Anime & Manga > Makai Ouji: Devils and Realist
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Autore: hollien    23/07/2013    4 recensioni
“Che succede Dantalion? C’è qualcosa che ti preoccupa?”
Solomon, nonostante i capelli del colore del grano appena raccolto scompigliati e gli occhi verde smeraldo ancora impastati dal sonno, risultava sempre di una bellezza inaudita, divina: non per niente si diceva fosse amato da Dio in persona.
[Solomon/Dantalion/William.]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Salomone, William Twining
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Remember me and then I'll remember you





“Che succede Dantalion? C’è qualcosa che ti preoccupa?”
Solomon, nonostante i capelli del colore del grano appena raccolto scompigliati e gli occhi verde smeraldo ancora impastati dal sonno, risultava sempre di una bellezza inaudita, divina: non per niente si diceva fosse amato da Dio in persona.
Il demone era incredulo davanti a quella scena: lui e il re d’Israele nel medesimo letto, spogli di ogni indumento; la notte appena passata non era stata un sogno come aveva creduto.
“Rimpiangi ciò che è accaduto tra di noi, Dantalion?”
Questi si affrettò a rispondere immediatamente, nonostante il balbettio che rese lui, il grande Dantalion, quasi patetico. “M-mai, mio Signore. Solo che…”
Il re sorrise, e gli fece cenno di continuare.
“…Perché io?”
Era vero. Molti erano i suoi seguaci, molti erano i demoni che lo amavano.
Allora perché tra tutti proprio lui? Non credeva, ne prima ne tutt’ora, di esser degno di profanare quel corpo così delicato ma allo stesso tempo così forte da piegare alla sua volontà il regno sovrannaturale.
“Perché ti domandi?”
Solomon si fece vicino al suo volto e, come la prima volta che si erano incontrati, glielo afferrò. Nessuna traccia di cattiveria o delusione, solo il tocco di un re pieno di sentimenti da donare.
“Sei stato il primo demone che mi ha seguito e che tutt’ora non mi ha mai tradito. Lo capisci questo?”
Dantalion socchiuse leggermente le palpebre, abbandonandosi allo splendore delle parole di quell’uomo. Chi l’avrebbe mai detto che la piena bellezza di anima e corpo sarebbe ricaduta su un umano? Nemmeno gli angeli potevano sperare di raggiungere coi tanta meraviglia.
“Lo capisco, ma non credo di averti meritato ugualmente. Sono solo un Nephilim dopotutto.”
Solitamente non rimpiangeva il suo stato di demone, anzi, ne andava fiero; con sguardo alto si beava del suo rango, sapendo di poter eguagliare i quattro Re dell’Inferno grazie a Lucifer, con il quale aveva stretto un contratto quando era ancora umano.
“E cosa cambierebbe mi chiedo. Ho scelto te, sarai tu colui che guiderà insieme a me il mio regno. Ti serve sapere altro?”
Il demone boccheggiò appena, non sapendo come ribattere.
Solomon era così. Riusciva sempre ad avere la meglio in ogni discorso; era incalzante e rimbeccava chi osava contraddirlo con tono sottile, armonioso. Non si faceva mai prendere dalla collera.
Che razza di re sarei se guidassi la mia gente con l’odio?
Era una frase che usciva spesso dalla sua bocca, e Dantalion, altrettanto spesso, si domandava come potesse esser così caritatevole e buono nonostante da piccolo fosse stato ripudiato da suo padre e imprigionato nelle segrete.
Ad un tratto, lo sguardo rosso fuoco del Nephilim ricadde sulle labbra fresche del suo Signore e cominciò a bramarle, esattamente come la sera precedente.
L’idea che anche il re d’Israele volesse quel tocco non lo aveva sfiorato minimamente; invece, mentre erano nelle stanze di quest’ultimo, Solomon lo aveva letto nella mente, neanche fosse un libro aperto, avvicinandosi a lui e accarezzandolo sulle guance.
Mi vuoi?    
Gli aveva posto la domanda con una calma disarmante, come se fosse la cosa più naturale del mondo. E Dantalion non ci aveva più visto, aveva accolto la proposta senza fiatare.
Fosse stato un ordine o meno, avrebbe agito. Si era aggrappato a quel briciolo di speranza e lo aveva posseduto come se non ci fosse stato un domani.
“Un giorno…”
Improvvisamente la voce del figlio di Davide risuonò nelle sue orecchie, ridestandolo dai propri pensieri.
“Un giorno…?”
Scosse la testa. “Nulla di importante.”
Il demone avrebbe voluto approfondire il discorso, ma il suo tentativo fu vano quando un paio di braccia lo avvolsero in una stretta ferrea.
Solomon non badò al fatto che le lenzuola porpora fossero scivolate lungo il suo corpo, mostrandolo nuovamente agli occhi del demone in tutta la sua integrità. Aveva bisogno di aggrapparsi a delle certezze, e il Nephilim era l’unico in grado di procurargliene.
Gli accarezzò i capelli corvini, assaporandone il profumo di lavanda, e nello stesso tempo strinse forte i denti: Dantalion non si meritava ciò che stava per fargli.
Avrebbe approfittato di lui, ne era consapevole, ma non c’era altra via d’uscita.
Perdonami.  
Gridava mentalmente il re di un regno destinato a crollare insieme alla sua disfatta, mentre le labbra si appoggiavano calde su quelle del demone che, dopo lo sbigottimento iniziale, ricambiò.

 

Perdonami perché ai miei ordini non puoi sfuggire.
Perdonami perché sono un codardo.
 Perdonami perché sarai costretto a porre fine alla mia vita. 


 

**


 

William non era Solomon.
Era solo un discendete, l’Elettore del demone che avrebbe preso in mano temporaneamente le redini degli inferi al posto di Lucifero; eppure Dantalion non riusciva a farsene una ragione.
Rivedeva il suo padrone in quel ragazzino che continuava a negare la sua esistenza, l’esistenza di tutti gli esseri che non avessero una logica, che non avessero una spiegazione scientifica.
Era un realista.
Nonostante questo, nonostante i continui rifiuti, nonostante non fosse la persona che sperava, Dantalion non lo avrebbe abbandonato; non come aveva fatto con Solomon.
Non avrebbe permesso che la storia si ripetesse nuovamente: questa volta lo avrebbe protetto, anche al costo della sua stessa vita.
Tollerare un’altra volta la sua perdita sarebbe stato impossibile, perché il demone sapeva che il suo amato re risiedeva in quel corpo. Una parte di lui almeno, e gridava di esser risvegliata. Ne era certo.
“Smettila di seguirmi come un cagnolino, ho un esame di latino domani e devo studiare.”
William si era voltato verso di lui con sguardo astio, minacciandolo con gli stessi occhi verde smeraldo con cui Solomon, quella volta, lo aveva reso suo.
Se il figlio di Davide era la gentilezza fatta persona, William era esattamente l’incontrario: arrogante, senza peli sulla lingua.
Dantalion si arrese, lasciando che il biondo proseguisse da solo verso uno dei tavoli in legno posti nell’enorme giardino della loro scuola.
Lo avrebbe vegliato da un albero, oppure avrebbe chiesto ad Amon e Mamon di farlo al posto suo.
Prima che potesse cambiare strada, però, diede un’ultima occhiata alla figura del ragazzo, immaginandosi che al posto di quella stupida divisa che indossava ci fosse un lungo mantello bianco neve.
Si afferrò il viso, sforzandosi di smetterla di ricordare.
Era uno stupido masochista.
Però non desiderava altro che una cosa sola.
William, nello stesso tempo in cui Dantalion rialzò lo sguardo, si girò, incontrando le iridi rosso fuoco del demone.
Non distolse l’attenzione.
Si fissarono per secondi. O forse per ore. Non lo sapevano nemmeno loro.
Erano solo sicuri delle loro preghiere: Dantalion pregava per l’ennesima volta che egli si ricordasse di lui. William, invece, per la prima volta, pregava di poter ricordare.
Nessuno dei due venne ascoltato.
O almeno, non per il momento.






Scleri post-capitolo:
La mia prima flash! La mia prima flash! HURRAY! /sclera ancora prima di presentarsi./
Salve a tutti miei baldi giovani, un ringraziamento speciale a chi è giunto fin qui senza rotolare a terra. (?)
Come avrete ben potuto notare dal mio salutino iniziale, sono una new entry del fandom di Makai Ouji, un manga a mio parere meraviglioso, mi dispiace solo che sia così poco conosicuto. /groan./ 
Per chi lo conosce sappiate che siete persone da stimare, o almeno, avete la mia stima. Quella dell'altra gente poi non so.
Allora, vorrei partire dal presupposto che la Dantalion/William è la mia OTP. Sono due personaggi che amo profondamente, e dalla loro prima apparsa insieme li ho shippati ardentemente. Il modo in cui Dantalion si approccia a William poi...è troppo per i miei poveri feeling. Però non disprezzo la combinazione Solomon/Dantalion/William, per questo ho voluto iniziare scrivendo di tutti e tre.
Il loro rapporto ha un non so che di strabiliante. Sono del parere che siano legati da un filo sottile ma che non potrà mai essere spezzato.
Lascio la poetica in un angolo e mi ritiro, sperando di aver un parere sul mio elaborato. Mi renderebbe felicissima! 
Spero oltrettutto di scrivere dell'altro su questa sezione perché merita davvero tanto.

Au revoir!
~

hollien
   
 
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