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Autore: Laady    18/07/2013    1 recensioni
Tratto dal capitolo undici:
"Odio il modo in cui mi parli. E il tuo taglio di capelli. Odio il modo in cui guidi la mia macchina. Odio quando mi fissi. Odio i tuoi stupidi anfibi. E il modo in cui leggi la mia mente.
Ti odio talmente tanto che mi fa star male – E mi fa anche scrivere poesie. Odio il modo in cui hai sempre ragione. Odio quando menti. Odio quando mi fai ridere – ancora peggio quando mi fai piangere. Odio quando non ci sei. E il fatto che tu non abbia chiamato. Ma la cosa che odio di più è il fatto che io non riesca a odiarti – nemmeno un po', nemmeno un pochino, nemmeno niente."
Riambientazione del magnifico film '10 Things I Hate About You' a Lima con i personaggi del Glee Club. Hope you like it! (:
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Finn Hudson, Jessie St. James, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Rachel, Jessie/Rachel, Puck/Quinn
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1, Bad Reputation

 

I don't give a damn 'bout my reputation

You're living in the past it's a new generation

A girl can do what she wants to do and that's

What I'm gonna do

An' I don't give a damn ' bout my bad reputation

Oh no, not me!

 

"E allora io le ho detto: 'Brittany, non credi di esagerare?'" Disse tutta entusiasta Rachel alla sorella, in macchina, mentre si dirigevano a scuola con Avril Lavigne a palla sullo stereo comprato dai soldi sudati da Quinn la scorsa estate.

"Tutto qui?" Chiese incredula la bionda.

La mora non rispose, la guardò soltanto. "Sì." bisbigliò. Possibile che non riuscisse mai a sorprendere la sorella ed essere abbastanza per lei?

Non appena la macchina entrò in territorio scolastico Rachel prese lo specchietto e ripassò il contorno delle sue labbra con il lucidalabbra, "Smaaack" imitò con la bocca.

"Oh, ecco Mer e Brit! Lasciami pure qui, Quinn. Ciao!" Disse solare.

"Alle 14 al solito parcheggio. Non farti aspettare. Odio i ritardatari." Disse soltanto la bionda fissandola intensamente negli occhi, per poi ripartire in quinta alla fine del parcheggio. Fare due passi le avrebbe fatto bene.

 

 

§

 

"Finn, giusto?" Fece il preside Figgins.

"Sì, signore." Rispose il nuovo arrivato.

"Figlio di un generale, vedo."

"Sì, signore." Replicò.

"Interessante, interessante.." Fece il preside, palesemente annoiato dalle chiacchiere.

"Insomma, signore, non dovrei andare in segreteria a ricevere il mio orario delle lezioni, o cose del genere?" Chiese di nuovo il moro tentando di alzare il viso al di sopra dell'altezza del computer del direttore scolastico, la cui attenzione era visibilmente incatenata a quell'aggeggio tanto vecchio da produrre un rumore infernale.

"Sì come ti pare. Ed ora vai, ho da fare."

Non appena Figgins notò che il ragazzo fosse ancora seduto sulla seggiola rossa, dello stesso colore del ripiano del suo tavolo da lavoro, alzò lo sguardo e finse un sorriso, "Buon lavoro!"

 

 

"Buongiorno, tu devi essere Finn, il nuovo arrivato. Piacere, io sono Kurt e sarò la tua guida."

"Ciao Kurt." Disse lo straniero esibendo un'espressione compiaciuta.

"Ti farò fare un breve giro del distretto scolastico et voici la tua lista dei libri. Ho avuto la sfacciataggiane di prenderla al posto tuo." Disse tutto gongolante, "Ho potuto notare che abbiamo gli stessi orari, quindi seguimi e tutto andrà bene. Almeno per oggi."

"G-grazie." Disse il moro all'altro, veramente stranito da tutte quelle attenzioni.

 

"Bene, Finn, questo è tutto quello che devi sapere. Lì ci sono i caffeinomani, stai loro alla larga a meno che non vuoi una tazza di caffè bollente addosso. Quelli sono gli hippie, fumati come pigne amico. Se devi dare una festa, quella è la gente giusta a cui rivolgersi per i rifornimenti. Se hai capito che intendo." Fece con un occhiolino. "Quelli sono i cantanti e gli attori. Fingono di essere migliori amici ma in realtà si odiano. Il mondo del cinema non è facile come sembra. Quelli, sono i 'cool' della scuola. E quando dico 'cool' intendo che non ti ci puoi avvicinare a meno che non ti invitino. Non parlarci e non pensare nemmeno a loro. Lo scoprirebbero e ti prenderebbero a calci. Quelli sono i lettori, i giocatori di scacchi e di dama, il club di matematica e il club degli sportivi. Quelli laggiù, invece, è tutta gente senza una personalità. Si chiamano 'le anime'. Ed è esattamente dove la gente normale sta. O almeno, dove io sto. Per te si dovrà ancora vedere. Là, invece, vicino ai cassonetti c'è tutta gente strana, o meglio, gli sfigati degli sfigati."

"Chi sono quelli sul tetto?"

"Oh, quella è Quinn Fabray con Tina Cohen-Chang e Santana Lopez. Fidati, faresti bene a star loro alla larga. Sono un gruppo di femministe acerbe. Quello di fianco a loro è Blaine Anderson, così gay da essere accettato solo da loro. Ogni cosa di lui richiama gaysmo. I capelli gellati, quei maglioni attillati, i pantaloni di Abercrombie. Quanto è sexy."

"Sexy?" Chiese subito l'altro.

"Oh, si, ecco. Mi sono scordato di dirtelo. Sono un gay giurato." Fece Kurt girandosi e andandosene a passo spedito.

"E chi sono quelle?" Chiese in direzione di un trio di ragazze molto affascinanti,

"Oh, quelle sono le cheerleader. Sta' loro alla larga. Non sono alla tua portata."

"E'.. bellissima." Sussurrò Finn.

"Quale tra le tre?" Curiosò il più basso,

"Quella castana, alla destra."

"Oh, marchi male amico. Fosse stata Brittany, la bionda, te l'avrebbe data subito. Ma quella è Rachel. Il trofeo più ricercato qui al liceo di Lima. Ma ha una maledizione, il padre non la lascia uscire a meno che non esca anche la sorella."

"E quindi?"

"E quindi, straniero, dato che la sorella è la zitella più temuta al mondo, come pensi che possa uscire?"

"Chi è, se posso?"

"Finn, guarda lassù, sul tetto. La vedi quella seduta a gambe a penzoloni?"

"Sì."

"Ecco. Quella, come ho detto prima, è l'incubo peggiore di tutti, spericolata, pericolosa e intraprendente. 'Quinn-lava-bollente'. Ma non perchè è solo una delle più fighe di Lima. Ma perchè se ti prende, ti concia a dovere. Benvenuto nel mio mondo, amico."

 

§

 

 

"Mer, come credi che mi stia la divisa nuova? Sai, il blu di quella dell'anno scorso mi donava dato che metteva in risalto i miei occhi castano nocciolato.. ma questa rossa fa risaltare i miei lunghi capelli mori. Oh, la vita sa essere così melensa a volte.."

"Rachel, sai cosa significa melensa?" Chiese Brittany.

"C-certo.. perchè tu no?"

"Oh, beh.. ovvio. Giusto per chiedere." Rispose la bionda.

"Ragazze, a pranzo ci sono quei cespuglietti di bruxelles. Che cosa ripugnante. Non vi sembra come mangiare una foresta?" Domandò Mercedes.

"Pensieri profondi sorella." Le battè il cinque Brittany.

"Ehm, scusate, devo proprio andare a lavarmi le mani.." Si congedò Rachel a tale stupidità. Prese tra le mani il blackberry curve che le regalò il padre per la promozione dell'anno precedente e, mentre percorreva la strada per giungere ai bagni, trovò quel che stava cercando:

 

melènso [me'lɛnso]

agg.

che è tardo nell'intendere e nel muoversi, goffo.

 

"Fico." Pronunciò alzando la testa per entrare nella porta con raffigurata la donna in gonnella.

 

 

§

 

 

"Beh, c'è addirittura chi giura che le opere di Shakespeare siano in realtà dei plagi.." Disse durante la sua lezione il professor Schuester.

"Io trovo che sia lo scrittore più esaltante dei nostri tempi." Disse Sugar.

"Sugar, per Dio, sai di che anno è Shakespeare?" Si intromise Quinn.

"E' ovvio che si. Andiamo, l'hai sentita la sua nuova canzone? Quella si che è roba che scotta."

"Che cosa?" Si girò infuriata la bionda.

"Sugar come diavolo fai a non sapere che è il regista di Gnomeo e Giulietta?" Chiese shockato Jesse.

"Il regista di che?" Intervenne Blaine.

"Ragazzi, ma voi siete fuori." Disse Sam.

"Ehi ehi ehi. Non intendo tollerare questo gergo e stupidità nella mia classe. Ryder, Sugar, non voglio più vedervi, andatevene dal preside." Fece il professore che, prontamente, si diresse verso la lavagna per prendere un gesso che lanciò con fare particolarmente agile ad una testa con una bassa cresta, "Che cazz..?" Si ridestò questo.

"Buongiorno Noah, per caso le nostre chiacchiere ti infastidiscono?"

"Beh, a dire la verità si. Molto." Disse Puckerman con un ghigno sul viso.

"Allora penso che mi scuserai dal momento che per domani dovrai fare una ricerca approfondita di almeno 2000 parole su Shakespeare e le sue opere prima citate. E, inoltre, dovrai comporre una poesia di almeno 500 parole in stile vittoriano." La campanella suonò, "Beh, ti auguro in bocca al lupo." Sorrise William, prima di girarsi.

"Sei proprio uno sfigato," Lo canzonò Jesse.

"Che cazzo hai detto novellino?" Fece Noah alzandosi, guadagnando un metro abbondante su di lui, allargando le narici e gonfiando il petto per incutere un maggior timore.

"Bambini." Fece esaperata Quinn.

"Che hai detto, ragno al limone?" La insultò Ryder.

"Come mi hai chiamata, buffone?" Lo guardò male la bionda.

"Cessa e acida." Scandì meglio le parole Ryder.

"Ho solo un dubbio: La lobotomia te l'hanno fatta da piccolo o è ancora fresca?*" Chiese alzandosi Quinn, ghignando, guardandolo con un'acidità nauseante per poi andarsene vedendo che quell'essere insignificante non proferiva più alcuna parola.

Probabilmente, visti i suoi livelli intellettuali, non aveva capito quasi nulla di quello che gli aveva detto.

 

 

§

 

 

"Ti avevo detto alle 14 puntuale." Sbottò Quinn nei riguardi della sorella una volta giunta in macchina.

"Scusami, Mer non mi voleva proprio lasciare andare." Le disse la mora.

"Non mi interessano le tue scuse, non darmene nessuna. Sii puntuale e basta, ok?"

"Sì."

"Come è andata oggi a scuola?"

"Bene. Solite cose. Du' palle.."

 

"..Hai zittito di nuovo Brittany, oggi?" Le chiese la bionda con un sorriso, dopo un attimo di silenzio.

Rachel volse subito lo sguardo verso di lei. Non disse niente, si limitò a far emergere un timido risolo sulle sue labbra.

In fondo, sua sorella, non era poi così subdula e cattiva come tutti credevano. In fondo, Quinn, aveva dei sentimenti. In fondo, sapeva ascoltare i discorsi senza senso della sorella. In fondo, le voleva bene. In fondo, aveva pur sempre diciassette anni.
 



NDA

*Frase tratta dal film 'Come Tu Mi Vuoi.

Buongiorno a tutti miei cari!! Ho aggiornato con un po' di anticipo poichè domani non mi sarà permesso. Comunque, eccoci qui, con il primo ufficiale -clapclap- capitolo di questa storia. Ringrazio coloro che leggerano, recensiranno -se ma lo farete!- e tutto coloro che hanno messo/metteranno questa storia tra le seguite. Siete magnifici :')

  
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