannazione!
- Mac, calmati, stiamo dando spettacolo! - l'attenzione di tutto il laboratorio era fissa su di loro.
- Al diavolo. Voglio sapere perchè hai fatto questa dannata richiesta di trasferimento a Philadelphia!
Lei lo aveva guardato negli occhi e vi aveva letto la stessa determinazione che Mac Taylor metteva nel perseguire un feroce assassino. Non le avrebbe dato tregua fino a quando non avesse risposto ai suoi interrogativi e non avrebbe firmato la sua approvazione al trasferimento se non gli avesse dato un valido motivo per farlo.
- D'accordo, lasciami il tempo di finire questa ricerca e ti raggiungo nel tuo ufficio. Non farmelo fare in pubblico, Mac.
- Hai 20 minuti, non uno di più – si era voltato ed era uscito dal laboratorio
°°° fine flashback °°°

Adesso avrebbe dovuto avere a che fare con un Mac Taylor furioso e non poteva dargli torto. Al di là delle pareti di vetro del suo ufficio lo vedeva seduto alla scrivania, lo sguardo cupo sui fogli che teneva in mano. Non poteva avere esitazioni, rammentò a se stessa, mentre apriva la porta.
- Perchè Stella? - le chiese immediatamente
- Mi hanno offerto di dirigere una loro squadra scientifica. E' una buona opportunità mentre qui sarei sempre ai tuoi ordini – rispose lei
- Ed è un male, per quale assurdo motivo? Lavoriamo insieme da sette anni, credevo fossimo una buona squadra. - replicò lui amaramente
- Lo siamo. Ma ho bisogno di cambiare, di ricominciare. TI prego di capirmi, Mac
Lui però non capiva affatto - Capirti? Come posso farlo se non mi spieghi? Hai vissuto tutta la tua vita qui a New York, perchè vuoi andartene adesso?
- Perchè sono stanca Mac. Stanca di essere incapace di avere una relazione seria con un uomo perchè non corrisponde al modello che ho in mente. Stanca di essere amica, collega, confidente. E sono stanca di fingere di essere felice per te quando hai una relazione.
Mac la guardava senza capire.
- Stella, lo so che hai passato dei brutti momenti in questo ultimo paio di anni ma vedrai che si aggiusterà tutto e ...
Le scrollò la testa per negare. Come poteva fargli capire senza esporsi ulteriormente?
- Lasciami andare Mac, prima che sia troppo tardi
Probabilmente stava pensando che fosse impazzita.
- Tardi per cosa?
Stella chiuse gli occhi un istante, come a raccogliere le forze.
- Per andarmene di qui con il mio orgoglio ancora intatto. Ma dovevo immaginarlo che non me lo avresti permesso. Tu devi sempre sapere, vero? Trovare i collegamenti.
Mac si alzò e la prese per il braccio - Stella...
- Lo sai, credevo che lo avresti capito da solo prima o poi. O che forse lo sapessi da anni ma avessi preferito far finta di niente per non mettermi in imbarazzo. Ma adesso non importa più. Sono davvero stanca Mac, ho bisogno di riprendere il controllo della mia vita e per farlo devo smettere di recitare la parte della buona amica e di custodire segreti. Lasciami andare via, per favore....
La voce di Stella aveva un tono disperato come se confessare i propri sentimenti non fosse tutto. L'istinto gli diceva che gli stava nascondendo qualcos'altro. Qualcosa di importante e che non era sicuro di voler sapere.
- Dimmi cosa c'è che non va, Stella, lo sai che ti puoi fidare di me! - le chiese pensando ancora che le cose avrebbero potuto aggiustarsi
- Non posso farlo Mac. Firma quel documento e lasciami andare a Philadelphia senza rovinare tutto. Ti prego...
Stella lo guardò dritto negli occhi e Mac capì che insistere non avrebbe ottenuto alcun risultato. Sconfitto sedette di nuovo, prese una penna e pose la sua firma sul l'autorizzazione che avrebbe portato Stella lontano.
Lei gli si avvicinò e alzò la mano destra fino a posargliela sulla guancia per qualche secondo. Un gesto che aveva sempre riservato a lui soltanto.
- Grazie – gli disse semplicemente con un mezzo sorriso. E poi aggiunse - Abbi cura di te, Mac.
- Anche tu, Stella. - fu la sola risposta che potè darle mentre lei già si voltava per uscire dal suo ufficio.
Stella era sollevata. Era fatta. Adesso poteva andarsene. Poteva ricominciare da capo in un altro posto. Conoscere nuove persone, farsi nuovi amici. E non avrebbe più dovuto preoccuparsi di custodire il il segreto che avrebbe fatto crollare il terreno sotto ai piedi di Mac Taylor. Forse adesso poteva sospettare quanto avesse invidiato Claire quand'era viva ma non avrebbe mai saputo quanto l'aveva odiata per quello che gli aveva fatto. Morendo in quel modo era diventata impossibile da dimenticare e Stella era stata per anni attanagliata dalla voglia di dirglielo. Ma lo aveva amato troppo per avere il coraggio di spezzargli il cuore.
E forse anche lei avrebbe potuto dimenticare quella bella donna stretta tra le braccia di un uomo che non era suo marito, diretta al World Trade Center quella lontana mattina di settembre.

continua...

Robin, 28 dicembre 2007

   
 
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