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Autore: Nemia    04/02/2008    5 recensioni
Era sporco di sangue. La sua camicia, le sue braccia.. schizzi sul viso.
Che il caso interessante fosse finalmente arrivato?
Il ragazzo alzò gli occhi e i loro sguardi si incrociarono.
Aveva uno sguardo sensuale.
L’uomo avvertì un brivido percorrergli la schiena, eccitato.
Genere: Romantico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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La pioggia cadeva violenta sull’asfalto.

Un uomo fissava fuori dalla finestra il paesaggio cittadino nel temporale.

Aveva un sigaro tra le labbra.

Era ormai sera e a breve il suo turno sarebbe finito per quel giorno.

Rapine.

Qualche stupro.

Era sicuro che in quella città non ci fosse il tempo di annoiarsi. Ma c’erano sempre casi di così poca  importanza di quei tempi.

Un fulmine squarciò il cielo.

Seguito da un tuono assordante.

La gente correva sui marciapiedi come formiche impazzite. La osservò con noia.

Appoggiò il sigaro sul posacenere, raccogliendo i lunghi capelli neri in una coda.

Poi si alzò, andando verso la finestra con il sigaro tra le dita.

Un altro fulmine illuminò la stanza, rischiarando di una luce sinistra i suoi lineamenti.

Gli occhi dell’uomo erano fissi sulla strada, su cui s’erano fermate due volanti della polizia.

Ne uscirono dei poliziotti che portavano con sé un ragazzo ammanettato.

L’uomo lo guardò con attenzione.

La pioggia gli stava bagnando i capelli castani.

Era sporco di sangue. La sua camicia, le sue braccia.. schizzi sul viso.

Che il caso interessante fosse finalmente arrivato?

Il ragazzo alzò gli occhi e i loro sguardi si incrociarono.

Aveva uno sguardo sensuale.

L’uomo avvertì un brivido percorrergli la schiena, eccitato.

Il ragazzo sembrò sorridere.

Intanto i poliziotti lo spintonarono nell’edificio, tenendogli la testa bassa e imprecando.

L’uomo rimase pensoso a fissare il punto in cui si era trovato quel ragazzo.

E, mentre finiva il suo sigaro, gli angoli della bocca si sollevavano in un sorriso cattivo.

 

_ Ispettore Kampfer..! _ un uomo entrò ansimante nella stanza, come dopo una corsa. L’ispettore posò il resto del sigaro nel portacenere, voltandosi.

_ Sì? _

_ Ci sono stati degli omicidi a casa dei Lohengrin poche ore fa! ..il giovane figlio è stato ritrovato sporco di sangue e ha ammesso di essere l’artefice di tutto! _ l’uomo riferì i fatti tutti d’un fiato, come se avesse avuto il timore di dimenticarli. L’ispettore lo fissava.

Nascondendo un sorriso.

_ Dov’è? _ si limitò a chiedere, avvicinandosi.

L’altro arrossì, chinando la testa. _ Di là, l’hanno appena portato _

L’ispettore fece un cenno del capo per fargli intuire di condurcelo, poi lo seguì senza una parola di più.

Arrivarono nella sala degli interrogatori, dove un ragazzo era seduto da un lato del tavolo, la testa china sul petto.

Il viso deformato da un ghigno.

_ Vuoi parlare?! _ gridò il poliziotto dall’altra parte del tavolo, sbattendo le mani sul tavolo.

L’ispettore osservò incuriosito il ragazzo che sorrideva. L’uomo che lo aveva accompagnato gli rivolse un’occhiata e stava per far segno agli altri poliziotti nella stanza di andar via.

Kampfer lo fermò.

Voleva vedere che cosa faceva il ragazzo. Voleva vedere il suo modo di agire.

Quello alzò la testa all’ennesima domanda dell’interlocutore.

Si sollevò  verso di lui, le braccia legate dietro la schiena dalle manette. Dischiuse le labbra continuando a sorridere e sussurrò: _ Mi fotteresti se lo faccio? _

Lo stupore zittì i poliziotti che si trovavano nella stanza. L’ispettore fissò sorpreso il ragazzo che continuava a stare lì immobile, come aspettando davvero una risposta.

Poi scoppiò a ridere.

Tutti si voltarono a guardarlo, a disagio. L’uomo che prima poneva le domande era arrossito.

Quello era decisamente un caso interessante.

Il ragazzo si voltò piano a fissarlo, rimettendosi seduto. Accavallò le gambe.

_ Forza, uscite tutti da qui. Fatemi parlare da solo con lui _ disse l’ispettore con un sorriso. Gli uomini si affrettarono a lasciare la stanza.

Kampfer guardò la porta che si chiudeva alle proprie spalle. Poi si avvicinò al prigioniero, mettendosi seduto davanti a lui.

_ Dietrich, giusto? _ chiese scrutando la sua reazione. Scrutando il suo corpo bagnato sotto la camicia fradicia, i suoi capelli lisci e scuriti dall’acqua, le sue labbra carnose semi-aperte.

Il ragazzo voltò lentamente la testa verso di lui, lo sguardo distante. Ma consapevole di quanto il suo corpo fosse invitante.

_ Cos’è successo? _ l’ispettore colse un bagliore di pazzia nei suoi occhi. E il ghigno di nuovo occupò il suo viso.

_ Perché dovrei parlartene? _ bisbigliò malizioso.

Rimasero in silenzio, fissandosi.

_ Perché mi interessi terribilmente _ disse Kampfer poggiando le nocche sulle labbra.

Dietrich indietreggiò appena, scrutandolo. Un po’ come una volpe in gabbia scruta il cacciatore.

Kampfer sembrava divertito.

Si alzò in piedi, avvicinandosi a lui.

Dietrich non gli staccò gli occhi da dosso, seguendo i suoi movimenti.

_ Pensi di convincermi venendomi vicino? _ chiese mentre il sorrisetto di prima si stampava di nuovo sulla sua bocca.

L’ispettore gli si mise davanti, appoggiandosi al tavolo. Una mano sulla sua sedia.

_ Avete dei metodi strani di approcciarvi ai criminali da queste parti.. _ sussurrò Dietrich, osservandolo interessato.

Kampfer sorrise.

Gli tirò indietro i capelli con un gesto brusco, premendo le labbra sulle sue, ingaggiando una breve lotta per appropriarsi di quella calda umidità.

Gli tenne alzato il mento, mentre lo sentiva rispondere. Mettendolo quasi in difficoltà.

Sorrise sulla sua bocca, staccandosi da lui con un morso.

Passò un dito sulle sue labbra bagnate, sorridendo al suo sguardo confuso.

_ Metodi molto strani, Dietrich _ sussurrò divertito.

 

  
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