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Autore: Theinsanemelody    23/07/2013    2 recensioni
Emily dieci anni dopo, come reagiscono le persone intorno a lei, come lei è cambiata o forse non è cambiata in questi anni, mentre il mondo intorno a lei: la gente, la sua famiglia, i suoi amici come hanno reagito a tutto quello che è successo, come sono invece cambiati loro?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emily Fitch, Katie Fitch, Naomi Campbell
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era una giornata fredda a  Londra, una di quelle giornate umide e dove il gelo ti penetra la pelle insidiandosi nelle ossa, Emily cammina spedita, era Natale, un altro triste Natale, doveva comprare i regali per i suoi nipotini, Katie poteva arrabbiarsi con lei se non lo faceva, ma forse Katie aveva smesso di arrabbiarsi da tempo ormai, da dieci anni la guardava con pena mista a tristezza per lei. Passò di corsa davanti ad un ospedale, si fermò e un brivido le percorse la schiena, non doveva pensare, doveva far passare in fretta quei due giorni, non doveva pensarci, ma come fai a non pensare? A non pensare che Naomi da dieci anni oramai era morta e lei era sola, anche se la sentiva, lei sentiva Naomi, la sognava ogni notte, i suoi capelli castani, i suoi occhi celesti, qualche volta la sognava con i capelli biondi mossi tirati indietro, con la sua borsa enorme, mentre girava per la scuola in cerca della classe, con quel suo passo spedito, ma particolare che solo lei aveva, lei la chiamava: “Naomi, Naomi torna da me”, ma Naomi se ne andava guardandola con gli occhi gonfi dalle lacrime, qualche volta invece le sorrideva, quel sorriso che a lei piaceva tanto e svaniva, lasciandola con il magone che l’accompagnava per tutta l’intera giornata . Ecco, mentre pensava a tutto questo, nervosamente giocava con l’anello d’oro che aveva nell’indice della mano destra, l’anello che apparteneva a Naomi e intanto guardava le porte dell’ospedale con gli occhi lucidi, mentre un signore passando di lì la guardava preoccupato e avvicinandosi, la scosse leggermente da una spalla : “Signorina si sente bene?”, Emily si irrigidì accorgendosi che si era incantata come una scema davanti all’ospedale e guardò il signore sorridendogli :“ Si, grazie, solo che …i ricordi, ma sto bene”, Emily sorrise e s’indirizzò verso il negozio cercando la bambola e la macchinina che avevano chiesto i suoi due nipotini a Natale e appena finito si recò da sua sorella notando che quella sua riflessione davanti all’ospedale le era costata del tempo. Quando giunse davanti a casa di sua sorella, si sistemò la giacca e si guardò nello specchiettino che aveva in borsa, doveva essere felice, senno sua sorella l’avrebbe deliziata di qualche sua scena di compassione che lei odiava profondamente.  Suonò al campanello e Katie sorridente le aprì tirandola a se per abbracciarla. Forse bisognerebbe fermarsi a raccontare in sintesi cosa successe in quei dieci anni, la morte di Naomi arrivò e colpì Emily come un fulmine a ciel sereno che però mirò al cuore, la trafisse e lei non riuscì più a riprendersi, anche se Naomi la pregò di rifarsi una vita, che lei sarebbe morta, ma che invece Emily doveva vivere per lei. Emily ci provò, ma non ci riuscì, ogni anno a Natale la famiglia si stringeva a lei, sapendo che quella data coincideva con l’anniversario della  morte di Naomi, lei non voleva vedere la sua famiglia, voleva stare solo sola e piangere; era cambiata, era magrolina, pallida, spigolosa, i capelli sempre poco curati, spettinati, gli abiti dismessi, aveva perso la voglia di “seguire la moda”, come diceva Katie, ma lei non voleva essere bella, lei non voleva conquistare nessuna ragazza o ragazzo, lei apparteneva a Naomi. Katie invece era diventata un’avvenente donna di affari, aveva i capelli castani lunghi e ricci, che le cadevano dolcemente sulle spalle, sempre vestita come se dovesse andare a lavoro, minigonna e tacchi, qualche ruga iniziava a segnarle il viso, ma la sua bellezza non si era sciupata per niente, lei era ancora la fottuta Katie Fitch che tirò un pugno a quella ragazza durante un addio al nubilato. Si, se non lo si sapeva nessuno avrebbe detto che erano  gemelle, Emily sembrava più la sorella anziana di Katie . “Beh, Ems, mentre aspettiamo mamma e papà andiamo a bere qualcosa”, Katie sorrise alla sorella trascinandola dalla mano verso un bancone situato accanto alla cucina, tirando fuori dal frigo una bottiglia di aperitivo al Martini, versandolo in un bicchiere porgendolo poi alla sorella che guardandola lo prese ringraziandola. “Ems ho sentito Elizabeth”, Emily s’irrigidì e guardò la sorella :“Che vuole ancora?”, Katie guardò il bicchiere alzando lo sguardo sulla sorella: “E’ uscita di prigione da due anni, vorrebbe vederti, non è colpa sua se è …” “Smettila Katie, non la voglio vedere, no, non la voglio vedere” urlò Emily con gli occhi rossi, guardando la sorella arrabbiata, Katie sospirò, abbassando lo sguardo: “Sono preoccupata  Emily, ti voglio bene e vederti così mi fa male, forse dovresti smetterla di logorarti così per lei, lei non lo vorrebbe” “Katie pensa a te, non pensare a me, ho 32 anni, so cosa fare della mia vita”rispose a tono Emily,  Katie si innervosì e alzò la voce guardandola: “ Non lo sai, ma guardati Emily, ti stai uccidendo e io non starò a vederti morire, ho sopportato i primi mesi, poi i primi anni, perché so quanto la amavi, ma io non ti permetterò ti  consumarti così, lei non lo vorrebbe” non riuscì a finire la frase, Emily le tirò uno schiaffo sulla guancia scoppiando in lacrime: “ Il problema non è che l’amavo, ma che la amo” , Katie sospirò e abbracciò la sorella mordendosi il labbro per trattenere le lacrime “Sei mia sorella e oltretutto siamo gemelle, lo so quando soffri, lo sento da dieci anni ormai, vederti così mi uccide e mi fa star male, non puoi vivere per Naomi, Naomi è morta, Ems, tu devi vivere per te stessa adesso”.  Katie portò la sorella in bagno e l’aiutò ad asciugarsi il viso, carezzandola dolcemente con l’asciugamano e sorrise dolcemente alla sorella :” So che Naomi era speciale, certe volte anche a me manca, ma soprattutto mi manca vederti sorridere come un tempo Ems.”. Si sedettero sul divano e sentirono aprire la porta ed un uomo dai capelli castani con qualche riga di grigio fra i capelli, sorrideva alle due ragazze salutandole, mentre teneva per entrambe le mani due bambini di tre e due anni; Katie era stata fortunata a trovare Mark, era un uomo di affari anche lui, si erano conosciuti a lavoro, ma era semplice ed era innamorato pazzo di Katie e di questo Emily era felice, anche perché aveva messo al mondo con lui quei due bambini stupendi : George e Lucy:  il più piccolo ricordava molto suo padre Rob Fitch, con i suoi capelli ricci e gli occhi chiari come Katie, Lucy invece era come lei, capelli castani rossicci, viso un po’ spigoloso, magrolina, “una piccola Emily” come la definiva  sua madre Jenna. Sua madre e suo padre erano subito dietro di Mark, “si saranno incontrati nel tragitto” pensò Emily, Jenna era visibilmente invecchiata, aveva una leggera ricrescita di capelli grigi nella sua lunga chioma castana, era leggermente curva, mentre Rob aveva oramai i capelli completamente grigi, il fisico era un po’ meno tonico rispetto ad un tempo, ma il sorriso che Emily adorava tanto non era sparito. Si sedettero in salotto mentre i bambini correvano in giro per la casa, giocando a nascondino. “Forse James  non lo porta”, disse tutto d’un tratto Jenna guardando la famiglia, “Mamma smettila” esclamò Katie, spalancando gli occhi mentre guardava la mamma irritata. Si sapeva che James era un po’ effemminato, già da quando da piccolo si vestiva con abiti da donna, pensavano lo facesse solo per irritare Jenna che non approvava molto la relazione omosessuale della sorella, soprattutto perché James aveva avuto sempre una curiosità ossessiva verso l’altro sesso, ma quando provò ad aprocciarsi veramente con esso, ne rimase deluso, il sesso era uno schifo, fino a quando non incontrò Paul, per la prima volta capì veramente che cosa voleva. Peccato che Jenna, non la prese benissimo, anche se dovette trattenersi molte volte per rispetto della figlia che piangeva ancora per quella ragazza che lei tanto odiava un tempo, ma sappiamo che per Jenna trattenersi è impossibile e puntualmente nasceva una discussione, in cui James sbatteva la porta e Emily se ne stava in silenzio in un angolo per uscire senza proferir parola. Quando James bussò, tutti si fermarono e Jenna si alzò sistemandosi il lungo vestito rosso, Katie guardò la madre come per avvisarla di non iniziare con le sue lamentele su Paul e quando aprì si trovò davanti due bei ragazzi muscoli, James  con i suoi capelli biondi e corti e Paul con i capelli castani che aveva cercato senza successo di legare dietro con un elastico. I due le sorrisero , salutando con due baci sulla guancia Katie ed entrarono salutando il resto della famiglia. Quando James salutò Emily la strinse forte a se, in un abbraccio che voleva dire soltanto “ti voglio bene”, sì perché James aveva sempre creduto in lei e Naomi fin da piccolo e gli si spezzò il cuore quando vide la sorella piangere davanti alla bara, da quel giorno James non riuscì più a staccarsi da Emily e quando poteva lasciava Paul a casa qualche giorno per andarla a trovare e stare con lei. Si misero a tavolo e James durante tutta la cena raccontò di quanto era bella l’America, ignorando forse il fatto che Emily ci era stata per tanto tempo, prima che Elizabeth la chiamò per avvisarla di ciò che stava succedendo, finse interesse per le storie del fratello e sorrise falsamente a tutti mentre aspettava la mezzanotte solo per tornarsene a casa; quel giorno di dieci anni fa, lei e Naomi passarono la notte abbracciate prima che arrivasse quella tragica mattina in cui lei non aprì i suoi occhi azzurri, ma sorrideva, mentre Emily piangeva in silenzio guardandola  e a forza due infermiere la spronavo ad allontarsi, la trascinarono via e quando lasciò la mano di Naomi, il suo cuore si spezzò per sempre.
  
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