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Autore: heather16    18/07/2013    0 recensioni
Heilà! Ragazzi, heather16 è tornata con una ff nuova di zecca! I genitori di Heather, stufa di vederla sempre chiusa in casa, la spediscono dal cugino Jack, uno psicologo (o quasi)... Così Heather si ritroverà ad avere a che fare con un gruppo di pazzi ("medici" compresi) che la aiuteranno a capire che per tornare ad essere quella di prima dovrà fare una cosa che verrebbe in mente...solo a un pazzo!
Per ora non posso dirvi altro se non... buona lettura!!!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Erano circa le sette e mezza quando il suono del campanello fece svegliare di colpo la povera Heather che aveva passato una notte di inferno.

Per cena, Jack aveva comprato le alette di pollo surgelate, ma le aveva cotte male e così le avevano dovute mangiare con un lato tutto bruciacchiato, mentre dall'altro avevano ancora un sottile strato di brina.

Poi avevano guardato insieme un po' di televisione e verso mezzanotte erano andati a letto.

Mezz'ora dopo Heather era stata svegliata da un inquietante cd dei Tangerine Dreams. Si era alzata e seguendo la musica aveva scoperto lo “studio” di Jack.

Si trattava di una stanza dalle pareti tappezzate di poster. C'erano tre scrivanie: sulla prima c'erano alambicchi, fornelletti a gas, un tagliere con sopra una potente alogena che serviva da essicatore e nove scatoline che avevano sopra ordinate etichette di erbe e fiori come camomilla, abete bianco,ecc.

Sulla seconda c'era ogni sorta di materiale da giardinaggio: annaffiatoi, palette, rastrelli, contagocce, fertilizzante...

Sull'ultima incombeva un enorme vaso da fiori dove crescevano enormi rose: alcune erano già all'essicatore.

Infine sdraiato su uno strano cuscino gigante c'era Jack che con la bocca socchiusa dagli angoli leggermante all'insù, ascoltava beato la musica che gli arrivava da quattro enormi casse poste dietro di lui.

Heather mormorò: “Jack...” poi,rendendosi conto che lui non poteva sentirla, insipirò e gli gridò più forte che poteva nelle orecchie: “JACK!!!!!!!”

Quello si scosse e si alzò di colpo, spense la musica e le gridò: “Via, sciò, qusta è la stanza dei grandi!”

E mentre diceva così spinse fuori la cugina dalla stanza e chiuse la porta.

Lei gridò: “Avremo al massimo sette anni di differenza!”

In tutta risposta sentì la chiave che girava nella toppa: l'aveva chiusa fuori.

Dopo qualche secondo la musica ripartì a un volume quasi più alto di prima.

Heather iniziò a picchiare contro la porta.

Continuò così per circa un'ora, poi il sonno l'ebbe vinta e quella si accasciò per terra con il collo appoggiato al muro. Fece dei sogni terribili e si svegliò alle sei, accorgendosi che la musica era spenta: immaginatevi il male che aveva al collo avendo dormito in quella posizione.

Come uno zombie, si trascinò a letto ma dopo appunto un'ora e mezza suonò il campanello.

Per qualche minuto ci fu il silenzio poi entrò nella sua stanza Cecily, che venne verso il suo letto e le disse: “Jack mi ha chiamato alle tre di notte e mi ha detto che aveva raggiunto per la prima volta il livello di massima armonia con l'universo e che in lui si ricongiungevano le reazioni alle azioni. Da come parlava, ho capito subito che aveva messo la sua musica folle e sapevo che l'aveva sicuramente messa a palla, così ho pensato che ti avrebbe fatto piacere una tazza di caffè bollente dopo quella che credo sia stata per te una notte terribile.”

Hether si appoggiò sui gomiti, sbattè un paio di volte le palpebre e mormorò: “Che cos'è quello studio?”

L'altra sorrise: “vedi, Jack non si....ecco, non consuma spessissimo droghe leggere, preferisce creare da sè degli aromi con varie proprietà da fumare insieme con il tabacco.”

La mora sbattè nuovamente gli occhi e disse: “Uahu, ti sei innamorata di un vero folle.”

La occhismeraldina arrossì violentemente e rise quasi in tono di sfida: “Che, sciocchina, ma figuriamoci!”

Heather ridacchiò: “Cosa figuriamoci? Se non gli sbavi dietro? Questo la devo assolutamente dire a Jack!”

Cecily rise ancora, ma sta volta era una risata tesa: “Che immatura che sei cara Heather! Jack è simpatico,sì, ma alla fine è solo un tipo molto strano che detto fra noi mi fa anche un po' pena! ”

Per un attimo si sentì solo la sua risatina da 'sono cose da grandi, Heather, e tu non le puoi capire', poi una voce fredda e tagliente: “Grazie Cecily.”

Quella si girò: Jack era lì, in piedi sulla porta. Heather lo guardò e quasi si spaventò perchè i suoi begli occhi allegri erano diventati gelidi ed inespressivi.

La bruna cercò di dire qualcosa ma la sua voce era solo un sommesso farfuglio.

Quello la guardò: “Fuori di qua.”

La ragazza si alzò dal letto a testa bassa, poi si diede un tono ed alzò il mento più che potè, infine uscì prima dalla camera e poi si sentì la porta d'entrata che sbatteva.

Il biondo guardò Heather: “Vestiti. Dobbiamo andare al centro sociale.”

La ragazza non osò obbiettare e cinque minuti dopo era in macchina. Vedeva però che Jack era stranissimamente calmo e aveva la netta impressione che nei suoi occhi da qualche parte in quell'arrabbiato blu, c'era una nota divertita, ma non capiva proprio il perchè.

Arrivata nel salone del giorno prima Heather si appoggiò ad una parete e guardò la scena: Cecily quando vide Jack diventò rossa come un pomodoro e face finta di niente continuando ad osservare con aria professionale il lavoro che stavano facendo i tre pazienti, mentre lui schiacciava con un piede la cicca di una sigaretta e con foga se ne riaccendeva un'altra.

Lui le chiese gelido: “Cosa fanno?”

Disegno libero dell'umore di oggi.”rispose lei cercando di sembrare quasi annoiata.

'L'elettricità in questa stanza può illuminare una metropoli', pensava Heather cinica, ma quando guardò la povera e triste Cecily si rese conto che tutto quel casino era nato solo per colpa sua.

In quel momento decise che quel giorno non sarebbe stata più se stessa ma una ragazza qualunque, che in quanto ragazza qualunque avrebbe fatto una buona azione.

Con nonchalance si avvicinò ai tre ragazzi.

Mormorò a Lizzie che lei doveva andare al cimitero immediatamente dopo Grace se non voleva che tutti le dessero la colpa.

Per far smuovere la shopping compulsiva le bastò dire che se lei correva fino al camposanto lei, Heather, l'avrebbe portata al centro commerciale. Mentre le due correvano fuori bisbigliò a Howard: “Avanti idiota, seguile!”

E così anche lui corse via.

Poi la mora, fingendosi sorpresa disse: “O mio Dio, sono scappati! Vado a recuperarli io!” e corse fuori ridacchiando felice.

Quando rimasero soli Cecily mormorò: “Jack...” lui si girò dall'altra parte e in quel momento la bruna non ce la fece più e gridò: “Non è vero che ti trovo pazzo, mi dispiace, mi dispiace! E non è vero che mi fai pena, io ripongo in te una fiducia incredibile, ti trovo un ragazzo geniale e divertente ed è per questo che non voglio perdere questa amicizia! Ma tanto tu non mi vuoi ascoltare!” e fece per andarsene arrabbiata e dispiaciuto al tempo stesso.

A Jack nel sentire quelle ultime parole era caduta la sigaretta dalla bocca. Sospirò, poi si girò e prese in braccio la ragazza che chiuse gli occhi e, un po' ridendo di gusto e un po' urlando, inziò a tirare pugni alla cieca ma lui la ignorò, uscì fuori e andò al parcheggio, dove c'era un'enorme e profonda pozzanghera. Una volta arrivato lì si fermò e guardò divertito Cecily strabuzzare gli occhi ancora lucidi quando si ritrovò seduta nell'acqua sporca e gelida. Il ragazzo ridendo le tese la mano e le disse: “La sai la cosa più divertente? Lo sapevo fin dall'inizio che non dicevi sul serio!”

In quel momento lei gli afferrò la mano e lo trascinò nella pozzanghera con lei. I due risero di gusto, poi si alzarono.

Lei lo guardò: “Quindi hai finto per tutto il tempo?”

No, all'inizio ero veramente arrabbiato ma poi mi sono calmato e ho deciso di prenderti un po' in giro!”

Sei uno stronzo.”

Anche tu.”

Grazie.”

Prego.”

Dai-disse lei-perchè non mi offri da bere?”

Andiamo a casa che ti preparo qualcosa.”

E i due si avviarono cerso la macchina ridendo.

Due ore dopo Jack ritornò a prendere Heather perchè si era completamente dimenticato di lei.

La povera mora intanto era dovuta riuscire a calmare Lizzie e Grace che erano in preda a un attacco di rabbia contro di lei perchè erano sì pazze, ma non stupide. Howard invece se ne stava zitto e buono su una panchina. La nostra cara calcolatrice si ripromise di non compiere mai più una buona azione, ma quando vide l'espressione felice oltremisura di Jack, si dovette ricredere.

Tornarono a casa e lei entrò in camera. Quando si girò dopo aver chiuso a chiave la porta rimase a bocca aperta: la batteria era sparita e al suo posto c'era un armadio di legno bianco.

L'ordine regnava e vicino alla finestra c'era un quadernino di cuoio con l'etichetta :'osservazione della cova delle uova'.

Heather non si domandò chi fosse stato, perchè lo sapeva già: sul nuovo copriletto grigio a pois un biglietto dalla scrittura femminile diceva solamente: “Grazie.

  
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